Haland ha 19 anni alto 1.94 madre santissima
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da DR. MERDONSO Visualizza MessaggioHaland ha 19 anni alto 1.94 madre santissima(ride)
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Originariamente Scritto da DR. MERDONSO Visualizza MessaggioHaland ha 19 anni alto 1.94 madre santissima
Inviato dal mio VOG-L29 utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioE il Padre è 1.75 m.
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Originariamente Scritto da thai95 Visualizza Messaggiose continua cosi' il prossimo anno può essere il prossimo higuain,halaand ha una clausola rescissoria fissata a 55 milioni euro attivabile giugno 2021,a quella cifra è un affarone,mi auguro che il prezzo di questa clausola sia reale,I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioIo ho letto 2022. Il prezzo pero' non saprei...(ride)
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioE' la prima volta che il Torino perde 7-0 in casa in tutta la sua storia.
Minuti contati per Mazzarri.
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L’Atalanta umilia il Torino con una valanga di gol. La squadra di Gasperini fra alti e bassi, dopo il ko con la Spal ha sommerso un Toro completamente allo sbando. Squadra contestata, i tifosi vogliono le dimissioni di Mazzarri
Atalanta-Torino 0-7
E’ il periodo più brutto per la storia recente del Torino di Cairo. Si è fatto umiliare dall’ Atalanta che gli ha rifilato 7 gol, di cui tre di Ilicic (il secondo addirittura da centrocampo.) Non poteva andare peggio, anche se Sirigu ha evitato che la sconfitta fosse ancor più ampia e clamorosa. L’ Atalanta aveva perso incredibilmente con la Spal e si è rifatta su un Toro allo sbando che in questa stagione non ha mai vissuto due settimane tranquille tutte insieme. I tifosi sono in completa rottura con la società e con l’allenatore, al fischio finale di Torino-Atalanta si sono assiepati fuori, chiedendo la testa del tecnico, ormai alla sua terza stagione in granata. Lui non si dimette e va avanti. In certi momenti a fare quel mestiere ci vuole un bel coraggi.
SERIE A, GIORNATA N. 21 Brescia-Milan 0-1 (71' Rebic M), Spal-Bologna 1-3 (23' Petagna rig S, 24' Vicari aut B, 59' Barrow B, 63' Poli), Fiorentina-Genoa 0-0, Torino- Atalanta 0-7 (17' Ilicic A, 29' Gosens A, 45' + 1' Zapata rig A, 53' Ilicic A, 54' Ilicic A, 86' Muriel rig A, 88' Muriel A), Inter-Cagliari, Verona-Lecce, Parma-Udinese, Samp-Sassuolo, Roma-Lazio, Napoli-Juventus. *** Atalanta-Torino 0-7 E' il periodo più brutto per la storia recente del Torino di Cairo. Si è fatto umiliare dall' Atalanta che gli ha rifilato 7 gol, di cui tre di Ilicic (il secondo addirittura da centrocampo.) Non poteva andare peggio, anche se Sirigu ha evitato che la sconfitta fosse ancor più ampia e clamorosa. L' Atalanta aveva perso incredibilmente con la Spal e si è rifatta su un Toro allo sbando che in questa stagione non ha mai vissuto due settimane tranquille tutte insieme. I tifosi sono in completa rottura con la società e con l'allenatore, al fischio finale di Torino-Atalanta si sono assiepati...ma di noi
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Inter, mercato, aspettative e voglia di riscatto: cosa c’è dietro l’inquietudine di Conte
L’Inter a Cagliari in emergenza: gioca dal 1’ Young. L’allenatore «ridimensiona» gli acquisti: «Non abbiamo preso mezzo Real Madrid»
È una vigilia strana, sospesa tra la necessità di ripartire forte dopo il deludente pareggio di Lecce, il quarto nelle ultime sei partite, e di inquadrare i mesi che verranno. Antonio Conte è inquieto e puntiglioso. I messaggi che sono passati in questi giorni lo hanno rabbuiato più della classifica che parla a favore della Juventus senza dimenticare l’esuberanza della Lazio. «Non stiamo comprando mezzo Real Madrid», dice insofferente. Il mercato dell’Inter non lo fa impazzire, soprattutto l’allenatore tiene a precisare che non può cambiare l’orizzonte di una squadra «in crescita, ma che sta facendo un percorso anche se qualcuno non lo capisce».
Vivere rasoterra è la filosofia in questo momento complicato. Questo non significa che Conte sia diventato improvvisamente rinunciatario. «Proviamo a vincere ogni partita, attaccando sempre, anche quando sarebbe logico non farlo. Se fossimo stati più attenti, non avremmo subito il pareggio in contropiede a Firenze».
Ma non bastano Young, che oggi dovrebbe debuttare contro il Cagliari «per necessità», e Moses a cambiare lo scenario. Neppure Eriksen e Giroud, che sbarcheranno la prossima settimana. Quattro acquisti dal mercato inglese (anche se il nigeriano arriva dal Fenerbahçe). «Si vede che Marotta e Ausilio sono profondi conoscitori di quel campionato...» dice il tecnico e se non voleva essere ironico, di sicuro non ha sposato al cento per cento la campagna di rafforzamento. «Intanto l’acquisto è uno, Young. Moses è in prestito e gli altri due non sono arrivati. L’equazione è semplice: uno entra, uno esce. Due entrano, due escono. Non ci stiamo inventando niente». A chi gli chiede se è soddisfatto, Conte non risponde né sì né no, forse perché avrebbe preferito Vidal a Eriksen o magari perché sino a quando il giocatore del Tottenham non si presenterà, meglio rinviare i giudizi. Rimanendo ancorati alla voglia di riscatto.
«Se giudichiamo negativo il pari con il Lecce significa che siamo cresciuti perché in passato gare così l’Inter ne ha fatte parecchie. Quest’anno abbiamo perso solo con la Juve. Non possiamo andare sempre a mille e possono capitare giornate così. L’importante è non scoraggiarsi», il messaggio del leader nerazzurro. Vale per i giocatori e vale per i tifosi. Vincere tutto senza aspettarsi niente. Oggi, in piena emergenza, con soli tre centrocampisti: Borja Valero, Barella e Sensi. Nella speranza (nerazzurra) che Lukaku e Lautaro non siano quelli visti in Puglia.
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La fuga e i record di Ronaldo: così Napoli non agita Sarri e la Juventus
I campioni d’Italia a +27 sull’ex rivale. E l’allenatore: «Tornare lì? Magari smetto prima»
Saranno forse i 27 punti di differenza tra le due grandi antagoniste degli scorsi anni, ma l’atmosfera attorno a questo Napoli-Juve sembra fin troppo rarefatta. Maurizio Sarri, illanguidito dal ritorno nello stadio dove a 56 anni ha dato la svolta alla sua carriera, esclude di tornare un giorno sulla panchina dove è diventato il Comandante: «Dopo questa esperienza potrei anche smettere, dovrò vedere quante energie mi saranno rimaste e se penserò di poter fare ancora bene. Se mi aspetto fischi? Li considererei una manifestazione d’affetto. Ero lì quando la Juventus ha pagato la clausola di Higuain e posso dire che i fischi a Gonzalo erano ingiusti».
Dopo lo show nel primo tempo contro la Roma in Coppa Italia e il tentativo di fuga con i 4 punti di vantaggio sull’Inter, Sarri ha davanti cinque partite prima dello scontro diretto dell’1 marzo contro i nerazzurri: Napoli, Fiorentina, Verona, Brescia, Spal. Pensare a un filotto non è un peccato di presunzione, anche perché la Juve sembra in continua crescita, anche atletica. I (pochi) punti persi per strada a Firenze, a Lecce e col Sassuolo in casa (oltre che a Roma contro la Lazio) insegnano però che questa squadra quando abbassa il ritmo può prendersi qualche colpo d’aria: la differenza spesso si vede all’interno della stessa partita, a dimostrazione che la ricerca dell’equilibrio è un esercizio piuttosto complicato.
A tenere alta la concentrazione ci pensa comunque questo Ronaldo da record, che punta a segnare per l’ottava partita di fila: sarebbe la quarta volta che ci riesce in un campionato, mentre Messi lo ha fatto «solo» tre volte. Dettagli, che però a volte fanno la differenza. Soprattutto contro un avversario che ha rialzato la testa qualificandosi a sua volta per la semifinale di Coppa Italia. Rino Gattuso, senza pezzi pregiati come Koulibaly, Allan e Mertens, dà il suo contributo per ravvivare l’operazione nostalgia legata al ritorno di Sarri al San Paolo: «Lui in questo momento è tra i più forti al mondo, ma già 2-3 anni fa qui ha costruito una macchina perfetta. È bravo. E qualche copia-incolla da lui l’ho fatto più di una volta».
Sarri copia-incolla alla sua Juve non ne fa mai: dopo il 4-3-3 con Higuain e Costa, potrebbe tornare alla coppia Dybala-Ronaldo, con trequartista annesso. Del resto la Joya scalpita, anche per capire che aria tira sul suo futuro: «Mi rimangono due anni di contratto — ha spiegato al Guardian —. Non è un periodo breve, ma non è nemmeno lungo. Vedremo quali sono i piani della Juventus, se pensano che potrei partire nel prossimo mercato o se vogliono che io rimanga. Questa è una decisione che la società deve prendere».
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Roma, Fonseca: "Il derby? Non cambieremo mentalità o schemi"
Il tecnico giallorosso conferma la difesa a quattro: "Se mettessi Mancini a centrocampo stravolgerei due reparti. Voglio vedere una squadra coraggiosa. Lotteremo per i tifosi. Lo striscione contro Zaniolo? Chi lo ha scritto non ama il calcio"
"Dobbiamo giocare il derby per vincere. Non cambio mentalità o schemi per una partita". È un Paulo Fonseca determinato quello che si presenta in sala stampa, a Trigoria, alla vigilia dell'atteso derby della capitale. Il tecnico giallorosso, malgrado la pesante sconfitta con la Juve in Coppa Italia, non ha in mente rivoluzioni in squadra: "Non è perché abbiamo perso due volte contro la Juve che dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Non dobbiamo cambiare atteggiamento. Abbiamo sbagliato due partite ma nelle altre gare abbiamo fatto sempre bene, con grande gioco e con una buona mentalità. Contro la Lazio voglio una squadra coraggiosa. Giocheremo, come sempre, con la difesa a quattro e con Cristante a centrocampo. Non alzerò Mancini in mediana perché significherebbe stravolgere due reparti. Sono fiducioso perché la squadra è motivata e in condizioni di fare una buona partita".
"Vedrete un Kluivert diverso, ottimista su Diawara"
A far tornare il sorriso a Fonseca anche le notizie provenienti dall'infermeria. "Perotti e Pastore non sono nelle condizioni fisiche di entrare in campo dal primo minuto ma sono convocabili e saranno accanto a me panchina. Il resto? Chi giocherà lo vedremo domani. Kluivert? È rientrato dopo un lungo infortunio lungo e ha giocato 90' per via delle assenze di Perotti e Zaniolo, nonostante avesse pochi allenamenti sulle gambe. Per questo è stato molto 'stanco' contro la Juve. Ma ora si è riposato e garantisco che contro la Lazio vedrete un Kluivert diverso".Tornando sugli infortunati, il tecnico giallorosso dice di non essere preoccupato per le condizioni di Diawara: "Sono ottimista. I prossimi giorni sono molto importanti. Non c'è bisogno di fare un intervento chirurgico adesso. Sta migliorando e spero che non ci sia bisogno di intervento. Lui oggi mi ha detto che si sente molto meglio".
"Lo striscione contro Zaniolo? Chi lo ha scritto non ama il calcio"
A Trigoria oggi si sono presentati oltre 1000 tifosi per sostenere la squadra. Fonseca li ringrazia: "È bellissimo per noi vedere questo appoggio. Questo sostegno per noi è importantissimo. I nostri tifosi in tutti i momenti ci hanno dato un grande sostegno. Dobbiamo lottare per loro e fare un grande partita. Loro meritano il nostro massimo impegno". 'Bacchettata', invece, ai tifosi della Lazio che nella notte, fuori dei cancelli del 'Fulvio Bernardini' hanno esposto uno striscione contro Zaniolo ("Zaniolo come Rocca... Zoppo de Roma"., ndr): "Chi lo ha fatto non è un tifoso di calcio. Non è una persona che ama il calcio".
"Politano? Nessun rimpianto. Arriverà un esterno nei prossimi giorni"
Chiusura dedicata al mercato che è in pieno fermento: Politano, che sembrava destinato alla Roma, si sta accasando al Napoli mentre i giallorossi stanno stringendo per avere Carles Perez del Barcellona: "Politano non è un rimpianto. L'operazione non si è fatta. Non voglio dire perché ma penso che Petrachi e Fienga abiano difeso bene gli interessi della Roma. Avremo altre possibilità e penso che nei prossimi giorni vedrete un nuovo giocatore che sostituirà Zaniolo. Le caratteristiche sono chiare: deve essere uno che gioca bene dentro al campo, veloce e con profondità".
Last edited by Sean; 26-01-2020, 08:41:24....ma di noi
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Lazio, Inzaghi: ''Derby speciale, ci arriviamo arrabbiati''
L'allenatore biancoceleste presenta la stracittadina: ''Sono qui da 21 anni, è una partita che emoziona tutti''. C'è amarezza dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia: ''Non meritavamo di perdere''. Recuperati Correa e Luis Alberto
"Sono qui da 21 anni, avrò giocato 50 derby comprese le giovanili. E' speciale, è una partita che emoziona tutti quanti". Simone Inzaghi presenta così il derby capitolino, in programma domenica alle 18. Per i biancocelesti è l'occasione di rimanere agganciati al treno scudetto e di riscattare l'eliminazione in Coppa Italia di martedì scorso a Napoli: "Sappiamo cosa rappresenta il derby per noi e la tifoseria. Ci arriviamo delusi e arrabbiati per quello che è successo martedì, abbiamo perso una partita che non meritavamo di perdere. Siamo usciti da una competizione per noi importante".
"Pareggio? Derby si gioca e si vince"
A chi gli chiede se firmerebbe per un pareggio, Inzaghi risponde in maniera secca: "Il derby bisogna giocarlo e vincerlo. Sarebbero 3 punti importantissimi. Sappiamo che da qui in poi ci aspettano 19 finali, da vivere una dopo l'altra". Sui giallorossi: "Affrontiamo una squadra che sta facendo un ottimo percorso, l'allenatore è molto preparato e nonostante gli infortuni ha messo sempre in campo formazioni competitive". Il pubblico può essere l'arma in più: "Lo sappiamo che domani i nostri tifosi saranno presenti, anche se siamo in trasferta. Ci spingeranno dall'inizio alla fine". Fondamentale sarà l'approccio: "Ogni giocatore si prepara a modo suo, ho solo chiesto lucidità perché ci sarà tantissima pressione. Dovremo essere sempre dentro la partita con la testa. Dobbiamo interpretarla bene, sempre con massima concentrazione. Arriviamo da favoriti? I pronostici si azzerano", ha minimizzato il tecnico biancoceleste.
Recuperati Correa e Luis Alberto
Per Inzaghi buone notizie dall'infermeria: "Correa e Luis Alberto? Ho avuto buone risposte, quello che cercavo. Dovrebbero essere entrambi della partita". L'argentino è in ballottaggio con Caicedo: "Correa sta meglio ma Felipe non mi ha mai fatto sentire la sua assenza. Immobile viene da 4 partite consecutive da 90 minuti, dovrò valutare. In mezzo Parolo a Napoli è stato uno dei migliori. In difesa, a destra, ancora non avremo Marusic e mi toglie la rotazione con Lazzari, che sta facendo benissimo". Vigilia movimentata con i beceri insulti a Immobile da una parte e Zaniolo dall'altra, Inzaghi cerca di smorzare i toni: "Mi auguro che sia uno spettacolo. Lo stadio sarà pieno, dovremo offrire una bella gara".
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Donnarumma è ritornato grande: ma il contratto (e Raiola) inquietano il Milan
Anche a Brescia almeno quattro interventi da campione, ora vale 70 milioni. Ma il suo contratto scade tra un anno e mezzo e lui non rinnova. E i bianconeri si fanno sotto
Sempre più Supergigio. Anchea Brescia almeno quattro interventi da campione. Senza Donnarumma, sarebbe stata tutta un’altra partita. A conferma che è davvero tornato a livelli altissimi. La sua quotazione si aggira di nuovo sui 70 milioni. Ma il suo futuro è sempre più un enigma. Che angoscia sempre più il Milan. Il suo contratto a 6 milioni netti annui scade fra un anno e mezzo. E al momento non c’è un’intesa col club per il rinnovo. I tifosi rossoneri tremano: fra 18 mesi Gigio si può liberare gratis.
Raiola
Ieri a Brescia in tribuna c’era il suo agente Mino Raiola, che a Sport Mediaset ha lanciato un paio di bordate al progetto Milan: “Non mi piace, perché non credo che questo sia il Milan che il mondo conosce. Non credo che sia la squadra che Maldini e Boban sognano. Non credo neanche che Elliott stia pensando che questo sia il vero Milan. Non ho mai parlato né con Gazidis né con altri, ma se questo è il Milan che vogliono il mio consiglio a Elliott è quello di trovare presto un nuovo proprietario perché il Milan ha sempre fatto bene con un proprietario che ha le stesse ambizioni del club”. Così invece su Donnarumma: “Se resterà ancora al Milan? Aspetto ancora le scuse di quei tifosi che mi hanno minacciato, perché poi le cose sono andate come dicevo io. Andiamo avanti per gli altri due anni, non voglio creare alcun tipo di polverone. Se piace alla Juve? Lui interessa a tutto il mondo. Se alla Juventus non interessasse, significherebbe che non capisce niente di calcio”.
Juventus
Che Madama segua il portiere da tempo non è un mistero. Szczesny sta vivendo stagioni da protagonista, ma Gigio ha 9 anni in meno. È il futuro, ma con un’esperienza già enorme, con 184 partite giocate. Un fenomenale giovane vecchio. Paratici osserva da tempo la situazione, in attesa di sferrare in colpo. Al momento giusto. Col contratto che scade nel giugno 2021 e con la trattativa in alto mare, ogni scenario è possibile. Donnarumma intanto si gode il momento. Il rapporto con i tifosi rossoneri è tornato eccezionale: ogni volta che si piazza sotto la porta prima della partita scoppia un boato. Un idolo assoluto, dopo le incomprensioni dell’estate bollente del 2017. E’ cresciuto, tecnicamente e caratterialmente. A fine partita ha parlato così a Sky: “E’ un Milan che sa soffrire, venire qui non era facile, ci è voluta una grande prova di forza, siamo veramente contenti”. L’Europa è agganciata. E il Milan vuole restarci. Per tornare ad avere un futuro. Ma anche nella partita Donnarumma il Milan dovrà giocare al meglio le sue carte: perderlo a zero non sarebbe una sconfitta, ma un fallimento.
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Arabia Saudita, un fondo sta per acquistare il Newcastle a 450 milioni
Continua la politica di sviluppo dell’Arabia nello sport: dopo le finali di Supercoppa italiana e spagnola, la Dakar e i supermatch di boxe, il Paese saudita è deciso a entrare nel mercato dei club calcistici
L’Arabia Saudita può iscriversi al club dei grandi investitori nel calcio europeo. Il Paese saudita ha messo infatti gli occhi sul Newcastle, a dimostrazione di quanto guardi con interesse al calcio e allo sport in generale. Dopo aver ospitato a gennaio e dicembre la Supercoppa Italiana, aver fatto lo stesso con quella spagnola, organizzato il match rivincita dei pesi massimi tra Anthony Joshua e Andy Ruiz, l’ultima Dakar e aver elaborato il piano Vision2030 (per ridurre la dipendenza del governo di Riad dal petrolio per diversificare la propria economia), l’Arabia Saudita è pronta a conquistare la Premier. Così anche il Newcastle potrebbe finire in mani straniere.
Secondo quanto riferisce Dow Jones (e ripreso dal sito Bloomberg), un fondo saudita starebbe trattando con Mike Ashley, proprietario britannico dei Magpies. La cifra? Ben 340 milioni di sterline, pari a 445 milioni di euro. Un affare, secondo fonti vicino al club inglese, addirittura vicino alla chiusura nel giro di pochissime settimane (giorni?). Il potenziale acquirente è il fondo di investimento pubblico, il principale veicolo di investimento del principe ereditario Mohammed bin Salman, insieme a un gruppo di investitori guidati dalla finanziera britannica Amanda Staveley. Il Newcastle, acquistato da Mike Ashley nel 2007 per 134 milioni di sterline, era stato messo in vendita già 12 anni fa, nel 2008. In questo decennio il patron dei Magpies è mai riuscito a cedere il club. Ora una mano potrebbe arrivare dal Medio Oriente, dall’Arabia Saudita.
Il Newcastle non sarebbe l’unica società inglese ad avere una proprietà straniera. Anzi, ce ne sono molte in Premier: Arsenal (al 67% dello statunitense Stan Kroenke), Bournemouth (Macim Denim, russo), Chelsea (Roman Abramovich, russo), Everton (Farhad Moshiri, Iran), Leicester (proprietà thailandese), Liverpool (John William Henry, Stati Uniti), Manchester City (lo sceicco Mansour), Manchester United (famiglia Glazer, Stati Uniti), Southampton (Gao Jisheng, Cina), Watford (famiglia Pozzo, Italia) e Wolverhampton (Guo Guanchang, Cina). A dimostrazione di quanto l’economia mondiale non si tiri indietro a investire in nel campionato Oltremanica. E a conferma di come l’Arabia Saudita faccia sul serio. Dalla Supercoppa Italiana del gennaio 2019 (vinta dalla Juventus contro il Milan) alla Premier, il passo è stato breve. In pochissimo tempo.
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Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza MessaggioMazzarri è con il contratto in scadenza, per me Cairo comunque vada se lo tiene fino a fino stagione, per non pagare due allenatori
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Tifosi inferociti in specie con Cairo, che viene considerato un cantaballe....ma di noi
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