Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    Motta esonerato, la Juventus annuncia Tudor: contratto fino al Mondiale

    Ufficializzata la svolta, il tecnico croato dirigerà già l’allenamento domani: guiderà i bianconeri nelle ultime 9 gare di campionato e nel Mondiale per club negli Stati Uniti. Rinnovo automatico per una stagione in caso di qualificazione in Champions

    La Juventus ha esonerato Thiago Motta, adesso è ufficiale: Igor Tudor è il nuovo allenatore bianconero. Il tecnico croato, 46 anni, è atteso in serata a Torino e domani pomeriggio dirigerà il primo allenamento. Tudor firma un contratto per quattro mesi: guiderà la squadra nelle ultime 9 partite di campionato e anche nel Mondiale per club dal 14 giugno al 13 luglio. Guadagnerà circa 500 mila euro netti fino a fine stagione, più bonus. Soprattutto, con la qualificazione alla prossima Champions League scatterà il rinnovo automatico fino al 2026.​

    Da Motta a Tudor: la svolta della Juventus

    Il club bianconero ha traccheggiato per una settimana, dal disastro di Firenze a oggi, e ha poi rivisto la decisione presa a caldo di concedere a Thiago Motta un’ultima possibilità contro il Genoa, sabato 29, negandogli anche quell’ultima spiaggia, segno che i rapporti erano ormai irrecuperabili. Motta, che ha un contratto fino al 2028 da tre milioni l’anno, è stato silurato a distanza: si trova a Cascais, dove vive con la sua famiglia. Sarebbe rientrato dal Portogallo oggi in serata per dirigere l’allenamento di lunedì mattina (poi posticipato al pomeriggio per poterlo farlo dirigere a Tudor): gli hanno almeno risparmiato il viaggio. Tudor ha firmato un contratto fino al 30 giugno. Guadagnerà mezzo milione, ma raddoppierà lo stipendio se riuscirà a portare la Juve in Champions. La cosa più importante è che otterrà il rinnovo automatico fino al 2026 in caso di piazzamento tra i primi quattro, diventando dunque il primo candidato per occupare la panchina bianconera anche nella prossima stagione, benché un contratto non equivalga automaticamente alla certezza di una conferma: garantisce un anno di stipendio, non un anno di lavoro.

    Ufficializzata la svolta, il tecnico croato dirigerà già l’allenamento domani: guiderà i bianconeri nelle ultime 9 gare di campionato e nel Mondiale per club n…
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Irrlicht
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      • Aug 2021
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      Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio

      Eh ma avevi scritto in italiano aho...
      Sta bono Irr, co ste precisazioni del cazz0, che poi sennò te rientrano in cul0...
      Nulla di personale eh, ma te ce stranisci per dio.
      Fabi, se è quel mese metti gli assorbenti in borsetta

      Niente di personale
      diciamo la stessa cosa e stai a farla lunga

      Poi mi frega una fava di Motta

      Mai potuto vedere da giocatore
      Un interista, per di più scorrettissimo
      Last edited by Irrlicht; 23-03-2025, 21:08:56.
      Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

      "Un acceso silenzio
      brucerà la campagna
      come i falò la sera."

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      • Mario12
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        • Nov 2014
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        Romeo Agresti come al solito una sentenza , forse bisognerebbe scommettere su esoneri e calciomercato con le sue news

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        • Fabi Stone
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          • Jan 2015
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          Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
          Romeo Agresti come al solito una sentenza , forse bisognerebbe scommettere su esoneri e calciomercato con le sue news
          Ahahahahahahah ahahahahahahah
          Ma basta Marioooooooo ahahahah

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          • Steel77
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            • Feb 2002
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            Contro i crucchi di merda abbiamo giocato un primo tempo osceno, ma nel secondo abbiamo almeno dimostrato di non essere mimmolini. Un 3-3 che quantomeno salva l'onore

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            • Mario12
              Bodyweb Advanced
              • Nov 2014
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              Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio

              Ahahahahahahah ahahahahahahah
              Ma basta Marioooooooo ahahahah
              un matto su Facebook :



              ahahahah

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                No, la Nazionale delle scuse non la vogliamo. E a Spalletti parliamo chiaro: attento perché avanti così farai la fine di Thiago Motta…

                La metto così: sull’oscenità del 3-0 per la Germania avrei chiesto che cacciassero Spalletti. Sul 3-3 definitivo di Germania-Italia mi ha assalito un certo perdonismo buonista e ho emesso un decreto di grazia che impedisce si defenestri brutalmente, e a questo punto anche ingiustamente, il ct. Che spero apprezzi però la concessione e magnanimità del gesto. No tanto per mettere lo cose in chiaro, in questo tripudio di inginocchiamenti, sperticamenti, e strizzate d’occhio.

                Finisce sempre così la Nazionale del secondo tempo smussa la rudezza del bilancio e anche del giudizio, l’orgoglio finisce col coprire il pregiudizio, la sconfitta si trasforma in un blob ibrido e informe, quasi addirittura una mezza vittoria a sentire il trionfalismo della tv di stato. Arrivare a un passo dal traguardo – perché alle semifinale di Nation League ci va la Germania e non l’Italia – fa però drammaticamente dimenticare l’essenzialità del principio che il traguardo va tagliato. E’ lo stesso principio per cui la Ferrari viene squalificata perché pesa 799 chili invece di 800. Vabbé ma è lo stesso no? No, non è lo stesso.

                “Scandalo, errore gravissimo!”. Il predicatore Daniele Adani e i cerimonieri Rai hanno martellato duro sul rigore dato e poi ritirato al Var da Marciniak per l’intervento di Schlotterberg su Di Lorenzo. Ne hanno fatto un’indignata questione di principio e di onore, manco la Meloni che sbertuccia il Manifesto di Ventotene al Senato. Hanno legato direttamente l’episodio all’eliminazione dell’Italia. Trattasi di pronto soccorso azzurro.

                A parte che l’arbitro ha visto e rivisto l’azione al video per cui la sua valutazione tecnica non può essere ritenuta una svista o una violazione del regolamento – per Marciniak quello non è rigore e perché la sua idea dovrebbe essere meno credibile di quella dell’ Adani company? – è farne il fulcro della partita che è concettualmente sbagliato. Ma diamolo pure per errore, abbiamo fallito il traguardo per quello? Secondo me no. Andiamo fuori perché ce le hanno date all’andata e perché l’Italia a Dortmund ha giocato 15 minuti da Borgorosso Football Club. Su quello andava scatenato l’inferno, messo ct e squadra davanti alle proprie responsabilità, e non concessa la giustificazione del rigore.​

                Francamente mi dispiace che una volta che Kean fa due gol in nazionale, finiscano dentro la voragine scavata dai tedeschi in uno dei quarti d’ora più spaventevoli e ridicoli che l’azzurro ricordi. Musiala che fa gol su calcio d’angolo a porta sguarnita mentre Donnarumma e gli altri sono fermi a baccagliare ingenuamente con l’arbitro deve essere un episodio sceneggiato dalla Gialappa’s Band. Siamo dalle parti dei gollonzi e del calcio parrocchiale.

                Essere eliminati dalla Germania ci sta, ma è il modo che ancor più offende. E purtroppo l’odioso rito che per noi si ripete ormai troppo spesso. “Era più giusto andare ai supplementari” ha detto il ct Spalletti compatito dalla platea. Per me invece deve essere chiaro: non ci siamo, la Nazionale così non va bene, anzi va male. Dall’Europeo andato in malora a oggi, ci resta lo spauracchio della qualificazione mondiale.

                A Spalletti dovremmo dirlo. Lucio, inventati qualcosa perché la nazionale delle scuse, dei rammarichi, dei ma però, e degli alibi l’abbiamo già vista e non la vogliamo più. Se vuoi un consiglio: attento perché di questo passo rischi di fare la fine di Thiago Motta. Che a furia di negare la realtà e di raccontarci un mondo a noi alieno ha finito con lo smarrire il senso del perché tutti noi si stia qui a dannarci per una partita di calcio.

                La Nazionale rimonta 3 gol alla Germania. Primo tempo horror degli azzurri, Italia eliminata da Nations League. A Spalletti si dica: no all'Italia delle scuse
                ...ma di noi
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                forse, tra mille inverni
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
                  • 122061
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                  L'Italia di Nations League: calcio modesto, gli errori di formazione con la Germania e le insidie per il Mondiale

                  Da Gatti a Maldini, il materiale umano di Spalletti non è all'altezza. Dire: va tutto bene? Sarebbe una bugia

                  Presagi: andare ai mondiali non sarà facile. Dobbiamo prepararci ad attraversare un girone di qualificazione pieno di insidie. Però, guardate: il problema non è Haaland, che ci aspetta con la sua Norvegia. Il problema siamo noi. È dentro di noi, è il nostro calcio tremendamente modesto. Con la Germania pareggiamo una partita intensa, confusa, anche emozionante, ma tragicamente sbagliata per tutto il primo tempo.

                  Comunque, forse, la cosa migliore è provare a raccontarvela subito. Senza cincischiare in commenti.

                  I primi scarabocchi, sugli appunti, dopo venti minuti. Le sensazioni, purtroppo, sono già abbastanza precise (anche se poi, come leggerete, subiranno lentamente qualche lieve modifica): stiamo giocando una partita imbarazzante. Ci difendiamo in nove. Talvolta, in dieci. Solo Kean si astiene dall’arretrare sulla barricata. In linea, davanti a Donnarumma, Spalletti ne sistema addirittura cinque, e tutti di ruolo. Neppure Rocco ed Herrera osavano schierarne tanti in marcatura. Da destra: Di Lorenzo, Gatti, Buongiorno, Bastoni e Udogie. Gatti va a uomo sul delizioso Musiala. Lo punta: e lo aggredisce, spesso falciandolo. L’arbitro, ad un certo punto, dopo l’ennesima randellata, è costretto ad ammonirlo e, mentre gli fa vedere il cartellino giallo, ha l’aria di dirgli: ragazzo, qui giochiamo a pallone, non a rugby. Ma Gatti cosa può fare di diverso? Avete presente i piedi di Gatti, no? È difficile ricordare un difensore tanto scarso con la maglia azzurra addosso.

                  Sono note sgradevoli. Anche a scriverle si è assaliti da una certa pena. Che gli vuoi dire a calciatori così? Prendete Maldini. Ormai dovreste sapere che è pure d’un anno più vecchio di Musiala. E stasera sarebbe la sua grande occasione. Purtroppo, invece, stasera è chiara la ragione per cui Gasperini, a Bergamo, continua a farlo partire dalla panchina. Sbaglia passaggi a un metro, non salta mai l’uomo, non innesca niente se non il rimpianto per quei due, tre palloni, che Ricci riesce a fargli arrivare nel cerchio di centrocampo, dove galleggia. La verità è che, di rango internazionale, Maldini ha solo il cognome. Non è una cattiveria: è la realtà. Qui bisogna cominciare a dirci le cose come stanno. Anche a costo di essere spiacevoli. Del resto, Maldini ha preso il posto di Raspadori, che a Milano era stato, letteralmente, inutile. E che qui è in panchina: lo facciamo entrare? Siamo messi così. È tutto il calcio italiano ad essere messo così.

                  Lo sa bene, Spalletti. Ha clamorosamente sbagliato la formazione iniziale, d’accordo. L’idea di aspettarli, per poi provare a ripartire, non ha funzionato. Il primo tempo lo chiudiamo sotto di tre gol (rigore di Kimmich, poi Musiala - con la difesa azzurra come narcotizzata: pazzesco, mai visto niente di simile - e quindi Kleindienst). Ma è evidente che anche Spalletti, una volta rinunciati ai suoi progetti tattici visionari, e dentro un calcio più elementare, ha a disposizione un materiale umano non di alto livello (eufemismo). Chissà cosa dice ai suoi, nell’intervallo. Forse gli urla che si stanno facendo prendere a pallate. Comunque ordina a Maldini e Gatti di farsi la doccia, e al loro posto mette Frattesi e Politano. In effetti, torniamo in campo e siamo un po’ meno schiacciati. Proviamo almeno a giocare il pallone, ecco. Certo siamo sempre casuali, completamente privi di un progetto preciso. Il gol di Kean arriva senza preavviso. La butta dentro. Punto. E questo, ovvio, ci dà morale. Se non hai qualità, ti attacchi a tutto. Anche ai piccoli segnali del destino. Il nostro cittì forse avverte qualcosa nell’aria e si sbraccia, indica aperture e percorsi. Però poi rinfila le mani in tasca e incassa la testa. Rassegnato? Di certo, nei suoi occhi non c’è più traccia della sua celebre brace.

                  Ecco: adesso fa uscire Tonali, anche lui in difficoltà, impreciso, e fa entrare Raspadori. Sembra una mossa inutile. Ma neanche il tempo di valutarla, che Kean s’inventa un altro gol. Siamo 3 a 2, con i tedeschi che appaiono un po’ sorpresi. «Italiani sempre crante fottuna», soffia un cronista locale. Sì, però fai il bravo e pensa a scrivere. La verità è che i suoi hanno meno gamba. Meno testa. Sono in affanno. L’arbitro, il polacco Marciniak, ci fischia un rigore a favore. Ma dai? Ma che fico. Che bellezza il calcio. Solo che poi l’uomo vestito di nero, tomo tomo, va a rivedersi l’azione al monitor. E perché? Arbitro, era fallo netto. Macché. Mezzo sguardo, e ci ripensa. Rigore annullato. Però poi ce ne dà un altro. Batte Raspadori: 3 a 3.

                  E allora che dobbiamo pensare, adesso: è stato un bel pareggio? No. Abbiamo tutti visto troppo calcio per raccontarci una bugia così.

                  CorSera

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                    Csar
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                    Spalletti rifletta sul primo tempo di Germania-Italia. Thiago Motta, superbia ed inesperienza

                    A Dortmund 45' di inferiorità indegna della tradizione azzurra contro i tedeschi, ma poi la Nazionale ha avuto la forza di reagire. L'ormai ex allenatore della Juventus dovrà imparare dal suo esonero

                    di Paolo Condò

                    L'eliminazione, e va bene. Il girone mondiale a 5, e l’accettiamo. Haaland sulla nostra strada, e ci arriviamo. Ma dalla serata di Dortmund sono altre due le cose che ci portiamo dietro, e che reclamano la precedenza. Il primo tempo più imbelle e distratto che si ricordi, una tremante ammissione di inferiorità indegna della tradizione di una gara fra Italia e Germania, e la capacità che hanno avuto gli azzurri di vergognarsene, di non lasciarla sfilare come un’altra pagina nera — la peggiore — di questa interminabile apnea azzurra, ma di reagire per puro orgoglio, perché al 46’ era impensabile avere ancora dei progetti. Gli azzurri si sono sentiti in dovere di provarci senza chiedersi se ci fosse un domani, e forti del fatto di non avere davvero più nulla da perdere hanno avanzato il baricentro di venti metri intercettando un’iniziale rilassatezza dei tedeschi, rientrando in partita con la doppietta di Kean e guadagnando infine un pareggio condito di recriminazioni arbitrali.

                    Francamente impensabili sia 45’ di simile disastro, sia altri 45’ di travolgente riscossa. Spalletti certo non dimenticherà il primo tempo, perché al di là dei cambi — che hanno inciso, ma come abbiamo visto la pendenza del campo si era rovesciata — il naufragio e la rinascita sono stati momenti psicologici prima che tecnici. La seconda rete subita non si vede sui campi dei dilettanti. La prossima partita dell’Italia deciderà al 50 per cento della nostra partecipazione al Mondiale, perché sarà la trasferta in casa della Norvegia, ed è un’ovvietà sostenere che ci vorrà l’Italia del secondo tempo per spezzare l’incantesimo. È un gioco sottile di paura e consapevolezza: nel primo tempo di ieri abbiamo avuto paura della Germania, e siamo finiti così. Nella ripresa eravamo consapevoli di non poterci ridurre in quel modo, e ne siamo usciti.

                    Venendo alla Juve, l’altro epicentro della giornata calcistica, ieri Dusan Vlahovic è tornato al gol con la Serbia. Più che un addio a Motta — col quale non si è mai preso — suona come un benvenuto a Igor Tudor, che in tempi non sospetti lo considerava il miglior attaccante del campionato e da domani potrà allenarlo. Tudor inseguiva da anni la grande occasione, ieri ha firmato con la Juve ed è significativo che non abbia posto condizioni. È il comportamento di chi crede in se stesso. L’esonero di Thiago Motta liquida un’altra rivoluzione di gioco tentata dalla Juventus: se era successo cinque anni fa con Maurizio Sarri, licenziato malgrado lo scudetto, a maggior ragione ce lo potevamo aspettare con Thiago, che oltre a non far vedere il gioco per il quale era stato scelto non ha portato nemmeno i risultati.

                    Ma la Champions è un obiettivo non negoziabile: quest’anno l’eliminazione ai playoff ha comunque fruttato 63 milioni. Perché il prossimo progetto poggi su una base economica solida, sono denari necessari. Un micidiale mix di inesperienza e superbia ha perduto Motta, che rivedremo in giro se saprà imparare da questo rovescio: è un tecnico migliore di quanto abbia fatto vedere a Torino.

                    ​CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
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                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Sean
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                      Sull'Italia la situazione è tragicomica e si spiega e commenta da sola, e c'è pure il rischio del non riuscire a qualificarsi per l'ennesima volta ai mondiali.

                      Sulla Juventus di comico c'è poco e c'è tanto di tragico: il fatto che Motta sia stato esonerato solo adesso fa capire benissimo come si sia tentato in tutti i modi di tenere in vita un progetto sul quale si era puntato tanto, molto...progetto tecnico, di gioco, di mercato e che in tot anni avrebbe dovuto portare i frutti...e invece l'aborto completo, costretti a quello da un allenatore che si è rivelato caratterialmente e tecnicamente indadatto, in maniera anche sorprendente, perchè a Bologna non aveva lasciato intuire tutte quelle gravissime tare.

                      Buttare nel cesso un lavoro sul quale tutti erano convinti è una enorme sconfitta che ti costringe a ripensare in maniera radicale tutti i piani per il futuro.

                      Speriamo che la lezioni venga mandata a mente: mai più i Savonarola, alla Juve non funzionano. Ogni volta che si è inseguita la chimera dei "giochisti" si è fatta questa fine.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • fede79
                        Bass Player
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Sull'Italia la situazione è tragicomica e si spiega e commenta da sola, e c'è pure il rischio del non riuscire a qualificarsi per l'ennesima volta ai mondiali.

                        Sulla Juventus di comico c'è poco e c'è tanto di tragico: il fatto che Motta sia stato esonerato solo adesso fa capire benissimo come si sia tentato in tutti i modi di tenere in vita un progetto sul quale si era puntato tanto, molto...progetto tecnico, di gioco, di mercato e che in tot anni avrebbe dovuto portare i frutti...e invece l'aborto completo, costretti a quello da un allenatore che si è rivelato caratterialmente e tecnicamente indadatto, in maniera anche sorprendente, perchè a Bologna non aveva lasciato intuire tutte quelle gravissime tare.

                        Buttare nel cesso un lavoro sul quale tutti erano convinti è una enorme sconfitta che ti costringe a ripensare in maniera radicale tutti i piani per il futuro.

                        Speriamo che la lezioni venga mandata a mente: mai più i Savonarola, alla Juve non funzionano. Ogni volta che si è inseguita la chimera dei "giochisti" si è fatta questa fine.
                        Il Bologna dopo di lui sembrava dovesse retrocedere in serie B, invece ha un solo punto in meno ma è quarto in campionato, ha avuto l’impegno infrasettimanale della CL ed è in semifinale di coppa Italia contro l'Empoli (che proprio la Juve di Motta ha schiantato).

                        Detto questo, pessima notizia per la Roma, che dopo Lecce avrà proprio la Juve: avrei preferito di gran lunga affrontare la squadra di Motta rispetto a quella di Tudor.
                        sigpic
                        Free at last, they took your life
                        They could not take your PRIDE

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                        • Venkman85
                          Bodyweb Senior
                          • Apr 2015
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                          • Liguria
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                          Imbarazzante il gol preso a porta vuota mentre i nostri perdevano tempo a protestare

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                          • Sean
                            Csar
                            • Sep 2007
                            • 122061
                            • 3,668
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

                            Il Bologna dopo di lui sembrava dovesse retrocedere in serie B, invece ha un solo punto in meno ma è quarto in campionato, ha avuto l’impegno infrasettimanale della CL ed è in semifinale di coppa Italia contro l'Empoli (che proprio la Juve di Motta ha schiantato).

                            Detto questo, pessima notizia per la Roma, che dopo Lecce avrà proprio la Juve: avrei preferito di gran lunga affrontare la squadra di Motta rispetto a quella di Tudor.
                            Difatti che il Bologna ti sia davanti e attualmente in champions, è una sorta di inquietante nemesi. La partita con l'Empoli non riesco a farmene una ragione. Io cosa diavolo abbia combinato Motta col gruppo non lo so...che non si stato capace di adattamenti, a fronte di segnali via via sempre più allarmanti, è un qualcosa che sta al di là del razionale...in 9 mesi non c'è ancora una formazione titolare, mi pare tipo lo scienziato pazzo.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • germanomosconi
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                              • Jan 2007
                              • 15869
                              • 693
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                              • pordenone
                              • Send PM

                              Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

                              Il Bologna dopo di lui sembrava dovesse retrocedere in serie B, invece ha un solo punto in meno ma è quarto in campionato, ha avuto l’impegno infrasettimanale della CL ed è in semifinale di coppa Italia contro l'Empoli (che proprio la Juve di Motta ha schiantato).

                              Detto questo, pessima notizia per la Roma, che dopo Lecce avrà proprio la Juve: avrei preferito di gran lunga affrontare la squadra di Motta rispetto a quella di Tudor.
                              Bologna che ha pure perso il giocatore più importante
                              Originariamente Scritto da Marco pl
                              i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                              Originariamente Scritto da master wallace
                              IO? Mai masturbato.
                              Originariamente Scritto da master wallace
                              Io sono drogato..

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
                                • 122061
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                                • Italy [IT]
                                • In piedi tra le rovine
                                • Send PM

                                Simone Inzaghi vince la Panchina d'Oro, a Gasperini quella speciale. La dedica alla famiglia e il pensiero per Thiago Motta

                                Nella corsa a due al titolo di miglior allenatore della passata stagione, vincono entrambi: Simone Inzaghi per lo scudetto con l'Inter, Gian Piero Gasperini per l'Europa League con l'Atalanta ottiene la Panchina d'Oro speciale

                                Quando gli consegnano la prima Panchina d’oro della carriera, Simone Inzaghi sorride in posa, pieno di orgoglio. Sui 51 allenatori aventi diritto lo hanno votato in 26, premiandolo per lo scudetto record della seconda stella interista (94 punti, 19 in più del Milan secondo). Si tratta di un riconoscimento speciale, a cui qualunque tecnico ambisce perché a votare sono i colleghi. Per questo all’appuntamento vogliono esserci tutti, anche chi è in cerca di una nuova sfida, come Pirlo e Sarri, beccati a conversare nei pressi del parcheggio.

                                La dedica alla famiglia: «A casa purtroppo ci sono poco»

                                Col premio in mano Inzaghi ringrazia il suo staff, la dirigenza e le proprietà di Inter e Lazio: «Due grandi club che non mi hanno fatto mancare niente». La voce si emoziona solo alla fine, quando rivolge un pensiero più intimo alla famiglia: «I calendari sono sempre più fitti e negli ultimi anni a casa ci sono stato poco. Ma so che i miei cari per me ci sono sempre». Intanto niente sembra scalfirlo, neanche gli acciacchi di Lautaro e Dumfries («Per fortuna dopo la sosta qualcuno rientrerà») o le tante partite («Ci possiamo giocare tutto e lo faremo con entusiasmo»).

                                La tesi sul rapporto coi giocatori

                                Sul palco la mente è tornata indietro nel tempo, a 11 anni fa, quando Simone faceva avanti e indietro in autostrada da Roma a Firenze, destinazione Coverciano, per partecipare alle lezioni del Master Uefa Pro e diventare così allenatore di A. Per la tesi scelse come relatore Vittorio Tubi, psicologo e psicoterapeuta. Argomento: le dinamiche tra allenatore e squadra, ritenute «fondamentali per determinare il successo di una stagione». Due i riferimenti citati, Mancini e Eriksson, a cui sarà scappato un sorriso.

                                La lezione di Gasperini e il pensiero per Motta

                                Come a Gian Piero Gasperini, a cui è stata consegnata la Panchina d’oro speciale, lo stesso premio dato a Carlo Ancelotti. I due si fanno fotografare insieme, loro che sono stati compagni di classe a Coverciano nel corso Uefa Pro del 1996/1997 e anche gli allenatori più anziani a prendere parte all’ultima Champions, dove si sono affrontati come avevano fatto nella Supercoppa Europea di agosto. Gasp ci era arrivato portando l’Atalanta al trionfo in Europa League. Una notte magica che però non l’ha cambiato: «Dicevano che fossi un perdente, ma in realtà vinco ogni giorno migliorando i miei giocatori». Quindi il pensiero per Motta, il suo allievo appena esonerato dalla Juve: «Ci vuole rispetto, la gogna mediatica non mi piace. Attaccare sul personale è troppo semplice». Quindi rivolto ai colleghi: «Ricordate, quello che fate in ogni allenamento vale più di un premio».

                                ​CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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