Cosa c'è dietro le dimissioni di Souloukou dalla Roma: il licenziamento di De Rossi, la scorta e il caso Dybala (che l'ha indebolita)
L'ad della Roma ha deciso di lasciare la Roma dopo le contestazioni e la decisione di fornirle un servizio di protezione, anche quando portava i figli di 3 e 8 anni a scuola. La mancata partenza di Dybala in Arabia non l'ha rafforzata di fronte alla società
Come nel gioco del domino, la Roma perde un pezzo dopo l’altro. Un vortice impazzito dove la proprietà va e viene dagli Stati Uniti senza mai dire una parola di spiegazione ai tifosi. Dopo il licenziamento di Daniele De Rossi, cacciato mentre stava per guidare l’allenamento della mattina, ecco le dimissioni di quella che, secondo la vulgata popolare, era stata la sua carnefice, cioè la ceo Lina Souloukou.
La nota ufficiale del club è come sempre molto secca, al limite del gelido: «L’AS Roma comunica che l'amministratore delegato Lina Souloukou ha rassegnato le dimissioni. Ringraziamo Lina per la sua dedizione in una fase particolarmente critica per il Club e le auguriamo il meglio per le sue future sfide professionali. La proprietà resta pienamente concentrata sulla crescita e sul successo della Roma, con una costante attenzione ai valori che rendono la nostra squadra così speciale».
La scorta
Dopo il licenziamento di De Rossi, Souloukou era entrata nel mirino dei contestatori (a Trigoria era apparsa una scritta una scritta «DDR mare di Roma, Lina il male di Roma!») e le era stato fornito un servizio di protezione. Il particolare più odioso: la misura era stata applicata anche quando accompagnava all’asilo e a scuola i figli di 3 e 8 anni.
Nei prossimi giorni, con particolare attenzione alla partita tra Roma e Udinese di oggi alle 18, dovevano essere fatte delle valutazioni in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza, in Prefettura, su un’eventuale scorta. Riunione resa inutile dalle dimissioni di Lina. Non esiste incarico o stipendio che possa mettere in pericolo i tuoi figli.
Il licenziamento di De Rossi
Come sempre capita, soprattutto a Roma, dove tutti sanno tutto ci sono versioni infinite dell’accaduto tra Souloukou e De Rossi.
L’allenatore, lasciando Trigoria, ha affermato che non ci sono stati litigi ma lo «splatter» va sempre di moda. Il club ha tenuto a chiarire che la decisione dell’esonero, con Juric nuovo allenatore, era dovuta solo ai risultati che non venivano (tre pareggi e una sconfitta).
A corredo della tesi anche dati, tipo le ripartenze a campo aperto, più adatti agli sport Usa che al calcio. È possibile, anzi probabile, che Souloukou non fosse convinta del triennale fatto a De Rossi dopo la stagione scorsa, iniziata benissimo e finita con il fiatone. Secondo alcuni sarebbe stato Raffaele Palladino, ora alla Fiorentina, il candidato preferito. A De Rossi è stata consegnata, dopo il mercato, una Roma diversa da quella che voleva l’allenatore.
Il caso Dybala
Il caso più clamoroso era stato sicuramente quello di Dybala, che sembrava avviato al campionato saudita ma ha poi fatto saltare la trattativa all’ultimo momento.
Un caso che non ha rafforzato la posizione di Souloukou, anche se i buoni rapporti tra Roma e fondo saudita erano stati intessuti proprio dalla ceo greca.
La Roma, in 4 giorni, ha visto cadere allenatore e ceo. La Curva Sud (ma non solo) ha annunciato l’ingresso alla partita contro l’Udinese solo dopo mezzora, per poi continuare a contestare durante l'intervallo, mentre la Roma cercherà di conquistare la prima vittoria della stagione dei terremoti.
L'ad della Roma ha deciso di lasciare la Roma dopo le contestazioni e la decisione di fornirle un servizio di protezione, anche quando portava i figli di 3 e 8 anni a scuola. La mancata partenza di Dybala in Arabia non l'ha rafforzata di fronte alla società
Come nel gioco del domino, la Roma perde un pezzo dopo l’altro. Un vortice impazzito dove la proprietà va e viene dagli Stati Uniti senza mai dire una parola di spiegazione ai tifosi. Dopo il licenziamento di Daniele De Rossi, cacciato mentre stava per guidare l’allenamento della mattina, ecco le dimissioni di quella che, secondo la vulgata popolare, era stata la sua carnefice, cioè la ceo Lina Souloukou.
La nota ufficiale del club è come sempre molto secca, al limite del gelido: «L’AS Roma comunica che l'amministratore delegato Lina Souloukou ha rassegnato le dimissioni. Ringraziamo Lina per la sua dedizione in una fase particolarmente critica per il Club e le auguriamo il meglio per le sue future sfide professionali. La proprietà resta pienamente concentrata sulla crescita e sul successo della Roma, con una costante attenzione ai valori che rendono la nostra squadra così speciale».
La scorta
Dopo il licenziamento di De Rossi, Souloukou era entrata nel mirino dei contestatori (a Trigoria era apparsa una scritta una scritta «DDR mare di Roma, Lina il male di Roma!») e le era stato fornito un servizio di protezione. Il particolare più odioso: la misura era stata applicata anche quando accompagnava all’asilo e a scuola i figli di 3 e 8 anni.
Nei prossimi giorni, con particolare attenzione alla partita tra Roma e Udinese di oggi alle 18, dovevano essere fatte delle valutazioni in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza, in Prefettura, su un’eventuale scorta. Riunione resa inutile dalle dimissioni di Lina. Non esiste incarico o stipendio che possa mettere in pericolo i tuoi figli.
Il licenziamento di De Rossi
Come sempre capita, soprattutto a Roma, dove tutti sanno tutto ci sono versioni infinite dell’accaduto tra Souloukou e De Rossi.
L’allenatore, lasciando Trigoria, ha affermato che non ci sono stati litigi ma lo «splatter» va sempre di moda. Il club ha tenuto a chiarire che la decisione dell’esonero, con Juric nuovo allenatore, era dovuta solo ai risultati che non venivano (tre pareggi e una sconfitta).
A corredo della tesi anche dati, tipo le ripartenze a campo aperto, più adatti agli sport Usa che al calcio. È possibile, anzi probabile, che Souloukou non fosse convinta del triennale fatto a De Rossi dopo la stagione scorsa, iniziata benissimo e finita con il fiatone. Secondo alcuni sarebbe stato Raffaele Palladino, ora alla Fiorentina, il candidato preferito. A De Rossi è stata consegnata, dopo il mercato, una Roma diversa da quella che voleva l’allenatore.
Il caso Dybala
Il caso più clamoroso era stato sicuramente quello di Dybala, che sembrava avviato al campionato saudita ma ha poi fatto saltare la trattativa all’ultimo momento.
Un caso che non ha rafforzato la posizione di Souloukou, anche se i buoni rapporti tra Roma e fondo saudita erano stati intessuti proprio dalla ceo greca.
La Roma, in 4 giorni, ha visto cadere allenatore e ceo. La Curva Sud (ma non solo) ha annunciato l’ingresso alla partita contro l’Udinese solo dopo mezzora, per poi continuare a contestare durante l'intervallo, mentre la Roma cercherà di conquistare la prima vittoria della stagione dei terremoti.
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