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Speriamo che i milanisti non fischino Donnarumma, quando/se scenderà in campo come avversario di club dei rossoneri è un conto, in Nazionale è un altro.
Ricordo quando Conte tornò da ct allo Stadium e si prevedevano fischi e insulti...e poi non accadde nulla di tutto questo.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ci troviamo, ahiloro, anche Ancelotti e...Guardiola.
Circa la posizione dei due:
Nell’elenco, nomi di primi ministri ed ex, come Tony Blair o Strauss-Khan, presidenti e nobili, come il Re di Giordania o la famiglia reale inglese, personaggi dello spettacolo, come Shakira o Claudia Schiffer, ma anche personaggi dello sport, come Jacques Villeneuve o il pattinatore canadese Elvis Stojko. Tra questi anche i nomi di due volti noti del calcio mondiale: Carlo Ancelotti e Pep Guardiola.
Il tecnico del Real Madrid è già sotto indagine in Spagna per evasione fiscale.
Il Tesoro, in particolare, sostiene che l’allenatore, nonostante abbia risieduto in Spagna tra il 2013 e il 2015, non abbia dichiarato correttamente i suoi guadagni derivanti sia dai blancos, sia dei suoi diritti di immagine. Secondo la stampa spagnola, il tecnico italiano avrebbe utilizzato una società delle Isole Vergini britanniche per gestire i suoi diritti d’immagine. Un dettaglio però già noto e su cui nel paese iberico si stava già indagando. Ancelotti, contattato dall’Espresso, da El Pais e dal consorzio Icij, non ha risposto alle domande inviate sulla questione.
Restando sempre nel mondo del pallone, El Pais fa anche il nome di Pep Guardiola. Il tecnico catalano sarebbe nella lista per un conto corrente aperto nel principato di Andorra dal 2003 al 2012 e non segnalato al fisco spagnolo. L’ex Barcellona avrebbe poi approfittato di un condono fiscale del governo Rajoy per regolarizzare la sua posizione.
I nomi di Carlo Ancelotti e Pep Guardiola presenti nell’inchiesta Pandora Papers. A distanza di 5 anni dai famosi “Panama Papers”, una nuova indagine sui fondi nei paradisi fiscali travolge leader mondiali, miliardari, vip e personalità dello sport. L’inchiesta, che è durata circa due anni e ha coinvolto 600 giornalisti di 150 testate (L’Espresso per l’Italia), è stata pubblicata dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) che ha avuto accesso a 11,9 milioni di nuovi file riservati.
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Ancelotti se la vedrà col fisco spagnolo e italiano, visto che è già indagato per questioni relative alle tasse. Guardiola invece il suo moralismo se lo può mettere dove sa.
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Perchè i ricchi non vogliono pagare le tasse? Se di un milione te ne restano in tasca puliti 700mila, parliamo sempre di cifre enormi e percentualmente le tasse depredano chi invece di mille ne conta poi 700 (di euro) e deve sudare per far quadrare i conti.
La ricchezza (se ottenuta per vie legali ed oneste) è un merito, non è quello il discorso. E' l'avidità che è oscena, vuol dire ridursi a farsi controllare dall'avere, dall'accumulo, dal soldo e da tutto ciò che è materiale. Diventi un volgarissimo schiavo delle cose e di te stesso.
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Perchè i ricchi non vogliono pagare le tasse? Se di un milione te ne restano in tasca puliti 700mila, parliamo sempre di cifre enormi e percentualmente le tasse depredano chi invece di mille ne conta poi 700 (di euro) e deve sudare per far quadrare i conti.
La ricchezza (se ottenuta per vie legali ed oneste) è un merito, non è quello il discorso. E' l'avidità che è oscena, vuol dire ridursi a farsi controllare dall'avere, dall'accumulo, dal soldo e da tutto ciò che è materiale. Diventi un volgarissimo schiavo delle cose e di te stesso.
dicono che più ne hai e più ne vuoi....
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
RADIO INCONTRO OLYMPIA - L'avvocato Gian Michele Gentile, legale di Claudio Lotito e della Lazio, è intervenuto all'emittente radiofonica ed ha parlato, tra i vari argomenti, anche del tecnico giallorosso José Mourinho senza citarlo: «Troppe ostilità da Lega e Figc, è sotto gli occhi di tutti l’attacco che viene fatto nei confronti della Lazio. Che la Lazio sia sotto attacco è sotto gli occhi di tutti, la Lega fa dichiarazioni continuamente su Sarri quando nel derby ho visto un altro allenatore entrare in campo a recuperare palloni. Un'ostilità verso la Lazio si percepisce e viene fuori anche dalla Federazione perché il Presidente Gravina non ha mai nascosto questa ostilità verso Lotito, che non doveva essere avventatamente allontanato dal Consiglio Federale l’altro giorno e anche da questo punto di vista ci sarà del lavoro da fare».
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
Mah, per dire la verità la lega ha risposto a Sarri dopo che questi aveva detto che giocare dopo 62 ore dalla partita di coppa era "una assurdità" che su questo punto c'è da fare "la guerra"...quindi è Sarri che ha cominciato e non gli altrii. Sul resto Lotito è inibito e non può andare in consiglio federale.
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Serie A povera ma bella, 'imprudente' e spettacolare: e i nuovi campioni sono gli allenatori
Lukaku, Ronaldo, Romero e Donnarumma: 4 dei migliori 5 giocatori dello scorso anno sono partiti (è rimasto solo Barella). Eppure il livello estetico del calcio italiano è giudicato da molti all'avanguardia. E i grandi personaggi ora sono gli allenatori
Ridimensionato, impoverito, superato. Del povero campionato italiano – povero in senso proprio, visti i debiti dei club e la necessità di vendere per far cassa – quest’estate s’è detto di tutto. E molto lo si è detto a ragione, partendo da un dato oggettivo: la cifra tecnica complessiva della Serie A nella scorsa sessione di mercato è diminuita non di poco. Dalla finestra estiva degli scambi sono scappati Romelu Lukaku, votato dalla Lega come miglior giocatore della stagione 2020/21, Cristiano Ronaldo, miglior attaccante e capocannoniere del torneo, Cristian Romero, miglior difensore, e Gigio Donnarumma, miglior portiere nonché miglior giocatore assoluto di Euro 2020. In pratica, dei calciatori premiati al gran galà del calcio italiano lo scorso maggio l’unico rimasto in Serie A è Nicolò Barella, miglior centrocampista della passata stagione, corteggiato da mezza Premier League. Tutti gli altri hanno salutato, portandosi via un bagaglio importante di gol, assist, passaggi chiave, palloni recuperati e parate decisive.
Come bello il campionato da Trieste in giù
A leggere il calcio come fosse un listino di borsa, basandosi cioè sul variare dei numeri e valori economici, alla vigilia si poteva immaginare un campionato più brutto e meno attraente rispetto allo scorso. Invece, alla prova del campo, la Serie A sta ci sta stupendo. Se da un lato è vero che il confronto tecnico fra le migliori squadre italiane e le big d’Europa è spesso impietoso – la Champions è lì a dimostrarlo - è vero anche che accendere la tv o andare allo stadio è spesso molto bello, da Trieste in giù. Due esempi: Roma-Sassuolo dello scorso 12 settembre, finita 2-1 per i padroni di casa dopo una serie concitata di capovolgimenti di fronte da partita di basket, e Atalanta-Milan di ieri, vinta dagli ospiti per 2-3 al termine di un’ora e mezza abbondante di uno contro uno a tutto campo, gioco ampio e ripartenze veloci. È abbastanza per dire che la Serie A ha conservato la propria forza nonostante la brutale cura dimagrate fatta in estate? No, non basta. E lo dimostra il fatto che Milan e Inter, le più alte in classifica fra quelle che partecipano alla Champions, in Europa abbiano finora raccolto un misero punto in due.
Un calcio italiano poco italiano (come dimostra Italiano)
Il paradosso di questo campionato italiano bellino da vedere, ma fragile nel confronto con l’estero, è che di italiano ha ben poco. Spieghiamo: abbiamo sempre definito “europeo” il calcio della corsa, della velocità di pensiero e della tecnica, in contrapposizione a un pallone “italiano” fatto di tattica, occupazione degli spazi e contropiede. Oggi in Serie A l’unica squadra di vertice esplicitamente e orgogliosamente fondata sulla difesa è la Juventus, che in Europa sta facendo meglio di tutte (ha vinto con Malmo e Chelsea) e che in campionato dopo una partenza da incubo ha messo in fila tre vittorie. Per il resto, sembra che l’alta classifica giochi per divertirsi e divertire, all’europea, dimentica del motto di Bearzot “primo, non prenderle”. Lo fa l’Inter, macchina da gol con qualche falla in difesa. Lo fa il Napoli, che veleggia a punteggio pieno e che fra tutte sembra la più equilibrata, capace di coprire con l’organizzazione dei reparti ogni centimetro di campo anche in difesa. Di Milan e Roma si è detto, e poi c’è la Fiorentina di Italiano, giochista come pochi, uno che non rinuncia a palleggio e pressing alto nemmeno quando è in vantaggio e potrebbe chiuderla lì.
Il protagonismo degli allenatori
Il cambio di pelle della Serie A, sempre più imprudente e spettacolare, si spiega anche con il protagonismo degli allenatori rispetto agli stessi giocatori. O per dirla in altro modo, con il primato del gioco sul campione, che in molti casi in rosa manca, o perché non c’è mai stato o perché ad esempio ha scelto di partire per Parigi per prendere due pappine dal Rennes (questa la sintesi della domenica di Gigio Donnarumma). L’emorragia di campioni, o quantomeno di giocatori molto forti, è stata in parte compensata dal ritorno in Serie A di grandi allenatori. A Roma, sulle due sponde del Tevere, sono approdati Mourinho e Sarri, che ha preso il posto di Inzaghi passato all’Inter. Alla Juventus è tornato Allegri, dopo due stagioni di stop. E dalla sua campagna ha fatto rientro anche Spalletti, condottiero del Napoli. Allegri a parte, fra gli altri è una gara a imporre il proprio gioco, come a voler mostrare che la regia nel calcio conta più degli attori. Se questa visione delle cose pagherà in termini di punti e trofei, lo scopriremo a fine stagione. Intanto, da spettatori, godiamoci lo spettacolo.
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