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Per chi si lamenta del var all Empoli non hanno dato questo gol
Ma in questi casi il var non interviene?
Non ricordo.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Io sono un impulsivo, un istintivo, sono abituato a fare di testa mia. E colgo l'occasione che siamo qui in televisione, che tutti gli sportivi ci vedono, per comunicare la mia decisione anche all'interessato...il nome di cui è Oronzo Canà.
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Io sono un impulsivo, un istintivo, sono abituato a fare di testa mia. E colgo l'occasione che siamo qui in televisione, che tutti gli sportivi ci vedono, per comunicare la mia decisione anche all'interessato...il nome di cui è Oronzo Canà.
Nome Validissimo!
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
In b non c'e' la var e nemmeno la gial line trchnoogy.
Ah, gia, vero...
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Milan, Ibrahimovic ha detto sì. Arriva anche Todibo, Piatek può partire
I rossoneri cercano il rilancio con il ritorno dello svedese: contratto di 6 mesi che può estendersi a 18. Decisiva per l’accordo la chiave del decreto crescita
Derogando al progetto giovani, il Milan per ripartire dopo il deprimente undicesimo posto in classifica si affida al 38enne Zlatan Ibrahimovic, che dopo sette anni è pronto a tornare in Serie A. Al culmine di un corteggiamento iniziato un mese e mezzo fa, lo svedesone ha accettato la proposta dei rossoneri, riformulata domenica sera dopo lo straziante 5-0 rimediato dai rossoneri a Bergamo. Giovedì l’accelerata decisiva, dopo i contatti che anche nei giorni di festa si erano mantenuti frenetici.
Il contratto è al vaglio degli avvocati: dopo lo scambio di documenti fra le parti si attende a ore l’ufficialità. Vincendo gli ultimi dubbi sulla propria tenuta fisica, alla luce degli ultimi due anni trascorsi in un campionato poco competitivo come la Major League dove due mesi fa ha disputato l’ultima gara, Ibra ha detto sì alla recentissima offerta del Diavolo. Contratto di sei mesi, destinato a trasformarsi in un accordo di 18 al verificarsi di determinate condizioni: da un lato servirà il gradimento di Ibra a proseguire l’avventura, per contro il Milan si cautelerà con un numero minimo di presenze e gol.
Le valutazioni ad ogni modo verranno affrontate senza rigidità: con soddisfazione reciproca delle parti in causa il matrimonio potrà proseguire.
Il Milan mantiene il riserbo assoluto sulle cifre ma radiomercato parla di un ingaggio di 3 milioni per il primo anno e di 5 per la prossima stagione (bonus compresi).
L’intenzione è cercare di ottenere gli sconti fiscali del Decreto Crescita anche se per raggiungerli occorrono due anni di residenza in Italia. I dirigenti avrebbero voluto che il giocatore fosse a disposizione di Pioli già per lunedì 30, giorno in cui è prevista la ripresa degli allenamenti. Con ogni probabilità Ibra sarà invece in Italia a metà della prossima settimana, potendo essere presentato al popolo di San Siro nella gara dell’Epifania con la Sampdoria.
È ancora da studiare il numero di maglia che indosserà: due sembrano essere le opzioni sul tavolo. Con l’innesto nello spogliatoio di un personaggio straripante come Zlatan, fermo restando che Leao è assai apprezzato dai manager rossoneri, rimane in dubbio la posizione di Piatek. La sua probabile partenza in prestito libererebbe la maglia numero 9. Altrimenti si punta all’11 attualmente sulle spalle di Borini, fuori dai piani di Pioli.
Di certo assume un ruolo sempre più centrale nel Milan Mino Raiola che aggiunge un altro assistito alla lista dei rossoneri di cui ha già la procura (i due Donnarumma, Bonaventura, Suso e Romagnoli), anche se in quest’affare non ha condotto in prima persona la trattativa. La rivoluzione di gennaio non termina qui: per la difesa l’obiettivo è Todibo del Barcellona mentre è in uscita Paquetà, poco utilizzato dal tecnico rossonero e corteggiato da Leonardo. Non sono però ammessi sconti: per evitare minusvalenze il brasiliano non potrà essere ceduto al Psg per meno di 30 milioni.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ibrahimovic al Milan. Fattore Zlatan: gol e personalità, sarà il capobranco
L’ingaggio dello svedese agevolerà Leao. L’idea di Pioli è di farlo giocare da centravanti nel 4-3-3 al posto di Piatek. Ma dovrà anche far crescere tutto il gruppo
Pioli ha promosso l’acquisto di Ibra nel momento in cui è sbocciata la trattativa e non vede l’ora di poterlo abbracciare e soprattutto allenare. Non ne teme l’esuberanza, che a volte sfiora la sfacciataggine, ma prima di decidere come inserirlo, vuole vedere in che condizione si presenterà. Ibrahimovic è fermo da due mesi ed è parere unanime che il campionato americano non sia allenante. Dubbi, sulla sua condizione, ce ne sono moltissimi. Anche se a Milanello sono convinti che sia un «rischio» calcolato.
L’idea di partenza è andare avanti sulla strada intrapresa. Il 4-3-3 dovrebbe rimanere inalterato con Ibra al centro dell’attacco al posto del polacco Piatek che un anno fa, proprio a gennaio, è arrivato come salvatore della patria e adesso è una specie di palla al piede. Zlatan però si muove e lavora in maniera diversa dal polacco: accorcia, dialoga e i gol se li inventa.
Con lui dovrebbero essere più coinvolti gli esterni, Suso e Calhanoglu nei pensieri dell’allenatore anche se in società sono convinti che, a guadagnare dall’arrivo dello svedese, sarà soprattutto Leao. Vedremo. Con Ibrahimovic, di sicuro, sarà un Milan più imprevedibile e l’imprevedibilità dovrebbe aiutare a guarire dal mal di gol.
Quando Ibra sarà al massimo non è da escludere neppure il 4-2-3-1 con il nuovo acquisto dietro una punta. Un’ipotesi che crescerà nella considerazione di Pioli se Boban e Maldini non dovessero riuscire a cedere Piatek nella finestra del mercato invernale. Però l’idea principale è sfruttarlo per quello che sa fare: i gol. Nel Milan ne ha segnati 56 in due anni, 35 nella seconda stagione di cui 28 in campionato, che gli hanno fruttato il titolo di cannoniere.
Quanto sarà diverso quel fenomeno dal giocatore di adesso? È la domanda delle domande. Solo il campo, giudice implacabile, fornirà la risposta. I rossoneri devono dare un senso a una stagione che un senso non ce l’ha.
Con Ibra sarà più facile, o perlomeno meno difficile, attaccare l’Europa: la Champions, lontana 14 punti, è irraggiungibile. L’Europa League, distante 8 punti con cinque squadre da scavalcare, un obiettivo più concreto. Punti e personalità. Ibrahimovic deve restituire al gruppo la voglia di battersi. La Fiorentina con Ribery ha una faccia, senza ne ha un’altra. Il Milan si aspetta che con il ritorno dello svedese succeda la stessa cosa.
CorSera
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I troppi giovani hanno sempre bisogno di un vecchio capo branco
di Mario Sconcerti
L’arrivo di Ibrahimovic sembra a colpo d’occhio una sconfitta per chiunque abbia cercato nel Milan la squadra dei giovani di domani. In realtà è una correzione rumorosa ma necessaria, così evidente da far sembrare strano non sia stata pensata subito come cura, anche con nomi diversi. I troppi giovani hanno sempre bisogno di un vecchio capo branco. Crescono guardando come si allaccia le scarpe nello spogliatoio, che gesti compie per avvicinarsi alla partita, cosa dice quando la squadra perde e come si entusiasma quando vince.
Ibrahimovic, anche da solitario e silenzioso, sarebbe l’investimento giusto per il piccolo Milan di adesso, ben disposto verso il calcio, ma di nessun carattere. Si discute molto su cosa sia Ibra adesso. La risposta è chiara, non è quello che abbiamo conosciuto molti anni fa. È entrato nei 39 anni, ha giocato l’ultima partita il 28 ottobre scorso, nelle ultime due stagioni ha frequentato un campionato di pochissimo livello tecnico. Ed è andato in America per poter essere ancora il migliore nei suoi anni di latta. Non ci sono dubbi, non è l’Ibra che vorremmo, ma è ancora l’Ibra che serve.
Prenderlo non è una scommessa, è una necessità. Di Ibrahimovic non servono le sue invenzioni, serve il suo carisma in campo e nel gruppo. Il suo riferimento, il suo modo di interpretare il calcio e la vita, le sue esagerazioni. Serve il suo esempio dentro una squadra che non ha niente e non sa cosa guardare. Non c’è un falò se non c’è un cerino. Ibra non deve fare la legna, Ibra è il cerino. Il Milan è una squadra sospesa tra le eccezionalità un po’ snob di Maldini e Boban, non proprio due guerrieri, e la polvere di cristallo della squadra, luccicante e allo sbando ad ogni colpo di vento. Ibrahimovic sarà la madre terra, prenderà sulle spalle boscaiole la leggerezza dei giovani, la loro vanità. La porterà oltre, dove ancora non c’è niente. Non chiedetegli gol. Non so quanti potrà farne. Gli vengono meglio i miracoli. Il suo tratto divino è evidente in lui come la forza. Con il vantaggio che non avrà mai età.
CorSera
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Inter, Vidal è vicinissimo: ormai è una questione di prezzo
La volontà del cileno di arrivare in nerazzurro è destinata ad avere le meglio. Resta solo da limare la differenza tra la domanda del Barcellona (20 milioni) e l'offerta, ferma a 12
All’apertura del mercato invernale manca meno di una settimana, le squadre si muovono da tempo per ingaggiare le pedine per rinforzare le rose in vista della seconda parte del campionato. L’Inter c’è, ed è anche molto attiva per accontentare i desideri di Antonio Conte. L’operazione per portare Dejan Kulusevski a Milano a giugno procede spedita. La differenza tra domanda (40 mln) e offerta (35 mln) resta di 5 milioni, ma i buoni rapporti tra la famiglia Percassi e Zhang dovrebbero aiutare a chiudere la trattativa nei prossimi giorni. Il giocatore resterà in prestito dal Parma dall’Atalanta per poi sbarcare a Milano a giugno.
Al netto di Kulusevski c’è il nome di Arturo Vidal caldissimo in casa Inter. Il tecnico nerazzurro, che lo ha allenato ai tempi della Juventus, spinge per averlo, ma il Barcellona per ora resiste. La sensazione è che il club catalano alla fine dovrà cedere alla volontà del nazionale cileno. L’offerta dell’Inter è di 12 milioni, i blaugrana ne chiedono 20. Nel mentre, l’agente del giocatore, Fernando Felicevich, sta lavorando senza sosta da prima di Natale per trovare l’intesa che accontenti tutti. L’obiettivo dell’Inter è quello di mettere fine all’egemonia juventina che dura da otto stagioni, per farlo c’è appunto la necessità impellente di rinforzare il gruppo a disposizione di Conte. E, l’ingaggio di Vidal potrebbe essere la mossa giusta per tentare di arrivare a fine campionato al primo posto. Il nodo a sbloccare l’affare potrebbe trovarsi nella decisione degli Zhang, che hanno scelto di lasciare perdere la formula del prestito fine a se stesso. Una mossa ben vista dal Barcellona che potrebbe così dare il via libera alla chiusura della trattativa.
La volontà del cileno di arrivare in nerazzurro è destinata ad avere le meglio. Resta solo da limare la differenza tra la domanda del Barcellona …
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popoli studiosi scriveranno
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Se arriva Ibra, spero che non lascino partire Piatek.
Non avrebbe senso, a parer mio.
Se nocerino riuscì a realizzare una decina di reti con Ibra, cosa potrà fare Piatek??
Anche perché Leao mi sembra sempre più il nuovo Niang.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Piatek con Ibra torna a segnare a raffica...
Più di nocerino sicuramente.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Poi parte Piatekchi rimane??
Leao è come se non ci fosse e Ibra è un'incognita.
Giochiamo senza attaccanti?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
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