Leghe e sindacato calciatori contro la Fifa: intasa i calendari e persegue interessi propri
Bufera nel calcio per la causa intentata contro il governo internazionale: nel mirino il Mondiale per club e la Coppa del mondo allargata a 48 squadre
Leghe europee e sindacato dei calciatori del continente uniti contro la Fifa. L’associazione che raggruppa le leghe di tutta Europa, Liga compresa, e la Fifpro hanno annunciato ieri a Bruxelles di aver presentato una causa contro il governo mondiale del football presso la Direzione Generale della Concorrenza della Commissione europea.
Le motivazioni di una misura così eclatante vanno ricercate nell’imposizione del calendario internazionale delle partite, comprese le decisioni relative alla Coppa del Mondo per club che si disputerà l’estate prossima. L’istituzione del nuovo torneo, con 32 partecipanti e della durata di un mese, a cui farà seguito nell’estate successiva il Campionato del mondo per nazionali, allargato a 48 squadre, è stato il detonatore per la lotta alla Fifa.
Si gioca troppo, il calendario è intasato, i calciatori sottoposti a sforzi eccessivi sono soggetti a infortuni, i campionati nazionali rischiano di perdere appeal. Uno dei punti su cui si basa il reclamo è il conflitto di interessi della Fifa come organizzatore di competizioni e al contempo organo di governo, unito alla mancanza di un impegno significativo con le parti in causa: la sua condotta costituisce un abuso di posizione dominante e viola il diritto alla concorrenza dell’Unione europea. Rimproverando altresì alla Fifa di aver usato il proprio potere regolatore per promuovere i propri interessi commerciali a spese di giocatori e leghe, nel reclamo si fa riferimento alle recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea nei casi riguardanti la Superlega e Diarra. In altre parole, si chiede al massimo organo calcistico di «esercitare le funzioni di ente regolatore in modo trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato, così da neutralizzare il conflitto di interessi».
Non meno importante è l’altro pilastro su cui poggia il reclamo: «L’eccesiva saturazione del calendario mette a rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali». Da Bruxelles si è levato un coro di dichiarazioni di condanna all’operato della Fifa. «È sorprendente come dopo 9 mesi di sentenze rilevanti in materia di governance del calcio la Fifa non abbia sentito il messaggio che viene lanciato» dichiara Javier Tebas, numero uno della Liga. Umberto Calcagno, presidente dell’Aic, commenta: «Il calcio sta divorando se stesso».
Del resto come spiega Luigi De Siervo, ad della Lega, «la serie A negli ultimi vent’anni non ha aumentato il numero delle partite, al contrario di Fifa e Uefa che hanno incrementato le dimensioni delle loro competizioni». Con un distinguo. «La Uefa ha avuto una significativa consultazione con le parti interessate, la Fifa invece ha imposto il suo format». In questo contesto di grande turbolenza, Bernd Reichart, ad di A22, la società promotrice della Superlega, annuncia che si sta attivando per lanciare quanto prima la nuova competizione. «Si stanno abbattendo i pilastri delle organizzazioni che detengono il monopolio».
CorSera
Bufera nel calcio per la causa intentata contro il governo internazionale: nel mirino il Mondiale per club e la Coppa del mondo allargata a 48 squadre
Leghe europee e sindacato dei calciatori del continente uniti contro la Fifa. L’associazione che raggruppa le leghe di tutta Europa, Liga compresa, e la Fifpro hanno annunciato ieri a Bruxelles di aver presentato una causa contro il governo mondiale del football presso la Direzione Generale della Concorrenza della Commissione europea.
Le motivazioni di una misura così eclatante vanno ricercate nell’imposizione del calendario internazionale delle partite, comprese le decisioni relative alla Coppa del Mondo per club che si disputerà l’estate prossima. L’istituzione del nuovo torneo, con 32 partecipanti e della durata di un mese, a cui farà seguito nell’estate successiva il Campionato del mondo per nazionali, allargato a 48 squadre, è stato il detonatore per la lotta alla Fifa.
Si gioca troppo, il calendario è intasato, i calciatori sottoposti a sforzi eccessivi sono soggetti a infortuni, i campionati nazionali rischiano di perdere appeal. Uno dei punti su cui si basa il reclamo è il conflitto di interessi della Fifa come organizzatore di competizioni e al contempo organo di governo, unito alla mancanza di un impegno significativo con le parti in causa: la sua condotta costituisce un abuso di posizione dominante e viola il diritto alla concorrenza dell’Unione europea. Rimproverando altresì alla Fifa di aver usato il proprio potere regolatore per promuovere i propri interessi commerciali a spese di giocatori e leghe, nel reclamo si fa riferimento alle recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea nei casi riguardanti la Superlega e Diarra. In altre parole, si chiede al massimo organo calcistico di «esercitare le funzioni di ente regolatore in modo trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato, così da neutralizzare il conflitto di interessi».
Non meno importante è l’altro pilastro su cui poggia il reclamo: «L’eccesiva saturazione del calendario mette a rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali». Da Bruxelles si è levato un coro di dichiarazioni di condanna all’operato della Fifa. «È sorprendente come dopo 9 mesi di sentenze rilevanti in materia di governance del calcio la Fifa non abbia sentito il messaggio che viene lanciato» dichiara Javier Tebas, numero uno della Liga. Umberto Calcagno, presidente dell’Aic, commenta: «Il calcio sta divorando se stesso».
Del resto come spiega Luigi De Siervo, ad della Lega, «la serie A negli ultimi vent’anni non ha aumentato il numero delle partite, al contrario di Fifa e Uefa che hanno incrementato le dimensioni delle loro competizioni». Con un distinguo. «La Uefa ha avuto una significativa consultazione con le parti interessate, la Fifa invece ha imposto il suo format». In questo contesto di grande turbolenza, Bernd Reichart, ad di A22, la società promotrice della Superlega, annuncia che si sta attivando per lanciare quanto prima la nuova competizione. «Si stanno abbattendo i pilastri delle organizzazioni che detengono il monopolio».
CorSera
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