Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Atalanta-Roma 2-1, il gol di Sulemana stende i giallorossi: niente scatto Champions, furia Ranieri con l'arbitro

    Nerazzurri avanti con Lookman, poi il pari di Cristante e il rigore tolto a Kone dalla Var che fa sbottare l'allenatore in tv: «Perché è intervenuta?»

    L’Atalanta è aritmeticamente in Champions League per la quinta volta nelle ultime sette stagioni, la Roma perde la prima partita in campionato di tutto il 2025 e rischia seriamente di aver detto addio alla speranza di entrare nelle prime quattro. Il risultato, visto quello che è successo in campo, è tutto sommato giusto ed è stato indirizzato soprattutto dalla diversa qualità degli attaccanti: letale Lookman, al gol numero 20 stagionale, il quindicesimo in campionato. Inesistente per tutta la gara Dovbyk, vero uomo in meno per i giallorossi.

    Nessuno conosce il futuro di Gasperini, ma la gran festa a centrocampo dopo il fischio del titubante arbitro Sozza (Ranieri si è molto lamentato per l’intervento del Var sul rigore prima concesso e poi tolto a Koné, toccato da Pasalic) fa pensare a un happy end: un grande abbraccio e si ritorna insieme. Avrebbe meritato di più Claudio Ranieri, che ha ereditato una classifica umiliante da Ivan Juric: la Roma non ha perso a Bergamo l’Europa che conta, ma nel momento in cui ha esonerato De Rossi e messo in panchina il tecnico croato, che poi è retrocesso in Premier con il Southampton.

    ​ È stata anche una questione di mosse. Ranieri non ha azzeccato quella di Rensch esterno di centrocampo: l’olandese ha commesso un errore da principiante sul primo gol dell’Atalanta (il numero 100 nella stagione), quando ha aperto la porta a Lookman che non ha perdonato Svilar. Gasperini ha azzeccato invece l’ingresso di Sulemana, che aveva giocato poco più di 100 minuti in stagione, ma che prima ha sfiorato e poi trovato il gol con un tiro dal limite dell’area. Mai come a Bergamo la Roma, superata da Juve e Lazio e scesa al sesto posto, ha sofferto l’assenza di Dybala. Soulé ha giocato bene, sono mancati gli altri attaccanti. L’Atalanta ha confermato la sua solidità. Se l’uomo in più è stato Lookman, quello a centrocampo è stato Ederson. Sarà difficile strapparlo alle mire della Premier.

    Lo sfogo di Ranieri: «Perché la Var è intervenuta?»

    «Si può discutere se c'era o non c'era, ma ci hanno sempre detto che il Var interviene se c'è un evidente errore — le parole di Ranieri contro l'arbitro —Si vede chiaramente che Pasalic sbaglia l'intervento e va a toccare il ginocchio di Kone. Ci dispiace che non c'è una certa linearità di giudizio. Sono sicuro che Rocchi lo dirà, si vede chiaramente che Pasalic tocca il ginocchio, una volta che l'ha dato il Var non può intervenire. Accettiamo tutto, però vogliamo sapere per giustizia sportiva perché il Var è intervenuto». Poi il botta e risposta con Luca Marelli, moviolista di Dazn: «Ma come fa a dire che non c'è contatto? Lo stiamo vedendo».

    ​CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • fede79
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Atalanta-Roma 2-1, il gol di Sulemana stende i giallorossi: niente scatto Champions, furia Ranieri con l'arbitro

      Nerazzurri avanti con Lookman, poi il pari di Cristante e il rigore tolto a Kone dalla Var che fa sbottare l'allenatore in tv: «Perché è intervenuta?»

      L’Atalanta è aritmeticamente in Champions League per la quinta volta nelle ultime sette stagioni, la Roma perde la prima partita in campionato di tutto il 2025 e rischia seriamente di aver detto addio alla speranza di entrare nelle prime quattro. Il risultato, visto quello che è successo in campo, è tutto sommato giusto ed è stato indirizzato soprattutto dalla diversa qualità degli attaccanti: letale Lookman, al gol numero 20 stagionale, il quindicesimo in campionato. Inesistente per tutta la gara Dovbyk, vero uomo in meno per i giallorossi.

      Nessuno conosce il futuro di Gasperini, ma la gran festa a centrocampo dopo il fischio del titubante arbitro Sozza (Ranieri si è molto lamentato per l’intervento del Var sul rigore prima concesso e poi tolto a Koné, toccato da Pasalic) fa pensare a un happy end: un grande abbraccio e si ritorna insieme. Avrebbe meritato di più Claudio Ranieri, che ha ereditato una classifica umiliante da Ivan Juric: la Roma non ha perso a Bergamo l’Europa che conta, ma nel momento in cui ha esonerato De Rossi e messo in panchina il tecnico croato, che poi è retrocesso in Premier con il Southampton.

      È stata anche una questione di mosse. Ranieri non ha azzeccato quella di Rensch esterno di centrocampo: l’olandese ha commesso un errore da principiante sul primo gol dell’Atalanta (il numero 100 nella stagione), quando ha aperto la porta a Lookman che non ha perdonato Svilar. Gasperini ha azzeccato invece l’ingresso di Sulemana, che aveva giocato poco più di 100 minuti in stagione, ma che prima ha sfiorato e poi trovato il gol con un tiro dal limite dell’area. Mai come a Bergamo la Roma, superata da Juve e Lazio e scesa al sesto posto, ha sofferto l’assenza di Dybala. Soulé ha giocato bene, sono mancati gli altri attaccanti. L’Atalanta ha confermato la sua solidità. Se l’uomo in più è stato Lookman, quello a centrocampo è stato Ederson. Sarà difficile strapparlo alle mire della Premier.

      Lo sfogo di Ranieri: «Perché la Var è intervenuta?»

      «Si può discutere se c'era o non c'era, ma ci hanno sempre detto che il Var interviene se c'è un evidente errore — le parole di Ranieri contro l'arbitro —Si vede chiaramente che Pasalic sbaglia l'intervento e va a toccare il ginocchio di Kone. Ci dispiace che non c'è una certa linearità di giudizio. Sono sicuro che Rocchi lo dirà, si vede chiaramente che Pasalic tocca il ginocchio, una volta che l'ha dato il Var non può intervenire. Accettiamo tutto, però vogliamo sapere per giustizia sportiva perché il Var è intervenuto». Poi il botta e risposta con Luca Marelli, moviolista di Dazn: «Ma come fa a dire che non c'è contatto? Lo stiamo vedendo».

      ​CorSera
      Lo dico subito così sgombriamo il campo da equivoci: il rigore non c’è, se me lo danno al contrario, farei casamicciola.

      Detto questo, ringrazio Ranieri per avermi fatto vivere un girone di ritorno dignitoso dopo le umiliazioni di quello d’andata, e nello stesso tempo lascerei volentieri andare Ghisolfi che ha abortito parte del mercato estivo (cessioni di Le Fee e Ryan dopo 6 mesi, mai vista una roba simile) e fallito completamente quello invernale con i giocatori arrivati che non hanno dato il cambio ai titolari (Rensch, Salah-Eddine, Nelsson e Gourna Douath).

      La squadra, dopo la clamorosa rimonta, è un po’ di partite che fatica a vincere (tutte 1-0) e il rincorrere ti ha prosciugato energie fisiche e mentali.

      Spero la squadra non molli ora, uno perché la CL è ancora tecnicamente possibile e secondo perché arrivare in Conference sarebbe una sciagura, visto che economicamente è nulla ma dispendiosa a livello di stress e partite in più da giocare.
      sigpic
      Free at last, they took your life
      They could not take your PRIDE

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      • Sean
        Csar
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        • In piedi tra le rovine
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        La Juve è in teoria quella che avrebbe le ultime due partite più "facili", Udinese in casa e Venezia fuori, ma è ridotta in tali condizioni psico-fisico-tecniche che nessuno può garantire che farà 6 punti su 6...per cui è tutto ancora in gioco.
        ...ma di noi
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        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • Sean
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          Conte oltre le critiche nella lotta scudetto del Napoli: fiducia ai titolarissimi, i leader e il precedente con la Juve

          Dopo il pareggio col Genoa, non sono mancate le polemiche all'indirizzo dell'allenatore del Napoli, che però guarda avanti: la testa conterà più della tecnica. E con i bianconeri si ritrovò nella stessa situazione

          Che vinca il migliore. Ops, a Conte gli è scappata così nel post Napoli-Genoa ma si è corretto subito. Il sorriso è sforzato: «Meglio dire: vinca chi lo merita…». C’è tutta la sua conoscenza del valore della squadra che allena, l’esperienza per andare oltre la rabbia per la chance sprecata al Maradona, e la consapevolezza che un punto in più può esser niente o tanto, dipende dalla testa. Non più evidentemente dalla tecnica, dalla tattica, dal valore della rosa. Da chi, secondo l’allenatore, merita di giocare e chi invece no. Il gruppo di soldati, pur falcidiato dagli infortuni, non si tocca e non saranno certo gli ultimi 180 minuti a fargli cambiare idea, nonostante la città oggi gli imputi i cambi tardivi, la sostituzione, sul vantaggio, di un attaccante (Raspadori) con un centrocampista fisico (Billing) chiamato a difendere.​

          Colpita e non affondata, la nave di Conte. Attaccata duramente alla testa (mai subiti due gol di testa in tutta la stagione), bucata quella solidità difensiva diventata nel tempo marchio di fabbrica (due reti in casa il Napoli non le subiva da novembre). Una nave che resta però in porto, avanti di un centimetro all’Inter e ancora padrona del proprio destino. L’umore è mesto, le bandiere sventolate anzitempo in un amen sono state riavvolte, resta la speranza di due vittorie contro due squadre (Parma e Cagliari) alla portata.

          Panic è il sostantivo utilizzato da McTominay dopo la partita. Non ansia, non paura, qualcosa di più forte. La sua è stata un’esortazione a non averne, segnale che la squadra crede che il traguardo sia possibile ma di panico si è trattato: quando il Genoa rimonta la prima volta il Napoli si ferma, quando Olivera e Billing attaccati a Vasquez lo lasciano saltare sono sotto stress emotivo. Punto a punto, c’è chi non è abituato a lotte all’ultimo respiro. Punto a punto, però, è anche la situazione ideale per un allenatore che vede lungo e batte come un martello. Tredici stagioni fa Conte allenava la Juve: a 2 giornate dalla fine era un punto avanti al Milan (78-77, come oggi), vinse lo scudetto. Una vita fa, certo. Ma lui sa come si fa. Col suo gruppo ristretto di soldati, dopo un giorno di liberi tutti. McTominay spinge: no panic. Lukaku gli va dietro: «Forti con la testa».

          ​CorSera
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          • KURTANGLE
            Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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            • Borgo D'io
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            Per una volta non credo si possa dire che l Atalanta abbia overperformato.
            è uscita prestissimo dalla lotta scudetto pur avendo una rosa decisamente superiore a quella del napoli
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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            • KURTANGLE
              Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Ancelotti nuovo CT del Brasile: ufficiale. Inizierà il 26 maggio.

              Circa il Napoli, voglio dire, ma non era la patria dei cornetti rossi, degli scongiuri, della scaramanzia? E allora cos'è tutta questa fregola di festeggiare? Se ci sono divinità suscettibili, quelle sono proprio gli dei del calcio...quindi testa bassa, concentrazione.
              Siamo anche la patria del barocchismo però.
              come sempre questa città è tutto e il contrario di tutto
              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
              Originariamente Scritto da GoodBoy!
              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


              grazie.




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              • KURTANGLE
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                Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
                sicuramente sta facendo i miracoli con quelle quattro pippe che si ritrova , ma Conte come allenatore non mi ha mai convinto pienamente se parliamo di andare oltre al rimettere in piedi una squadra o trarre il massimo da ciò che ha … a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se fosse rimasto alla Juve al posto di Allegri
                Beh dubito che qualcuno potesse fare meglio di allegri in quel periodo
                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                grazie.




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                • Sean
                  Csar
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                  Circa il Napoli e questo finale sul filo del rasoio, il paragone non va ricercato (come invece fa l'articolo del CorSera) con la corsa Juve-Milan del '12 ma con quella Juve-Napoli del '18.

                  A 2 giornate dalla fine la Juve di Allegri aveva un punto di vantaggio sul Napoli di Sarri: è il famoso scudetto "perso in albergo", col Napoli che va a Firenze e ci lascia le penne. Era un Napoli secondo, ma la situazione era la stessa: il Napoli alla penultima aveva una trasferta decisiva: a Firenze allora, a Parma adesso...e come allora il vero avversario non era quello in campo ma lo spettro del braccino, di perdere in albergo, cioè di scaricarsi mentalmente prima di giocartela.

                  Quindi rispetto a quella vicenda, Conte dovrà riuscire a gestire diversamente l'avvicinarsi alla sfida decisiva a Parma, fare in modo di non arrivarci come soggetto passivo e arreso, che ha introiettato incosciamente la sconfitta, ma come sull'onda di una convinzione che sei tu il destinatario della vittoria.

                  Comunque andrà, da Napoli danno Conte ai saluti, dovesse vincere o meno il campionato, per cui anche il Napoli dovrà cercarsi l'allenatore, come tante squadre di A: Juve, Milan, Roma, Napoli, forse Atalanta - anche se ogni anno Gasperini fa intendere che va via e poi puntualmente rimane dove sta.

                  E' stato comunque un campionato in retromarcia, quota scudetto bassa, quota champions idem, a 2 dalla fine è tutto aperto per il primo posto e per quello residuale della champions (dove anche il Milan è sulla carta ancora in corsa), per cui se ne conclude che ci sono tante squadre medie con l'unica eccezione dell'Inter che è la sola squadra davvero "squadra", cioè con tutti i crismi, anche se in campionato ha anch'essa inciampato più del dovuto, complice forse la cavalcata champions...ma comunque andrà a finire sarà l'unica a presentarsi al via il prossimo anno coi galloni della favorita: tutto il resto della truppa è un cantiere aperto.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
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                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Mario12
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                    voci di corridoio che Giuntoli verrà silurato , vediamo

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                    • germanomosconi
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                      Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
                      voci di corridoio che Giuntoli verrà silurato , vediamo
                      ha clamorosamente toppato il mercato
                      Originariamente Scritto da Marco pl
                      i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      IO? Mai masturbato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      Io sono drogato..

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                      • Sean
                        Csar
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                        Lobotka nuovo stop, si apre un caso nel Napoli. De Laurentiis furibondo

                        Il centrocampista, cervello del gioco azzurro, si era infortunato a Lecce ed è stato rimesso in campo contro il Genoa, pur in evidente sofferenza. Chi lo ha autorizzato è sicuro di non aver sbagliato?

                        Il centrocampista, cervello del gioco azzurro, si era infortunato a Lecce ed è stato rimesso in campo contro il Genoa, pur in evidente sofferenza. Chi lo ha au…
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
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                          Coppa Italia, la finale Milan-Bologna

                          I rossoneri devono sfatare il tabù Coppa Italia. È un trofeo che hanno vinto in cinque occasioni (1967, 1972, 1973, 1977 e 2003), ma di finali ne hanno perse addirittura nove (1942, 1968, 1971, 1975, 1985, 1990, 1998, 2016 e 2018)

                          È il giorno della finale di Coppa Italia. Mercoledì 14 maggio, ore 21, si gioca Milan-Bologna all’Olimpico di Roma. Ieri le squadre sono state ospite al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da oggi invece parlerà il campo.

                          Le formazioni

                          I rossoneri devono sfatare il tabù Coppa Italia. È un trofeo che hanno vinto in cinque occasioni (1967, 1972, 1973, 1977 e 2003), ma di finali ne hanno perse addirittura nove (1942, 1968, 1971, 1975, 1985, 1990, 1998, 2016 e 2018). Nelle ultime occasioni è stata la Juventus ad avere la meglio sul Diavolo. Adesso il contesto è diverso. La squadra di Sergio Conceiçao deve vincere questo trofeo per strappare il pass per l’Europa League e per mettere in bacheca il secondo trofeo stagionale dopo la Supercoppa Italiana di Riad a gennaio.

                          Il tecnico portoghese confermerà il 3-4-3: rispetto al match di campionato vinto 3-1 il 9 maggio, ritrova Fofana (era out per un’infiammazione al piede sinistro) e Rafael Leao (era squalificato). In attacco Jovic è in vantaggio su Gimenez. Per quanto riguarda il Bologna, sarà una formazione diversa rispetto a quella vista cinque giorni fa a San Siro in campionato.

                          Vincenzo Italiano, che alla guida della Fiorentina ha perso tre finali su tre (una di Coppa Italia e due di Conference League), avrà a disposizione dall’inizio Holm, Ferguson, Odgaard, Ndoye e Castro. Per il Bologna è la terza finale di coppa della propria storia: le altre due sono finite con due vittorie (1970 e 1974).

                          ​CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Il Milan ha i giocatori, il Bologna il gioco: perché la finale di Coppa Italia è una sfida inedita

                            Qualità individuale contro organizzazione collettiva, con i rossoneri in crescita grazie alla difesa a tre e gli emiliani affamati. Sfida equilibrata, decisa dai dettagli, Italiano cerca il primo trofeo

                            L’inedita finale di Coppa Italia mette di fronte due squadre agli antipodi. Il Milan ha i giocatori migliori, il Bologna ribatte con la forza del gioco. La qualità dei singoli contro l’organizzazione del collettivo.

                            In comune hanno il temperamento e la voglia di non arrendersi mai, come testimoniano i punti guadagnati in rimonta, 22 per il Diavolo e 18 per i rossoblù. Una garanzia di spettacolo: daranno battaglia sino alla fine.

                            Nell’ultimo mese Conceiçao, sull’orlo del burrone, ha ridotto il gap. Il Milan, che viene da quattro vittorie di fila, ha trovato equilibrio e identità grazie alla difesa a tre anche se poi le ultime due gare le ha vinte, sempre in rimonta, quando ha cambiato sistema ed è tornato a quattro.

                            Sarà una sfida equilibrata, che si giocherà sui dettagli. Orsolini e Ndoye, i prescelti di Italiano, potrebbero mettere in seria difficoltà Pavlovic e Tomori. Conceiçao dovrà studiare un sistema di protezione per evitare l’uno contro uno. Ma anche Italiano, nell’altra area, dovrà trovare qualche accorgimento per non regalare trenta metri di campo agli incursori milanisti come è accaduto nell’ultimo folle quarto d’ora venerdì a San Siro.

                            ​Alla finale Milan e Bologna ci arrivano con stati d’animo diversi. Sergio, che ha già vinto la Supercoppa, grazie alla Coppa Italia potrebbe guadagnare un po’ di credito da spendere nel momento in cui si siederà per parlare del futuro, che è molto a rischio. Per il Milan, la Coppa è un anestetico contro il dolore in una stagione il cui bilancio resterà deludente, specialmente se l’Inter dovesse stendere il Psg a Monaco di Baviera o scavalcare il Napoli per lo scudetto.​

                            Il Bologna, invece, è in «love». Ha cambiato l’allenatore, passando da Thiago Motta a Italiano, ma non ha tradito la vocazione a stupire. Nella scorsa stagione ha ritrovato la Champions dopo 60 anni, in questa la finale di Coppa Italia dopo 51. La sconfitta di San Siro ha compromesso la rincorsa al quarto posto, ma lo schiaffone, forte e doloroso, può diventare la molla per connettersi a una notte indimenticabile.

                            Il Bologna si nutre del cambiamento, ha seguito con la stessa passione Thiago e il suo erede, desideroso di crescere e andare oltre i propri limiti. La fame dei rossoblù promette di riequilibrare la finale in cui il Milan è favorito, non fosse altro per la storia e l’abitudine del club a vivere certe giornate speciali. Italiano deve superare il suo tabù, le tre finali con la Fiorentina sono volate via per centimetri, le due di Conference in modo scellerato, ma per perderle bisogna prima conquistarle. Ora ha la possibilità di prendersi una rivincita e fare un altro salto nella scala gerarchica degli allenatori. Anche il Milan potrebbe farsi tentare da un tecnico che ogni anno ha saputo alzare l’asticella. Non ha ancora vinto niente, ma ha tutto per riuscirci.

                            ​CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Una finale molto importante...in primo luogo per il presente di questa stagione, perchè chi vince si garantirà un posto in Europa (EL) al di là di come andrà a finire la stagione, perchè la classifica è molto corta e si rischia di restare fuori (o di qualificarsi) per posti europei per un punto, per come sono messe le cose a due giornate dalla fine...per cui assicurarsi un posto via coppa Italia è quest'anno un fattore particolarmente prezioso.

                              Poi c'è in palio un trofeo che permetterà di festeggiare e dunque, nel caso del Milan, rendere meno amara la stagione e nel caso del Bologna assicurarsi una coppa, cioè a dire rendere tangibile tutto l'ottimo percorso fatto fin qui negli ultimi anni.

                              Il Milan non vince la coppa Italia dal 2003, il Bologna dal 1974 che è anche l'anno della sua ultima finale...per cui si capisce la particolare pregnanza che per queste due squadre ha assunto quest'anno l'ultimo atto della coppa nazionale.

                              Milan favorito, Bologna che non parte battuto.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio

                                ha clamorosamente toppato il mercato
                                In una annata simile, al toppare hanno contribuito tutti a seconda del loro ruolo e grado di responsabilità. Giuntoli ha primariamente toppato l'allenatore, scommettendo tutto su Motta...ma quando fu scelto di voci contrarie ne ho viste, lette ed ascoltate poche...per cui anche Motta è una prima firma del disastro, in quanto non ci ha capito niente, ma niente di niente.

                                In quel senso è anche complicato giudicare la campagna acquisti, perchè chi è che ha reso meno del dovuto, chi una pippa irrimediabile, chi un giocatore sfruttato o allenato male da Motta? La Roma dimostra quanto gli allenatori, con la medesima rosa, possano influenzare grandemente la resa: con De Rossi e Juric erano tutti da vendere, con Ranieri gli stessi calciatori hanno avuto una resa opposta e sono a ridosso della zona champions - questo al netto di errori e valutazioni (in fase di acqusiti-cessioni) che pure ci sono stati, si pensi solo all'attacco, con Kean via e Milik (che non ha giocato una partita) confermato...o suglli esterni, con Chiesa che andava giustamente venduto ma forse i sostituti non dovevano essere quelli presi...o in difesa, che ad un certo punto si è sfarinata.

                                Però se ogni stagione inizi a fare fuori sia l'allenatore che il dirigente, inizi ad entrare in quella spirale di fare e disfare che non ti muove mai da dove stai. Marotta il primo anno fece settimo posto, è suo uno dei due famosi "settimi posti" di quei tempi dove, come oggi, si cercava di ritrovare il bandolo della matassa...e nell'estate del '12 aveva scelto Mazzarri, e fu Agnelli a prendere (cioè a scommettere) su Conte dopo il famoso colloquio a casa del primo...per cui circa Giuntoli avrei delle riserve nel farlo fuori.

                                Di sicuro c'è da azzeccare l'allenatore e direi anche di mettere un presidente vero in cima perchè adesso ci sono un paio di commercialisti. Insomma, è un pò tutta la situazione che dovrebbe tornare al verso giusto, calcistico del termine.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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