Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza MessaggioHo sentito il mio aggancio. Furlani dovrebbe parlare oggi prima di Milan Lazio, con dichiarazioni di presa di responsabilità. Dovrebbe cambiare un po' la comunicazione del Milan dopo che è stato silurato il precedente responsabile che avrebbe consigliato di dire "va tutto bene, siamo forti" facendo arrabbiare ancora di più i tifosi.
Con la vittoria odierna la Roma supera in classifica il Milan, in attesa di stasera con la Lazio ovviamente...ma comunque ormai la Roma è lì, il che vuol dire che il posto nelle prossime coppe non è assicurato, cosa che fino a diciamo dicembre pareva impossibile...per cui i grossi problemi adesso sono il campo e la classifica, e già stasera la partita diventa "scottante"....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
La questione non è cambiare marcia sulla comunicazione...ma sul campo.
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Milan-Lazio da infarto: un rigore di Pedro (uscita di Maignan su Isaksen) assegna la vittoria alla squadra di Baroni e condanna il Milan di Conceição, contestatissimo dai tifosi, al terzo ko consecutivo. La Lazio era andata in vantaggio con Zaccagni, poi il Milan era rimasto in dieci per l’espulsione di Pavlovic, ma era riuscito a pareggiare con Chukwueze. Fino all’incredibile epilogo del minuto 99. Ora resta il problema fondamentale: che si fa con Conceição? Lo si esonera subito? Con lui il Milan (nono e scavalcato dalla Roma) sta andando a precipizio. Anche peggio di Fonseca, ed pure sfigato poveraccio…
Milan-Lazio 1-2 è la cronaca di una morte annunciata, quella di un Milanaccio che fa orrore al suo passato e anche al suo stesso presente. E che soprattutto scorro la classifica e non trovo fino a quando non sono arrivato a metà.
Porgiamo le doverose condoglianze di fronte al loculo numero 9, dove giace – legati entrambi dal medesimo destino – il povero Santiago Nasar, amante condannato fin dalla prima pagina della sua triste storia, sepolto insieme a tutto l’armamentario della grandeur rossonera che fu. E che il trio Cardinale-Ibraimovic-Conceição ha riproposto vanamente ed esclusivamente a chiacchiere, spot, colpi a effetto, miliardi buttati al vento, calciomercato come se fosse un pomeriggio alla Rinascente – “mi sta bene Gimenez?” “Joao Felix è in saldo?” -, e copertine di Ibrahimovic che fa il modello su GQ in occasione della Milano Fashion Week (aggiunge sfiga a sfiga), sigari che a ripensarci sono chiari e minacciosi simboli fallici, e ultima ma forse prima in ordine di tragicità l’impresentabile e oltraggiosa divisa rossa, verde e gialla che il Milan indossava nel momento di maggior dolore. Ecchecz..o, almeno la forma, lo stile, dai…
Obbrobrio di divisa che si dovrebbe bruciare in rogo pubblico sul piazzale di San Siro. Perché se proprio bisogna cadere è giusto farlo dignitosamente con l’abito proprio e la maglia del cuore. Posto che i discorsi su cuore e sentimento abbiano ancora un senso in questo calcio qui. E soprattutto con una proprietà americana che ha la stessa tracotanza sborona di Trump nello Studio Ovale.
Non vi racconterò una partita che avete visto perché ci vorrebbe un capitolo per ogni episodio chiave: il gol di Zaccagni, l’espulsione di Pavlovic, il pareggio in dieci di Chukwueze, l’uscita di Maignan su Isaksen e il rigore di Pedro al minuto 99. Tifosi umiliati e pure a rischio infarto.
Pur ammirato dai laziali Pedro e Guendouzi e ancora sorpreso da un Baroni che nessuno si filava e considerava, confesso che a un certo punto ho avuto un afflato solidale verso il Milan che mi pareva epicamente eroico nella reazione, mentre Conceição faceva francamente una gran pena. Ai tifosi inferociti e che contestavano già da prima dell’inizio della partita al grido di “Cardinale vattene”, il portoghese 2 (Conceição) ha restituito un Milan peggiore di quello del portoghese 1 (Fonseca). Andando a ritroso si finirebbe inevitabilmente come sempre nella valle delle lacrime e dei rimpianti di coloro, non Ibrahimovic, che volevano Antonio Conte e adesso lo vedono battagliare per lo scudetto. Mai scelta scatenò dal ventre rossonero maggior reflusso gastroesofageo.
Inutile cercare di salvare un rapporto che è ormai intossicato. Non esiste un destino diverso dalla separazione del Milan da Conceição, è scritto nel libro, sono come l’acqua e l’olio, non stanno insieme. Possiamo fare tutte le considerazioni che vogliamo ma è evidente che la squadra si sta drammaticamente decomponendo. Il terzo ko consecutivo in campionato e l’eliminazione dalla Champions League, la ripetuta autocastrazione del Milan in dieci per via degli espulsi, la mai risolta questione Leao – Theo Hernandez, e soprattutto la constatazione che quando Conceição ha preso il Milan alla 17a giornata la Roma di Ranieri gli stava 7 punti sotto e ora gli sta 2 sopra, sono una dimostrazione ancor più netta del Teorema di Pitagora.
Vabbé, vada come vada, ci si vede con Ibra alla Milano Fashion Week eh
...ma di noi
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Milan, occorre una svolta per far pace con i tifosi: Tassotti l'uomo giusto se Conceiçao viene esonerato
I rossoneri non possono continuare a giocare nel clima tossico che si è creato a San Siro. Gli anni di Cardinale e di Elliott diventeranno un caso di scuola nella storia del calcio per la gestione dei fondi, ma ora serve un uomo garanzia
di Paolo Condò
Il ruggito di San Siro quando Chukwueze ha pareggiato malgrado il Milan fosse ormai da tempo in dieci contro undici, e il muro assordante di fischi che si è opposto invano alla gelida esecuzione di Pedro dal dischetto, raccontano bene la delicatezza del rapporto fra passione e contestazione. Il Milan non può continuare a giocare nel clima tossico in cui ieri ha perso con la Lazio. La stagione volge di male in peggio, ora che è stato sorpassato anche dalla Roma si ritrova nono in classifica e dunque fuori da qualsiasi piazzamento europeo se il campionato finisse adesso. Ma siccome il campionato durerà altri tre mesi, e in mezzo ci sarà il doppio derby di coppa Italia, occorre fare qualcosa per arrivare a una tregua con la propria gente, perché questo ormai è un incubo, e non ha senso viverlo così fino a maggio.
Ieri la squadra ha giocato due tempi opposti: vuota e psicologicamente annientata dall’atteggiamento dello stadio nel primo — graziata da una Lazio che prima dell’intervallo avrebbe potuto segnare tre gol — si è ribellata nella ripresa al suo destino sfiorando più volte il pari con una gara disordinata ma gagliarda, di quelle che trascinano i tifosi. E infatti molti di loro si sono lasciati trascinare. Questo del Milan di Cardinale e di Elliott diventerà un caso di scuola nella storia del calcio posseduto dai fondi d’investimento, un manuale del complesso rapporto fra il capitale indistinto e l’amore popolare; un prontuario di cosa non fare per gestire un club da lontano comunicando poco e male un’unità di intenti velleitaria.
L’anello di congiunzione fra questi due mondi era Paolo Maldini e liberarsene è stato un gesto di infinita arroganza e scarsa lungimiranza: ma siccome cosa fatta capo ha, e naturalmente un club della portata del Milan non si vende su richiesta né sarebbe eventualmente possibile farlo in tempi brevi, occorre un uomo-garanzia per stabilire una tregua, e il primo che viene in mente è Mauro Tassotti. Già al lavoro da qualche tempo con il Milan Futuro, se il Milan decidesse di concludere la sfortunata esperienza di Sergio Conceicao — le cui colpe sarebbero inferiori a una sentenza di esonero se la situazione fosse di una crisi «normale» — dovrebbe affidare il finale di stagione al suo vecchio terzino.
La rosa del Milan è stata assemblata con i nervi più che con la testa, ma è tutt’altro che povera: l’esempio della Roma, che grazie al ricongiungimento fra club e tifosi garantito da Claudio Ranieri ha recuperato il suo pieno potenziale, è molto facile da cogliere. Stasera la Juve, le cui difficoltà sono evidenti ma certo non paragonabili al disastro rossonero, potrebbe portare il quarto posto undici punti sopra il Milan. Qualcosa è finito ieri a San Siro, ma non esiste storia che non si possa ricominciare. Su altre basi, però.
CorSera...ma di noi
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A nulla sono serviti per il Milan il cambio di allenatore e un mercato di gennaio ricco di movimenti come fosse una sezione estiva: questo significa che le cause e le manchevolezze sono strutturali, ben riassunte nell'articolo di Condò.
La società è fatta coi piedi, vuoto di competenza, di struttura, di capacità e di empatia: quello che c'è è solo l'arroganza di un fondo americano che, come tutti gli americani, il pallone non sa nemmeno come è fatto. La scelta di delegare tutto ad un Ibrahimovic, altro egocentrico, è stata un amplificatore di supponenza e inadeguatezza.
In questa maniera la catena degli errori si è allungata, la somma moltiplicata, ad iniziare dalla scelta di Fonseca per finire a quella di Conceicao: i due allenatori, contro cui in estate i tifosi avevano fatto le barricate, sono stati comunque messi dentro coi risultati che vediamo.
Si potrebbero prendere pari pari i discorsi fatti per la Roma e, come il gioco dei trasferelli, sovrapporli al Milan edizione Cardinale/Ibrahimovic, con l'unica differenza che la Roma poi ha trovato Ranieri che sta tenendo su tutto, cioè le cose del campo, di riflesso facendo "scudo" a quelle societarie, mentre il Milan ha sostituito Fonseca con Conceicao, cioè con la seconda scelta estiva rispetto a Fonseca, già bocciata in estate dai tifosi.
Chiaramente dovrebbero entrare nel discorso anche i giocatori, perchè in campo ci vanno loro...ma le cose del campo comunque hanno origine, come diceva giustamente Venkman, e come è noto, da quanto c'è o non c'è di raziocinante e pulsante in società.
La stagione è ancora in parte recuperabile, non per la champions ma almeno per un posto in Europa via coppa Italia. I derby fanno storia a parte, come si sa, sono una parentesi capace di lasciare sospesi per un attimo tutti i problemi strutturali e stagionali: è questa l'unica ed ultima speranza per il Milan di non considerare completamente catastrofica la stagione....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioA nulla sono serviti per il Milan il cambio di allenatore e un mercato di gennaio ricco di movimenti come fosse una sezione estiva: questo significa che le cause e le manchevolezze sono strutturali, ben riassunte nell'articolo di Condò.
La società è fatta coi piedi, vuoto di competenza, di struttura, di capacità e di empatia: quello che c'è è solo l'arroganza di un fondo americano che, come tutti gli americani, il pallone non sa nemmeno come è fatto. La scelta di delegare tutto ad un Ibrahimovic, altro egocentrico, è stata un amplificatore di supponenza e inadeguatezza.
In questa maniera la catena degli errori si è allungata, la somma moltiplicata, ad iniziare dalla scelta di Fonseca per finire a quella di Conceicao: i due allenatori, contro cui in estate i tifosi avevano fatto le barricate, sono stati comunque messi dentro coi risultati che vediamo.
Si potrebbero prendere pari pari i discorsi fatti per la Roma e, come il gioco dei trasferelli, sovrapporli al Milan edizione Cardinale/Ibrahimovic, con l'unica differenza che la Roma poi ha trovato Ranieri che sta tenendo su tutto, cioè le cose del campo, di riflesso facendo "scudo" a quelle societarie, mentre il Milan ha sostituito Fonseca con Conceicao, cioè con la seconda scelta estiva rispetto a Fonseca, già bocciata in estate dai tifosi.
Chiaramente dovrebbero entrare nel discorso anche i giocatori, perchè in campo ci vanno loro...ma le cose del campo comunque hanno origine, come diceva giustamente Venkman, e come è noto, da quanto c'è o non c'è di raziocinante e pulsante in società.
La stagione è ancora in parte recuperabile, non per la champions ma almeno per un posto in Europa via coppa Italia. I derby fanno storia a parte, come si sa, sono una parentesi capace di lasciare sospesi per un attimo tutti i problemi strutturali e stagionali: è questa l'unica ed ultima speranza per il Milan di non considerare completamente catastrofica la stagione.sigpic
Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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