Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Vabbè ha segnato candreva, è l'anno buono

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    Originariamente Scritto da Pesca
    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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    • Luke91
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      Saluti
      Originariamente Scritto da huntermaster
      tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
      Originariamente Scritto da luna80
      Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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      • Sean
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        Attenzione, esordio col botto per i Conte boys, l’Inter ne fa quattro al Lecce. E’ un pugno sul tavolo dello scudetto, un messaggio chiaro e Juve e Napoli. Lukaku, un po’ Adriano un po’ Hubner, ha già preso il posto di Icardi nei cuori nerazzurri. Mentre Antonio Conte è torvo e concentratissimo, al massimo della forma. Insomma mette paura…

        INTER-LECCE 4-0

        Quattro gol, e forse non è stato nemmeno il massimo dell’ Inter che potessimo vedere, ma insomma credo che alla prima partita a San Siro, di fronte a 65.000 interisti carichi e fiduciosi, Antonio Conte cercasse una vittoria che desse un segno di sicurezza, di potenza, di certezza. Quasi un pugno sul tavolo da gioco. Come a dire semplicemente: l’Inter e Conte ci sono, sono dentro la mischia, qui non si chiacchiera, si fa risultato e si tiene botta.

        Lo stesso Conte, al suo ritorno in serie A dopo 5 anni, non ha dato in escandescenze ed entusiasmi eccessivi – come poteva capitare ad esempio di vederlo al Chelsea – è apparso ancora più serioso, torvo e rabbuiato del solito. Francamente finisce così con l’apparire perfino angosciato e preoccupato, ma questo fa parte del personaggio che lui recita alla perfezione e senza alcuno sforzo. Antonio non vuole proprio essere simpatico a nessuno, anzi…

        La partita che le è capitata è stata la più facile della prima giornata, soprattutto a confronto con quelle di Napoli e Juve, le squadre con cui l’Inter si rapporta e si confronta direttamente. La partita col Lecce più che una vittoria netta e rotonda è uno spot al contismo, all’essenzialità e all’ italianità del suo gioco, i gol (Brozovic, Sensi, Lukaku, Candreva) tutti belli e prepotenti, vengono quasi sempre da un veloce gioco verticale, che rifugge assolutamente il palleggio, il tiki taka, e il passaggio lento orizzontale. Lukaku ha già preso il posto del ripudiato Icardi nei cuori nerazzurri, è uno che potrebbe richiamare il primo Adriano, possente, muscolare, con bei numeri, un bel contropiedista insomma. E’ uno che tira dritto a testa bassa, travolgente, ma senza cambio di direzione. Insomma il classico centravantone vecchio stampo, un po’ Adriano appunto, un po’ Hubner

        Il calcio di Conte è all’opposto di quello di Sarri e quello di Ancelotti forse sta nel mezzo: ma questa è solo teoria, esercizio di filosofia. Che il nostro Antonio rifugge. Per adesso gli interessa di più mettere paura a tutti…

        INTER-LECCE 4-0 Quattro gol, e forse non è stato nemmeno il massimo dell' Inter che potessimo vedere, ma insomma credo che alla prima partita a San Siro, di fronte a 65.000 interisti carichi e fiduciosi, Antonio Conte cercasse una vittoria che desse un segno di sicurezza, di potenza, di certezza. Quasi un pugno sul tavolo da gioco. Come a dire semplicemente: l'Inter e Conte ci sono, sono dentro la mischia, qui non si chiacchiera, si fa risultato e si tiene botta. Lo stesso Conte, al suo ritorno in serie A dopo 5 anni, non ha dato in escandescenze ed entusiasmi eccessivi - come poteva capitare ad esempio di vederlo al Chelsea - è apparso ancora più serioso, torvo e rabbuiato del solito. Francamente finisce così con l'apparire perfino angosciato e preoccupato, ma questo fa parte del personaggio che lui recita alla perfezione e senza alcuno sforzo. Antonio non vuole proprio essere simpatico a nessuno, anzi... Conte: "Non dobbiamo essere una scintilla, dobbiamo essere dinamite"
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Giampaolo ribalta il Milan: regista e modulo, ecco il piano

          Calhanoglu ha fallito da playmaker, sabato contro il Brescia toccherà a Bennacer. Dopo il flop di Udine, pronto il rimpasto tattico. Correa può ancora arrivare

          Serve un piano. Qui e subito. Perché il flop di Udine ha smascherato il Diavolo e i suoi difetti. Che ci fossero, ce n’eravamo accorti tutti. Fin da subito. E in fondo nessuno li aveva mai nascosti, anzi. Boban, Maldini, lo stesso Giampaolo, tutti lo hanno messo in chiaro più volte: non siamo perfetti, non sarà facile. Ma che quei difetti fossero così profondi, lo si è effettivamente capito solo l’altra sera in Friuli, in coda a una prestazione orrenda, nella quale il Milan ha dimostrato d’essere ancora più indietro di quanto già tutti sospettavamo. Dopo alcune buone o addirittura buonissime esibizioni in precampionato, qualcosa s’è bruscamente interrotto. Nel gioco, ma anche nella personalità e perfino nella tenuta atletica. Il disgraziato 0-0 col Cesena neopromosso dai Dilettanti aveva messo tutti sul chi va là, solo 7 giorni prima. La nottataccia di Udine ha certificato che non era un falso allarme. Zero tiri in porta non sono una statistica, sono una sentenza. Perché il problema principale, questo è fuori discussione, sta là davanti.

          Dunque, si cambia già? A sentire le parole pronunciate dallo stesso Giampaolo a fine partita sembrerebbe di sì: «Così non va, devo riorganizzare quelli davanti». Vale a dire passare dal 4-3-1-2 al 4-3-3 o più facilmente al 4-3-2-1. Due gli obiettivi: togliere Suso dalla posizione di trequartista centrale, dove non può chiaramente stare, per riportarlo sulla corsia esterna di destra, nel ruolo classico; rimettere l’immalinconito Piatek al centro del reparto, da centravanti puro, senza una seconda punta accanto che gli levi spazio e libertà. L’orientamento è questo, condiviso con i dirigenti.


          Un piano anticrisi che porta le firme anche di Boban e di Maldini: tutti convinti che sia meglio cambiare ora, prima che sia troppo tardi. Magari già col Brescia sabato a San Siro, senza perdere altro tempo. Certo, veder cestinare due mesi di lavoro dopo una sola partita lascia un po’ tutti perplessi, ma insistere sarebbe innegabilmente peggio. Durante le riunioni fra allenatore e dirigenti seguite al fiasco friulano, più volte è stato fatto riferimento a un precedente incoraggiante che riguarda un allenatore culturalmente non lontano da Giampaolo, vale a dire Sarri. Stagione 2015/16, la sua prima al Napoli: partito con Insigne trequartista, dopo 2 punti in 3 partite virò sul 4-3-3 spostando Lorenzo in fascia, dove doveva stare: a fine anno i partenopei chiusero secondi a 83 punti. Sabato potremmo quindi vedere Suso e Calhanoglu ai lati di Piatek. Sempre che da qui ad allora non sbarchi Correa. Si lavora a un accordo fra Milan e Atletico sulla base di 35 milioni più bonus vari legati a possibili future rivendite. Ieri l’argentino non si è allenato e in Spagna danno per imminente la cessione. Vedremo, in realtà c’è ancora distanza.

          L’altra enorme criticità emersa a Udine riguarda l’inadeguatezza di Calha a muoversi da regista. Non una giocata giusta, con la conseguenza di una manovra inesistente. Qui il piano anticrisi consiste nel velocizzare l’inserimento di Bennacer, che dovrebbe partire titolare contro il sorprendente Brescia. Sabato non si potrà fallire. O dalla confusione si passerà al caos.



          CorSera
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          forse, tra mille inverni
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Calciomercato, Sanchez vicinissimo al passaggio all’Inter

            I nerazzurri verseranno 5 milioni per l’ingaggio, il cileno arriverà in prestito

            Dopo giorni di conference call è attesa per oggi la fumata bianca per il passaggio di Alexis Sanchez all’Inter. I nerazzurri verseranno 5 milioni per l’ingaggio alla cui corresponsione parteciperà anche il Manchester United. Il giocatore arriverà con la formula del prestito gratuito con diritto di riscatto a 15. È già volato in Russia Joao Mario in prestito con diritto di riscatto per 18 milioni alla Lokomotiv Mosca. Attesa per l’ok di Dalbert allo scambio di prestiti con Biraghi alla Fiorentina.


            Fiorentina su De Paul

            Il ds viola Pradè ha presentato all’Udinese un’offerta da 25 milioni più 5 di bonus per Rodrigo De Paul, partito in panchina contro il Milan e fuggito negli spogliatoi subito dopo il successo. La proposta però non viene per ora considerata congrua dai friulani. Due i profili seguiti per il ruolo di esterno d’attacco, Verdi del Napoli e Raphinha dello Sporting Lisbona. Tonelli è il nome più gettonato per la difesa.


            CorSera
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              Nkoulou fa litigare Torino e Roma. Cairo: «C’è una penale da 900.000 €»

              Dopo la richiesta di non giocare contro la Spal, si è allenato con la squadra. I giallorossi smentiscono ogni contatto e continuano a trattare per Rugani

              Nicolas Nkoulou lunedì si è allenato con i compagni del Toro, si è tagliato a zero i capelli, ma non si è ancora «cosparso» il capo di cenere. Se si è messo a posto «con la testa» forse si saprà martedì. Quando si capirà anche se partirà con la squadra per la trasferta di giovedì a Wolverhampton. Per il momento la cosa sembra assolutamente improbabile. Dovrebbe essere lui a chiederlo e prima dovrebbe scusarsi con società, compagni e mister. Per la sua débacle con il Wolverhampton, per il suo forfait contro il Sassuolo. «Mister scusi, non ci sono con la testa, preferisco non giocare», ha detto a Walter Mazzarri. Nella testa di Nkoulou la tentazione di andare in un’altra squadra, la consapevolezza che invece lui (come gli altri big) è incedibile per la società. Lo ha ribadito con decisone il presidente Urbano Cairo: «Sono rimasto molto male per il comportamento di Nkoulou, ora il giocatore deve chiedere scusa ai compagni, all’allenatore e alla società. L’ho detto, lo ribadisco: per noi nessuno si muove, i contratti vanno rispettati e lui è legato al Toro per altre due stagioni». Il presidente Cairo non cita la Roma, ma nella testa del giocatore c’era la squadra del ds Gianluca Petrachi, ex uomo mercato granata. Che proprio per questo aveva firmato un accordo di «lealtà» con la sua ex società. «Io non parlo di altri club, ma se fosse andata così, se il giocatore fosse stato contattato senza passare per la società, dovrebbero pagarmi una penale di 900.000 euro». Così lunedì la Roma si è affrettata a smentire con un inusuale comunicato: mai parlato con Nkoulou, il giocatore non interessa.

              A seguito delle schermaglie con il Torino, il ds Petrachi ha ricominciato a lavorare per la difesa sui noti obiettivi. Da un lato tratta Rugani con la Juventus anche se esiste ancora distanza fra il cash richiesto e offerto da aggiungere ai cartellini dei baby Riccardi e Celar. Dall’altro ha riallacciato i fili con Lovren, il croato del Liverpool rimasto fuori ancora dai convocati di Klopp. In contemporanea focus sulle uscite: una partenza verso la Bundesliga di Schick aprirebbe le porte a Kalinic, ai margini dell’Atletico. Solo da decidere la destinazione per Defrel, conteso oltre che dalla Samp anche dal Sassuolo e dal Cagliari che lo preleverebbe insieme ad Olsen.


              CorSera
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                Napoli, scatta il piano B per l'attacco: caccia a Llorente. E James non è ancora tramontato

                La lunga settimana che porta alla supersfida contro la Juventus è iniziata all'insegna del mercato. Lo spagnolo si avvicina, ma anche per il colombiano ci sono ancora chance

                La lunga vigilia è già cominciata, anche se i tifosi continuano a tenere d'occhio gli sviluppi del mercato e aspettano con ansia il sorteggio della fase a gironi della Champions League, in programma giovedì a Montecarlo. Il Napoli partirà dalla seconda fascia e sta lavorando per mettere a disposizione di Carlo Ancelotti una squadra ancora più competitiva, con almeno un altro colpo in attacco. Sta per scadere l'ultimatum per Icardi e Aurelio De Laurentiis è pronto a far scattare il piano B, con l'arrivo dello svincolato spagnolo Llorente. Non è inoltre tramontata del tutto la pista James Rodriguez, il cui agente Jorge Mendes è in viaggio per Madrid dove è previsto nelle prossime ore l'incontro con i dirigenti del Real: decisivo per il futuro del top player colombiano. A Castel Volturno però la concentrazione generale è proiettata solo sulla super sfida di sabato con la Juve. A Torino ci sarà pure il messicano Hirving Lozano, la cui presentazione ufficiale è prevista per martedì mattina. Da verificare le condizioni fisiche di Arek Milik, assente nel vittorioso debutto di Firenze. Ai saluti Ounas, che andrà in prestito al Nizza. Il club sta cercando una destinazione a Tonelli e a uno tra Chiriches e Malcuit.

                La lunga settimana che porta alla supersfida contro la Juventus è iniziata all'insegna del mercato. Lo spagnolo si avvicina, ma anche per il colombi…
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                  Il ds ha in mano il tris: Rugani, Taison e Kalinic

                  IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Il ko di 2 mesi per Perotti (lesione miotendinea al retto femorale sinistro) più il tentativo a vuoto per Nkoulou (con tanto di accuse velate di Cairo e risposta con nota ufficiale del club giallorosso: «Non siamo interessati ad alcun tesserato della società granata) ha nuovamente ribaltato il mercato della Roma. Nelle ultime ore a Trigoria hanno riattivato i rapporti per Rugani, bloccato Kalinic e ricontattato Taison, esterno offensivo brasiliano che Fonseca conosce molto bene.


                  DOMINO DI DIFENSORI - L'agente del difensore toscano è nella Capitale. Ufficialmente per questioni strettamente personali. Ma vien da sé che è in attesa di novità per il suo assistito. Prima però va trovata un'intesa tra Roma e Juventus, che prevede l'inserimento anche del cartellino di Riccardi (e Celar). Un primo contatto tra i club c'è già stato domenica notte, protagonista il Ceo Fienga. Tra oggi e domani le parti dovrebbero nuovamente sentirsi e chiudere la trattativa. Al momento, quella che porta al bianconero, è infatti la pista più agevole da percorrere. Sia per i rapporti tra i club che per la possibilità d'inserire dei giovani che abbasserebbero il cash da versare nelle casse juventine (senza contare le plusvalenze che entrambe le società ne ricaverebbero). Bisogna però fare in fretta. Oggi la Juventus incontra il Milan per Demiral, valutato 40 milioni (visto che il primo anno, in caso di cessione, il Sassuolo dovrà ricevere il 40%). Se il club rossonero accontenta Paratici, Rugani resterebbe a sorpresa a Torino.


                  A quel punto, nella margherita di Petrachi, resterebbe il solo Lovren. Di pari passo all'accelerazione sul difensore, s'è riaperto un piccolo spiraglio per Taison che ieri è uscito allo scoperto sul proprio profilo Instagram: «Lasciami andare», rivolto allo Shakhtar. Parole alla quali si sono sommate le dichiarazioni del procuratore a Romapress: «Ci sono discorsi in corso, la Roma è interessata ed è possibile che l'operazione possa essere definita in questa settimana. Con lo Shakhtar non abbiamo ancora parlato del prezzo». E non è poco. Perché il club ucraino chiede 25 milioni. Somma che la Roma non intede spendere. Trattativa difficile: Petrachi non vuole andare oltre i 15. Che più o meno è la somma che ricaverà dall'addio di Defrel. Sul francese c'è bagarre: la Sampdoria, il Sassuolo e ora nuovamente il Cagliari che s'è detto disposto, oltre all'attaccante, a prendere in prestito anche il portiere Olsen, visto che Cragno rischia uno stop di almeno tre mesi per un problema al ginocchio. In partenza anche Schick: il Lipsia preme. Per sostituirli, la Roma ha bloccato Kalinic.

                  IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Il ko di 2 mesi per Perotti (lesione miotendinea al retto femorale sinistro) più il tentativo a vuoto per Nkoulou (con tanto di accuse velate di Cairo e risposta con nota ufficiale del club giallorosso: «Non siamo interessati ad alcun tesserato della società gra...
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                    Contro il Napoli, Sarri andrà ancora sul sicuro. De Ligt ancora fuori.Rabiot spera, Ramsey appare in ritardo. Intanto Emre Can scalpita. Per la nuova Juve serve ancora tempo

                    La trasferta di Parma fa già parte del passato, in casa Juve ora è già tempo di pensare al Napoli. Impresa non semplice considerando il frastuono di un'ultima settimana di mercato che tiene in sospeso tanti, troppi, giocatori: (quasi) tutto può succedere, in uscita più che in entrata. E in tutto questo c'è già il Napoli che arriva allo Stadium, la partita di Maurizio Sarri da vivere con ogni probabilità senza il neo-comandante bianconero. Ma con i primi tre punti già in tasca, arrivati all'insegna della continuità, o dell'usato sicuro se si preferisce. Prima di tutto in difesa: Matthijs de Ligt, mister 75 milioni, ha vissuto il debutto da spettatore. Una circostanza che potrebbe ripetersi anche sabato sera allo Stadium. Le difficoltà non mancano, meglio sfruttare almeno l'intesa della premiata ditta Leonardo Bonucci-Giorgio Chiellini.

                    C'è una settimana intera a disposizione di De Ligt per convincere Maurizio Sarri a puntare subito su di lui, anche se dall'Olanda c'è il ct Ronald Koeman che fa capire come un periodo di adattamento sia ormai in preventivo: «Per un verso si pensa che dovrebbe giocare, perché il suo cartellino è costato parecchio. Però se in un club ci sono Chiellini e Bonucci è giusto che l'allenatore possa fare scelte diverse. Io ho parlato con il ragazzo due settimane fa. Mi ha spiegato che deve adattarsi al modo di giocare e di difendere dell'Italia. All'Ajax era tutto diverso. Non sono preoccupato, un giocatore con le sue qualità giocherà tante gare di certo, presto sarà titolare. Ovviamente, non è in dubbio per l'Olanda».

                    GLI ALTRI ACQUISTI.
                    In panchina mister 75 milioni anche contro il Napoli dunque, o almeno è probabile. Ma la politica dei piccoli passi non riguarda solo lui di certo. La prima giornata di serie A, infatti, ha visto la Juve schierare a partita in corso un solo nuovo acquisto, meno di tutti eccezion fatta per il Torino. Proprio Adrien Rabiot è uno di quelli che sperano di trovare una maglia da titolare, nonostante lo spezzone del Tardini non sia stato entusiasmante. È del francese il volto nuovo più vicino a partire dall'inizio contro il Napoli, con Mattia De Sciglio ancora favorito su Danilo, con Aaron Ramsey ancora in ritardo di condizione, con Merih Demiral e Gigi Buffon destinati alla panchina.

                    I DUBBI. Questo non signifi ca che non possano esserci altri cambiamenti nell'undici iniziale. Tra i tanti esclusi, c'è Emre Can che in particolare non sembra aver gradito troppo gli zero minuti avuti a disposizione. Non è l'unico, ovviamente in questa santa (?) abbondanza che Sarri e Martusciello si ritrovano a dover gestire. Con un dubbio che, mercato permettendo, accompagnerà anche questa settimana come il resto della stagione: chi al fianco di Cristiano Ronaldo? Le risposte del campo lascerebbero pensare a Gonzalo Higuain, ma tenere fuori Paulo Dybala non sarà semplice.

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                      Tuttosport
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • salsa
                        Bodyweb Zenior
                        • Jun 2008
                        • 1742
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                        old but gold ....tanto per confermare la regola che anche la tifoseria più estrema alla fine dopo i primi gol si scorda tutto (per fortuna)
                        I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
                          • 120566
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                          • In piedi tra le rovine
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                          Purtroppo ieri sera m'è saltata la connessione internet e non ho potuto assistere al roboante successo dell'Inter contiana contro l'invincibile armada del Lecce, che per Bocca su Repubblica vale: "un pugno sul tavolo dello scudetto" e fa "paura"...oddio, allora mi sono stupefatto - chi si aspettava che l'Inter riuscisse a battere il Lecce a San Siro? - e mi sono andato a rileggere la (ormai ex) favolosa formazione leccese, perchè non mi capacitavo che avessero potuto beccare 4 pere a Milano...contando in squadra una difesa composta da nazionali di fama quali:

                          Rispoli-Rossettini-Lucioni-Calderoni

                          a centrocampo profili intenazionali quali:

                          Tachtsidis-Petriccione-Mayer

                          e in attacco palloni d'oro e d'argento come:

                          Lapadula-Falco-La Mantia

                          Come è possibile che cotanto squadrone ne abbia potuti prendere 4 dall'Inter di Conte? Non ci si crede. Allora la cosa è seria e ha ragione Bocca: fanno paura.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • DR. CACARELLA
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                            • May 2011
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                            Sean non li sottovalutare

                            Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando Tapatalk
                            Cura il tuo corpo come un tempio
                            Originariamente Scritto da M K K
                            Desade grazie di esistere
                            Originariamente Scritto da AK_47
                            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
                              • 120566
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                              • In piedi tra le rovine
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                              Ho citato Bocca, non me. Io le squadre le inizio a valutare dalla tredicesima/quattordicesima giornata. Lo trovo più sensato rispetto a chi scrive di pugni sul tavolo dello scudetto per quattro goal rifilati a Rispoli-Rossettini-Lucioni-Calderoni. La vedo così.

                              Non ho tutta questa fretta di emettere sentenze.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • THE ALEX
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                                Originariamente Scritto da DR. MERDONSO Visualizza Messaggio
                                Sean non li sottovalutare

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                                Non sottovaluta né sopravvaluta nessuno... Ironizza giustamente sui titoloni dei giornali che dopo una partita con il LECCE....parlano di messaggio scudetto.
                                « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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