Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • marcu9
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    Ne avete parlato? Che ne pensate?


    https://www.sportmediaset.mediaset.it/altrisport/olimpiadi/olimpiadi-la-wada-esclude-la-russia-per-quattro-anni_12141519-201902a.shtml



    Niente Olimpiadi di Tokyo 2020, niente Mondiali di calcio 2022 e niente Giochi Invernali di Pechino 2022. L'Agenzia Mondiale antidoping ha deciso l'esclusione della Russia da Olimpiadi e Mondiali per 4 anni. Lo ha comunicato un portavoce della Wada al termine del Comitato Esecutivo a Losanna. La Russia, condannata per recidiva nel falsificare i dati dei controlli antidoping sui suoi atleti, potrà presentare appello al Tas che avrà l'ultima parola.
    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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    • Virulogo.88
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      Classica mossa politica, come se la russia fosse cattiva e dopa gli atleti mentre gli altri sono angioletti e vanno avanti a riso e pollo, che schifosa ipocrisia
      Originariamente Scritto da Pesca
      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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      • Luke91
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        • Zimbabwe [ZW]
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        Però i russi sono stati sgamati

        Se l'alternativa è non punire chi ha manomesso o distrutto esami antidoping, poi gli altri che fanno? Se ne approfittano.
        Originariamente Scritto da huntermaster
        tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
        Originariamente Scritto da luna80
        Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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        • Sean
          Csar
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          • In piedi tra le rovine
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          Ibrahimovic, il ds del Bologna: «Non verrà da noi, ha fatto altre scelte»

          Walter Sabatini esclude che lo svedese approdi alla corte di Mihajlovic. Milan più vicino? La società rossonera spiega che non sono stati fatti ulteriori passi avanti

          «Ibrahimovic? È stata una bella suggestione, ma non verrà a Bologna. Non è una questione economica, Saputo era pronto a sedersi al tavolo, ma il giocatore ha fatto altre scelte». Così ha parlato il direttore tecnico del Bologna, Walter Sabatini, a margine di una visita al museo di Villa delle Rose, allestito dal Bologna per festeggiare i 110 anni del club, da dove ha annunciato rinforzi in vista del mercato di gennaio. «Oltre a Dominguez (centrocampista nazionale argentino acquistato in estate e lasciato in prestito al Velez Sarsfield, ndr), che sta già studiando l’italiano e arriverà a breve — ha detto ancora — arriveranno altri due giocatori. Nei prossimi giorni parleremo con Mihajlovic e ascolteremo le sue idee, ma posso già dire che probabilmente prenderemo un centrale di difesa».

          L’attaccante svedese non avrebbe però ancora scelto il Milan, superando le differenze sulla durata del contratto. Ci sarebbero ancora alcuni ostacoli da superare: come si sa, il Milan gli ha offerto sei mesi di contratto più un’opzione di rinnovo, mentre Ibra vuole un contratto di 18 mesi.


          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Inter-Barcellona, tra i convocati non c’è Messi, resta a casa: c’è Suarez

            Per la sfida di Champions Valverde ha deciso di non portare a Milano la sua stella: troppo importanti gli impegni in Liga con Real Sociedad e poi con il Real il 18 dicembre

            Una notizia che farà piacere agli interisti: per la sfida di martedì sera di Champions a San Siro il Barcellona non ha convocato Lionel Messi. L’allenatore Valverde ha deciso di risparmiare la sua stella, che ha appena vinto il sesto Pallone d’oro e segnato una tripletta in Liga, in vista degli impegni ravvicinati con il Real Sociedad e con il Real Madrid, il 18 dicembre. Altre assenze di rilievo quelle di Piqué e Sergi Roberto oltre agli infortunati Dembelé, Semedo e Jordi Alba.

            Questo l’elenco dei convocati: Ter Stegen, Rakitic, Sergio Busquets, Todibo, Suarez, Neto, Lenglet, Wague, Griezmann, Alena, de Jong, Vidal, Umtiti, Junior, Inaki Pena, Riqui Puig, Ansu Fati, Araujo, Morer.


            CorSera
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              Il lavoro di Inzaghi, le intuizioni di Tare e i Fantastici Quattro: così è nata la Lazio spettacolo

              La vittoria sulla Juve - settima di fila in campionato - ha certificato il ruolo di big della formazione biancoceleste. Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile la vera arma in più, tutti insieme costati come il solo Bernardeschi. L'obiettivo è la Champions, ma a cinque punti dalla capolista sognare è quasi obbligatorio

              "La Lazio è forte, più tecnica che fisica, lotterà per lo scudetto". Così parlò Maurizio Sarri, tecnico della Juve, dopo il ko di sabato all'Olimpico: è la certificazione dello spessore della squadra di Inzaghi, delle nuove ambizioni che la spingono in alto. L'obiettivo stagionale è la Champions, vero, ma a cinque punti dalla capolista, se non inizi a soffrire di vertigini, sognare è quasi obbligatorio. Anche perché i numeri sono significativi: terzo posto con la migliore differenza reti, secondo miglior attacco e seconda miglior difesa (una volta il punto debole, ma la Lazio è rimasta cinque volte con la porta inviolata); sette vittorie consecutive, record per Inzaghi; il suo goleador principe, Immobile, è in testa alla classifica cannonieri con 17 gol in 15 gare: in quelle giocate da titolare, è rimasto a secco solo nel derby (palo clamoroso) e contro la Juve (rigore sbagliato). E Luis Alberto è il re dell'assist nei 5 campionati top d'Europa (11).

              Ma è il gioco divertente a impressionare, perfino più delle statistiche. Il segreto è tutto in quel modulo offensivo che è un perfetto mix delle idee del ds Tare e del coraggio del tecnico Inzaghi. I due sono amici da anni e vedono il calcio nello stesso modo. Insieme, in estate, dopo settimane "di riflessione" (parole dell'allenatore) a un certo punto hanno deciso di aprire un nuovo ciclo: "Questo è l'anno zero", disse Inzaghi. Lotito, che aveva aspettato la sua decisione, gli ha rinnovato il contratto e il progetto ha trovato nuova linfa. E anche un nuovo titolare, Manuel Lazzari, fortemente voluto da Inzaghi perché il "quinto" di destra era una delle lacune della formazione che già due anni fa aveva sfiorato la Champions. Gli altri acquisti, da Vavro a Jony al giovane Adekanye, non hanno per ora messo in difficoltà i titolarissimi. Lazzari, invece, è tra i protagonisti delle sette vittorie consecutive: dopo un inizio incerto, lo Speedy Gonzalez biancoceleste si è sbloccato e ora è importantissimo per gli schemi della Lazio.

              La vera arma in più di Inzaghi sono indubbiamente i Fantastici Quattro. Tutti insieme, Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile sono costati (parliamo di cartellini) come il solo Bernardeschi: 45 milioni. È la filosofia di Lotito, perfettamente applicata sul mercato da Tare: spese contenute (il bilancio come priorità), fiducia nel senso di appartenenza del nucleo storico (Lulic, Radu, Parolo, Leiva, Immobile, lo stesso Strakosha), acquisti mirati con l'obiettivo di una crescita progressiva, che ora sta producendo il famoso e agognato salto di qualità. Sono cresciuti gradualmente, in questi anni, anche gli stipendi dei top player, a partire da Immobile e Milinkovic: un altro passo in avanti per ridurre il gap dalle big. La Lazio ha il sesto monte ingaggi del campionato, ma il gioco in questo momento è forse il migliore.

              Merito di Inzaghi, appunto, e di quei quattro "tenori" che sanno esaltarsi in virtù di un'intesa che migliora di partita in partita. È da un anno esatto che il tecnico ha puntato su questa formula, insistendo su Luis Alberto mezzala - è il regista offensivo - lasciando il solo Leiva a proteggere la difesa, ma chiedendo nello stesso tempo a Milinkovic di sacrificarsi di più nel lavoro di copertura per evitare che la squadra perda equilibrio. Ovviamente il modulo offensivo agli avversari qualcosa concede, da dieci giornate le partite della Lazio si chiudono con almeno due gol complessivi, ma la produzione in attacco è davvero eccezionale e i risultati stanno lì a dimostrarlo.

              Sembrava Cirodipendente, la Biancoceleste, invece il capolavoro contro la Juve ha ufficializzato che non è così. Milinkovic è tornato decisivo - il suo è un gol da fuoriclasse - e finalmente arriva qualche gol anche dalla difesa. Acerbi contro il Torino e Luiz Felipe contro la Juve: il primo vive un momento particolarmente felice, non a caso, in attesa del rientro di Chiellini, ha conquistato il posto di titolare in nazionale accanto a Bonucci. È lui il leader di una retroguardia che migliora, potendo contare sulla velocità di Luiz Felipe, l'esperienza di Radu e Bastos, la sorpresa Patric. Così come sono evidenti i progressi di Strakosha, molto reattivo tra i pali e ne sanno qualcosa CR7 e Dybala.

              Altro segreto del successo, l'intesa di Inzaghi con il suo staff. Dal vice Farris e il tattico Cecchi fino al preparatore atletico Ripert, sono professionisti che da anni lavorano con l'allenatore piacentino e lo supportano con grande efficacia: la Lazio corre tanto e bene, privilegiando il gioco in verticale che valorizza le doti di Correa e Immobile. Lo staff tecnico opera in sinergia con lo staff medico e sanitario guidato dal dottor Rodia: pochi finora gli infortuni, il che di sicuro ha contribuito alla bellissima classifica.

              La novità "filosofica" dell'anno, da parte di Inzaghi, è il turn over sistematico e non più estemporaneo. Una scelta nata per la necessità di evitare che i titolari arrivino sfiancati (e di conseguenza spesso vittime di infortuni) a primavera, momento clou della stagione, come accaduto in passato. In tanti sostengono che proprio il turn over abbia penalizzato la squadra in Europa League, dove la qualificazione avrebbe ormai del miracoloso (ma in certe partite dominate e poi perse, come a Cluj e con il Celtic, sono state più gravi le responsabilità di qualche titolare rispetto a quelle delle alternative), di sicuro il passo della Lazio in campionato è assolutamente straordinario. E Inzaghi sogna di replicare in Supercoppa, il 22 a Riad, il capolavoro di sabato sera: difficile che la Juve sbagli di nuovo, ma i biancocelesti vogliono sorprendere ancora.

              La vittoria sulla Juve - settima di fila in campionato - ha certificato il ruolo di big della formazione biancoceleste. Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immo…
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                Milan, ecco tre ragioni per credere nella rinascita (e una per dubitarne)

                I rossoneri hanno ritrovato fiducia e possono contare su una difesa all’altezza. ma resta molto da lavorare, soprattutto sul piano della tenuta mentale

                Il Milan è ripartito?

                Il Milan, battendo in trasferta il Bologna per 3-2, sembra essere ripartito. Ecco tre motivi per credere nella rinascita rossonera e uno per dubitarne.

                Fattore F

                F come fiducia. Vincere aiuta a vincere. Sempre. E il Milan ora ha preso fiducia, entusiasmo, coraggio. Sta finalmente capendo di essere all’altezza, sta capendo che non è già una stagione da buttare. Il complesso di Paperino sta passando. Ora il Diavolo è tornato a credere in se stesso. L’esempio è Piatek. Non poteva davvero essere diventato scarso come era sembrato negli ultimi tempi. Il gol - ma anche tutto il resto, la sua a Bologna è stata davvero un’ottima prestazione - può rappresentare la svolta. Per lui, ma anche per il Milan. Che ora è tutta un’altra squadra. La mano di Pioli è sempre più evidente. La squadra cresce, nella testa e nel gioco. Ma soprattutto nei risultati. Due successi consecutivi, tre partite utili filate. In fondo al tunnel, ecco la luce. Finalmente. Giocando così, l’Europa non è più una missione impossibile.

                Il fiuto di Jack

                Bonaventura è l’uomo chiave del centrocampo rossonero. Ha personalità, grinta, esperienza, rabbia, gol. “Un giocatore di una generazione passata, conosce la fatica, la salita per restare titolari, non è nel gruppo dei milioni facili” scrive Mario Sconcerti. Pioli la pensa uguale: “Ha dentro il Milan”. Verissimo. Jack viene dal passato. È l’uomo che ricorda a questo Milan che è il Milan. E che deve comportarsi da Milan, pensare da Milan. Quello che non ha fatto nei due mesi precedenti.

                La difesa sincronizzata

                Il reparto difensivo cresce. Lo si è visto nell’ultima mezz’ora di caos e di sofferenza. Nonostante la tempesta, la linea ha retto. Romagnoli sta tornando ai suoi livelli, l’intesa con Musacchio cresce. E anche Conti sulla destra sta migliorando di partita in partita. Theo, al di là del rigore causato ingenuamente, è ormai una sicurezza, un punto di forza. C’è un senso di solidità crescente. I movimenti sono sempre più sincronizzati. E quando qualcosa non funziona, dietro c’è sempre Donnarumma. Che sta tornando Supergigio. Occhio al suo contratto, Milan...

                Ma qualcosa ancora non va: la tenuta mentale

                L’ultima mezz’ora a Bologna è stata però una sofferenza tremenda. Eccessiva. L’ha ammesso anche Pioli: “Dovevamo chiuderla prima“. È venuto invece il braccino un po’ a tutti. Un errore da non ripetere. Che poteva costare carissimo. Era una questione di testa, di atteggiamento. Non di gambe. L’idea (sbagliata) di poterla gestire col possesso palla, abbassando il ritmo. Non era così. Non deve ricapitare. Il Milan non ha più punti da perdere, ne’ tempo, ne ha già sprecato tanto, troppo. Deve imparare a stare sul pezzo per 90’. Non sempre si trova di fronte un Bologna che non ha attaccanti veri. Domenica c’è il Sassuolo a San Siro. Un altro esame fondamentale, un altro crocevia. Servirà un altro passettino in avanti.



                CorSera
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                  Trovato l’accordo per la cessione

                  IL TEMPO (F. BIAFORA) - L’intesa di massima c’è, Friedkin spinge sull'acceleratore per raggiungere l'obiettivo Roma. Il magnate texano avanza a grandi passi verso l'ingresso nel mondo giallorosso e con Pallotta è stato raggiunto un accordo verbale per quanto riguarda le cifre delle trattativa.

                  Nelle ultime ore i contatti diretti tra i due soggetti sono stati continui e proficui ed è stata poi completata in ogni loro passaggio la due diligence fiscale e quella contabile, ovvero lo studio dei conti delle 12 società che gravitano nell'orbita della
                  Roma. Gli advisor incaricati da Friedkin, che si appoggia tra gli altri a Jp Morgan e allo studio legale Chiomenti, hanno analizzato tutti i bilanci e hanno evidenziato l’assenza di qualsiasi elemento di criticità che possa compromettere il buon esito della trattativa. Ieri ha invece preso il via la due diligence legale, ennesimo segnale che indica l’assenza di qualsiasi intoppo in questa fase.

                  Gli avvocati di Friedkin hanno acquisito i documenti relativi a diverse operazioni, tra le quali le più significative sono state quelle con Goldman Sachs per la ristrutturazione del debito, il lancio del Bond e l’accordo con la Nike del 2018, grazie al quale è stata acquistata la società che gestiva i diritti del marchio. In questo step della contrattazione vengono rivisti i documenti e le informazioni di natura giuridica per verificare la fattibilità dell’operazione. Si tratta comunque di una prassi in ogni trattativa del genere.


                  Pallotta, spinto ad effettuare quest’operazione soprattutto dai suoi soci americani, era partito da una richiesta di un miliardo di dollari - vanno però sottratti i 272,1 milioni dell’indebitamento finanziario e la quota spettante dell’aumento di capitale - per l’intero pacchetto della AS Roma Spv Llc - costituita nel lontano 27 gennaio 2011 - che controlla il club e le società relative all'impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. L’interesse di Friedkin si è posato infatti anche sulla futura casa della Roma, essendo un imprenditore molto attento al settore dell'entertainment.

                  Le intenzioni del texano, che nel progetto Roma (definito un vanity asset) coinvolgerà con un ruolo di primo piano il figlio Ryan, sono giudicate serie e importanti: il 504° uomo più ricco al mondo non vuole investire nella Roma per avere un puro ritorno economico ed è infatti intenzionato a immettere nel club un’ampia liquidità. Questo non significa che potrà ignorare i limiti del Fair Play Finanziario, ma il futuro patron ha la possibilità di impostare da zero una strategia e la Uefa, da regolamento, concede aperture ai club che cambiano proprietà, con la possibilità di sottoscrivere accordi volontari. Una volta acquistata la società, il tycoon di Houston, presidente e ad del Gruppo Friedkin, è intenzionato ad affidare la gestione ordinaria del club all'attuale dirigenza guidata da Fienga e Calvo per un periodo iniziale, poi deciderà chi saranno i suoi uomini. A prescindere, sembra invece in uscita il vicepresidente Baldissoni, pronto a farsi da parte una volta che sarà completato l'iter di approvazione dello stadio. Ma prima di tutto devono essere Pallotta e Friedkin a chiudere il deal.

                  IL TEMPO (F. BIAFORA) - L’intesa di massima c’è, Friedkin spinge sull'acceleratore per raggiungere l'obiettivo Roma . Il magnate texano avanza a grandi passi verso l'ingresso nel mondo giallorosso e con Pallotta è stato raggiunto un accordo verbale per quanto riguarda le cifre delle trattativ...
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                    Originariamente Scritto da salsa Visualizza Messaggio

                    più o meno stesso periodo 2 anni fa...ma credo che Conte è molto più bravo di Spalletti a gestire la rosa sul lungo periodo vedremo!!!
                    Due sconfitte in 15 partite e capolista invece imbattuta...se per una sconfitta ci danno il ciclo finito, ne avessimo fatte due ci avrebbero messo direttamente nella fossa.

                    Ricordo quel periodo, con Spalletti tutto gasato che si era messo a parlare di gufi e ratti che non uscivano dalla fogna...poi da gennaio ha iniziato a stare zitto e a maggio ha vinto la medaglietta della premiazione cinese per il quarto posto, con allegato in omaggio il libro della Gazzetta per l'epica impresa.

                    Comunque ogni anno fa storia a sè e quindi c'è da pedalare in questo. Vedremo alla fine.
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                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

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                              sopra una sola teca di cristallo
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                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

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                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

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