Originariamente Scritto da fede79
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza MessaggioAnche la figura di Ibra in società finora assolutamente superflua, se non deleteria
Quello che la società aveva in mente per lui ok, una specie di "raccordo" tra campo e "piani alti" visto il suo carisma ed i trascorsi, con licenza di mettere bocca anche in roba societaria, tipo qualche scelta di mercato e quant'altro
Ma si sta comportando da figurina come diceva di non voler essere, affondato dal suo ego smisurato e da futili dichiarazioni da "esaltato" quando qui c'è solo da rimettere la barca in acqua, altro che bel gioco e scudetti estivi...
La carriera in campo è una cosa, il ruolo in società un'altra
Qui hanno fatto la considerazione come se fosse già naturalmente predisposto, quando non era affatto scontato e si doveva "fare le ossa" come tutti
PS Sylv, te possinoI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
la roma ha problemi di rosa ben maggiori del milan, non la vedo adatta per allegri
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Ibrahimovic: “Fonseca via per mancanza di continuità. Un errore mandarlo in conferenza stampa”
Il senior advisor rossonero alla presentazione del nuovo tecnico Sergio Conceiçao. Che dice: “Dobbiamo lavorare tanto”
"Voglio ringraziare Paulo Fonseca per quello che ha fatto, per il professionista che è, per il tempo che è stato qua: massimo rispetto per lui. I motivi dell'esonero: non è riuscito ad avere continuità con i risultati e quando sei il Milan i risultati sono fondamentali. La decisione dell'esonero l'abbiamo presa dopo la partita e abbiamo fatto un errore a mandarlo in conferenza stampa: chiedo scusa a Paulo e ai tifosi". Così il senior advisor del Milan, Zlatan Ibrahimovic, prima di presentare il nuovo tecnico rossonero Sergio Conceiçao. "Capiamo i tifosi e abbiamo rispetto, siamo i primi a non essere soddisfatti e non lo saremo finché non raggiungiamo i nostri obiettivi. La Supercoppa è uno dei nostri obiettivi. La responsabilità non è solo dell'allenatore ma è condivisa con tutti, dobbiamo prendercela. Nel male e nel bene il Milan è sempre preparato per il prossimo step, non ci sono scelte dettate dal panico", ha aggiunto.
"Conceiçao tecnico molto diretto, porta carattere”
"I motivi della scelta di Sergio Conceiçao? È una persona molto diretta, porta carattere, è un vincente. Ha avuto esperienza di entrare a metà campionato e ha fatto molto bene. Ha fatto grandi risultati al Porto. Ieri è arrivato e ha voluto subito la squadra in campo a lavorare. Il nostro lavoro è metterlo nella condizione di fare il meglio possibile. Gli diamo il benvenuto".
Il nuovo tecnico: “Lavorare tanto per dimostrare di essere all’altezza”
"Cosa non ha funzionato al Milan? Secondo me non c'è una sola cosa. Ci sono tante cose. Alcuni parlano di organizzazione, altri di problemi mentali, altri fisici. Penso che devo mandare un abbraccio a Fonseca, ha avuto periodi bellissimi, con partite che mi sono piaciute tanto e altre meno. Noi vogliamo essere sempre perfetti, ma non è possibile. Ci sono gli avversari. Ogni settimana è difficile in campionato e in Champions, dobbiamo essere preparati. Non voglio entrare in dettagli, non sarebbe corretto per un allenatore serio, bravo e che conosco da anni". Così Sergio Conceiçao. "Come ho detto ai ragazzi possiamo cambiare sistema, come si vuole, poi c'è spirito e mentalità, che non è negoziabile. L'intensità, la voglia di arrivare alla fine sapendo di aver dato tutto. Non è facile, sono un appassionato, sicuramente avete contato quante volte sono stato espulso, vivo intensamente e voglio che i giocatori vivano allo stesso modo. C'è da lavorare su questo, devono capire che gli devono brillare gli occhi quando entrano qui. Devono andare al limite. Poi c'è l'organizzazione e la preparazione della partita. Ma con questa mentalità saremo più forti. Tutti vogliamo una cosa: che il Milan arrivi in Champions, e c'è già un trofeo in palio. Siamo il Milan. Per arrivare al quarto posto c'è tanto lavoro da fare. Ci sono tanti giocatori importanti, con quelli che sono disponibili lotteremo per arrivare a vincere". Quanto al mercato che sta per riaprirsi, "voglio conoscere bene la squadra, non solo i grandi ma anche il Milan Futuro. Non è giusto parlare di mercato perché non conosco bene tutti, soprattutto i giovani".
Il senior advisor rossonero alla presentazione del nuovo tecnico Sergio Conceiçao. Che dice: “Dobbiamo lavorare tanto”
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioIbra l'hanno messo lì per prendersi tutte le critiche. Credi che abbia scelto lui Fonseca...che scelga lui i giocatori?
Mica sono senza occhi Ibra è solo una piccolissima parte di una radice societaria che è marcia dal principio
Io ho detto che sta facendo proprio la figura di quello che voleva non apparire
Un cimelio, una figurina
Per ora, ridicolo
Poi se è veramente come dici tu allora è semplicemente un coglione, anche peggio
Last edited by Irrlicht; 31-12-2024, 16:35:29.Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenzio brucerà la campagna
come i falò la sera."
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Mi è piaciuto sentir dire da Conceicao riguardo il dominare il gioco/fare possesso che il suo tikitaka è fare risultato, con Ibra di fianco che se la rideva (e visti i suoi trascorsi con Guardiola non mi stupisco).
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Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza MessaggioMi è piaciuto sentir dire da Conceicao riguardo il dominare il gioco/fare possesso che il suo tikitaka è fare risultato, con Ibra di fianco che se la rideva (e visti i suoi trascorsi con Guardiola non mi stupisco).Last edited by robybaggio10; Ieri, 20:54:02.I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
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A Riad, in Arabia Saudita, si assegna la Supercoppa Italiana. Il format è lo stesso della scorsa stagione: Final Four con quattro squadre. L’Inter campione d’Italia, la Juventus vincente della Coppa Italia, il Milan secondo classificato e l’Atalanta finalista della Coppa Italia.
Il programma
Semifinale 2 gennaio ore 20: Inter-Atalanta;
semifinale 3 gennaio ore 20 Juventus-Milan.
Finale (orario da stabilire) il 6 gennaio
Regolamento
Al termine dei 90’ niente supplementari: in caso di parità, calci di rigore. per arbitrare gli incontri di Supercoppa sono state scelte tre sestine che partiranno “scaglionate” per Riad.
Niente squalifiche
Un giocatore squalificato, perché diffidato e ammonito o direttamente espulso nella 18° giornata (l’ultima del 2024), non salta la Supercoppa Italiana ma il prossimo turno di campionato. È il caso di Locatelli, ammonito contro la Fiorentina. Sarà out nel derby con il Torino dell’11 gennaio
Come ci arrivano
Inter: è stata la prima squadra a decollare, il 30 dicembre, con destinazione Riad. Simone Inzaghi ha giocato d’anticipo. Il tecnico nerazzurro ci arriva da secondo in classifica: è a un punto da Atalanta e Napoli ma con una gara in meno, quella contro la Fiorentina. Inzaghi non recupera Acerbi, Pavard, si affida a Lautaro Martinez, che ha ritrovato il gol in campionato il 28 dicembre nel 3-0 rifilato al Cagliari.
Juventus: come visto nell’ultima gara con la Fiorentina (2-2, 29 dicembre) Thiago Motta ha recuperato sia Douglas Luiz sia Nico Gonzalez, entrati nei minuti finali dell’ultima partita di campionato. Il tecnico italo-brasiliano si affiderà a Yildiz, Koopmeiners e Vlahovic nel reparto offensivo. Cercando di sistemare la difesa.
Milan: i piani dei rossoneri sono stati scombussolati dall’esonero di Paulo Fonseca al termine della sfida di San Siro pareggiata 1-1 contro la Roma (29 dicembre). Al suo posto è arrivato Sergio Conceicao, che si siederà in panchina con l’obiettivo di centrare già il suo primo trofeo in questa nuova avventura. Il Diavolo ha sì recuperato Bennacer, ma ha perso Chukwueze (ed è ancora out Okafor). Il nigeriano non ci sarà. Recuperati anche Loftus-Cheek, Pulisic e Jovic. Invece, sono in dubbio sia Rafael Leao sia Musah per la semifinale.
Atalanta: il pareggio in extremis contro la Lazio (1-1, gol di Brescianini il 28 dicembre) ha dato entusiasmo alla Dea, che in campionato arrivava da 12 vittorie di fila. Gian Piero Gasperini a Riad non avrà a disposizione Retegui (torna l’11 gennaio con l’Udinese o almeno questo è l’obiettivo del club), ma può recuperare Ruggeri. Scamacca, invece, prosegue il suo percorso di recupero.
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Prima semifinale di Supercoppa a Riad, si sfidano l'Inter e l'Atalanta: chi vince trova Milan o Juventus
Si alza il sipario sulle Final Four di Supercoppa Italiana, che si svolgono a Riad in Arabia Saudita. Oggi, giovedì 2 gennaio, si gioca la prima semifinale tra Inter e Atalanta. Da una parte i campioni d’Italia; dall’altra la finalista dell’ultima Coppa Italia.
«I miei obiettivi? Sono gli stessi di quando sono arrivato tre anni e mezzo fa. Rappresentiamo l’Inter, una grandissima società, dobbiamo puntare al massimo cercando di vincere più trofei possibili. La Supercoppa rappresenta tanto per noi, già dall’anno scorso sappiamo che è un trofeo più difficile da conquistare con due partite in pochi giorni. Cercheremo di fare il massimo», ha detto Simone Inzaghi. E ancora: «L’Atalanta ha vinto l’Europa League, è stato un grande trionfo. Non sono più una sorpresa, sono tanti anni ad altissimi livelli in Champions e in campionato. Sarà una partita difficilissima, ci vorrà una grande Inter contro una squadra che sta ottenendo tantissimi successi».
Così, invece, Gian Piero Gasperini: «L’Inter è stata la squadra più forte negli ultimi tre anni, è cresciuta tantissimo. Stavolta dobbiamo rimanere in partita e non subire all’inizio perché, se va in vantaggio, è una squadra difficilissima da affrontare. Sarà una partita diversa, comunque, rispetto al campionato, è una partita in 90 minuti con eliminazione secca e va vista con un’ottica differente».
La semifinale tra Inter e Atalanta, si gioca alle ore 20 e sarà trasmessa su Canale 5 e in streaming su Mediaset Infinity.
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Aldo Agroppi è morto: scompare a 80 anni l'ex calciatore e allenatore
Era malato da tempo, ma da qualche giorno era ricoverato in ospedale a Piombino dove era nato
Aldo Agroppi aveva il cuore Toro e non è soltanto un modo di dire. La maglia granata era una seconda pelle, un modo di affrontare il calcio e la vita. Il Torino lo aveva preso diciassettenne dal Piombino, la squadra della sua città, nella quale aveva esordito in serie D e dopo un girovagare per l’Italia perché così si faceva allora, molto più di oggi, lo ha fatto esordire in serie A il 15 ottobre del 1967, il giorno stesso in cui è morto Gigi Meroni. Una coincidenza che lo ha segnato. Eppure, da ragazzino Agroppi era tifoso della Juve e giocava con i calzettoni abbassati come il suo idolo, Omar Sivori.
Lui stesso ha raccontato, in un’intervista al Corriere fiorentino, il suo innamoramento granata. «Una volta entrato nello spogliatoio del Filadelfia e guardato con attenzione le foto del Grande Torino e la carlinga dell’aereo che si schiantò a Superga capii che dovevo comportarmi da uomo e amare il Toro». E anche diventare il più acerrimo nemico della Juve, simbolo di un potere che Agroppi ha sempre combattuto, prima da calciatore nel Torino, oltre duecento presenze e due Coppe Italia vinte, poi da tecnico. Aldo era un centrocampista difensivo, che aveva corsa e macinava chilometri. Lido Vieri era come un fratello, il capitano Giorgio Ferrini un punto di riferimento. «Quando sposi il Torino è per sempre, come Nadia», moglie e compagna per quasi 50 anni.
Da allenatore la carriera è stata breve, ma intensa. Agroppi ha portato il Pisa di Romeo Anconetani in serie A e la Fiorentina sino al quarto posto. Il 2-0 ai bianconeri, firmato da Passarella e da un giovane Berti nel recupero, con Aldo che esulta girandosi verso la tribuna all’indirizzo dell'allora presidente Giampiero Boniperti, è stato il suo momento di massimo splendore. A Firenze però non sono certo state tutte rose e fiori. La squadra volava, ma Agroppi sostituiva spesso e volentieri Antognoni, reduce da un grave infortunio e tra il tecnico e la bandiera della città il rapporto era conflittuale. Agroppi per quello ha rimediato pugni e calci, un martedì prima dell’allenamento, salvato da Passarella. Aldo non si è spaventato e non ha fatto passi indietro, non ha mai tradito se stesso. Arguto, ironico, divertente, ha perso la panchina della Fiorentina alla fine di quella stagione da incorniciare, con l’avvento del presidente Pier Cesare Baretti, che gli preferì Eugenio Bersellini. Agroppi ha dovuto combattere contro molti nemici, alcuni subdoli, come la depressione.
Ha fatto anche altro nella vita, a Firenze aveva un ristorante-pizzeria proprio davanti al Bar Marisa, il ritrovo dei tifosi e ai giornalisti che lo frequentavano regalava sempre le sue massime e si infervorava nella discussione. Amava la musica e collezionava vinili. Dopo quella stagione da incorniciare, è iniziato il suo declino: un esonero al Como, la retrocessione con l’Ascoli, un’altra breve parentesi alla Fiorentina, lunga appena quattro mesi, iniziata malissimo a Udine con un 4-0 e una rete subita dai viola dopo appena nove secondi, che Agroppi commentò in maniera sarcastica: «Il primo gol non va addebitato a me, non mi ero ancora seduto sulla panchina». Da commentatore della Rai sono celebri le discussioni con Marcello Lippi che simboleggiava agli occhi di Aldo il potere della Juve. Ancora oggi, chi aveva la fortuna di parlare con lui al telefono, racconta che non aveva perso lo spiritaccio da maledetto toscano: giudizi taglienti e battute dissacranti. «I ruffiani proprio non li sopporto». E non ha mai cambiato idea. Agroppi è rimasto fedele a sé stesso, sino alla fine, dopo aver compiuto gli 80 anni nella sua Piombino «il posto più bello del mondo». Un personaggio diverso, di un calcio diverso.
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Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Il Barcellona è alla fruttaOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Inter-Atalanta 2-0: Dumfries decide la prima semifinale di Supercoppa
Doppietta di pregevole fattura dell’olandese nella ripresa. Il 6 gennaio in finale contro la vincente di Juventus-Milan
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seconda semifinale di Supercoppa Italiana a Riad. Il Milan, arrivato secondo nello scorso campionato, sfida la Juventus, vincitrice della Coppa Italia. Per i rossoneri è un momento delicato. In panchina non c’è più Paulo Fonseca, ma un altro portoghese, Sergio Conceicao. Il nuovo allenatore recupera Pulisic, ma non Rafael Leao, che potrebbe essere portato in panchina in caso di approdo in finale il 6 gennaio.
Milan-Juventus di Supercoppa: le parole di Conceicao e Motta
«Il timing è quello che è. Chiaro che avrei voluto più giorni per lavorare e più giocatori disponibili, ma quando sono arrivato sapevo già di questa situazione. Quindi, non ci sono scuse. Testa alta. Stiamo preparando la partita per essere incisivi, senza avere troppe informazioni nella testa, per cercare di vincere», ha detto l’allenatore portoghese. Aggiungendo: «Che timbro voglio lasciare? Dobbiamo lavorare ogni giorno, non sono un visionario per pensare tra sei mesi. Lavoro ogni giorno per avere i risultati, poi si faranno i conti. C’è la pressione, ma domani lo stadio è pieno: sono felice, facciamo un lavoro fantastico, guadagniamo soldi, siamo conosciuti, siamo fortunati. Dobbiamo sfruttare questo talento che Dio ci ha dato per fare bene».
La Juventus vuole la finale: «Loro sono una grande squadra con un ottimo allenatore che ha fatto molto bene al Porto. Noi daremo il nostro massimo. Sono partite belle da giocare e facciamo questo lavoro per competere a questo livello. Non mi immagino domani un giocatore che non voglia stare in campo. Questi sono momenti belli che vanno gestiti bene. Noi saremo pronti per affrontare il miglior Milan, perché stiamo bene noi. Sappiamo cosa dobbiamo fare per competere contro una grande squadra», le parole di Thiago Motta.
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