Pellegrini, è il momento peggiore della carriera. Il rosso ha rovinato un'Italia delizia
Spalletti si è inventato un'altra mossa: Calafiori scivola in avanti accanto a Ricci, è una delle sue visioni. Dimarco fa giocate pazzesche, Retegui è preciso. Ma dopo il rosso a Pellegrini, fischiato dai romanisti, cambia tutto
Appunti sparsi, scarabocchi randomici, presi tra sensazioni sublimi e stupore crudele. Chiaro che la partita gira quando l’arbitro butta fuori Pellegrini.
È un fallo da rosso? Sì, molto probabilmente sì. Un fallaccio da dietro per rimediare a un passaggio corto di Bastoni: Pellegrini si butta in scivolata con i tacchetti sulla caviglia dell’avversario, piede - come si dice in gergo - a martello. L’arbitro non è lontano, però non fischia d’istinto: dalla Var gli dicono di andarsi a rivedere l’azione sullo schermo, e lui va.
Pellegrini china la testa, lo sguardo diventa quello di un martire. É il peggior periodo della sua carriera. I tifosi della Roma, di cui è capitano, lo fischiano da settimane, quasi lo bullizzano, e qui in azzurro - dove pure il cittì continua a dargli una maglia da titolare, e per giunta quella con il numero 10, sebbene lui un 10 classico non sia - combina questo pasticcio.
L’arbitro ci mette pochi secondi. Torna in mezzo al campo e tira fuori il cartellino rosso.
Fino a questo momento, c’è scritto sulla Moleskine, l’Italia è stata deliziosa, dentro un’armonia tattica importante, compiuta. Ci sono momenti, quando impostiamo, in cui Di Lorenzo si stringe accanto a Bastoni, e dietro — davanti a Donnarumma — restano perciò stretti solo loro due, con Calafiori che scivola in avanti, addirittura accanto a Ricci. È una di quelle invenzioni tattiche che a Spalletti arrivano come una visione, ci si sveglia la notte, e allora si alza e va al celebre quaderno: fissa l’idea con le freccette, mette qualche asterisco, e poi non prende più sonno, nel tormento del suo genio.
Così, adesso, la sua Nazionale si ritrova con Calafiori che imposta insieme a Ricci, il nostro regista. Ricci è cresciuto tantissimo, e la sensazione è che abbia margini importanti di miglioramento. Tonali sta sciogliendo la ruggine dei mesi trascorsi in punizione, è un gran calciatore. Di Retegui, invece, si può dire questo: è chiaro che Gasperini gli ha scatenato qualcosa nella testa, più che nelle gambe. Perché questo, ora, si muove da vero centravanti, anzi si atteggia proprio a centravanti.
Certo quello che fa giocate pazzesche è Dimarco. Davvero, è come s’è già scritto: giocasse nel Manchester City sarebbe considerato il miglior terzino sinistro in circolazione. Terzino, poi. Lo trovi che fa l’ala: ma, di botto, è lì che diventa il terzo regista della squadra, un regista largo, sulla linea laterale. Ha un piede magnifico. E, attualmente, è un calciatore magnifico.
Si guarda tutto questo ottimo calcio, e abbiamo pure segnato due gol molto belli, pieni di una rara simmetria tattica, con dosi, con lampi di classe pura. Il primo, dopo pochissimi secondi, arriva con Cambiaso, alla fine di una manovra da play-station, entusiasmante. Il secondo nasce invece da un numero di Dimarco, che apre — è un lancio strepitoso — ancora per Cambiaso. Lo juventino si fa trovare e parte bene, arriva in corsa, ha una gran corsa, e tira, il portiere belga si stende, respinge, ma qui sotto, a sinistra, piomba Retegui. Freddo, preciso: la colpisce come si deve, forte, riuscendo a tenerla bassa, e segna un gol non facile.
Poi però la sfiga si ricorda di Pellegrini. Gli salta addosso. È una scimmia invisibile. Pellegrini non ne azzecca più una e ora, mentre esce, lo sa perfettamente, se lo sta già immaginando ciò che potrebbe accadere. E che accade.
Il Belgio, ovviamente, accorcia (con un gol notevole, per altro) e poi, dopo 17 minuti dall’inizio della ripresa, pareggia.
Vabbé: quanto manca?
Niente, è finita.
Allora adesso qualcuno vada subito da Pellegrini. State vicini a Pellegrini.
https://www.corriere.it/sport/calcio...tml?refresh_ce
Spalletti si è inventato un'altra mossa: Calafiori scivola in avanti accanto a Ricci, è una delle sue visioni. Dimarco fa giocate pazzesche, Retegui è preciso. Ma dopo il rosso a Pellegrini, fischiato dai romanisti, cambia tutto
Appunti sparsi, scarabocchi randomici, presi tra sensazioni sublimi e stupore crudele. Chiaro che la partita gira quando l’arbitro butta fuori Pellegrini.
È un fallo da rosso? Sì, molto probabilmente sì. Un fallaccio da dietro per rimediare a un passaggio corto di Bastoni: Pellegrini si butta in scivolata con i tacchetti sulla caviglia dell’avversario, piede - come si dice in gergo - a martello. L’arbitro non è lontano, però non fischia d’istinto: dalla Var gli dicono di andarsi a rivedere l’azione sullo schermo, e lui va.
Pellegrini china la testa, lo sguardo diventa quello di un martire. É il peggior periodo della sua carriera. I tifosi della Roma, di cui è capitano, lo fischiano da settimane, quasi lo bullizzano, e qui in azzurro - dove pure il cittì continua a dargli una maglia da titolare, e per giunta quella con il numero 10, sebbene lui un 10 classico non sia - combina questo pasticcio.
L’arbitro ci mette pochi secondi. Torna in mezzo al campo e tira fuori il cartellino rosso.
Fino a questo momento, c’è scritto sulla Moleskine, l’Italia è stata deliziosa, dentro un’armonia tattica importante, compiuta. Ci sono momenti, quando impostiamo, in cui Di Lorenzo si stringe accanto a Bastoni, e dietro — davanti a Donnarumma — restano perciò stretti solo loro due, con Calafiori che scivola in avanti, addirittura accanto a Ricci. È una di quelle invenzioni tattiche che a Spalletti arrivano come una visione, ci si sveglia la notte, e allora si alza e va al celebre quaderno: fissa l’idea con le freccette, mette qualche asterisco, e poi non prende più sonno, nel tormento del suo genio.
Così, adesso, la sua Nazionale si ritrova con Calafiori che imposta insieme a Ricci, il nostro regista. Ricci è cresciuto tantissimo, e la sensazione è che abbia margini importanti di miglioramento. Tonali sta sciogliendo la ruggine dei mesi trascorsi in punizione, è un gran calciatore. Di Retegui, invece, si può dire questo: è chiaro che Gasperini gli ha scatenato qualcosa nella testa, più che nelle gambe. Perché questo, ora, si muove da vero centravanti, anzi si atteggia proprio a centravanti.
Certo quello che fa giocate pazzesche è Dimarco. Davvero, è come s’è già scritto: giocasse nel Manchester City sarebbe considerato il miglior terzino sinistro in circolazione. Terzino, poi. Lo trovi che fa l’ala: ma, di botto, è lì che diventa il terzo regista della squadra, un regista largo, sulla linea laterale. Ha un piede magnifico. E, attualmente, è un calciatore magnifico.
Si guarda tutto questo ottimo calcio, e abbiamo pure segnato due gol molto belli, pieni di una rara simmetria tattica, con dosi, con lampi di classe pura. Il primo, dopo pochissimi secondi, arriva con Cambiaso, alla fine di una manovra da play-station, entusiasmante. Il secondo nasce invece da un numero di Dimarco, che apre — è un lancio strepitoso — ancora per Cambiaso. Lo juventino si fa trovare e parte bene, arriva in corsa, ha una gran corsa, e tira, il portiere belga si stende, respinge, ma qui sotto, a sinistra, piomba Retegui. Freddo, preciso: la colpisce come si deve, forte, riuscendo a tenerla bassa, e segna un gol non facile.
Poi però la sfiga si ricorda di Pellegrini. Gli salta addosso. È una scimmia invisibile. Pellegrini non ne azzecca più una e ora, mentre esce, lo sa perfettamente, se lo sta già immaginando ciò che potrebbe accadere. E che accade.
Il Belgio, ovviamente, accorcia (con un gol notevole, per altro) e poi, dopo 17 minuti dall’inizio della ripresa, pareggia.
Vabbé: quanto manca?
Niente, è finita.
Allora adesso qualcuno vada subito da Pellegrini. State vicini a Pellegrini.
https://www.corriere.it/sport/calcio...tml?refresh_ce
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