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Ho controllato, gli abbassano la media gli ultimi due anni post operazione al ginocchio, se no aveva una media di 0,59, da quarto in classifica. Queste classifiche sarebbero anche da dividere nei periodi storici per avere più rilievo. Il calcio di Hansen post seconda guerra mondiale è un altro sport rispetto a quello giocato da Trezeguet.
Il Napoli vince anche a Genova contro la Sampdoria: batticuore, la clamorosa rimonta dei bluerchiati, Var, poi Demme e Mertens strappano la seconda vittoria consecutiva dopo quella con la Juve. Insomma, il Napoli comincia ad avere il cuore e la grinta di Gattuso, la panchina e i nuovi acquisti danno fiducia, il gioco è più energico e dà i suoi frutti, Insigne finalmente è un rispettato capitano leader. Ora resta solo una domanda: fino a dove può arrivare questo Napoli? Potrebbe rientrare in zona Champions League da cui ora dista ben 9 punti?
Sampdoria-Napoli 2-4 Dove può arrivare il Napoli? Ci eravamo ormai abituati a un campionato senza il Napoli, cioè la squadra che nei precedenti sei campionati è arrivata 4 volte seconda e 2 volte terza, vale a dire, in un concetto sintetizzato ed estremizzato, la prima e forse unica alternativa alla super Juventus di questi anni. Adesso che il Napoli, sia pure con gran fatica, ma anche con un gran cuore, rivede la luce dopo essersi infilato nel lungo tunnel buio della crisi, viene naturale farsi una domanda basilare. Non è che per caso avevamo già fatto i conti senza il Napoli e lo avevamo tolto di mezzo troppo prematuramente?
Il Napoli dista 9 punti dalla zona Champions League, per farcela serve un’impresa e una sequenza di risultati come mai ha fatto in questo campionato disgraziato in cui ne ha viste un po’ di tutte, però da qualche partita – anche prima che il Napoli battesse clamorosamente la Juve al San Paolo – si vede una squadra diversa, più concentrata, determinata, e soprattutto più solida sotto tutti i punti di vista. Sta recuperando i propri infortunati (vedi Mertens, Koulibaly, Maksimovic), la panchina offre un bel sostegno, i nuovi calciatori ingaggiati sul mercato cominciano a portare punti: prima di tutti Demme che ha segnato a Marassi contro la Samp il gol nel momento più difficile: Napoli in doppio vantaggio, clamorosamente rimontato da Quagliarella & C, interventi a raffica del Var, poi alla fine i colpi decisivi di Demme e Mertens.
Tutto il resto, le questioni contrattuali, le rivolte sindacali, le convocazioni davanti alle commissioni arbitrali, i veleni quotidiani sono stati per il momento messi da parte. O almeno sopiti sotto la cenere, nel senso che il fuoco potrebbe pur sempre riprendere forza al primo soffio di vento…
Gattuso a parte, che sembra aver trovato finalmente un feeling con la squadra e con la piazza e soprattutto regalatole un pezzo della sua mentalità e del suo carattere (ma non solo quello), il simbolo del nuovo Napoli – The New Napoli immaginando che il Cardinal Voiello abbia goduto molto… – è sicuramente Lorenzo Insigne, che si è buttato alle spalle veleni, incomprensioni e contestazioni. Oggi Insigne è un capitano solido e affidabile che sta imparando finalmente a esercitare il mestiere del leader.
Rimane ora da capire. Se vivere alla giornata oppure porsi ufficialmente un traguardo che al momento sarebbe molto ambizioso: il ritorno del Napoli in zona Champions League. Come disse Gattuso appena sbarcò a Napoli a prendere il posto del suo amico Ancelotti, non senza qualche imbarazzo. La discesa verso il fondo è però proseguita a lungo (4 sconfitte sulle prime 5 partite della nuova gestione), per poi cominciare disperatamente la risalita.
SERIE A 2019-2020, 22a giornata RISULTATI: Bologna-Brescia 2-1 (36' Torregrossa rig B, 43' Orsolini B, 89' Bani B), Cagliari-Parma 2-2 (19' Joao Pedro C, 42' Kucka P, 54' Simeone C, 90' + 4 Cornelius P), Sassuolo-Roma 4-2 (7' Caputo S, 16' Caputo S, 26' Djuricic S, 55' Dzeko R, 73' Veretout R, 74' Boga S), Juventus-Fiorentina 3-0 (40' Ronaldo J, 80' Ronaldo J, 90'+1' De Ligt J), Atalanta-Genoa 2-1 (13' Toloi A, 19' Criscito rig G, 33' Sanabria G, 35' Ilicic A), Lazio-Spal 5-1 (3' Immobile L, 16' Caicedo L, 29' Immobile L, 38' Caicedo L, 58' Adekanye L. 65' Missiroli S), Milan-Verona 1-1 (13' Faraoni V, 29' Calhanoglu), Lecce-Torino 4-0 (11' Deiola L, 19' Barak L, 64' Falco L, 78' Lapadula rig L), Udinese-Inter 0-2 (64' Lukaku I, 71' Lukaku rig I), Sampdoria-Napoli 2-4 (3' Milik N. 16' Elmas N, 26' Quagliarella S, 73' Gabbiadini rig S, 83' Demme N, 90'+8' Mertens N). Sampdoria-Napoli 2-4 Dove può arrivare il Napoli? Ci eravamo ormai abituati a un campionato senza il Napoli, cioè la
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Milan, Pioli avverte l'Inter: ''Il derby azzera le distanze''
Il tecnico accende la stracittadina: ''Loro sono forti e compatti in tutti i reparti, ma in queste partite i punti di distanza non contano''. Ci sarà Ibra: ''Non dipendiamo da lui, ma è come togliere Ronaldo alla Juve'
"I derby sono partite dove non contano i valori dimostrati fino a quel momento o i punti di distanza, bisogna mettere in campo la prestazione e la squadra ha le qualità per fare bene". Si è aperta la settimana che porterà al derby della Madonnina e Stefano Pioli, uno degli ex del match di domenica prossima, è già entrato in pieno in clima partita.
"Dobbiamo tornare in Europa"
Pioli torna sull'1-1 contro il Verona: "Non siamo riusciti a vincere ma abbiamo messo in campo tanta generosità, tanta volontà, sulla voglia di vincere non ci sono rimpianti ma potevamo e dovevamo affrontare meglio la mezz'ora finale dove abbiamo avuto le occasioni per vincere la gara", dice a margine della premiazione della Panchina d'Oro. Poi torna sul derby: "E' normale che la testa sia da un'altra parte. Per noi è una settimana importante, ora prepariamo una gara importante e difficile". Una vittoria servirebbe anche per la corsa all'Europa: "Deve essere un obiettivo per un club come il Milan, ha sempre fatto parte della storia di questa società prestigiosa, ci sono grandissime partite, dobbiamo essere concentrati sul nostro lavoro quotidiano ed il provare ad affrontare tutte le prossime come se fossero decisive. La classifica è corta, il campionato è complicato e competitivo, le medio-piccole sono cresciute molto, vincere è difficile, prestazioni importanti".
"Ibrahimovic ci sarà"
Tra gli ex forse il più importante è proprio Zlatan Ibrahimovic. Assente contro il Verona, Pioli conterà sullo svedese domenica sera: "Lui ha avuto un affaticamento, complicato dall'influenza: ora questa è passata, speriamo possa essere in campo domenica prossima". Arrivato un mese fa, Zlatan è diventato subito l'uomo copertina del Diavolo. Il tecnico rossonero ammette la sua importanza: "Milan Ibra-dipendente? Per noi è un riferimento importante, ma tutta la squadra sta cercando di crescere. È chiaro che meno sei dipendente da un singolo giocatore, più hai possibilità degli equilibri giusti e vantaggi in altre situazioni. Ma è inevitabile che i campioni danno possibilità alla squadra di essere maggiormente performante. Come se togliessi Romelu Lukaku all'Inter, Ciro Immobile alla Lazio, Cristiano Ronaldo alla Juventus o Edin Dzeko alla Roma". Chiusura sulla panchina d'oro a Gasperini: "Credo che si sia ampiamente meritato questo premio, è qualcosa di importante per quello che sta facendo. Io ho votato Sinisa Mihajlovic, sia dal punto di vista tecnico, quando è subentrato a Bologna ha fatto un lavoro molto importante, risollevando le sorti di una squadra fortemente in difficoltà, sia dal punto di vista morale, per come sta affrontando questi momenti".
L'apprezzamento della società
Successivamente la società ha espresso il proprio gradimento per l'operato del tecnico. "Grande apprezzamento da parte del fondo Elliott per il lavoro che sta facendo Stefano Pioli al Milan". Lo evidenziano all'Ansa fonti vicine alla proprietà rossonera, nella giornata in cui la Bild rilancia l'ipotesi di Rangnick come prossimo allenatore e direttore sportivo del Milan. "A fine stagione - riferiscono le stesse fonti - si farà il punto, come avviene normalmente".
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Juventus, Sarri e l'abbondanza da gestire: due ostacoli verso la perfezione
Il tecnico deve far ruotare tutti gli attaccanti a disposizione e deve gestire reazioni non sempre appropriate
Tre punti conquistati, altrettanti di vantaggio mantenuti sull'Inter, ma anche tante polemiche, in campo e fuori. La domenica della Juventus è stata un concentrato di gioie e tensione: le parole di Commisso, la risposta di Nedved, ma anche la reazione di Higuain al cambio, ennesimo capitolo di una convivenza nell'attacco bianconero dai labili equilibri. "Contro la Fiorentina avevo bisogno di Douglas Costa per allargare il campo - ha spiegato Sarri a fine partita -, ma se lasci fuori Dybala vai a letto bestemmiando perché è una cosa pesante, abbiamo tante soluzioni offensive ma difficili da mettere insieme per i tanti giocatori che abbiamo". Difficile come accettare la panchina o un cambio, specialità che ha visto l'ennesimo capitolo al 22' del secondo tempo, quando Dybala è entrato al posto di Higuain: smorfie inequivocabili da parte del Pipita, necessarie per ingoiare l'amarezza della sostituzione ma anche per assimilare una partita in cui il centravanti argentino non ha brillato pur risultando l'autore dell'unica conclusione pericolosa verso la porta di Dragowski, neutralizzata da una provvidenziale parata del portiere polacco.
Abbondanza in attacco
Un periodo resto ancora più complicato dalla mancanza di impegni ravvicinati, parentesi che terminerà fra 10 giorni quando tra la Coppa Italia e la Champions i match ravvicinati non mancheranno. L'intoccabile Ronaldo, Dybala, Higuain, il rientrante Douglas Costa, il gallese Ramsey: abbondanza che non può che fare felice il tecnico, ma che necessariamente lo pone di fronte a due ostacoli nel raggiungimento della perfezione, dal punto di vista tecnico e da quello emotivo. Il primo è la necessità di far ruotare tutti gli attaccanti a disposizione, che da un lato rende imprevedibile la Juventus e dall'altro mina il percorso verso la creazione di ingranaggi perfetti. Senza dimenticare le reazioni di purosangue come Higuain, Dybala e prima ancora Cristiano Ronaldo: a novembre, quando venne sostituito due volte, CR7 non la prese benissimo. Un filone in cui si sono inseriti prima Dybala, che non ha mai nascosto la sua delusione quando la lavagna luminosa ha segnalato il numero 10 mettendo fine alla sua partita, quindi Higuain.
In attesa del bel gioco
La Juventus si gode il primo posto, inseguita a una partita di distanza da Inter e Lazio, ma resta in attesa del bel gioco. Anche contro la Fiorentina, nonostante il risultato, i bianconeri non hanno brillato, rischiando più volte di capitolare e regolando la resistenza dei viola con due rigori, il secondo dei quali ha scatenato le polemiche dei fiorentini, e con il terzo gol segnato da De Ligt. "Dobbiamo pensare che abbiamo cambiato interamente lo staff tecnico - la tesi difensiva del vicepresidente bianconero, Pavel Nedved -. I tifosi vogliono tutto e subito ma non è semplice: Sarri ha bisogno di tempo, credo che la squadra stia migliorando ma non si può ottenere tutto in fretta. Ronaldo? Si parla sempre troppo presto - ha concluso Nedved riferendosi al periodo di crisi vissuto in autunno da CR7 -. Abbiamo programmato la stagione per essere al massimo della condizione nel momento clou e molti stanno arrivando al massimo della forma. Adesso giocheremo le partite chiave e vedremo come andrà"
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Roma-Friedkin, nuova riunione nella sede del club: si lavora per chiudere entro San Valentino
In ballo la chiusura della due diligence legale e la stesura dei contratti in vista del closing per il passaggio della Roma dalle mani di James Pallotta a quelle del gruppo texano
Un altro passo verso il closing. La Roma e gli uomini di Friedkin si sono incontrati nella mattinata di lunedì nella sede del club giallorosso, in viale Tolstoj all'Eur. Una decina di manager, tra cui uno dei fedelissimi di mister Dan Friedkin, il direttore Finance & asset Management Brian Walker, hanno varcato i cancelli della sede del club giallorosso prima delle 12: in ballo la chiusura della due diligence legale e la stesura dei contratti in vista del closing per il passaggio della Roma dalle mani di James Pallotta a quelle del Gruppo Friedkin.
Intorno alle 18 la delegazione a Stelle e strisce era già di rientro nell'hotel in Piazza della Repubblica, a due passi dalla stazione Termini, scelto come base dai manager. In queste ore è atteso l'arrivo a Roma anche di Dan e Ryan Friedkin, che potrebbero partecipare alle prossime riunioni con i vertici del club giallorosso, il Ceo Fienga, attualmente mediatore tra vecchia e nuova proprietà e protagonista della riunione insieme agli emissari del futuro azionista di riferimento. Per la chiusura del deal si dovrebbe attendere intorno alla metà del mese, a cavallo di San Valentino e quasi certamente prima del 17 febbraio. La volontà comune è di fare in fretta, per portare a termine un'operazione per cui nessuno ha più voglia di attendere.
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Zeman e il calcio femminile: "Di solito in Italia le donne stanno in cucina"
Il tecnico boemo commenta l'ascesa del football in rosa: "Perché sta esplodendo solo ora? In Italia ci sono tanti problemi già nel maschile, le donne di solito venivano sempre dietro nel calcio. Vedremo se riusciranno a fare un altro passo avanti. Questione di cultura? Anche. Non so se è grave, certo è che i maschi devono mangiare..."
Spesso e volentieri quando parla fa discutere, e anche in questo caso le parole di Zdenek Zeman non passeranno certo inosservate. L'esperto tecnico boemo, in particolare, ha commentato la crescita esponenziale del calcio femminile nell'ultimo periodo, concedendosi però qualche battuta che definire poco felice è il minimo. "Il calcio femminile è in grande sviluppo in Italia, anche per la partecipazione ai Mondiali, speriamo vada sempre più avanti - ha affermato l'ex allenatore di Roma e Lazio a margine della cerimonia ci consegna della Panchina d'Oro a Coverciano - Perché sta esplodendo solo ora? Beh, penso che in Italia abbia tanti problemi già il calcio maschile. Serie B e Serie C hanno grossi problemi, le donne di solito venivano sempre dietro nel calcio: vedremo se riusciranno a fare un altro passo avanti. È una questione di cultura? Anche, di solito le donne in Italia stanno in cucina... Se è grave ciò che ho detto? Non so se è grave, certo è che i maschi devono mangiare".
"Rigori di Juve-Fiorentina? Si possono dare"
Zeman parlando con i giornalisti si è soffermato anche sulle polemiche post Juventus-Fiorentina: "Le ho sentite, ho visto anche la partita, sono due rigori che si possono dare, lo hanno deciso gli arbitri ed il Var. Ripercussioni su Fiorentina e Commisso dopo il suo sfogo? Non credo, tanto poi alla prossima partita la Fiorentina vince e non ci sono problemi. Prima chi si lamentava di più poi aveva dei vantaggi. Oggi penso che sia difficile. La Var, se usata nei modi giusti, aiuta a decidere le cose". Parlando poi della corsa scudetto il boemo ha puntualizzato:"Tutti hanno dichiarato che la Juventus ha una rosa superiore alle altre, però poi le partite si devono sempre giocare. La Roma è particolare, poi da quando c'è questa società è ancora più difficile lavorare. Ci ho lavorato sia ai tempi di Sensi, che era una cosa, sia con questa società ed era tutta un'altra cosa. Ho visto la Lazio nel derby e non ha mai visto la palla. Però se in 16 partite non ne perde una vuol dire che ha qualcosa. Oggi è una Lazio competitiva".
"Contento per Panchina d'Oro a Gasperini"
Zeman ha poi allargato il campo del discorso. "Nel sistema calcio italiano il problema è che si parla sempre meno di calcio e si parla più di altre cose, economiche, dove si può guadagnare di più. Io penso che il calcio rimane sempre uno sport dove non si deve pensare a guadagnare ma se fai bene si guadagna", il giudizio del 72enne nato a Praga, che poi si è espresso sull'assegnazione della Panchina d'oro a Gian Piero Gasperini: "Io non ho votato perché non ho allenato l'anno scorso. Però sono contento che abbia vinto Gasperini perché sta facendo molto bene in una società che sicuramente non ha i mezzi delle altre. Allenatori che mi piacciono? In serie A sia Liverani che De Zerbi stanno facendo bene, sono giovani - ha concluso Zeman - e hanno una strada aperta per il loro futuro".
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Commisso ad alta tensione: «Nedved arrogante, Nicchi non mi minacci. Non sono lo scemo d’America»
Il presidente della Fiorentina è una furia: «Noi e la Juventus dobbiamo essere trattati allo stesso modo. In Usa gli arbitri prendono le critiche e stanno zitti, lo facciano pure qui»
Zdenek Zeman fa uno sforzo per svecchiare una sceneggiatura stagionata: «I rigori per la Juve si potevano dare tutti e due», dice l’allenatore boemo. A Coverciano ci sono quasi tutti i tecnici di A, B e C, ma di calcio giocato non si parla di certo. A tenere banco sono il presidente della Fiorentina Rocco Commisso e quello dell’Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi, dopo le scomposte polemiche domenicali del patron viola, diventate accuse al sistema. Commisso conferisce a lungo con il presidente federale Gabriele Gravina, che gli chiede di abbassare i toni e lo rassicura sul fatto che non ci sia alcun complotto contro la Fiorentina. «Il calcio deve riacquistare serenità nelle espressioni e nei giudizi — dice il numero uno della Figc —. L’ho precisato a Commisso, l’arbitro può sbagliare ma da parte mia difenderò sempre l’istituzione, solo in questo modo diamo garanzia di affidabilità a tutto il mondo del calcio. Lo sfogo credo possa essere ritenuto legittimo da parte sua e non condivisibile da parte mia: non si può giustificare una alzata di toni come quella delle ultime 24 ore. Tutti tranquilli, tutti calmi e andiamo avanti. Ci saranno sanzioni? No, non è il momento».
Commisso però non ci sta. E attacca ancora, pur senza ripetere concetti pesanti («schifo», «porcherie», «disgusto») come quelli espressi allo Stadium per il rigore del 2-0 juventino, concesso dall’arbitro Pasqua per fallo di Ceccherini su Bentancur (e assegnato anche dopo aver rivisto l’azione al monitor). Quella di Torino per il presidente viola è stata la classica goccia, dopo settimane di silenzi sofferti per i torti subiti: «Se fosse stato un solo incidente non avrei parlato, ma dato che sono stati tre, allora parlo. Contro Genoa e Inter c’erano rigori per noi: perché nessuno è andato alla Var? Noi e la Juventus dobbiamo essere trattati allo stesso modo: loro hanno ricavi altissimi ma pagano alla federazione quanto paghiamo noi. E Nedved non può parlare così, è stato irrispettoso. Non so chi gli dia questa arroganza, vada a casa sua. Chiedo rispetto alla Lega per il bene del calcio italiano: non ho bisogno di chiedere favori a nessuno, però non mi piace che mi trattino come lo scemo d’America».
La preoccupazione è anche legittima per un imprenditore sbarcato da poco in serie A, grande conoscitore del settore dei media e già molto attivo negli investimenti. Però la polemica come sottolinea non esce dalle secche del dopo partita: la Juve domenica ha mandato in prima linea il vicepresidente Nedved, che ha invitato Commisso «a non cercare alibi. E a bersi un tè prima di parlare», forse scambiandolo con la camomilla. E poco importa che lui e il presidente Agnelli siano spesso in simbiosi: per il d.g. della Fiorentina, Pradè, «Rocco è un personaggio top a livello mondiale e non deve perdere tempo a parlare con un dirigente. Firenze ormai è casa sua e Commisso la vuole difendere: questo mi inorgoglisce parecchio». Ognuno insomma porta la sua quota di orgoglio, buono per il proprio mercato, di tifosi o tesserati. Anche le dichiarazioni del presidente dell’Aia Marcello Nicchi vanno in questo senso: «Commisso? Dico solo che gli arbitri sono disgustati dal suo comportamento». In serata, il presidente viola a Radio Bruno replica anche a lui: «Non so come si fanno le cose qui in Italia. Se la sua è una minaccia, serve una risposta riservata e formale. L’organizzazione degli arbitri è come quella dei giudici: sa quante critiche prendono i giudici negli Usa e stanno zitti? Lo facciano pure loro». La guerra di Rocco potrebbe essere solo all’inizio.
CorSera
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La forza dei campioni e gli inutili piagnistei contro gli arbitri
Le accuse di Commisso alla Juve e le sfuriate di Conte, ma le partite si vincono con Ronaldo, Immobile e Lukaku
di MAURIZIO CROSETTI
Le partite si vincono con Ronaldo, Immobile e Lukaku, non con gli arbitri. Il nostro modo vittimista e lamentoso di guardare il mondo, più contagioso di qualunque virus, esempio di becera incultura sportiva e debolezza psicologica (chi immagina complotti ovunque è un debole nella migliore delle ipotesi) ha colpito anche Rocco Commisso, appena arrivato ma già a suo agio nel dire che gli arbitraggi lo disgustano, anzi l’intero sistema lo disgusta, e che si farà sentire in Lega, altroché. Scemenze. Che senso avrebbe una lobby trasversale contro la Fiorentina? Pilotata da chi? E perché? Se la Juventus vince da cent’anni è anche perché gli avversari sprecano tempo ed energie: invece di combatterla sul campo la soffrono fuori, le usano contro i luoghi comuni, il potere, il fatturato, gli arbitraggi.
NIENTE POLEMICHE. Finché rimane questo il livello del dibattito, la Juve può stare tranquilla. Ieri ha vinto pur giocando in modo sonnolento e noioso, troppi tocchi, pochi tiri. Nettissimo il primo rigore, più sì che no il secondo, persino Sarri avrà riflettuto sulla stupidaggine della maglia a righe o senza. Ha sbagliato Nedved a replicare, lui che in campo non era un cristallo di virtù quando c’erano di mezzo arbitri, falli e rigori, ma è pur sempre il vicepresidente bianconero. Così come ha fatto malissimo Conte a sbraitare contro l’arbitro alla fine del primo tempo, almeno la scorsa settimana aveva aspettato il 90’. Poi l’Inter ha vinto lo stesso perché ha il cuore e la classe di Lukaku, non per essersi ribellata a universali ingiustizie.
GOL. Anche se dai tombini escono miasmi, il campionato riluce della bravura di quelli che tacciono e giocano. Cristiano Ronaldo ha segnato 14 gol nelle ultime 9 partite, Immobile ne ha messi dentro 25 in 21, una media meravigliosa, Lukaku anche senza Lautaro è l’Inter: un giocatore così è una benedizione.Chi tace e vince è la Lazio. Invece chi perde e basta è il Torino, 15 gol presi in 3 partite: Mazzarri, altro lamentoso cronico, non sarà rimpianto.
Le accuse di Commisso alla Juve e le sfuriate di Conte, ma le partite si vincono con Ronaldo, Immobile e Lukaku
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Commisso non sarà lo scemo d'America ma forse è uno scemo e basta, senza certificato di provenienza. Inoltre, pur arrivando dalla terra "dei liberi", la libertà (di critica, di parola) la intende a modo suo: parlo io e voi tutti zitti.
Difatti Nedved, per aver risposto a Commisso, si becca dell'arrogante, mentre Nicchi, per aver detto che ad essere disgustati sono gli arbitri, viene tacciato di minacce. Insomma, qua può parlare solo Commisso, ormai scatenatosi senza più freni inibitori.
Più che un imprenditore "top mondo", come lo ha definito il suo stipendiato Pradè, ci troviamo di fronte all'ennesima riedizione del presidente verace, con sinistri slittamenti verso il pagliaccesco. Ci serviva importarli dagli Usa?
Per quanto riguarda Pioli, che senza tema accolla il pari interno col Verona all'assenza di Ibrahimovic, e paragona il togliere lo svedese al Milan col fare lo stesso con Ronaldo alla Juve, vorremmo solo umilmente sottolineare che, se togli Ronaldo alla Juve, si presume che un Verona in casa lo si batta lo stesso...idem dovrebbe accadere se togli Ibra al Milan...perchè se non sei capace di avere un 11 che faccia 3 punti col Verona in casa, sei una pippa tu e pure quelli che alleni.
Il Napoli sta tentando una risalita: vale lo stesso discorso fatto per il Milan (per il quale l'aggiunta concorrenza del Napoli diventa un ulteriore problema): 10 punti di distacco e corsa su Roma e Atalanta. Praticamente non ti puoi più permettere quasi più nemmeno un pari, dovendole vincere tutte, per sperare: missione impossibile ma tanto uno deve comunque giocarle e ci prova.
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Fa specie pensare al fatto che Sivori e Charles giocassero insieme.
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Con Boniperti alle loro spalle, che si era reinventato (nell'ultima fase della sua carriera) "trequartista". Una splendida macchina da goal quella Juventus pensata e voluta dal padre dell'attuale presidente (Umberto Agnelli) che acquistò Charles e Sivori appunto. La Juve della prima stella - nel '58...siamo nel 2020 e c'è ancora chi alla prima è rimasto e deve arrivare alle seconda...però possono parlare i Commisso, che nel calcio italiano sono gli ultimi arrivati, e non la prima squadra italiana, perchè altrimenti sono "arroganti".
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