Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Troppa Juve per questa Roma

    Troppa Juventus per questa Roma. E' quanto emerso dal quarto di finale di Coppa Italia tra la squadra di Sarri e quella di Fonseca. Prendo ad esempio il primo gol di Ronaldo: sembrava gol da scapoli-ammogliati, il portoghese si è fatto 40 metri senza opposizione e poi ha segnato. E quando la Juve prende la partita in pugno diventa devastante. Nell'intervallo Fonseca ha toccato le corte giuste, ma un primo tempo del genere non ci sta proprio da parte dei giallorossi. Penso che Florenzi schierato terzino sia roba fuori dal mondo. E' anche giusto recuperare Cristante, che però non ha il ritmo partita. Inoltre Dzeko (squalificato) è fondamentale, perché Kalinic sembra un ex giocatore.

    Fonseca è un bravo allenatore, ma la rosa ha non più di sette-otto elementi di livello (a proposito, Pellegrini dovrebbe essere più continuo). Niente a che vedere insomma con quella di Sarri. Higuain è stato utilissimo, Bentancur strepitoso, Dybala può starsene tranquillamente in panchina. A livello di gioco inoltre, Juve abbastanza 'sarriana': pressing alto, campo accorciato in avanti. Lo ha fatto per una mezz'ora, il tempo necessario per decidere le gara.

    Molto più avvincente la gara tra Napoli e Lazio. la vittoria degli azzurri è stata bellissima e utilissima, ma per Gattuso è, e resterà, un anno si sofferenza. La Lazio ha confermato la sua bontà tecnica e tattica, considerato che mancava Luis Alberto. Ma ha creato tantissimo. Ora il derby, una partitaccia per tutte e due. La Roma è quella che però sta messa peggio: non può sbagliare e non ha certo la tranquillità della Lazio.

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      La storia non cambia, passa la Juventus

      IL TEMPO (T. CARMELLINI) - E dieci! Tutto secondo pronostico, la Roma rimedia la decima sconfitta in altrettante gare giocate all’Allianz Stadium contro la Juventus e lascia la Coppa Italia: una competizione che negli anni passati l'aveva vista protagonista e che invece adesso è diventata una sorta di maledizione. In semifinale va la Juve che vince 3-1 facendo il minino indispensabile e aspetta la vincente di Milan-Torino che si giocherà martedì.

      Resta intatto il tabù (il bilancio dei gol è 24-4 per i bianconeri) che nemmeno l’estro di Fonseca è riuscito ad infrangere: ma era tutto chiaro dall'inizio, perché solo il consueto ottimismo della sponda giallorossa della Capitale poteva far pensare che sarebbe finita diversamente viste le formazioni in campo.

      Questa Juventus non è una corazzata, ha si un paio di fenomeni in mezzo al campo ma contro questa Roma basta e avanza: è comunque squadra. La Roma invece è a pezzi, senza molti titolari e con dei cambi ridicoli: praticamente ieri sera Fonseca (che forse ha sbagliato la formazione iniziale) in attacco non aveva alternative. Quando a un certo punto ha capito che Kluivert (imbarazzante), non poteva giocare, si è guardato alle spalle e ha capito di non aver cambi ade guati. Ma il problema di fondo è che se a questa squadra lì davanti togli Dzeko, unico punto di riferimento vero, la frittata è fatta.

      Peccato, perché la Roma ci ha anche provato, giocando un buon primo tempo ma all'intervallo il bilancio era già impietoso: tre a zero per i padroni di casa con zero tiri in porta dei giallorossi. Non basta muovere il pallone. Apre il primo gol in Coppa Italia di Cristiano Ronaldo, poi va a segno anche Bentacur e (ancora una volta a tempo scaduto) arriva anche il 3-0 targato Bonucci: troppo anche per questa Roma rabberciata. Ripresa un po’ meglio, ma la dinamica della serata è già scritta: e sembra che a saperlo siano più i giallorossi che i padroni di casa. La Roma non ci crede: prima Kalinic sbaglia un gol da dentro la porta (per favore si trovi un alternativa per il futuro: basta opere di bene), poi il gol di Under (in realtà autogol di Buffon) che porta il risultato sul 3-1 ma non riaccende i giallorossi. Fonseca cambia, è costretto a mettere Santon per Kluivert avanzando Florenzi che poco dopo uscirà per Veretout e alla fine si fa pure male Diawara: un disastro.

      Come se non bastasse piove sul bagnato: il tecnico portoghese perde per la stracittadina il giocatore più in forma del momento, anche ieri sera migliore in campo. Fatale, perché domenica al derby sarà un'altra battaglia che rischia di finire in un bagno di sangue. Difficile pensare che questa Roma a pezzi, (recupera solo Perotti e torna Dzeko) possa riuscire a fare meglio della Lazio dei record. Poi è ve ro, il derby è una partita senza pronosti co (é la storiaa raccontarlo), ma mai come stavolta i valori in campo e i pronostici saranno tutti da una parte. Ma almeno la Roma ci deve provare: il popolo gialloroso lo merita

      IL TEMPO (T. CARMELLINI) - E dieci! Tutto secondo pronostico, la Roma rimedia la decima sconfitta in altrettante gare giocate all’Allianz Stadium contro la Juventus e lascia la Coppa Italia: una competizione che negli anni passati l'aveva vista protagonista e che invece adesso è diventata una so...
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        Inter-Eriksen, ballano solo due milioni. Ma Mourinho s’arrabbia

        Braccio di ferro con il Tottenham per il danese, con cui Conte spera di tenere viva la lotta per lo scudetto

        Convocato. «E giocherà», assicura minaccioso Josè Mourinho, l’uomo del triplete nerazzurro, l’ultimo a portare la Champions League in Italia nella primavera di (quasi) dieci anni fa. Christian Eriksen, arrivato alla scadenza del suo contratto con il Tottenham, rischia di rovinare un grande amore. Oggi lo Specialone è il primo nemico dell’Inter, impegnata da giorni nella caccia al formidabile danese che stasera Mou manderà in campo contro il Norwich in Premier League: un chiaro messaggio ai naviganti nerazzurri.

        La strana coppia Marotta-Ausilio
        voleva prendere subito Vidal e a giugno, cioè gratis (si fa per dire), il centrocampista multiuso degli Spurs. Ma il piano si è complicato perché il Barcellona non ha nessuna intenzione di privarsi del cileno e così gli interisti hanno ribaltato i loro propositi. L’obiettivo è chiaro: regalare subito Eriksen a Conte per tenere viva la corsa scudetto e dare la caccia alla Juventus. «Bisogna crederci, non siamo qui per fare le comparse», dice Marotta riferendosi al braccio di ferro con i bianconeri.


        Per riuscire nell’impresa c’è però bisogno di una squadra più omogenea e competitiva. C’è bisogno di Eriksen. Ieri sembrava il giorno della svolta. Mourinho però ha inarcato il sopracciglio, manco fosse Ancelotti e ha sgridato senza remore il suo vecchio club. All’Inter, Josè era pronto a tornare dopo Spalletti e prima di Conte e Moratti, il suo presidente, lo aveva suggerito con entusiasmo alla famiglia Zhang. Ma al mercato non si comanda. Così il portoghese si prende la briga di sgridare la squadra del suo cuore: «Non parlo dei giocatori che non sono miei. Altri sono felici di farlo...». Ogni riferimento all’Inter e a Eriksen è fortemente voluto. Mourinho sa come si fa. Lo abbiamo capito nei due anni in cui ha abitato alla Pinetina.

        Ma al di là delle schermaglie e delle scaramucce, tipiche del mercato, Eriksen sbarcherà a Milano. C’è solo da capire quando. La trattativa è nel vivo. Mancano dei dettagli. E bisogna vincere la resistenza del Tottenham e del suo presidente, l’arcigno David Levy. Ma a Londra sanno che la strada è segnata. E così a Milano. Bisogna trovare l’accordo. Gli inglesi sono partiti da una richiesta di 20 milioni e sono scesi sino a 17. L’Inter ne ha proposti 13 più due di bonus, ed era pronta a inserire nell’operazione il centrocampista Matias Vecino. La differenza è minima. I nerazzurri sperano di chiudere la questione entro fine settimana, al più tardi all’inizio della prossima.

        Intanto hanno accolto Victor Moses, contiano di ferro, esterno del Chelsea ma in prestito al Fenerbahçe, dove ha giocato poco per una serie di problemi muscolari. Per questo le visite sono state accurate. Oggi dovrebbe arrivare l’annuncio, manca solo la liberatoria dei turchi che sostituiranno il neo interista con il milanista Ricardo Rodriguez. Moses (prestito con diritto di riscatto a 12 milioni) è il secondo rinforzo dopo Young. Poi, in attesa di Eriksen, manca solo il centravanti, il francese Giroud, che arriverà a Milano nel momento in cui Marotta e Ausilio riusciranno a trovare l’intesa con la Roma o il Napoli per la cessione di Politano. Diverso il discorso relativo a Tahith Chong, 20 anni, considerato il nuovo Di Maria e in scadenza con il Manchester United. I suoi procuratori chiedono per lui un quinquennale da due milioni netti a stagione e l’Inter non ha ancora preso una decisione.



        CorSera
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          Sfuma Politano: c'è Bernardeschi, s'avvicina Villar

          IL TEMPO (F. BIAFORA) - Una sessione di mercato imprevedibile, con capovolgimenti di fronte continui. La Roma è ritornata forte su Villar dopo aver quasi mollato Politano, vicino al Napoli in prestito con obbligo di riscatto e il possibile inserimento di Llorente nell'affare. Petrachi ha invece deciso di fare una nuova offerta all’Elche: i giallorossi hanno messo sul piatto 5 milioni, cifra che soddisfa gli spagnoli. Il Valencia pare intenzionato a non sfruttare il diritto di prelazione sul calciatore del ‘98, che quindi si avvicina.


          In difesa resta in uscita Jesus per il quale è pronta a stringere la Fiorentina. Per l'esterno le piste Januzaj e Suso non trovano molti consensi a Trigoria, dove si sogna Bernardeschi. Ieri c'è stato poi un contatto con l'agente di Dilrosun, ma l'Herta Berlino lo cede solo a titolo definitivo. Intanto il ds guarda al futuro: «L'idea di mettere un giovane attaccante dentro la rosa è un qualcosa a cui stiamo pensando».

          IL TEMPO (F. BIAFORA) - Una sessione di mercato imprevedibile, con capovolgimenti di fronte continui. La Roma è ritornata forte su Villar dopo aver quasi mollato Politano, vicino al Napoli in prestito con obbligo di riscatto e il possibile inserimento di Llorente nell'affare. Petrachi ha invec...
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            Napoli, ora serve il rilancio in campionato. Ma contro la Juve sarà ancora emergenza

            La qualificazione alle semifinali di coppa Italia ha riportato un po' di sereno nel gruppo azzurro atteso da una conferma nel big match di domenica contro la Juve. Il San Paolo tornerà a riempirsi, dall'infermeria non arrivano buone notizie per il tecnico: non recuperano Koulibaly, Mertens e Maksimovic, solo Allan può farcela


            Prima la qualificazione per gli ottavi della Champions League, adesso quella per la semifinale di Coppa Italia, conquistata grazie alla vittoria al San Paolo contro la Lazio. La crisi del Napoli è circoscritta in maniera sempre più paradossale solo al campionato, in cui evidentemente gli azzurri non riescono a trovare le motivazioni e la continuità di risultati per risalire la classifica. Il trend è rimasto infatti lo stesso anche dopo la staffetta in panchina tra Carlo Ancelotti e Rino Gattuso, che ha ricevuto comunque i complimenti da parte di Aurelio De Laurentiis per il primo successo della sua gestione allo stadio San Paolo. Ma adesso il presidente e i tifosi si aspettano dalla squadra una conferma pure nella super sfida contro la Juventus, in programma domenica sera sempre a Fuorigrotta.


            Le soddisfazioni nelle Coppe rischiano infatti di rimanere effimere e fini a sé stesse, se il Napoli non riuscirà rapidamente a tirarsi fuori dalle parti basse della classifica. Il primo a sottolinearlo è stato Gattuso, molto soddisfatto peraltro dalla risposta ricevuta dai suoi giocatori nella partita infrasettimanale contro la Lazio. La squadra ha ritrovato la vittoria e ha dimostrato sul campo di voler sostenere il nuovo allenatore, che adesso potrà dunque continuare il suo lavoro con maggior determinazione e serenità, contando pure sull'aiuto di De Laurentiis sul mercato. Dopo gli acquisti conclusi da poco di Demme e Lobotka, che stanno subito dimostrando di essere due rinforzi azzeccati, il presidente sta infatti provando a stringere i tempi per l'arrivo dall'Inter dell'attaccante Matteo Politano, che il club azzurro spera di poter strappare alla concorrenza con un investimento di 20 milioni

            La voglia di ripartire c'è, insomma. Anche da parte dei tifosi. Gli ultrà hanno interrotto il loro sciopero e per la Juve sono annunciati almeno 45 mila spettatori al San Paolo. Sono invece meno buone le notizie che arrivano dall'infermeria in vista della sfida con il grande ex, Maurizio Sarri. L'unico azzurro vicino al recupero è Allan, mentre Koulibaly, Maksimovic e Mertens hanno bisogno di più tempo per rimettersi a disposizione di Gattuso. Soprattutto la difesa continuerà dunque a essere in grande emergenza.

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              Lazio, lo sfogo di Immobile: "Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani"

              Il bomber biancoceleste, protagonista in negativo nell'eliminazione in Coppa Italia per mano del Napoli, reagisce con un messaggio su Instagram alle offese riportabili ad un conduttore di una radio romana: "Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani"

              La stracittadina della Capitale sul campo si giocherà domenica, ma è già derby sui social con tanti messaggi e risposte, fra scherno e 'gufate', alcuni pure piuttosto piccati, di tifosi di Roma e Lazio ad accendere l'avvicinamento al match dell'Olimpico. A 'ruggire' contro quelli che lui definisce 'cani affamati' ci ha pensato Ciro Immobile, che in risposta agli attacchi social dopo l'eliminazione in Coppa Italia della squadra biancoceleste, sconfitta a Napoli, ha replicato con una storia su Instagram: "Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani. Forza Lazio", il post pubblicato dal bomber biancoceleste, che al 'San Paolo' ha sbagliato un calcio di rigore scivolando al momento del tiro e pure colpito una traversa, potrebbe essere una risposta ad un conduttore di una radio romana che si era augurato un grave infortunio del giocatore.


              I messaggi dei tifosi infiammano i social

              Secondo quanto riporta il sito 'lalaziosiamonoi' il messaggio del capocannoniere della Serie A (già 23 reti in 19 partite di campionato) arriverebbe dopo che gli era stato augurato un infortunio in una radio romana. L'augurio a Immobile, è la risposta fornita dai tifosi romanisti, sarebbe arrivato dopo il coro "Zaniolo salta con noi" partito dalla curva laziale dopo l'infortunio dell'attaccante della Roma al ginocchio, a cui lo stesso calciatore aveva prontamente replicato via Instagram con il tweet: "Inferiori".

              Leiva si scusa: "Non era mai fallo, imparerò dall'errore"

              Affida ad Instagram le sue scuse anche Lucas Leiva il giorno dopo il match perso con il Napoli che lo ha visto perdere le staffe per un fallo inesistente fischiato dall'arbitro Massa, per poi essere espulso. "Mi dispiace per ieri, ma imparerò da questo episodio", scrive il centrocampista brasiliano della Lazio, che ha lanciato anche l'hashtag #noneramaifallo per rimarcare l'errore dell'arbitro.

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                Ronaldo è in uno splendido periodo di forma e quando è in forma è il numero uno assoluto, la sua stella rifulge. Questo a sottolineare quanto ne sappiano di pallone i capiscer (giornalisti e tifosi) di casa nostra, che, ad ogni periodo di appannamento, decretano il funerale...salvo poi ritrovarselo dentro casa il cadavere (delle loro credenze, dei loro desiderata, delle loro illusioni).

                Però c'è qualcosa di ancora più imperdonabile rispetto ai decreti funebri emessi da chi ha la testa avvitata al contrario: l'aver, in questi due anni, osato paragonare la massima star di questo football agli opliti delle altre varie squadre italiane: ci deve essere un limite al senso del ridicolo, ma il fatto che sempre più spesso lo si travalichi ci fa concludere che la mente umana è davvero capace di pensare ogni genere di abiezione e nefandezza.
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                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Ronaldo è in uno splendido periodo di forma e quando è in forma è il numero uno assoluto, la sua stella rifulge. Questo a sottolineare quanto ne sappiano di pallone i capiscer (giornalisti e tifosi) di casa nostra, che, ad ogni periodo di appannamento, decretano il funerale...salvo poi ritrovarselo dentro casa il cadavere (delle loro credenze, dei loro desiderata, delle loro illusioni).

                      Però c'è qualcosa di ancora più imperdonabile rispetto ai decreti funebri emessi da chi ha la testa avvitata al contrario: l'aver, in questi due anni, osato paragonare la massima star di questo football agli opliti delle altre varie squadre italiane: ci deve essere un limite al senso del ridicolo, ma il fatto che sempre più spesso lo si travalichi ci fa concludere che la mente umana è davvero capace di pensare ogni genere di abiezione e nefandezza.
                      Anche qui, ci sono stati diversi partecipanti alle esequie supposte di Cr7. Quando ho fatto notare l'assurdità di tutto, mi sono sentito dire che lo "difendevo" a prescindere solo perché era Ronaldo.... Ed era verissimo.
                      « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • DR. CACARELLA
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Questo è forte se si riprende
                          Cura il tuo corpo come un tempio
                          Originariamente Scritto da M K K
                          Desade grazie di esistere
                          Originariamente Scritto da AK_47
                          si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

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                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

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