Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    Hai ragione, ma del Napoli non se ne poteva davvero più.

    L'Atalanta sarà comunque osso durissimo, corrono e giocano, giocano e corrono.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
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      La partita si gioca a maggio, hai voglia a pensarci...adesso c'è il Napoli sabato e poi il Porto. Per maggio chi vivrà vedrà.
      ...ma di noi
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      • Nasser95
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        • May 2013
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        ho la netta sensazione, che sabato soffriremo, ovviamente faranno la partita della vita
        (ride)

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          Quello è scontato. E' pure l'ultima spiaggia per Gattuso...è chiaro che sarà partita complicatissima, difficile.
          ...ma di noi
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          • Steel77
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            • Feb 2002
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            Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
            Allora smettila di insultare la Juventus, brutta testa di *****.
            Ma ti pare che per evitare i conflitti di oggi si possa proporre come soluzione quella di violentare la propria Storia.

            Se ti senti offeso da Conte vattene a piangere in bagno, fica lessa.
            severo ma giusto (cit.)

            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            Ecco, il discrimine per me invece non credo sia la juventinità (intesa come fede calcistica), perchè in quel caso Di Livio non ci dovrebbe stare...ma quello che un tal calciatore ha dato alla causa nel periodo che ha giocato con la Juventus.
            Se il criterio fosse stato quello della juventinità, allora dovremmo avere anche carneadi che hanno vestito la maglia per poche partite, ma che erano juventini...e invece abbiamo un Tardelli che è di fede interista, un Di Livio che è romanista e poi dovrei spulciare nei 50 (adesso non li ricordo tutti) per vedere chi altro c'è.

            Con Boniek c'era una polemica che durava da 20 anni è quindi non gli è stata proprio data. Nella mia idea la stella premia la militanza e non la fede: in quel senso va intesa la "juventinità", ovvero come espressione dei canoni e delle caratteristiche del club, cioè grinta, tensione alla vittoria, spirito di sacrificio, attaccamento alla causa...e non la fede calcistica, perchè le stelle riguardano i calciatori e non i tifosi - se poi le due cose, come in qualche caso (Boniperti, Bettega, Del Piero ecc..) coincidono tanto meglio...ma non è il parametro.
            concordo

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            • KURTANGLE
              Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
              • Jun 2005
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              • Borgo D'io
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              non esoneriamo gattuso...noooo
              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
              Originariamente Scritto da GoodBoy!
              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


              grazie.




              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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              • marcu9
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                • May 2009
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                E Carletto annienta Mou

                Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  • In piedi tra le rovine
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                  Coppa Italia, l’Atalanta batte nettamente il Napoli e va in finale contro la Juventus. Protagonisti Duvan Zapata, scartato anni fa dal Napoli stesso, e soprattutto Pessina, il centrocampista che ha preso il posto del Papu Gomez che ha lasciato la squadra di Gasperini. La finale riscatta il periodo difficile dell’Atalanta stessa in campionato. Il Napoli di Gattuso invece è ancora in crisi, incassa subito due gol e si sveglia troppo tardi, per poi arrendersi di fronte a una squadra più determinata. Dal campionato alla Coppa la storia è sempre la stessa. Gattuso paga caro le tante assenze, soprattutto quelle di due difensori come Manolas e Koulibaly, e poi il rapporto teso e ormai compromesso col presidente De Laurentiis. Adesso ci sarà da far subito di nuovo i conti con la Juventus, ma non si può nascondere la crisi dietro gli alibi, arrivare fino in fondo alla stagione così sarà molto dura…

                  L’Atalanta in finale, il Napoli in crisi
                  Non c’è stata storia, l’ Atalanta è corsa a braccia aperte verso la Juventus. La finale di Coppa Italia è un’altra possibilità di rendere concrete e tangibili tutte quelle celebrazioni fatte in questi anni del calcio di Gasperini e dei suoi bucanieri, nessun campione stracelebrato ma un gruppo molto determinato, ricco di calciatori dai piedi buoni, calcio all’italiana ma molto aggressivo e verticale. A far fuori il Napoli ci ha pensato un vecchio scarto del Napoli, Duvan Zapata, in verità gran bell’attaccante, che a Bergamo in tre anni ha segnato una sessantina di gol in tutte le competizioni. E quel Matteo Pessina che in questi mesi si è fatto carico del compito, insieme a Malinonvskyi, di prendere il posto del capitano leader Papu Gomez. Non è stata una partenza senza contraccolpi, l’ Atalanta ha alternato momenti di gran gioco e spettacolo a momenti difficili e di aspra crisi: come quei tre gol incredibilmente rimontati dal Torino. La semifinale di Coppa Italia contro il Napoli ha dato la possibilità di riavvicinare e in parte anche rivedere la miglior Atalalanta di questi mesi.


                  In finale di Coppa Italia la Juventus ci era arrivata anche lo scorso anno e l’aveva persa (contro il Napoli), subito alla ripresa dopo il lockdown del calcio. L’ Atalanta in finale ci era arrivata invece due anni fa e l’aveva persa (contro la Lazio). Di Coppe Italia la Juventus ne ha vinte 13, l’ Atalanta appena una (1963).


                  Il Napoli di Gattuso ha lasciato troppo presto la strada aperta all’ Atalanta. In un quarto d’ora aveva già incassato i due gol della sua eliminazione e la reazione del secondo tempo è durata troppo poco. Gli pesava addosso quel brutto e modesto pareggio dell’andata, e soprattutto questo periodo no, in cui va tutto un po’ per storto. I tanti infortuni, le assenze a svariato titolo – la mancanza in difesa di Manolas e Koulibaly si è sentita eccome – il rapporto ormai compromesso tra Gattuso e il presidente De Laurentiis. Che è andato a Bergamo, senza nemmeno andare negli spogliatoi dopo la partita e senza nemmeno parlare col suo allenatore. Il Napoli prende troppi gol e il suo attacco, anche quando è quasi al completo, non fa abbastanza gol. C’è una continuità di crisi in tutto questo, e soprattutto una ricerca continua di alibi come la storia dei tanti tiri in porta mai trasformarti in gol.

                  Il prossimo avversario in campionato sarà ancora la Juve dopo i veleni del caso Covid e la Supercoppa perduta a Reggio Emilia. Il Napoli in questo momento ha perso la grinta e il cuore di Gattuso. Non un bel clima per lavorare e cercare almeno di arrivare fino in fondo alla stagione.

                  COPPA ITALIA 2020-2021 SEMIFINALI DI RITORNO Mercoledì 10 febbraio 2021 ATALANTA - NAPOLI 3-1 Atalanta (3-4-1-2): Gollini - Toloi, Palomino, Djimsiti - Sutalo, De Roon, Freuler, Gosens - Pessina - Muriel (56' Ilicic), Zapata. Napoli (4-3-3): Ospina - Di Lorenzo, Rrhamani, Maksimovic, Hysaj (42' Mario Rui) - Elmas (45' Politano), Bakayoko (64' Demme), Zielinski (64' Lobotka) - Lozano, Osimhen, Insigne. Arbitro: La Penna (Var, Irrati) Reti: 10' Zapata, 16' Pessina, 53' Lozano, 78' Pessina. Note - Ammoniti: 7' Palomino, 25' Hysaj, 57' Zielinski *** Martedì 9 febbraio 2021 JUVENTUS - INTER 0-0 (and. 2-1) Juventus (4-2-3-1): Buffon - Danilo, Demiral, De Ligt, Alex Sandro - Bentancur, Rabiot - Cuadrado (82' Chiellini), Kulusevski (87' Chiesa), Bernardeschi (62' McKennie), - Ronaldo. Inter (3-5-2): Handanovic - Skriniar, De Vrij, Bastoni (65' Kolarov) - Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen (65' Sensi), Darmian (58' Perisic) - Lukaku, Lautaro. Arbitro: Mariani (Var, Valeri) Note - Ammoniti:
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                    Gasperini: "Il dover giocare tra due settimane contro il #RealMadrid in #ChampionsLeague ci sta dando grande adrenalina".

                    Gasperini:
                    "Vincere la #CoppaItalia sarebbe importante, perché i trofei contano, ma credo che di questa Atalanta resteranno anche le vittorie, i piazzamenti, i terzi posti in campionato e questi bellissimi anni".

                    Gattuso:
                    "Il capitano della barca sono io, quindi io sono il responsabile. Ma non posso pensare all'ultima spiaggia, io devo pensare ai giocatori. Faccio l'allenatore, so che ci può stare, ma ho il dovere di provarci fino alla fine".
                    Last edited by Sean; 11-02-2021, 08:48:39.
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                      COPPA ITALIA 2020-2021
                      SEMIFINALI DI RITORNO

                      Mercoledì 10 febbraio 2021
                      ATALANTA – NAPOLI 3-1


                      FINALE COPPA ITALIA 2020-2021
                      JUVENTUS – ATALANTA
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                        Atalanta-Juventus, è la finale più bella

                        Tra Atalanta e Juventus è la finale più bella e soprattutto la più meritata. Entrambe infatti si sono conquistate sul campo il diritto di contendersi la coppa con prestazioni di alto spessore. Il Napoli visto a Bergamo si è battuto come poteva e, sia pure a tratti, ha messo in difficoltà l'Atalanta. Ha anche avuto la chance della qualificazione con Osimhen, ma una volta fallita (ma Gollini ha fatto una paratona) la gara si è chiusa. Comunque Gattuso ha un sacco di attenuanti: senza la difesa titolare, senza Mertens, senza Fabian Ruiz, sono 4 assenze troppo pesanti. Penso anche che, indipendentemente da quello che sarà il risultato con la Juve sabato prossimo, il tecnico resterà sulla panchina almeno fino al termine della stagione.

                        Brava Atalanta dunque, la stagione è già un successo. Si giocherà la finale di Coppa Italia, che combinata con l'ottavo di finale con il Real Madrid in Champions rende già l'idea del cammino della squadra di Gasperini. Certo, è una squadra tendente alla discontinuità, persino nell'ambo della stessa partita: ma quando gioca bene e vince è proprio bella da vedere. Da sottolineare la prestazione di Pessina, non lo scopriamo adesso: è un centrocampista di grande futuro, basta solo aspettare per vederlo in una squadra ancora più forte dell'Atalanta.

                        Faccio notare che quei pochi presenti sugli spalti hanno urlato anche a Bergamo, però non si sono mandati a quel paese e questa è già una notizia. Chiaro che il pensiero va alla gara tra Juve e Inter: l'amore tra Conte e la Juve è finito e su questo non ci sono dubbi. Ma non è necessario il tutto si trasformi in una cosa volgare.

                        ...ma di noi
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                          Conte-Agnelli, il giudice sportivo e la possibile inchiesta federale: ecco cosa può succedere

                          Sulla gravità delle condotte a margine della semifinale di coppa Italia - il dito medio del tecnico dell'Inter e gli insulti nei suoi confronti della dirigenza della Juve - si pronuncerà giovedì il giudice sportivo. Possibile anche l'apertura di una indagine federale

                          Un primo verdetto l'ha deciso il campo: Juventus in finale di Coppa Italia, Inter eliminata e costretta a investire ogni energia nel campionato, unico torneo in cui sia ancora in pista. Sulla gravità delle condotte a margine - il dito medio sventolato da Antonio Conte e gli insulti nei suoi confronti della dirigenza bianconera, a partire dal presidente Andrea Agnelli - si dovrà invece pronunciare domani il giudice sportivo che, acquisiti il referto dell'arbitro e le relazioni degli ispettori federali presenti ieri all'Allianz Stadium, deciderà se e per quanto sospendere l'allenatore dell'Inter.

                          Le possibili punizioni

                          Nella grande maggioranza dei casi, squalifiche e deferimenti sono decisi "per giornata": chi viene punito non può essere presente alla successiva (o alle successive) partite dello stesso torneo in cui è avvenuto l'illecito. In questo caso, quindi, il divieto a sedere in panchina o in tribuna potrebbe scattare al prossimo turno di Coppa Italia: per Conte, nella prossima stagione; per i dirigenti bianconeri, già in occasione della finale. Ma è anche possibile, seppur più raro, che la squalifica sia "a tempo" e che valga quindi anche per il campionato. L'ipotesi peggiore è che il giudice sportivo ritenga vi siano state violazioni dell'articolo 39 del Codice di giustizia sportiva, che tratteggia la "condotta gravemente antisportiva". Pena minima: due giornate di squalifica / deferimento, oppure "a tempo determinato".


                          La possibile inchiesta della Procura

                          Oltre al giudice sportivo, anche la Procura federale potrebbe chiedere delucidazioni su quanto accaduto ieri sera a Torino, nel caso in cui il referto dell'arbitro e le relazioni degli ispettori non descrivano accuratamente quello che è avvenuto a margine della partita. E potrebbe chiedere ulteriori punizioni per i soggetti coinvolti. Nell'eventuale ricostruzione dei fatti da parte della procura, un ruolo potrebbero giocare anche i filmati raccolti dalla regia di gara e circolati subito dopo la fine della gara. In un video si vede Antonio Conte che a fine primo tempo lascia il campo mostrando il dito medio alla tribuna. Nel secondo, dopo il fischio finale, si vede Andrea Agnelli che - a leggere il labiale - sembra proprio dare del "cogl..." al suo ex allenatore. Fu Agnelli a volere sulla panchina della Juve il salentino, già bandiera bianconera in campo, a partire dalla stagione 2011/2012. Un rapporto interrotto bruscamente nell'estate del 2014, dopo tre scudetti vinti di fila, quando l'allenatore lasciò la squadra durante il ritiro estivo.


                          Le tensioni durante la partita

                          Secondo le ricostruzioni di chi ha assistito al lungo battibecco fra dirigenti juventini e Conte, la prima vera scintilla sarebbe scoccata al 13' minuto del primo tempo, quando Darmian è stato ammonito. Conte ha protestato per la decisione in modo animato, e i dirigenti bianconeri gli hanno gridato in modo colorito di stare zitto, pensare ad allenare e farsi i fatti suoi. A fine primo tempo, non solo Conte ha mostrato il dito medio, ma nel tunnel che conduce agli spogliatoi hanno avuto modo di mandarsi a quel paese anche Lele Oriali, team manager interista, e Fabio Paratici, primo dirigente dell'area tecnica del club juventino. Secondo un resoconto di parte interista (erano numerosi i giocatori e i membri dei due staff in tribuna), il vociare dei dirigenti bianconeri nei confronti di Conte sarebbe proseguito anche nel secondo tempo, fino a quando Agnelli - anziché allontanarsi dalla tribuna attraverso le scale esterne - ha lasciato gli spalti passando dal campo, trovandosi così sufficientemente vicino da farsi sentire da Conte mentre pronunciava quel "cogli ..." desumibile dal labiale inquadrato dalle telecamere.

                          I precedenti

                          Antonio Conte di recente è già stato squalificato in campionato: per proteste contro l'arbitro Maresca durante Udinese-Inter dello scorso 23 gennaio, non è potuto essere in panchina per le successive gare con Benevento e Fiorentina. Prima di Natale i dirigenti juventini Pavel Nedved e Fabio Paratici sono stati inibiti per avere più volte insultato l'arbitro e i suoi collaboratori. Se per gli insulti le punizioni comminate negli anni sono le più disparate, essendo i casi molto numerosi e diversi fra loro, per il gesto del dito medio alzato da un allenatore i precedenti sono rari. Nel febbraio 2013, l'allora allenatore della Sampdoria Delio Rossi fu squalificato per due giornate per avere rivolto il gesto a un giocatore della Roma. Ma di recente (si trattava di un giocatore) il milanista Davide Calabria non ha avuto alcuna penalizzazione, nonostante sia stato sorpreso a insultare in quel modo qualcuno, non identificato, durante il derby proprio con l'Inter.

                          Sulla gravità delle condotte a margine della semifinale di coppa Italia - il dito medio del tecnico dell'Inter e gli insulti nei suoi confronti dell…
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            La Stampa: "Altra lite Paratici-Oriali. Tutta la verità sul diverbio tra Agnelli e Conte allo Stadium. Dietro a provocazioni e insulti si nascondono vecchi rancori"

                            Agnelli non ha dimenticato l’aiuto di Antonio Conte per restituire, dopo gli anni bui post-Calciopoli, la Juventus alle proprie tradizioni, però non ha perdonato l’abbandono all’alba della quarta stagione dopo pochi giorni di ritiro e una collana di frecciatine, storica la metafora del ristorante da dieci euro. La reazione scomposta del presidente bianconero, catturata dalle telecamere al termine della semifinale di Coppa Italia con l’Inter, affonda radici in quell’addio burrascoso, non semplicemente nel gestaccio che l’ha innescata: il dito medio sollevato a metà gara dal tecnico nerazzurro. Documentato e ingiustificabile, nonostante a Milano giurino sia stato vittima di una provocazione sistematica, beccato non soltanto all’arrivo del pullman dai tifosi davanti allo Stadium, ma, per tutto il primo tempo, dalla panchina bianconera e dalla tribuna dove Agnelli sedeva.

                            Se così fosse stato, viene da pensare, il quarto uomo sarebbe intervenuto, invece nessun provvedimento è stato adottato e agli atti resta solo l’invito di Bonucci - tra i più accesi, secondo fonti nerazzurre - a rispettare l’arbitro, reazione alle proteste veementi del tecnico per un rigore inesistente su Martinez. Raccontano i difensori di Conte che a far tracimare il vaso, e sollevare il dito, dopo 45’ di offese - «pagliaccio» la più edulcorata - sia stato un ultimo urlo dalla tribuna dei dirigenti juventini: «Co..., pensa ad allenare». Il clima si fa incandescente, nel tunnel scoppia il parapiglia.

                            Secondo la ricostruzione nerazzurra, quando Lele Oriali, definito agitato dall’altra sponda, difende la sua squadra («Non permettetevi di parlare con i nostri in questo modo»), Fabio Paratici lo affronta: «Ti conviene star zitto o è la volta buona che ti picchio. Parli ancora dopo che hai già preso 20 giornate di squalifica?...». Da Torino escludono provocazioni e sostengono, al contrario, che ad accendere gli animi sia stato Conte con il suo gestaccio, e, in assoluto, con il suo nervosismo e la sua agitazione. Fatto sta che la tensione si trascina alla ripresa e alla fine esplode: Agnelli, ingiustificabile a sua volta visto il ruolo che ricopre anche a livello internazionale, scendendo dalla tribuna per accedere attraverso il campo agli spogliatoi - abitualmente non utilizza il passaggio interno - insulta Conte («Parla ora co..»), prima ad voce alta stanato dalla tv e poi coprendosi la bocca: reazione al dito alzato e all’atteggiamento di Conte, spiegano alla Juve, alle quali pare il tecnico reagisca con un: «Su..a». La rissa verbale prosegue nel tunnel, l’allenatore invita il suo vecchio presidente a ripetergli le cose in faccia se ha coraggio e lui non si fa pregare, poi ognuno nel suo spogliatoio, la Juve a festeggiare l’accesso in finale e l’Inter a meditare sull’addio alla Coppa Italia.

                            Il video che inchioda Conte arriva dopo mezzanotte, ma la ricerca di una ragione allo sfogo di Agnelli fa venire a galla ben prima il gestaccio. Il tecnico, in tv, non smentisce, invoca «educazione e rispetto per chi lavora» sottendendo così la provocazione con cui, spalleggiato dalla società, si giustificherà in pubblico e in privato. Oggi sono attese le decisioni del Giudice sportivo, ma pare che l’arbitro nulla abbia annotato nel referto. Non è esclusa, tuttavia, l’apertura di un fascicolo da parte della Procura Federale.


                            La Stampa
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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Teatrino che tutti si sarebbero potuti risparmiare. Purtroppo senza pubblico è più facile interloquire tra i pochi presenti durante la partita ed ecco che, anche grazie alle ruggini passate, la panna è montata fino ad esplodere in scambi poco urbani...e quindi chi dovrà farsi le giornate di squalifica se le farà.

                              Intanto, come prevedibile, i giornali ci sguazzano e si poteva fare a meno di regalare materiale a quei mediocri.

                              Circa la finale, l'Atalanta è una squadra che nel confronto secco puà battere chiunque (a proposito: in champions il Real dovrà fare molta attenzione), gioca benissimo, corre tantissimo e avranno fame di conquistare un trofeo per incorniciare questi straordinari anni per Bergamo...Però si gioca a maggio e si dovrà vedere come si starà combinati per quella volta.

                              Egoisticamente sarebbe stato meglio che a passare fosse il Napoli, ma da gennaio ci abbiamo giocato e ci dovremo giocare già 3 volte, col recupero piazzato probabilmente proprio a ridosso della fine della stagione, per cui l'Atalanta è almeno una stimolante novità.
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                                CorSera
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                                sopra una sola teca di cristallo
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                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
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                                C. Campo - Moriremo Lontani


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