Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Il Napoli si dà la zappa sui piedi e perde in casa col Lecce. Aver anche solo pensato di poter riagganciare il quarto posto è stato deleterio. Gattuso si lamenta del carattere dei suoi: “Ci manca la cattiveria”. Insomma Ringhio un Napoli troppo buono non se lo persona proprio

    Napoli-Lecce 2-3

    “Non si possono affrontare queste partite con troppa passività, noi semplicemente stiamo là, permettiamo a Lapadula, in quattro contro due, di fare tutto quello che vuol fare”.

    Non c’è molta differenza tra le dichiarazioni di Sarri e quelle di Gattuso. Pur essendo due allenatori differenti, forse diametralmente opposti, alla fine hanno lo stesso problema: non riuscire a trasmettere alle squadre il loro calcio, il dogma, lo spirito. Nel caso di Gattuso, anima, carattere, forza e “cattiveria”, come dice lui, nel senso che un Napoli troppo buono proprio non può accettarlo. Vedere un Lecce che domina e comanda al San Paolo non se lo perdona. Per un motivo o per un altro il Napoli è arrivato alla sua sesta sconfitta al San Paolo: per trovare una squadra che abbia fatto peggio bisogna scendere in fondo alla classifica, al Brescia e alla Spal. Una colpa così grave che finisce con lo scavare di nuovo un fossato tra il Napoli stesso e il pubblico. Proprio nel momento in cui si pensava a un Napoli trasformato, quasi rinato, che coraggiosamente e spavaldamente contava i punti che lo separavano dal quarto posto e dalla qualificazione in Champions League. Pensieri proibiti che hanno fatto più male che bene, certi discorsi sulla maturazione di Insigne, sull’efficacia del mercato, sull’evoluzione della difesa troppo prematuri. E dunque, come la tela di Penelope, adesso bisogna ricominciare da capo.

    All’interno della partita anche un possibile rigore su Milik, che poteva cambiare il risultato finale ma che l’ arbitro ha trasformato in un’ammonizione per simulazione senza andare a rivedere le immagini al Var. Detto che l’arbitro ha sbagliato e avrebbe fatto bene ad andare ovviamente a rivederlo, la simulazione di Milik che accentua la caduta c’è ed è altrettanto evidente. La società tramite il ds Giuntoli se ne è lamentata ufficialmente, ma parlare di torto è forse fuori luogo: sei stato scorretto e ti è andata sfortunatamente peggio di quello che meritassi. Morale: non lo fare più e forse saranno più giusti anche con te.


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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Lontano da Ibra il Milan si spegne; l’Inter è cresciuta; la Juve pensa male

      C’è stata nelle rimonte nerazzurre nel derby e in classifica la volontà dei fuoriclasse che non mettono disperazione nel loro gesti, ma la fiducia nella propria differenza

      di Mario Sconcerti

      L’Inter è di nuovo in testa alla classifica insieme alla Juve, ma stavolta è diverso. Sono caduti molti pregiudizi, non c’è più sorpresa. È la squadra che è cresciuta definitivamente, peraltro quasi solo con i vecchi, quelli che erano pochi e avevano limiti. C’è stata nella rimonta la volontà dei fuoriclasse, quelli che non mettono disperazione nel loro gesti, ma la fiducia nella propria differenza.

      Ha cominciato Brozovic con un tiro sbagliato, non si colpisce al volo da tanto lontano con venti giocatori in area. Lui l’ha sentito ed è andato avanti. Nessun gol dell’Inter è stato banale. Non c’è stata nemmeno insistenza, è semplicemente cambiata la partita, il Milan è uscito dal campo, l’Inter ha giocato a calcio e ha travolto l’avversario per gradi, spontaneamente. Ha fatto gol perfino Lukaku che non era mai stato in partita, ha preso una traversa eccezionale anche Eriksen, che la partita non l’aveva proprio giocata.


      Il Milan ha giocato bene per tutto il primo tempo, Rebic e Calhanoglu, seconde e terze punte centrali, hanno mandato all’aria la difesa dell’Inter che tendeva ad allargarsi come da grammatica. Ibrahimovic non è stato sempre presente, ma è stato decisivo. Il Milan ha bisogno di lui come il seno di una madre, non c’è vita senza la sua risorsa. Nel secondo tempo, il Milan ha dovuto chiudersi in area, lontano dal suo totem e si è letteralmente perduto. Questa grande corsa dell’Inter avviene oggi in un momento diverso.

      La Juve si è normalizzata, è diventata banale, fino a far venire il dubbio che il problema non sia la presunzione, ma una qualità inferiore a quella che gli è stata sempre attribuita. Pjanic è da due mesi in una crisi diventata ormai profonda; Rabiot è più in partita ma non è mai chiaro a fare cosa. La mancanza di Matuidi, di Chiellini, di Khedira, di una coppia più affiatata e concreta di Bonucci-De Ligt, ha reso la Juve una specie di libreria dell’Ikea avvitata male, sbanda da una parte all’altra sotto il peso dei libri. Non è finito il suo campionato, si è chiusa però la sua incessante differenza.

      I problemi di inserimento di Sarri nel suo mondo, le assenze e i crucci da vecchia grande squadra hanno finito per banalizzarla. Non c’è più un singolo problema di orgoglio sbagliato. Gli errori sono sparsi su tutta la squadra e su molti fronti, compreso quello atletico. Infatti Sarri dice che le gambe sono a esclusiva disposizione del cervello. La Juve oggi pensa male.



      CorSera
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        Sarri non ha modellato la Juve, che ora non è né carne, né pesce

        Quest’anno i bianconeri non hanno quasi mai giocato bene, soltanto che i risultati, sino adesso, coprivano le magagne. Ora non è più così. Il gioco è lento e piatto, la condizione fisica scadente e la difesa è distratta e prende troppi gol

        Mancano l’anima, la convinzione, il gioco. La Juventus è ancora prima, ma alla terza sconfitta nelle ultime cinque trasferte di campionato è scattato l’allarme. Niente gira come dovrebbe. Paratici e Nedved in estate hanno convinto Agnelli a compiere la rivoluzione, sicuri che sarebbe servito un allenatore in grado di dare un’identità precisa fare un ulteriore salto di qualità. E invece, proprio da questo punto di vista, Sarri è mancato. Non ha modellato la Juve, ma si è adeguato alla Juve. Il risultato è che la squadra non è né carne, né pesce. Non ha più fame, non ha più rabbia, non ha un’ideologia. E forse non crede in quello che fa.


        Alla ricerca del gioco

        La Juve non ha mai giocato bene, soltanto che i risultati, sino adesso, coprivano le magagne. Ora non è più così. Il gioco è lento e piatto, la condizione fisica scadente e la difesa è distratta e prende troppi gol. Sono tante le responsabilità di Sarri. Ma la più grande è quella di non aver istaurato un feeling con la squadra che non gioca per lui e non si batte per lui. Maurizio non è stato capace di darle una missione anche se non è facile dopo otto scudetti di fila. Al tempo stesso, forse, l’allenatore non sente suo il progetto bianconero, dove vincere è l’unica cosa che conta. Dopo la partita di Verona, più che furioso, Sarri è sembrato rassegnato. La sua analisi è giusta e spietata: «Se vogliamo vincere le partite non possiamo commettere certi errori». E avere certi cali di tensione. Il riferimento è all’ultima parte della sfida, quando la Juve ha mollato gli ormeggi e si è fatta ribaltare dalle furie venete: «Abbiamo rimesso in gioco il Verona con superficialità. Non ci rendiamo conto che non possiamo sprecare i punti così. La Juve è abituata a vincere comodamente, ma quest’anno non succederà. Ce la giocheremo punto a punto e i ragazzi devono capire che non possiamo lasciare niente per strada». La partita è andata come Sarri aveva previsto: «Il Verona ha fatto una gran partenza, però noi l’abbiamo contenuta bene e quando, inevitabilmente, i nostri avversari sono calati, abbiamo colpito». Tutto come da programma. Ma in quel momento cruciale, la Juve ha staccato la spina: «Il gol dell’1-1 non bisognerebbe neppure commentarlo, tanta è stata la nostra leggerezza. E’ mancata la percezione del pericolo. E nel finale, con il Verona stanco, ci siamo lasciati andare. Non è un problema di condizione fisica, ma di testa, che comanda su tutto. La squadra deve capire che vincere non è scontato. Bisogna lottare di più, avere più voglia di sporcarsi e non avere cali. Ci alleniamo bene, ma non tiriamo fuori il massimo nelle partite». Parole dure, forti: serviranno a svegliare la bella addormentata?


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          Verona, Juric ha trasformato svincolati, prestiti ed esordienti in una miscela vincente

          La vittoria sulla Juventus arriva dopo sette partite senza sconfitte e vale il temporaneo sesto posto: per ora una specie di miracolo


          Ivan Juric, detto il Pirata, figlio di un professore dissidente di Spalato e fanatico di tostissima musica metal, le aveva già suonate alla Juve col Genoa e lo ha rifatto col Verona. Ma stavolta la vittoria sulla squadra bianconera arriva dopo sette partite senza sconfitte e vale il temporaneo sesto posto: se non è un miracolo, considerato che l’Hellas ha il monte ingaggi più basso della serie A, allora è un’impresa, plasmata dall’allenatore croato arrivato al Verona neopromosso a luglio. I segreti della squadra che ha fermato la Juve di Sarri? L’empatia, la tattica, la voglia di rivincita, la fame di un gruppo che tutti ad agosto davano per spacciato ancora prima di cominciare.


          La formazione

          Un po’ come in Moneyball, il film tratto dal libro sulla squadra miracolo del baseball allenata da Brad Pitt. Juric non è biondo e bello come l’attore americano, ma, assieme al d.s. Toni D’Amico – debuttante in serie A - ha radunato una truppa di svincolati (Veloso, Lazovic), prestiti (Gunter, Pessina, Verre), sconosciuti da Croazia e Belgio (Rrahmani, Amrabat), ragazzini (Kumbulla, Salcedo). E ha costruito un’identità di gioco precisa con il 3-4-2-1 e le marcature a tutto campo, frutto delle sue esperienze da giocatore (con Gasperini), delle sue passioni calcistiche ed extracalcistiche (el Loco Bielsa e Phil Jackson guru dei Lakers) e delle sue visite di aggiornamento (da Guardiola al Barcellona). Il giocattolo più economico di tutto il campionato a tratti funziona così bene da rimontare il gol di Ronaldo, è in lotta per l’Europa, ha già venduto Rrahmani al Napoli e Amrabat alla Fiorentina per 30 milioni complessivi di plusvalenza. Adesso in vetrina c’è Kumbulla (albanese nato in Italia e cresciuto nel vivaio) che piace molto all’Inter di Conte, oltre a Zaccagni e Faraoni. Il vecchio bomber Pazzini, ancora decisivo dal dischetto contro la Juve, è stato rivitalizzato, grazie ad allenamenti personalizzati mentre l’ultimo arrivato Borini ha già segnato gol pesantissimi al Bologna e alla Signora, per l’1-1 temporaneo di sabato sera.

          Rinnovo sicuro

          Juric stesso ha un contratto che scade a giugno ma ha un rinnovo che diventa automatico in caso di salvezza, ormai più che probabile. I principi di gioco che fanno la differenza sono l’aggressività nel recupero palla e nella marcatura a uomo e la verticalità della manovra veronese. I principi umani però sono quelli che stanno facendo davvero la differenza e non a caso l’allenatore di Spalato (che in carriera ha vinto la B a Crotone) è diplomato a Coverciano con una tesi sull’aspetto motivazionale del suo lavoro. Figlio di una maestra di sostegno e di un professore dissidente del regime jugoslavo costretto poi a reinventarsi una vita con lavori umili fino a diventare dirigente di una grande azienda, Juric non fa mai giri di parole e ha il culto della sincerità. E soprattutto vuole bene ai suoi giocatori: “Perché è la base di tutto”. Subito dopo, c’è quel ritmo metal che ha stordito la banda stonata di Sarri.



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            Buondì figli di Sivori&Romina.... Dopo le polemiche per le due partite consecutive all'Olimpico, mercoledì si ricomincia a Milano. Ma era tanto difficile invertire una delle due semifinali???
            « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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              Dentro o fuori. La Roma ci crede

              IL TEMPO (F. BIAFORA) - Dentro o fuori, con pochissime chance di sperare ancora in caso di risultato negativo. Ricaricate le batterie fisiche e soprattutto quelle mentali nel giorno di riposo concesso da Fonseca, stamattina la Roma si ritroverà a Trigoria per il primo vero allenamento di una settimana che, alla luce degli ultimi risultati negativi, diventa più che decisiva per il futuro giallorosso. Dzeko e compagni sabato sera andranno a far visita all’Atalanta per quello che è un vero e proprio bivio della stagione attuale e dell’anno che verrà. I nerazzurri di Gasperini (oggi amichevole con il RKS Radomiak Radom, squadra della seconda divisione polacca) grazie al successo sulla Fiorentina e alla sconfitta della Roma con il Bologna sono al momento quarti in solitaria, con tre punti di vantaggio sulla squadra allenata da Fonseca.

              I bergamaschi, nonostante un paio di passi falsi con Genoa e Spal e quello che ha causato l’eliminazione dalla Coppa Italia, hanno dimostrato un buon momento di forma al rientro dalle vacanze natalizie e hanno raggiunto quota 61 gol realizzati in campionato da inizio anno, con caratteristiche che possono mettere in enorme difficoltà la Roma, soprattutto se l’atteggiamento dell’intera formazione romanisa sarà lo stesso visto nelle ultime settimane. All’andata Fonseca ha sperimentato, con risultati poco soddisfacenti, la difesa a tre per fermare le scorribande dei vari Gomez e Ilicic e sta riflettendo se riproporre questo tipo di approccio in fase difensiva, magari replicando l’inedito modulo 3-3-3-1 che ha permesso di vincere in casa del Parma.

              Con la squalifica di Cristante la mossa più probabile per coprire il buco di centrocampo, e soprattutto per ritrovare un equilibrio e la perduta compattezza tra reparti, è però l’avanzamento di Mancini in mediana e l’inserimento di uno tra Cetin e Fazio (ultima presenza con la Spal due mesi fa) accanto a Smalling. Nelle ultime conferenze il tecnico portoghese si è detto abbastanza restio a riproporre la soluzione che tanto bene aveva funzionato nel momento di maggior emergenza con gli infortuni, ma la Roma ha necessità di blindare la difesa e appare azzardato arretrare un giocatore dalle spiccate doti offensive come Pellegrini, pronto a riprendersi la maglia da trequartista alle spalle di Dzeko.

              Gli altri cambi in programma riguardano Spinazzola come terzino sinistro, Carles Perez come esterno al posto di Under e probabilmente anche Bruno Peres in luogo di Santon. Perdere con l’Atalanta sarebbe una resa (sei punti di distacco e scontro diretto a sfavore) per la corsa alla Champions League: i danni di una seconda mancata qualificazione ai gironi della coppa europea sono stimati in circa 50 milioni di euro, una cifra che già manca alle casse della Roma in questo bilancio.

              Intanto la società continua la propria lotta al razzismo negli stadi. Nel corso della partita con il Bologna un tifoso, entrato in tribuna stampa grazie ad un amico giornalista, ha rivolto insulti razzisti a Barrow ed è stato allontanato dopo la segnalazione di diversi presenti e daspato dal club per tre anni. La Roma, oltre ad allontanare un ospite non gradito e a mandare una segnalazione alle forze dell'ordine, ha deciso di non accreditare per un anno il giornalista coinvolto.

              IL TEMPO (F. BIAFORA) - Dentro o fuori, con pochissime chance di sperare ancora in caso di risultato negativo. Ricaricate le batterie fisiche e soprattutto quelle mentali nel giorno di riposo concesso da Fonseca, stamattina la Roma si ritroverà a Trigoria per il primo vero allenamento di una setti...
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              • fransisco1
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                Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                Buondì figli di Sivori&Romina.... Dopo le polemiche per le due partite consecutive all'Olimpico, mercoledì si ricomincia a Milano. Ma era tanto difficile invertire una delle due semifinali???
                In realtà,dopo la parita dell olimpico,in coppa italia a san siro son già stati giocati due turninun giorno dopo l altro.
                comunque si in questo caso che era facilmente realizzabile sarebbe stato ideale organizzare meglio.

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                • THE ALEX
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                  Originariamente Scritto da fransisco1 Visualizza Messaggio
                  In realtà,dopo la parita dell olimpico,in coppa italia a san siro son già stati giocati due turninun giorno dopo l altro.
                  comunque si in questo caso che era facilmente realizzabile sarebbe stato ideale organizzare meglio.
                  Capisco quando ci sono turni ad incastro ed esigenze particolari e sicuramente le condizioni meteo influenzano la tenuta del campo in modo significativo. Ma questa volta era facilmente eliminabile ogni tipo di problema alla radice...
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                  • Nasser95
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                    Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                    Buondì figli di Sivori&Romina.... Dopo le polemiche per le due partite consecutive all'Olimpico, mercoledì si ricomincia a Milano. Ma era tanto difficile invertire una delle due semifinali???
                    sinceramente è meglio fare la semifinale prima fuoricasa e poi in casa,sei più avvantaggiato,teoricamente
                    (ride)

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                    • Giampo93
                      Mangiatore di vite altrui
                      • Jan 2015
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                      Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
                      Marcu il Palermo sbanca Cittanova x 4-2 e vola a +7 sul Savoia.

                      Anche oggi a Torre Annunziata si suca forte
                      Kurt è di T. Annunziata? Ecco spiegata la sua natura immonda
                      Originariamente Scritto da Alberto84
                      Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano


                      Originariamente Scritto da debe
                      Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
                      Originariamente Scritto da Zbigniew
                      Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
                      Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.

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                      • Luke91
                        Bodyweb Senior
                        • Apr 2014
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                        Minchia Domenica prossima altro big match con la Lazio...pesante,
                        Originariamente Scritto da huntermaster
                        tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                        Originariamente Scritto da luna80
                        Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                        • fransisco1
                          Bodyweb Advanced
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                          Merdon devo chiederti pronostico,sulla coppa italia tanto sei al sicuro e rimarrai incolume.
                          quale sarà la finale??

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                          • DR. CACARELLA
                            Bodyweb Advanced
                            • May 2011
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                            Ho seguito San remo e vinto bei soldi con gasman il calcio mi ha stufato, non scrivo più nulla che la moderazione è corrotta
                            Cura il tuo corpo come un tempio
                            Originariamente Scritto da M K K
                            Desade grazie di esistere
                            Originariamente Scritto da AK_47
                            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                            • THE ALEX
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                              • Sep 2003
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                              Vai tranquillo.... Io ti prometto di non prendere provvedimenti a prescindere dal risultato
                              « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                              PRESENTI




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                              • DR. CACARELLA
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                                Bruto quoque tu
                                Cura il tuo corpo come un tempio
                                Originariamente Scritto da M K K
                                Desade grazie di esistere
                                Originariamente Scritto da AK_47
                                si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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