Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Ciro Immobile porta la Lazio alla vittoria sul Cagliari, è la sesta consecutiva e vale il quarto posto a fianco della Roma. L’attaccante – 14 gol, gli stessi di Ibrahimovic e Lukaku – è la risposta italiana alle superstar di Milan, Inter e Juventus.

    Immobile, la risposta italiana alle superstar
    Ciro Immobile è la risposta italiana a Ronaldo, Ibrahimovic e Lukaku. Il gol vittoria al Cagliari lo fa salire a fianco di Ibra e Lukaku (14), una soddisfazione. E’ probabile che i suoi gol non valgano uno scudetto, che non aprano la strada verso traguardi eccezionali, ma è indubbio che i gol di Ciro Immobile pesano e tanto. E soprattutto arrivano regolari e copiosi, una fonte che soffre raramente di siccità, ma che purtroppo non hanno lo stesso fascino e la gran cassa pubblicitaria dei suoi illustri colleghi stranieri. Il 20 febbraio Ciro compirà 31 anni, non avrà fatto 500 gol (501 per la precisione…) come Ibrahimovic con i suoi club, ma ne ha pur sempre segnati 222 in carriera e 144 in 5 anni di Lazio.

    Ha già vinto tre volte la classifica marcatori e lo scorso anno pure la Scarpa d’Oro, l’attaccante più prolifico dei vari campionati europei. Il gol al Cagliari vale la sesta vittoria consecutiva per la Lazio (Fiorentina, Parma, Roma, Sassuolo, Atalanta, Cagliari) e un quarto posto al fianco della Roma. C’è che dice che la Lazio abbia ritrovato con i suoi campioni (Milinkovic, Luis Alberto e Immobile tali sono) la forza e lo spirito dello scorso anno, quando prima dell’esplodere della pandemia e del lockdown generale mordeva le caviglie alla Juventus e si pensava che addirittura potesse vincere lo scudetto. Il Milan forse è distante, ma la Juve è ancora appena un paio di punti più sopra…

    SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 21 Venerdì 5 febbraio 2021 Fiorentina-Inter 0-2 (31' Barella I, 52' Perisic I) Sabato 6 febbraio 2021 Atalanta - Torino 3-3 (14' Ilicic A, 19' Sirigu aut. A, 21' Muriel A, 42' Belotti T, 45'+1' Bremer T, 84' Bonazzoli T) Sassuolo - Spezia 1-2 (25' Caputo Sa, 39' Eric Sp, 78' Gyasi Sp) Juventus - Roma 2-0 (13' Ronaldo J, 69' Ibanez aut. J) Genoa - Napoli 2-1 (11' Pandev G, 26' Pandev G, 79' Politano N) Domenica 7 febbraio 2021 Benevento - Sampdoria 1-1 (55' Caprari B, 80' Keita S) Milan - Crotone 4-0 (30' Ibrahimovic M, 64' Ibrahimovic M, 69' Rebic M, 70' Rebic M) Udinese - Verona 2-0 (83' Silvestri aut. U, 90'+1' Deulofeu U) Parma - Bologna 0-3 (15' Barrow B, 33' Barrow B, 90'+2' Orsolini B) Lazio - Cagliari 1-0 (61' Immobile L) *** Immobile, la risposta italiana alle superstar Ciro Immobile è la risposta italiana a Ronaldo, Ibrahimovic e Lukaku. Il gol vittoria al Cagliari lo fa salire a fianco di Ibra e Lukaku (14), una soddisfazione. E' probabile
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    popoli studiosi scriveranno
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Il Milan vince, fa 4 gol al Crotone con doppiette di Ibrahimovic e Rebic e torna in testa alla classifica. Ibrahimovic ha sfondato quota 500 gol segnati con i club nella sua lunghissima carriera di attaccante ormai 39enne. Dentro la lotta scudetto tra Milan, Inter e Juventus c’è anche la sfida tutta personale tra le tre grandi star straniere del campionato italiano: Ronaldo, Lukaku e Ibrahimovic. Lo svedese è quello che ha la media più alta rispetto ai minuti giocati (uno ogni 63?), mentre Ronaldo è quello che ha la percentuale più alta rispetto ai gol segnati dalla propria squadra: 39%. Ma la Juve ha fortificato il suo gioco chiudendo maggiormente la difesa e sacrificando un po’ di più l’attacco rispetto a Inter e Milan. Mentre l’Inter è quella che ha l’attacco più efficiente, diffuso e robusto e dunque Lukaku incide in percentuale un po’ meno. Al colpo da biliardo di Ronaldo, Ibrahimovic ha risposto con due gol da trascinatore. Insomma spettacolo nello spettacolo: è lo show degli attaccanti

      Ronaldo, Ibrahimovic e Lukaku: non è solo una sfida scudetto
      Non c’è solo una questione scudetto in cui possiamo coinvolgere Inter, Milan e Juventus con più o meno peso a seconda delle preferenze, c’è anche e soprattutto una questione personale, di uomini e di campioni. Milan, Inter e Juventus si sono identificate fortemente con i loro attaccanti – Ibrahimovic, Lukaku e Ronaldo – e il confronto diretto tra loro nella classifica marcatori è diventata una sfida nella sfida. Ne abbiamo avuto una prova con la rissa versale tra Ibrahimovic e Lukaku nel derby di Coppa Italia. Lì la rivalità è addirittura trascesa a livello di scontro quasi fisico. Tre attaccanti maturi, se non addirittura anziani, tre star internazionali che ancora hanno voglia di dimostrare la loro superiorità nei confronti degli altri. E che si misurano l’un l’altro gol su gol.

      Il Milan è squadra che ha finalizzato molto il suo gioco sul suo attaccante principale, anche se non lo ha avuto sempre a disposizione, le assenze sono state tante. Ibra rispetto agli altri è quello che ha giocato di meno, ma anche reso di più. Ibrahimovic (14 gol, 1 ogni 63’ minuti) segna il 31% dei gol prodotti dall’attacco rossonero in Serie A (45). Lukaku (14 gol, 1 ogni 107’) è al 27% dell’attacco dell’ Inter (51), Ronaldo (16 gol, 1 ogni 91’) è addirittura al 39% dell’attacco Juve (41), che però sta riportando l’asse del suo gioco più sulla difesa, che infatti è nettamente la migliore del campionato. Come rendimento, aggressività e incisività non c’è dubbio che oggi Ibrahimovic a 39 anni sia l’attaccante che produca di più e che faccia più male in Italia.


      Ibrahimovic apre le partite, le scardina, le indirizza, chiama i gol, spettacolari o elementari che siano. La partita con il Crotone ne è stata la dimostrazione, un tran tran abbastanza insignificante fino a quando Ibrahimovic non ha aperto la difesa avversaria con un paio di semplici gesti. Ronaldo inchioda la Roma con un colpo da biliardo angolatissimo, Ibrahimovic riporta il Milan in testa alla classifica con due gol (relativamente) facili. Si aspetta uno squillo da parte di Lukaku.

      SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 21 Venerdì 5 febbraio 2021 Fiorentina-Inter 0-2 (31' Barella I, 52' Perisic I) Sabato 6 febbraio 2021 Atalanta - Torino 3-3 (14' Ilicic A, 19' Sirigu aut. A, 21' Muriel A, 42' Belotti T, 45'+1' Bremer T, 84' Bonazzoli T) Sassuolo - Spezia 1-2 (25' Caputo Sa, 39' Eric Sp, 78' Gyasi Sp) Juventus - Roma 2-0 (13' Ronaldo J, 69' Ibanez aut. J) Genoa - Napoli 2-1 (11' Pandev G, 26' Pandev G, 79' Politano N) Domenica 7 febbraio 2021 Benevento - Sampdoria 1-1 (55' Caprari B, 80' Keita S) Milan - Crotone 4-0 (30' Ibrahimovic M, 64' Ibrahimovic M, 69' Rebic M, 70' Rebic M) Udinese - Verona 2-0 (83' Silvestri aut. U, 90'+1' Deulofeu U) Parma - Bologna 0-3 (15' Barrow B, 33' Barrow B, 90'+2' Orsolini B) Lazio - Cagliari 1-0 (61' Immobile L) *** Immobile, la risposta italiana alle superstar Ciro Immobile è la risposta italiana a Ronaldo, Ibrahimovic e Lukaku. Il gol vittoria al Cagliari lo fa salire a fianco di Ibra e Lukaku (14), una soddisfazione. E' probabile
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        GIORNATA N. 21
        Venerdì 5 febbraio 2021
        Fiorentina-Inter 0-2
        (31? Barella I, 52? Perisic I)

        Sabato 6 febbraio 2021
        Atalanta – Torino 3-3
        (14? Ilicic A, 19? Sirigu aut. A, 21? Muriel A, 42? Belotti T, 45’+1? Bremer T, 84? Bonazzoli T)

        Sassuolo – Spezia 1-2
        (25? Caputo Sa, 39? Eric Sp, 78? Gyasi Sp)

        Juventus – Roma 2-0
        (13? Ronaldo J, 69? Ibanez aut. J)

        Genoa – Napoli 2-1
        (11? Pandev G, 26? Pandev G, 79? Politano N)

        Domenica 7 febbraio 2021
        Benevento – Sampdoria 1-1
        (55? Caprari B, 80? Keita S)

        Milan – Crotone 4-0
        (30? Ibrahimovic M, 64? Ibrahimovic M, 69? Rebic M, 70? Rebic M)

        Udinese – Verona 2-0
        (83? Silvestri aut. U, 90’+1? Deulofeu U)

        Parma – Bologna 0-3
        (15? Barrow B, 33? Barrow B, 90’+2? Orsolini B)

        Lazio – Cagliari 1-0
        (61? Immobile L)
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          Basta con lo 'spettacolo' antisportivo dei raccattapalle

          E' un campionato molto bello. Sia per la lotta scudetto, che riguarda le milanesi e, se vincerà il recupero con il Napoli, la Juventus. Sia per la Champions, dove è arrivata la Lazio, che batte un Cagliari a cui non ne va bene una. La squadra di Inzaghi ha un grande organico, ha proprio la voglia di vincere e sa come si arriva al successo. La differenza l'hanno fatta i tre davanti: Immobile, Milinkovic e Correa. E hanno contribuito anche i raccappatalle, che non rifornivano negli ultimi minuti i giocatori del Cagliari. E' una cosa che capita un po' in tutti gli stadi italiani: quando la squadra di casa sta vincendo e magari è un po' in difficoltà, viene nascosta la palla agli avversari. Atteggiamenti che non si possono vedere e sono antisportivi: poi se un giocatore da uno spintone ad un ragazzo che fa ostruzionismo succedono polemiche... Penso che la Lega dovrebbe intervenire, multare le società che permettono queste cose.


          Per il quarto posto dunque è bagarre, con Roma e Atalanta a battagliare con la Lazio, mentre il Napoli è in una situazione ingarbugliata. Lì del resto tutti gli allenatori hanno avuto problemi: evidentemente è una maniera di condurre la società che ha portato risultati ma anche difficoltà agli uomini di calcio. Ripeto, per me Gattuso farebbe bene a cambiare aria.


          Nel pomeriggio il Milan ha fatto un grande allenamento, migliore proprio non poteva farlo. Ha vinto serenamente con il Crotone, ha fatto gol Ibrahimovic che aveva bisogno di ritrovarsi dopo i fattacci con Lukaku. Adesso c'è grande abbondanza di uomini, e Pioli dovrà essere molto bravo a gestirli. Ma il momento della capolista è ideale.

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            Juventus, Pirlo torna all’antico: difesa solida e idee chiare in attacco (più la classe di Ronaldo)

            Tutto cambia tranne CR7: decisivo all’Olimpico con la Roma all’andata con una doppietta per acchiappare il 2-2 in 10 e sabato, con una magia da fermo

            Le etichette nel calcio sono come le bugie, hanno le gambe corte. E Andrea Pirlo ha subito dribblato il pericolo dopo la vittoria sulla Roma: «Successo stile Allegri o stile Sarri non mi interessa, a me interessa vincere...». Con la classe dell’ex campione, il tecnico debuttante può palleggiare con tutte e due le anime, quella attendista e quella propositiva, in vista di un unico obiettivo: fare meglio dei suoi predecessori nelle prime due stagioni con Ronaldo. Vincere lo scudetto con un fenomeno da 68 gol in 81 partite di serie A non basta, come dimostrano i due esoneri in due anni; bisogna fare di più in Champions dopo le traumatiche eliminazioni con Ajax e Lione. E per riuscirci è necessario avere basi solide in difesa e idee chiare in attacco, proprio come Allegri — è vero — ma soprattutto quello delle finali di Berlino e Cardiff. La conferma della svolta neo-pragmatica di Pirlo è tutta nelle due sfide contro la Roma: «Al ritorno abbiamo fatto l’opposto rispetto all’andata, li abbiamo aspettati» ha spiegato Pirlo. Unica costante, dalla quale nessuna versione della Juve può prescindere: CR7 è stato decisivo all’Olimpico con una doppietta per acchiappare il 2-2 in 10 e sabato, con una magia da fermo.

            La nuova realpolitik — già vista nella semifinale di Coppa Italia contro l’Inter e pronta all’uso anche domani per la sfida di ritorno allo Stadium — ha portato la Juve al terzo posto, con una partita da recuperare contro il Napoli: potenzialmente a 2 punti dall’Inter e a 4 dal Milan, con la prospettiva di ospitare tutte e due allo Stadium a maggio.


            Il colpo da biliardo di Ronaldo dopo appena 13’, sabato ha consentito a Madama di giocare per lo più a difesa del risultato, mettendolo al sicuro a metà della ripresa, nel momento migliore dell’avversario. Le motivazioni di questo atteggiamento sono molteplici: la capacità della Roma di tenere palla ma allo stesso tempo la sua difficoltà a incidere, il controllo della situazione con l’asse Chiellini-Arthur che dà solidità alla fase difensiva e lucidità al controllo del pallone, le energie da risparmiare all’undicesima gara in 34 giorni. E infine, ma non meno importante, le caratteristiche da contropiedisti di Morata, Chiesa, McKennie, dello stesso Ronaldo o di Cuadrado e Kulusevski entrati nella ripresa. In attesa del ritorno di Dybala, che si dovrebbe rivedere fra i convocati per la sfida di domani. Le due anime vanno comunque miscelate con intelligenza e attenzione ai dettagli: CR7 si è lamentato per i pochi palloni ricevuti, come fa spesso nel 4-4-2 del Portogallo. O come ha fatto dopo l’eliminazione con l’Ajax nel 2019, con il famoso gesto, come a dire «ce la siamo fatta sotto»: a forza di abbassarsi, puntando su una difesa d’acciaio, non bisogna mai perdere coraggio e lucidità. È l’unico modo per andare oltre le etichette. Fino in fondo.



            CorSera
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              Dzeko e quella convivenza forzata che rischia di far male alla Roma

              Scontento, svogliato, annoiato. Così è sembrato l'attaccante bosniaco quando Fonseca lo ha mandato in campo nel secondo tempo della sfida con la Juve. Un giocatore deluso dalla mancata cessione che può diventare un problema

              C'è un aspetto che è stato forse sottovalutato, nella crisi di coppia tra Dzeko e la Roma. L'ennesima sconfitta contro una grande - appena 2 punti sui 22 disponibili contro le prime della classifica - lascia la netta sensazione che la convivenza forzata rischi di non produrre nulla di buono.

              Svogliato e molle

              Scontento, svogliato, annoiato. Quando dopo poco più di un'ora Fonseca ha deciso di archiviare la lite con Dzeko spedendolo in campo, allo Stadium, contro quella Juventus in cui aveva sognato di andare a giocare a settembre, le aspettative (non solo sue) erano di vederlo ruggire dalla voglia di dimostrare le proprie ragioni. Ma già il primo tocco di palla, un appoggio facile per Spinazzola ma finito lungo di cinque metri, ha fatto sospettare quello che la mezz'ora successiva ha certificato: la frattura è tutt'altro che sanata. E anzi ha lasciato nella testa e nelle gambe del bosniaco detriti difficili da smaltire. Lui voleva andare via: ha sperato tanto nel Manchester City, che però non ha mai nemmeno preso in considerazione l'idea. Lo hanno illuso della possibilità di finire con un anno e mezzo di ritardo all'Inter. Alla fine hanno provato a vendergli l'idea Barcellona (che però fatica a pagare anche gli stipendi che ha già in carico). Idee svanite come un pugno di sabbia lasciando solo l'ennesima profonda delusione. Che rischia di diventare un problema nella stagione della Roma: mancano ancora tre mesi e mezzo di campionato e l'Europa League e Fonseca ha un disperato bisogno di qualcosa che somiglia al vero Dzeko. Giocatori offensivi non gli mancano, è vero, ma nessuno ha caratteristiche simili a quelle dell'ex capitano.


              Ipotesi rescissione

              Dicono che Dzeko sia già piuttosto insofferente con il nuovo agente che aveva scelto a gennaio dopo la lite con Fonseca. Ma a renderlo nervoso è anche l'essere stato spogliato della fascia di capitano: ieri l'ha vista passare dal braccio di Cristante a quello di Mancini, un ragazzo alla seconda stagione da romanista, mentre lui sta per completare il sesto anno. A giugno potrebbe chiedere la risoluzione consensuale del contratto, se arrivasse un'offerta pari allo stipendio da 7,5 milioni netti che gli garantisce la Roma. I Friedkin hanno detto apertamente alla squadra che l'allenatore della Roma è e resta Fonseca. Non è intoccabile, ma finché la squadra manterrà un rendimento da zona Champions non sono disposti a metterlo in discussione. Per il futuro, si vedrà. Ma a quel punto, potrebbe non essere più un problema di Edin.

              Scontento, svogliato, annoiato. Così è sembrato l'attaccante bosniaco quando Fonseca lo ha mandato in campo nel secondo tempo della sfida con…
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                Napoli, ore di riflessione per De Laurentiis. Gattuso, il futuro in due partite

                La nona sconfitta stagionale - settima in campionato - mette ancora più a rischio la posizione del tecnico. Il presidente vuole un pronto segnale di riscossa contro Atalanta (in coppa Italia) e Juve

                Le sconfitte del Napoli in questa tormentata stagione sono diventate 9: sette in campionato, una in Europa League e la più bruciante nella Supercoppa Italiana, perduta a metà gennaio contro la Juventus. Sono troppe per non aprire una seria riflessione sui cronici problemi della squadra azzurra e sulla gestione di Gattuso, finiti sotto la lente di ingrandimento di Aurelio De Laurentiis dopo il passo falso di Marassi, contro il Genoa. Non sembrano esserci nell'orizzonte immediato degli interventi traumatici, da parte del deluso e preoccupato presidente. Ma ora non ci sono più dubbi sulla necessità di mettere comunque in cantiere un piano B - nella malaugurata ipotesi che la situazione possa precipitare - anche se l'opzione numero uno rimane quella della continuità, almeno fino a giugno.

                Il ribaltone sulla panchina sarebbe infatti una soluzione comunque di emergenza e rischiosa, con un calendario così fitto di impegni e le difficoltà con cui si dovrebbe eventualmente misurare il nuovo allenatore, subentrando in corsa e con pochissimo tempo per lavorare durante la settimana. Per questo l'auspicio della società è che Ringhio trovi una soluzione per rimettersi in carreggiata, contando sulla fedeltà che gli stanno comunque dimostrando sul campo i suoi giocatori, nonostante i risultati altalenanti.


                Juric e Italiano sul taccuino

                Ma d'ora in poi si naviga a vista, questo è certo. De Laurentiis aveva già cominciato le sue consultazioni in vista della prossima stagione, sondando il campo per due tecnici emergenti e giovani: Juric e Italiano. Entrambi sono in lizza per la panchina del Napoli nella prossima stagione, dando per scontato il divorzio a giugno con Gattuso. L'idea di un traghettatore è invece spuntata solo nelle ultime ore e va considerata dunque ancora embrionale, visto che Ringhio resta padrone del suo destino e non sembra essere (ancora) sull'orlo dell'esonero. Nella settimana alle porte però dovrà arrivare dagli azzurri un pronto segnale di riscossa: mercoledì a Bergamo nella semifinale di ritorno della Coppa Italia contro l'Atalanta e soprattutto sabato in campionato allo stadio Maradona, contro la Juve. Saranno queste le due tappe della verità, pure per la panchina.


                Emergenza continua

                Ma Gattuso e il Napoli le dovranno affrontare in emergenza, senza due big come Koulibaly (positivo al Covid) e Mertens, che è in convalescenza per la distorsione alla caviglia e rientrerà in settimana dal Belgio. Da verificare (dopo la domenica di vacanza) le condizioni di Manolas, che si è infortunato a Marassi. Ci sarà invece il ritorno in gruppo di Fabian e almeno questa è una buona notizia, per gli azzurri. Come i progressi di Osimhen, che ha giocato la sua ultima partita da titolare tre mesi fa e si candida per Bergamo. Chissà che non possa essere lui l'uomo della provvidenza.

                La nona sconfitta stagionale - settima in campionato - mette ancora più a rischio la posizione del tecnico. Il presidente vuole un pronto segnale di ris…
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                  Sconcerti: è tornato il calcio all’italiana, ecco perché brillano Juve, Inter e Milan

                  Tornano a dominare i centravanti delle squadre migliori, significa che si è tornati al gioco essenziale: tra avanguardia e vecchiaia, la modernità del calcio europeo non serve più

                  di Mario Sconcerti

                  L’effetto più importante è che la Juve ha chiuso il suo viaggio intorno a se stessa dandosi un andamento piuttosto italiano. Il brutto neologismo dice che si è Allegrizzata, ha restituito cioè il calcio entusiasta del Pirlo iniziale alla ragione che prevede equilibrio in fase difensiva e in mezzo al campo, due cose non indipendenti. L’Inter ha sempre fatto così, infatti ha vinto molte partite ma non ha mai convinto, come normale in Italia.

                  Tra il calcio di Conte e quello di Guardiola c’è la stessa differenza che esiste tra Carducci e Ungaretti. Quindi diffidenza accademica. Scegliete quello che vi pare, ma Ungaretti ha la pigrizia e l’essenza dell’uomo universale. Oggi nel calcio stiamo tornando a lui, non a un’architettura mimetica della parola, ma al respiro di una sensazione millimetrica, rubata: che nel calcio rappresenta il gioco all’italiana, così scarno da sembrare prosa, così poeticamente pratico. Pirlo e Conte hanno oggi la possibilità di interpretarlo e di avere buoni esecutori.

                  C’è poi il Milan che è l’evoluzione del calcio italiano, non a caso Pioli è un ex difensore di classe, sembrava il nuovo Scirea, ha il compromesso tattico nella pelle. Il Milan gioca semplice, con qualche eccesso ragionato (Hernandez, Rebic) che gli serve per andare oltre la semplice quadratura. Non è più solo una squadra italiana ma non è ancora quella deriva di calcio europeo di cui non esiste più scuola, solo grandi interpreti personali tipo Guardiola o Klopp. Il nostro, oggi, è infatti un campionato di mezzo tra l’avanguardia e la vecchiaia, dominato dai grandi attaccanti, Ronaldo, Ibra, Lukaku, Immobile, cioè la parte facile, evidente, del calcio. Non era così da tanto tempo.

                  Non fatevi sviare dalla comunicazione populista. Da 11 anni a questa parte chi ha vinto la classifica dei cannonieri non giocava nella squadra che ha vinto lo scudetto. Parliamo di Cavani, Di Natale, Higuain, Immobile, Icardi, lo stesso Ibra ma in altri panni. Se ora tornano a dominare i centravanti delle squadre migliori significa che è cambiato il gioco, si è tornati all’essenziale, non conta in quanti fanno gol, conta che la squadra lavori bene per quello che ne segna di più. Questa è la trasformazione di Pirlo e la progressione di Conte. Questa è la straordinaria costanza del Milan che ha portato Ibrahimovic agli stessi gol degli altri ma nella metà del tempo. E questo ha portato grandi squadre come Roma, Napoli e la stessa Atalanta ad aver sbagliato epoca. Giocano bene a tratti e soprattutto dentro una modernità che non serve più

                  CorSera
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Mayoral non basta: la Champions ora è in un vicolo Dzeko


                    Per qualificarsi alla prossima Champions League, alla Roma, servirà il miglior Dzeko, sin dal match contro l'Udinese. Questa settimana dovrà essere utilizzata per lavare via le ruggini accumulate tra l'attaccante bosniaco e Paulo Fonseca. Il 9 non serve solo per i suoi gol, ma anche per la sua capacità di far giocare meglio la squadra. Borja Mayoral ha ben figurato contro le piccole, ma è stato impiegato meno contro le big e sembra non essere ancora pronto per reggere da solo sulle sue spalle il peso dell'attacco giallorosso.

                    Fonseca potrebbe poi pensare ad un tandem che coinvolga sia lo spagnolo che il bosniaco, e presto potrà contare anche sulla soluzione El Shaarawy, che lavora per recuperare una forma fisica accettabile. Intanto, domani si terranno le visite di idoneità per Nicolò Zaniolo: sono infatti trascorsi i 21 giorni di isolamento per il gioiellino del '99 dopo la positività al Coronavirus.

                    (Il Messaggero)

                    Per qualificarsi alla prossima Champions League , alla Roma , servirà il miglior Dzeko , sin dal match contro l' Udinese . Questa settimana dovrà essere utilizzata per lavare via le ruggini accumulate tra l'attaccante bosniaco e Paulo Fonseca . Il 9 non serve solo per i suoi gol, ma an...


                    ____________


                    Fonseca e il tabù delle due punte: Dzeko e Borja così valgono meno

                    Quella di far convivere in campo Borja Mayoral e Edin Dzeko non sembra essere un'idea che Paulo Fonseca voglia considerare. Il tecnico non ha optato per il tandem di punte nemmeno in occasione del match perso con la Juventus per 2-0, nemmeno quando c'era da recuperare il risultato.

                    C'è poi da considerare il rendimento da subentrante del bosniaco, che non ama affatto partire dalla panchina. Solo 5 reti delle 188 messe a segno con la maglia della Roma sono arrivate per il 9 'dalla panchina'. Mayoral con qualche eccezione, ha sempre risposto positivamente quando schierato dal 1', ma la sensazione di sentirsi continuamente sotto esame rischia di non essere vissuta benissimo da qualsiasi attaccante. Ora il calendario metterà la Roma davanti a 5 partite in 2 settimane, che daranno la possibilità a Fonseca di dosare il minutaggio delle sue punte. Il ballottaggio è aperto.

                    (corsera)

                    Quella di far convivere in campo Borja Mayoral e Edin Dzeko non sembra essere un'idea che Paulo Fonseca voglia considerare. Il tecnico non ha optato per il tandem di punte nemmeno in occasione del match perso con la Juventus per 2-0, nemmeno quando c'era da recuperare il risultato....
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                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Roma, felici e perdenti. La difesa è la peggiore tra le grandi, ma i giocatori si promuovono dopo la Juve

                      LEGGO (F. BALZANI) - E' una questione di qualità, proprio come cantava il gruppo rock italiano dei Cccp. La difesa della Roma si conferma non da Champions e - pur essendo vero l'assunto del si difende in undici - sono evidenti gli errori individuali di portieri e centrali in queste prime 21 di un campionato che vede comunque la squadra di Fonseca in piena corsa per il 4° posto visto pure il calendario favorevole delle prossime due giornate. Un percorso che non va sottovalutato. Ma non vanno sottovaluti nemmeno i numeri. Venti le reti incassate nei 7 scontri diretti con una media di 2,9 a partita. Trentacinque quelli totali.

                      Peggio di Genoa, Udinese o Samp. Solo con Zeman, negli ultimi 70 anni, la media era stata così alta. Nessuno in Italia negli ultimi anni ha raggiunto la Champions subendo così tanto. Un contraccolpo tattico visti ad esempio i tentativi di sterile profondità che hanno esposto il reparto al contropiede di Cr7 e soci. Ma pure, appunto, una questione di qualità dei singoli.

                      Allo Stadium Kumbulla ha confermato lacune evidenti già viste contro Milan e Spezia. Rendimento migliore da parte di Ibanez che però si è macchiato di un autogol dopo le papere nel derby. Leggermente meglio Mancini su cui però pesa il rosso pesantissimo in coppa Italia mentre Smalling ha passato più tempo in infermeria che sul campo. E anche con l'inglese in campo il rendimento non è migliorato (14 reti incassati in 11 apparizioni).

                      Eppure sono 65 i milioni spesi per il pacchetto centrale che appare troppo acerbo quando di fronte si presentano colossi come Ibra, Ronaldo o Zapata. Caro è costato (26 milioni) pure il titubante Pau Lopez, non esente da colpe neppure a Torino.

                      Fanno arrabbiare i tifosi pure le reazioni social di parte della rosa (Mayoral, Kumbulla, Veretout e lo stesso Pau Lopez) che si autoelogia per la prestazione di sabato. Il francese ha dovuto bloccare i commenti su Instagram. Tra le buone notizie c'è il ritorno di Zaniolo dopo la quarantena e la convocazione di El Shaarawy con l'Udinese.

                      LEGGO (F. BALZANI) - E' una questione di qualità, proprio come cantava il gruppo rock italiano dei Cccp. La difesa della Roma si conferma non da Champions e - pur essendo vero l'assunto del si difende in undici - sono evidenti gli errori individuali di portieri e centrali in queste prime 2...


                      ______________


                      I tifosi social: «Perdenti e pure felici? Verogna»


                      In tempi di Coronavirus, la tribuna principale dove esprimere il proprio pensiero sembra essere per i tifosi quella dei social. E nel caso della Roma, la soddisfazione filtrata dalla squadra dopo la sconfitta con la Juve ha diviso i tifosi. Alcuni di loro devono aver gradito poco le parole spese su Instagram da Veretout a margine del match di Torino, tanto che il centrocampista è stato costretto a sospendere i commenti sul proprio account.


                      (Il Messaggero)

                      In tempi di Coronavirus , la tribuna principale dove esprimere il proprio pensiero sembra essere per i tifosi quella dei social. E nel caso della Roma , la soddisfazione filtrata dalla squadra dopo la sconfitta con la Juve ha diviso i tifosi. Alcuni di loro devono aver gradito poco le par...
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                        Gazzetta
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                        • KURTANGLE
                          Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                          Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                          https://youtu.be/OMHnikXodaI

                          Steel...che schifo.
                          Ma come ***** si fa..

                          Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk

                          gooooooooodooooooooooo
                          godoooooooooooooooooooo
                          avellinooooooooooooooooooooooooo
                          seeeeeeeeeeeee
                          nel kulo di steelllllllllllllllllll
                          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                          Originariamente Scritto da GoodBoy!
                          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                          grazie.




                          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                          • Zbigniew
                            Valens in bibacitate
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                            Intermezzo - Gli sport degli altri

                            Originariamente Scritto da Sean
                            mò sono cazzi questo è sicuro.
                            Originariamente Scritto da bertinho7
                            ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

                            Originariamente Scritto da Giampo93
                            A me fai venire in mente il compianto bertigno
                            Originariamente Scritto da huntermaster
                            Bignèw

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                            • Sean
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                              Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
                              .
                              Sì, Brady è una sorta di Ronaldo/Ibrahimovic per la longevità e, in questa longevità, i successi che raccoglie, dunque una anzianità sportiva non vissuta come passatempo ma attivamente, giocando per vincere. Tra poco ha più anelli che dita delle due mani
                              Last edited by Sean; 08-02-2021, 12:54:38.
                              ...ma di noi
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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Sì, Brady è una sorta di Ronaldo/Ibrahimovic per la longevità e, in questa longevità, i successi che raccoglie, dunque una anzianità sportiva non vissuta come passatempo ma attivamente, giocando per vincere. Tra poco ha più anelli che dita delle due mani
                                E si tromba la Gisella. Non dimentichiamocelo!
                                I SUOI goals:
                                -Serie A: 189
                                -Serie B: 6
                                -Super League: 5
                                -Coppa Italia: 13
                                -Chinese FA Cup: 1
                                -Coppa UEFA: 5
                                -Champions League: 13
                                -Nazionale Under 21: 19
                                -Nazionale: 19
                                TOTALE: 270

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