Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Napoli, Gattuso e la rinascita da separato in casa: con il Verona ultimo sforzo

    Il tecnico è stato il vero artefice della marcia verso la Champions degli azzurri: in casi di vittoria sui veneti il traguardo sarà raggunto, ma il rapporto con il presidente De Laurentiis è comunque un'ombra sulla festa

    Manca solamente l'ultimo sforzo e il Napoli dovrà compierlo domenica sera allo stadio Maradona, prendendosi i tre punti nella sfida decisiva contro il Verona. Gli azzurri sono padroni del loro destino e possono disinteressarsi dei risultati delle dirette concorrenti, visto che in caso di vittoria Insigne e compagni saranno qualificati matematicamente per la Champions. Non ci sono dunque calcoli da fare e alla ripresa della preparazione al Training Center di Castel Volturno, dopo il giorno di riposo concesso alla squadra, Gattuso ha raccomandato ai suoi giocatori solamente di tenere alta la concentrazione: alla vigilia dei 90' più importanti della stagione. Il traguardo è infatti a portata di mano e manca solo la ciliegina sulla torta, confezionata grazie alla rimonta super (42 punti in 17 giornate) del girone di ritorno: partita addirittura dal settimo posto.

    Koulibaly in dubbio anche per il Verona

    Il Napoli a fine febbraio sembrava spacciato e invece si è messo di nuovo a volare, quando Gattuso ha finalmente recuperato la maggior parte dei suoi big. L'emergenza non è mai davvero finita e nelle ultime tre partite è mancato di nuovo Koulibaly, che difficilmente riuscirà a recuperare per la sfida contro il Verona. Il difensore senegalese continua infatti a lavorare in disparte: terapie e palestra. Ma al suo posto se la sta cavando molto bene Rrahmani, che è cresciuto nel corso della stagione e si è dimostrato affidabile in coppia con Manolas. Tutti gli azzurri hanno dato però un contributo importante nella seconda metà della stagione. Insigne ha appena stabilito il suo nuovo record di gol (19) in campionato. Politano si è meritato la chiamata di Mancini in Nazionale. Zielinski è esploso definitivamente nel ruolo di trequartista. Osimhen è uscito da un periodo infernale (infortunio alla spalla, Covid e trauma cranico) e dimostra gara dopo gara di valere i 70 milioni spesi in estate per il suo acquisto da De Laurentiis.


    Gattuso, il regista della svolta

    Ma il regista della svolta è stato Gattuso, che ha impedito alla squadra di mollare nei momenti più difficili e la sta guidando verso il traguardo della zona Champions, pur vivendo da mesi sulla panchina azzurra da precario. L'avventura di Ringhio con il Napoli è infatti ai titoli di coda, per la sua rottura insanabile con De Laurentiis. I due nonostante la riscossa in campionato continuano a essere separati in casa e non hanno fatto alcun tentativo per riconciliarsi. La definitiva resa dei conti è prevista dopo la sfida di domenica contro il Verona. Anche in caso di vittoria, dunque, ci sarà una sgradevole ombra sulla festa.

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      L'Inter e le altre 5 ritardatarie. Ma sugli stipendi serve un tavolo di crisi

      Oltre ai milanesi, Crotone, Benevento, Genoa, Sampdoria e Cagliari beneficiano dello slittamento, altri club però chiedono alla Figc di non esagerare, visto che nell'anno della pandemia hanno comunque aumentato le spese tra il 5 e il 10%.

      Lo slittamento del termine per pagare gli stipendi di marzo giova anzitutto ai sei club che non hanno ancora saldato quella mensilità: Crotone, Benevento, Genoa, Sampdoria, Cagliari e Inter. Sono gli stessi che hanno firmato la richiesta di posticipare anche gli stipendi di aprile e maggio, poi confluita nel documento (approvato all’unanimità dai 20 club) con cui la Lega di Serie A ha chiesto alla Figc di aprire un tavolo sulla riduzione dei costi nel campionato. Finora hanno ottenuto di pagare il 24 giugno e non alla fine di questo mese gli stipendi di marzo. Ma non basta, tra un mese il problema si riproporrà. Più che un tavolo tecnico, allora, sarà un “tavolo di crisi”: parteciperanno rappresentanti delle squadre di Serie B e C, allenatori e calciatori. Pronti, questi ultimi, a ostacolare ogni ulteriore slittamento dei pagamenti. Anche perché, come hanno già detto in Consiglio, tutte le leghe hanno visto alzare i costi per i calciatori in questa stagione di crisi. La Serie A addirittura tra il 5 e il 10%. Il segno che l’urgenza è un effetto delle scelte, non della pandemia.

      La situazione dell’Inter

      Fra le società che non hanno pagato lo stipendio di marzo – senza avere firmato in anticipo un accordo in questo senso coi propri tesserati - spicca l’Inter, vincitrice dello scudetto e unico top club nel gruppo delle sei ritardatarie. Per potersi iscrivere al prossimo campionato i nerazzurri dovranno comunque pagare gli stipendi di novembre e dicembre scorsi entro fine maggio: il saldo è già stato rinviato grazie a un vecchio patto fra società e spogliatoio, non sono più possibili proroghe. Almeno i soldi per regolare le ultime pendenze del 2020, l’Inter dovrebbe già averli in cassa. Entro il 24 giugno, come si è detto, dovrà essere pagata la mensilità di marzo. Il 30 giugno i giocatori dovranno ricevere le quote di aprile e maggio. È possibile che per questi ultimi due mesi la Figc, in accordo col governo, consenta il rinvio dei pagamenti di tasse e contributi. Ma non è detto che i club di Serie A più virtuosi nei pagamenti apprezzerebbero: nei giorni scorsi in tanti, pur avendo votato a favore del tavolo di confronto, hanno informalmente chiesto alla Figc di non esagerare con le concessioni a chi non paga. Metà dei club hanno già versato ai propri tesserati lo stipendio di aprile e sono almeno sei quelli che hanno anticipato anche maggio.


      Suning e il finanziamento

      Per l’Inter, il rinvio delle scadenze allontana almeno di un po’ il rischio di non potere iscrivere la squadra al prossimo campionato. Nel prossimo mese i nerazzurri, come tutti i club, incasseranno anticipi (pari al 5 per cento della quota annuale) da Sky e Dazn per la prossima stagione sportiva. E arriverà subito parte dei premi sportivi per vittoria dello scudetto e qualificazione Champions. Ma non basta. Suning è al lavoro per chiudere il contratto del maxi prestito che dovrà sistemare i conti del club. Steven Zhang tratta con diversi fondi americani per un finanziamento da 250 milioni che consenta di chiudere almeno le pratiche più urgenti: stipendi, tasse, rate dei cartellini dei calciatori acquistati, impegni non onorati coi fornitori.

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        Roma: minacce e danni a Trigoria con una spranga, arrestato il padre di Scamacca. Voleva soldi da Bruno Conti


        L'uomo si è introdotto nel centro sportivo intorno alle 19.30 di lunedì e, dopo aver danneggiato le auto di Pimto, De Sanctis e altri dirigenti, avrebbe minacciato i presenti cercando l'ex campione del mondo

        Ha varcato il cancello di Trigoria sfondando con l'auto la sbarra, per poi scendere armato di una spranga. Erano le 19.30 di lunedì quando Emiliano Scamacca, il padre del calciatore del Genoa ma in prestito dal Sassuolo, è entrato nel centro sportivo dove si allena la Roma e dove il figlio è cresciuto, prima di lasciarlo a 16 anni per trasferirsi al Psv, in Olanda.

        Non solo attimi, ma un lungo momento di paura. Perché Scamacca senior era furibondo: la sua auto ha attraversato ad alta velocità il piazzale e ha sfondato la sbarra all'ingresso. Una volta sceso dall'auto si è accanito sulle vetture che ha visto vicino a sé, distruggendo i vetri di almeno 4-5 macchine, tra cui quelle dei dirigenti Tiago Pinto e Morgan De Sanctis. I guardiani si sono rifugiati nel gabbiotto terrorizzati, da lì hanno chiamato la sicurezza mentre l'invasore danneggiava a colpi di spranga anche la lupa capitolina all'ingresso del centro sportivo. Poi si è diretto verso gli uffici della sede: pare volesse prendersela anche con Bruno Conti dal quale voleva dei soldi. Le indagini chiariranno se a muovere i suoi gesti fossero questioni legate ai trascorsi romanisti del figlio, che tra l'altro nei giorni scorsi era finito nel giro della Nazionale ma che ieri è stato escluso dai 33 convocati di Mancini per l'amichevole pre Europei con San Marino. L'uomo è stato intercettato dalla sicurezza del club, che lo ha bloccato, poi l'arrivo di due auto delle forze dell'ordine ha riportato la tranquillità. La persona secondo testimoni indossava una felpa del Sassuolo calcio, la squadra titolare del cartellino del figlio, è stato ammanettato e portato in ospedale. A suo carico una denuncia per danneggiamenti.

        Scamacca: "Sono scosso, con mio padre ho rapporti saltuari"

        ''Sono rimasto molto scosso da tutto ciò che è successo e ho letto. Davvero non so spiegarmelo. E' doloroso per me parlarne, ma forse è necessario", ha commentato così l'accaduto Gianluca Scamacca. "Mio padre da molto tempo non vive con mia madre, non sono divorziati solo perché non si sono mai sposati, ma io sono cresciuto con mia madre e mia sorella. Sono loro la mia famiglia. Con lui abbiamo rapporti solo saltuari. Lo vedo pochissimo. Ma è una storia familiare che preferisco tenere per me.
        Chiedo rispetto della mia privacy''.

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          Lazio-Torino, finale infuocato: in tribuna Cairo sfiora la rissa con Lotito

          Al triplice fischio momenti di tensione in tribuna con il patron granata portato via dalla sicurezza dopo un acceso diverbio con la dirigenza biancoceleste. Toni poi smorzati in tv: ''Hanno onorato il campionato, noi miglioreremo la rosa per evitare di soffrire così''. Il tecnico granata esulta: ''Salvi tra mille difficoltà''

          Momenti di grande tensione al fischio finale di Lazio-Torino. Sugli spalti dell'Olimpico si è sfiorata la rissa tra il patron dei granata, Urbano Cairo, e alcuni membri della dirigenza capitolina tra cui il presidente Lotito, segnale dei rapporti tesi tra i due club (all'andata ci fu una lunga polemica per il caso dei tamponi in casa biancoceleste). Necessario l'intervento della sicurezza che ha ristabilito la calma.



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          Immobile contro Cairo: "Gravi offese e insulti dopo Lazio-Torino"

          Lo sfogo del centravanti su Instagram: "Mi ha accusato di aver giocato col sangue agli occhi"

          Post-partita di veleni per Lazio-Torino. Polemiche sugli spalti e negli spogliatoi. Dopo il recupero giocato all’Olimpico, Ciro Immobile, centravanti della Lazio, si scaglia contro il presidente granata con un post su Instagram: “Al termine della partita il presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando a offendermi e rivolgendomi gravi accuse, accusandomi ai aver giocato la partita con il ‘sangue agli occhi’. Non posso tollerare ingiurie e infamie che diffamino, senza alcun valido motivo, la persona”.
          Ciro Immobile scrive la sua verità in un lungo messaggio. Vuole respingere le accuse che a suo dire avrebbe avuto a fine partita: "Tutti sanno chi è Ciro Immobile. Dentro il campo, e soprattutto fuori. Posso accettare le critiche al calciatore, non gravi offese diffamatorie all’uomo che sono. Soprattutto se quest’ultime arrivano da dirigenti del mondo del calcio. Al termine della partita di questa sera il Presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando ad offendermi, a scagliarsi verbalmente nei miei confronti rivolgendomi gravi accuse infamatorie, accusandomi di aver giocato la partita con "il sangue agli occhi", e altre cose riguardanti anche la gara d’andata di questo campionato disputata contro il Torino, arrivando perfino a dirmi che ho giocato quella gara positivo al Covid".

          E conclude: "Non smetterò mai di ringraziare il Presidente Cairo per avermi dato la possibilità di consacrarmi nel Torino come calciatore, ma non posso sorvolare su un episodio che oltrepassa la dimensione calcistica. Tutti sanno chi è Ciro Immobile; un calciatore, sì, ma soprattutto un uomo rispettoso delle regole e dei principi della lealtà. Non posso tollerare ingiurie ed infamie che diffamino, senza alcun valido motivo, la mia persona".

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            Lo dedico ai tifosi Juventini.




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            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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              Sì beh, quel video ci mostra quanto, senza quasi accorgercene, la rosa abbia subito un processo degradativo, perchè lì c'è Pogba ma assieme a Pogba a centrocampo quella Juve aveva Pirlo, Marchisio e Vidal. Se ci aggiungiamo una difesa con Barzagli/Bonucci e Chiellini ancora nel pieno delle forze, e un attacco con un luminescente Tevez, vediamo che distanza con l'oggi...anche se poi, dopo Cardiff, gli scudetti hanno mascherato il declivio e l'usura.

              Allegri poi un tecnico meraviglioso, duttile, intelligentissimo, adattissimo alla Juve. Una gravissima perdita. Ripartire sarà meno facile di quel che si pensa.
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                Sì beh, quel video ci mostra quanto, senza quasi accorgercene, la rosa abbia subito un processo degradativo, perchè lì c'è Pogba ma assieme a Pogba a centrocampo quella Juve aveva Pirlo, Marchisio e Vidal. Se ci aggiungiamo una difesa con Barzagli/Bonucci e Chiellini ancora nel pieno delle forze, e un attacco con un luminescente Tevez, vediamo che distanza con l'oggi...anche se poi, dopo Cardiff, gli scudetti hanno mascherato il declivio e l'usura.

                Allegri poi un tecnico meraviglioso, duttile, intelligentissimo, adattissimo alla Juve. Una gravissima perdita. Ripartire sarà meno facile di quel che si pensa.
                E sì.

                Al momento è difficile il suo ritorno ?

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                  Improbabilissimo, al pari dell'approdo di Zidane. Sono tutti ricami mediatici.

                  Bisogna scendere di un gradino o due e prepararsi ai Gattuso/Inzaghi e simili.
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                    Serie A - Analizzando i dati ufficiali della Federcalcio si scoprono numeri da paura. Dal 2015 al 2020 i club del nostro campionato hanno speso 913 milioni.


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                      Il 27 di questo mese ci sarà l'assemblea degli azionisti Exor. Con ogni probabilità verrà decretato l'aumento di capitale per la Juventus, il secondo in 3 anni. Forse da lì capiremo qualcosa di più anche sui movimenti in dirigenza.

                      Gli Agnelli riverseranno ancora nelle casse del club forse 300, forse 350 milioni (guarda caso la cifra che i club avrebbero preso con la superlega per sistemare i conti) ma è indubbio che gli azionisti imporranno l'austerity, il ritorno a dei conti in ordine e sostenibili.

                      Zidane prende 12 milioni l'anno, Allegri sta sui 7...non occorre essere un mago del mercato per capire che si ripartirà dalle vacche magre e non da quelle grasse...queindi i nomi vanno tarati su quelle considerazioni, il resto è devianza mediatica.

                      Se poi sei bravo magari vinci lo stesso, non è questo il discorso...anzi le difficoltà aguzzano l'ingegno, se ce l'hai una mezza idea di che fare...però di sicuro chi controlla la Juve non vorrà ritrovarsi a tra due anni a rimetterci ancora altre centinaia di milioni, per cui il 27 assieme ai soldi regaleranno anche una cinghia stretta.
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                        Momenti di grande tensione al fischio finale di Lazio-Torino. Sugli spalti dell'Olimpico si è sfiorata la rissa tra il patron dei granata, Urbano Cairo, e alcuni membri della dirigenza capitolina tra cui il presidente Lotito, segnale dei rapporti tesi tra i due club (all'andata ci fu una lunga polemica per il caso dei tamponi in casa biancoceleste). Necessario l'intervento della sicurezza che ha ristabilito la calma.



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                        Lo sfogo del centravanti su Instagram: "Mi ha accusato di aver giocato col sangue agli occhi"

                        Post-partita di veleni per Lazio-Torino. Polemiche sugli spalti e negli spogliatoi. Dopo il recupero giocato all’Olimpico, Ciro Immobile, centravanti della Lazio, si scaglia contro il presidente granata con un post su Instagram: “Al termine della partita il presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando a offendermi e rivolgendomi gravi accuse, accusandomi ai aver giocato la partita con il ‘sangue agli occhi’. Non posso tollerare ingiurie e infamie che diffamino, senza alcun valido motivo, la persona”.
                        Ciro Immobile scrive la sua verità in un lungo messaggio. Vuole respingere le accuse che a suo dire avrebbe avuto a fine partita: "Tutti sanno chi è Ciro Immobile. Dentro il campo, e soprattutto fuori. Posso accettare le critiche al calciatore, non gravi offese diffamatorie all’uomo che sono. Soprattutto se quest’ultime arrivano da dirigenti del mondo del calcio. Al termine della partita di questa sera il Presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando ad offendermi, a scagliarsi verbalmente nei miei confronti rivolgendomi gravi accuse infamatorie, accusandomi di aver giocato la partita con "il sangue agli occhi", e altre cose riguardanti anche la gara d’andata di questo campionato disputata contro il Torino, arrivando perfino a dirmi che ho giocato quella gara positivo al Covid".

                        E conclude: "Non smetterò mai di ringraziare il Presidente Cairo per avermi dato la possibilità di consacrarmi nel Torino come calciatore, ma non posso sorvolare su un episodio che oltrepassa la dimensione calcistica. Tutti sanno chi è Ciro Immobile; un calciatore, sì, ma soprattutto un uomo rispettoso delle regole e dei principi della lealtà. Non posso tollerare ingiurie ed infamie che diffamino, senza alcun valido motivo, la mia persona".

                        https://www.repubblica.it/sport/calc...no_-301674998/
                        quanto vorrei vedere Cairo in B....
                        Originariamente Scritto da Marco pl
                        i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                        Originariamente Scritto da master wallace
                        IO? Mai masturbato.
                        Originariamente Scritto da master wallace
                        Io sono drogato..

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                        • Sean
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                          • In piedi tra le rovine
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                          Juventus-Atalanta, formazioni e dove vederla: bianconeri in cerca di riscatto, ma la Dea è in forma

                          La squadra di Pirlo può rimediare a una stagione disastrosa. Gasperini arriva alla finale con i suoi migliori giocatori carichi al massimo

                          Che notte, questa notte. È così piena di emozioni dimenticate, che servono occhi nuovi per guardarla: quelli di quattromilatrecento spettatori, mai cosi tanti in uno stadio italiano dopo quindici mesi di pandemia. Di fronte a loro e a 200 Paesi collegati, c’è lo scontro fra due mondi, un grande classico, però in una versione più moderna: l’Atalanta, la squadra che è una cosa sola con la sua terra, arriva senza complessi di inferiorità a giocarsi la Coppa Italia contro la Juventus, la squadra-azienda che rappresenta un popolo vasto e unito in nome delle vittorie.
                          L’Atalanta è leggermente favorita secondo i bookmaker, perché ha pareggiato a Torino e battuto i bianconeri in casa (dopo vent’anni) appena un mese fa: era una Juve senza Ronaldo, mister 101 gol, che la Coppa Italia non l’ha ancora vinta. L’Atalanta in bacheca ne ha una, conquistata nel 1963 contro il Torino (3-1, tripletta di Domenghini) e di finali ne ha perse tre, l’ultima due anni fa con la Lazio.

                          I leader

                          Gian Piero Gasperini non ha ancora alzato un trofeo in carriera e parla di «ciliegina su una torta di cinque anni, il suggello che tutti ci chiedono». Ma da qui a essere favoriti contro Madama, il passo non è breve anche per chi è davanti in campionato e ha fatto meglio in Champions per due anni di fila: «La Juve è come il Real, è costruita per traguardi diversi. Ma ciò non toglie che crediamo di poter vincere questa Coppa».
                          Sarà una notte da duri, con i nerazzurri che cercheranno di tenere il ritmo molto alto, per tagliare i rifornimenti a Ronaldo. Giorgio Chiellini si cala nella parte e fa la faccia cattiva: «Abbiamo voglia di fermare la favola Atalanta, speriamo rimanga incompiuta per un altro anno». Curioso che il capitano della Juve e della Nazionale ritenga ancora una favola quella della Dea bergamasca. O forse no, visto la celebre frase infelice del presidente Agnelli che preparava il terreno alla Superlega: «Ho grande rispetto per quello che sta facendo l’Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla Champions».

                          Il presidente

                          I chiarimenti con il collega Percassi ci sono stati, ma rimane la puzza sotto al naso. Lo svizzero Freuler, uno dei simboli del ciclo gasperiniano, non a caso si accalora sulle parole di Chiellini: «Ci sentiamo una realtà consolidata, per loro magari siamo ancora una favola, ma li abbiamo già sconfitti e sono dietro di noi in campionato: siamo una squadra molto forte e possiamo battere chiunque».
                          Sarà anche una lotta di nervi, con l’ultima giornata a fare da sfondo: l'Atalanta è già in Champions e se domenica non perde con il Milan può avvantaggiare l’eventuale sorpasso della Juve, che deve vincere a Bologna: «La Coppa a noi in cambio della Champions a loro? Stupide illazioni — sottolinea Gasperini —: faremo di tutto per vincere, sia oggi che domenica».


                          Lo stadio

                          Pirlo, senza Bonucci infortunato e Alex Sandro squalificato, raramente ha trovato la chiave contro le squadre aggressive e con la difesa a tre. Stavolta dovrebbe riprovarci con Dybala: «Stiamo molto bene fisicamente, ma è la testa a fare la differenza. Il pubblico ci aiuterà a tenere concentrazione e ritmo. Il futuro? Penso a finire alla grande».
                          In questo stadio, scelto al posto dell’Olimpico che si prepara all’Europeo, la Juve ha vinto la Supercoppa col Napoli dopo la scoppola con l’Inter e una settimana fa ha battuto il Sassuolo, dopo la disfatta col Milan. Gasperini qui ha iniziato il cammino internazionale, giocando l’Europa League. Nella città del tricolore e del calcio che rinasce, la foto ricordo sarà per uno solo.

                          Juventus (4-4-2): Buffon; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; McKennie, Bentancur, Rabiot, Chiesa; Ronaldo, Dybala. All.: Pirlo.
                          Atalanta (4-2-3-1): 95 Gollini, 2 Toloi, 6 Palomino, 19 Djimsiti, 8 Gosens, 11 Freuler, 15 De Roon, 18 Malinovskyi, 81 Pasalic, 9 Muriel, 91 Zapata. (31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 3 Mahele, 20 Kovalenko, 13 Caldara, 33 Hateboer, 40 Ruggeri, 59 Miranchuk, 72 Ilicic, 7 Lammers ). All.: Gasperini.
                          Tv: ore 21, Rai1

                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
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                            Pirlo salverà la stagione se vince a Bologna domenica e contestualmente riceve notizie favorevoli da Bergamo in Atalanta-Milan...diversamente sarebbe EL e la coppa Italia non servirebbe ad attutire l'amaro e il tono minore della destinazione europea.

                            L'Atalanta è molto forte, ha l'occasione di vincere un trofeo dopo averlo perso due anni fa...la Juve viene già da due vittorie e quest'anno non si sono viste strisce molto più lunghe...e quindi è tutto molto difficile.

                            Però una finale fa sempre storia a parte, affidiamoci a questo pensiero tenendo sempre davanti quello che porta a Bologna.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • marcu9
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                              Stasera per Pirlo potrebbe essere il secondo trofeo in pochi mesi.

                              Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                              Originariamente Scritto da Sean
                              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              • Sean
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                                • Sep 2007
                                • 120203
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                                Sì ma sono trofei che non servono per valutare il peso specifico di un allenatore e nemmeno di una stagione. Gasperini in 30 anni di carriera non ha vinto niente di concreto, ma difficilmente potremmo metterlo sotto a Pirlo (tant'è che in campionato sta davanti)...perchè i piazzamenti non regalano una coppa fisica ma tre anni di fila in champions, una semifinale di champions, una squadra che gioca come gioca l'Atalanta non sono una coppa ma valgono più di una coppa - di quella Italia o della supercoppa di sicuro, tant'è che qualificarsi in champions ha un valore superiore del vincere la coppa Italia, visto che se non ti qualifichi vivi la stagione come un fallimento.

                                Poi è chiaro che quando ti giochi un trofeo lo giochi per vincerlo e se lo vinci festeggi...ma se Pirlo dovesse vincere stasera e perdere il piazzamento champions domenica, sarebbe ancora contento? Festeggeremmo dicendo "si beh però abbiamo vinto la coppa Italia"?
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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