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Ringrazio tutti per le premure ma grazie all'annite ne ho viste tante di conclusioni poco piacevoli (per me juventino) quindi sono vaccinato
Finchè si sta nel pieno della bagarre ci si accende e si spera...però una volta finita (e se finisce male) pazienza.
Ho fiducia nella squadra e anche nell'allenatore perchè vedo che si sta impegnando. Non ho nè buone e nè cattive sensazioni, non riesco bene a capire come andrà...ogni partita è un pò una incertezza...ma questo è normale perchè si sta con un nuovo allenatore, un nuovo sistema di gioco, si sta con nuovi avversari...ma si sta anche facendo bene.
Circa la Juve vedo che si mettono sempre in rilievo (anche sui media intendo) le cose che non vanno...ma ce ne sono anche tante che vanno, perchè al suo esordio Sarri ha comunque fatto bene nel girone di champions, e mica era scontato. Fa turnare tanti giocatori, e pure questo non era scontato, dato quello che si diceva su di lui. Sta cercando soluzioni per tenere assieme vari calciatori.
Sono tutti elementi a conforto. Non hai le certezze assolute, ma si sta impiantando un nuovo corso...e nessuno che si affaccia su strade nuove può dire di avere certezze o di conoscere gli esiti. Va messo in conto tutto, circa il finale...ma ho fiducia.
In questi anni la speranza l'ho persa una volta sola, quando cioè il Napoli vinse a Torino e si portò a -1 a 3 partite dalla fine, mentre la Juve pareva piantata. M'ero davvero rassegnato...invece poi è andata bene...quindi l'importante è quello che sente e crede la squadra...quello che sentono e credono e sperano i tifosi conta ma non conta.
...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Dlin Dlon.... Comunicazione per Sean.
Nel 3d del cinema stavamo accennando un discorso sulla Riefenstahl. Quando e se hai 5 minuti passa....
Domani a mente fresca do volentieri una occhiata. La Riefenstahl è un mito a tutto tondo, oltre che un geniale regista e una donna d'acciaio.
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ma il Milan deve andare a spendere...per cosa? La stagione ormai è andata...perchè riempirsi di cianfrusaglie che poi ti restano sul groppone? Non è meglio rimandare tutto all'estate, così si fanno acquisti sensati e con calma?
Con Rugani risollevi la stagione o ti impicci pure per la prossima? Poi questa estate ne cambi 20?
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Ma il Milan deve andare a spendere...per cosa? La stagione ormai è andata...perchè riempirsi di cianfrusaglie che poi ti restano sul groppone? Non è meglio rimandare tutto all'estate, così si fanno acquisti sensati e con calma?
Con Rugani risollevi la stagione o ti impicci pure per la prossima? Poi questa estate ne cambi 20?
Vallo a dire ai due geni?
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Tra l'altro leggo che la Juve avrebbe ricevuto 3 offerte (per giugno) per Bernardeschi: due dall'estero e una del Milan. Se è vero, allora Boban/Maldini hanno proprio il gusto dell'orrido.
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Tra l'altro leggo che la Juve avrebbe ricevuto 3 offerte (per giugno) per Bernardeschi: due dall'estero e una del Milan. Se è vero, allora Boban/Maldini hanno proprio il gusto dell'orrido.
Credo che solo dei pazzi prenderebbero l'accoppiata rugani-bernardeschi.
L'assassinio di Soleimani, gli attacchi del Generale Haftar a Sirte, tutte coincidenze? Io non credo, penso che tutto parta da qualche cittadina della costa marchigiana...
Napoli, una crisi senza via di uscita: Gattuso aspetta recuperi e rinforzi
Contro l'Inter è arrivata la terza sconfitta consecutiva al San Paolo, non succedeva dal 2000. Sono 17 i punti in meno rispetto ad un anno fa e il calendario non aiuta: sabato all'Olimpico la sfida alla Lazio. Il tecnico confida nel ritorno di Koulibaly, giovedì può arrivare la firma di Lobotka
In campionato il Napoli non perdeva tre partite di seguito al San Paolo dal 2000 e questo dato statistico sintetizza con chiarezza - insieme ai 17 punti in meno rispetto alla passata stagione - la gravità della crisi, da cui per adesso non è riuscito a trovare una via di uscita nemmeno Gattuso. Contro l'Inter gli azzurri hanno infatti dato solo qualche timido segnale di ripresa, spazzato via però da una serie di errori individuali di cui si sono macchiati in egual misura difensori e attaccanti. Meret, Di Lorenzo, Manolas e Hysaj hanno spianato la strada ai gol di Lukaku e Lautaro Martinez, quasi senza opporre resistenza. Insigne e Milik hanno invece fallito alcune occasioni elementari per cambiare il corso della partita, soprattutto durante il primo tempo. Non sono dunque bastati il cambio di modulo e i correttivi provati in allenamento dal nuovo tecnico. Colpa della mancanza di serenità dei giocatori, incapaci di uscire dal tunnel in cui si sono infilati ormai da due mesi e mezzo. L'unico alibi è l'emergenza, con le assenze per infortunio di Koulibaly, Maksimovic, Ghoulam, Malcuit e Mertens. Specialmente nel reparto arretrato sta pesando la mancanza di alternative, mentre a centrocampo continua la penosa involuzione di Fabian Ruiz, irriconoscibile rispetto alla passata stagione.
Lo spagnolo ha confermato contro l'Inter di non essere all'altezza nel ruolo di regista e per questo Gattuso ha chiesto ad Aurelio De Laurentiis di stringere i tempi sul mercato per l'acquisto dal Celta Vigo di Stanislav Lobotka. L'affare sta per andare in porto e il Napoli spera di poter firmare il contratto con il giocatore slovacco entro giovedì, magari per portarlo almeno in panchina sabato contro la Lazio. Ci sono invece ottime speranze di rivedere in campo all'Olimpico Koulibaly, che è finalmente a disposizione dopo un mese in infermeria per l'infortunio muscolare subito contro il Parma. L'assenza del difensore senegalese si è sentita moltissimo, specialmente contro l'Inter. Come quella in attacco di Mertens, che però è ancora in Belgio a curarsi e salterà dunque pure la prossima gara di campionato. Agli azzurri non resta dunque che cercare di limitare i danni, in attess che anche il calendario conceda una tregua. Ma intanto si sta allontanando perfino il sesto posto e di questo passo diventa un traguardo difficile addirittura la qualificazione per l'Europa League. Un vero e proprio flop, per una squadra che sognava all'inizio della stagione di lottare per lo scudetto.
Contro l'Inter è arrivata la terza sconfitta consecutiva al San Paolo, non succedeva dal 2000. Sono 17 i punti in meno rispetto ad un anno fa e il c…
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Milan, Ibra ha scelto: Leao è l’allievo da far crescere, Piatek può partire
Allo svedese il ruolo di acceleratore di talenti. Ora deve ritrovare il dinamismo. A Cagliari giocherà di più, ma partirà di nuovo dalla panchina
Vecchio Ibra, nuovo Ibra. Immutata la classe, immutata la carica simbolica, immutata la strizza maledetta che infonde nei difensori che provano a contenerlo, oggi come dieci anni fa. Diversa la tenuta atletica, la condizione fisica, diverso il ritmo partita, che è ancora tutto da trovare.
È fermo, Zlatan. Che poi anche piantato come un cactus sia dieci volte più insidioso di tutti i suoi compagni messi insieme è un altro discorso: la certezza è che lo svedese va messo in sesto al più presto, perché è bastata la mezz’ora con la Samp a far capire a tutti che, se il Milan ha ancora una possibilità per riprendere la stagione per i capelli, quella possibilità è legata solo e soltanto al vecchio eroe tornato dal passato per una missione non impossibile ma giù di lì.
In attesa di recuperare il dinamismo aumentando il minutaggio sabato a Cagliari, dove difficilmente partirà titolare, Ibrahimovic ha però già confermato l’impressione che aveva trasmesso il giorno della presentazione show: è diverso nell’indole, nell’approccio con i compagni, l’ambiente. È più maturo, Zlatan. Ha già perfettamente inteso il suo ruolo: non più l’uomo solo al comando, ma il maturo campione che aiuta a plasmare i suoi acerbi colleghi. Mettendo a loro disposizione la sua classe, la sua differenza, la sua leadership. «Si vede che manca fiducia in fase di finalizzazione, proverò a iniettarla in ogni mio compagno» ha messo in chiaro lo svedese a fine partita. Aggiungendo: «Quando ti arriva l’occasione devi andarci per ammazzare».
È esattamente quello che ha detto a Leao dopo il fischio finale, prendendolo sotto braccio. L’istantanea del campione e del bambino in versione allievo e maestro sul prato di San Siro circola da domenica ed è una proiezione di quel che sarà, almeno nelle intenzioni della società e anche dello svedese. Ibra ha scelto Leao. Con un campione al suo fianco, è la convinzione di Boban e Maldini, il portoghesino 20enne acquistato in estate per 30 milioni maturerà molto più rapidamente. Zlatan come fattore di crescita, come acceleratore di talenti. I due sono stati inseriti insieme da Pioli per tentare l’assalto finale al muro della Samp, Ibra al centro e Leao a sinistra. Una mossa chiara, che racconta di scelte precise, di idee tattiche, ma anche di strategie di mercato. Piatek, mai in partita, ha abbassato la testa ed è uscito dal campo sommerso dai fischi. Per lui lo spazio rischia di ridursi a zero. Quattro squadre si sono fatte avanti: West Ham, Aston Villa, Bayer Leverkusen e Newcastle. Kris proverà a giocarsi le sue carte ancora un paio di settimane, ma il suo destino sembra sempre più lontano dal Milan.
Lo stesso vale per il difensore Todibo, partito per l’Arabia per giocare la Supercoppa spagnola col Barça. Il francese continua a prendere tempo, perché il suo desiderio è tornare poi a giugno in Catalogna. Il Milan si sta spazientendo. E ora si guarda in giro: fra le ipotesi c’è Christensen, ’96 danese del Chelsea.
CorSera
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