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Era chiaro che il non aver segnato nel primo tempo avrebbe condannato il Borussia alla sconfitta nel secondo tempo.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Vince il Real, quindicesima coppa dei campioni per loro, la quinta per Carlo Ancelotti...credo sia un record o poco ci manca, bisogna controllare.
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Vince il Real, quindicesima coppa dei campioni per loro, la quinta per Carlo Ancelotti...credo sia un record o poco ci manca, bisogna controllare.
Che record? Ancelotti aveva già il record (4 coppe da allenatore). Ora ne ha 5. Un record lo hanno raggiunto alcuni del Real (Kroos, Modric e forse qualcun altro) vincendo la 6° coppa campioni (al paro di Gento mi pare)
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Che record? Ancelotti aveva già il record (4 coppe da allenatore). Ora ne ha 5. Un record lo hanno raggiunto alcuni del Real (Kroos, Modric e forse qualcun altro) vincendo la 6° coppa campioni (al paro di Gento mi pare)
Carvajal per aver giocato da titolare.
sigpic Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
Partita sontuosa di Carvajal. Voto medio sulle pagelle italiane 7,5. Bene anche Courtois, Kroos (nella ripresa), Vinicius, Camavinga (anche se non sempre ineccepibile). Altri, o sono mancati o cmq non hanno fornito una prestazione da finale di champions.
Carlo Ancelotti: le cinque Champions vinte, il bacio alla moglie Mariann. Sembra sereno ma ha il fuoco dentro
Ancelotti ha conquistato con il Real Madrid la sua quinta Champions da allenatore (altre due da giocatore). Così è diventato il migliore al mondo
La prima finale non la scorderà mai anche se l’ha vissuta, anzi sofferta e poi maledetta, dalla tribuna per colpa di un ginocchio (il sinistro) che aveva fatto crack. Carlo Ancelotti era all’Olimpico e chissà cosa avrà pensato quando il Liverpool ai rigori ha fatto piangere la Roma di Liedholm e Falcao. Mai, quella notte terribile, avrebbe immaginato che si sarebbe preso così tante rivincite. Una vita dopo, quarant’anni tondi tondi, alza al cielo la settima Champions, la quinta da allenatore, la terza a Madrid e lo fa a Wembley dove l’Italia di Mancini tre anni fa aveva ribaltato i pronostici proprio in faccia agli inglesi.
Ora un altro italiano trionfa nel Tempio dopo una notte dura in cui il nostro eroe vede anche le streghe. E alla fine il primo gesto, semplice, è precipitarsi a baciare e abbracciare la moglie Mariann. «Non sono il migliore del mondo. Alleno per serate così. Sembra un sogno e spero di non svegliarmi...».. Carletto è un esempio, il re di Coppa. Nessuno come lui, il solo ad aver centrato lo scudetto in ciascuno dei cinque campionati più prestigiosi d’Europa anche se solo in Spagna ha concesso il bis.
Ci sarà un motivo se il Brasile lo ha corteggiato sino allo spasimo per affidargli la panchina della Seleçao in vista del Mondiale 2026. Ma niente da fare. Ancelotti è un uomo fedele, ai suoi principi, al suo calcio fatto di buon senso e sano pragmatismo. Ha l’umiltà per adattarsi alle situazioni. Si attacca quando si può attaccare, ci si difende quando è più conveniente farlo, come nei quarti di finale contro il Manchester City di Guardiola, il vero capolavoro della stagione.
Rivincite dopo quella notte afosa nella Roma ammutolita Ancelotti se ne è prese parecchie, grazie a Sacchi che lo ha voluto al Milan e lo ha convinto a fare l’allenatore e anche grazie a Berlusconi. La prima Champions in panchina l’ha messa al sicuro proprio sulla panchina dei rossoneri, ai rigori contro la Juve, facendo piangere la squadra e soprattutto i vecchi tifosi che lo avevano sbeffeggiato e insultato. Non avevano capito la grandezza di Carlo, il leader calmo, il semplificatore, l’uomo che riesce a stare sul tetto del mondo come se fosse nel letto di casa. Dentro è un fuoco, fuori però trasmette serenità, fiducia, convinzione. Raramente si agita. Non lo fa neppure a Wembley, durante i lunghi minuti in cui la sua squadra si rimpicciolisce di fronte ai gialloneri di Dortmund, più aggressivi, più lesti, più accesi, più verticali. Più pericolosi. Il suo Real sembra essersi infilato dentro un buco nero. Ma non muore mai e viene fuori alla distanza in un crescendo implacabile: segna Carvajal e chiude i conti Vinicius. Carlo quinto, come nessun altro al mondo.
Ancelotti è talmente bravo che ha fatto digerire alla esigente platea spagnola che non c’è un solo modo di vincere. Che ci si può esaltare anche difendendosi, che bisogna stringere i denti quando le cose non girano. Come nel primo tempo di questa sofferta finale, contro lo scatenato Dortmund. Ogni notte ha la sua storia. Quella del Madrid all’inizio è in salita. Ma Ancelotti trova il modo di venirne fuori. Consapevole che l’esperienza avrebbe avuto il suo peso. Il Real non perde una finale dal 1981. E festeggia anche stavolta. Un’altra notte da Carletto che, dopo l’impresa dell’Atalanta, dà lustro all’Italia. Sul palco, dopo aver abbracciato uno per uno i suoi ragazzi, soprattutto Toni Kroos al passo d’addio, stringe forte anche Zidane che alla Juve non sapeva dove far giocare. Altra storia. Una vita fa.
CorSera
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Scaroni: "Leao? Se ci offrono 150 milioni lo impacchetto...". Poi la smentita
Il presidente del Milan, parlando con un tifoso, si lascia sfuggire una battuta durante il banchetto di ricevimento al Quirinale per il 2 giugno. E poi aggiunge: "Adesso, dopo la partenza di Giroud, la priorità è il centravanti"
"Cosa faccio se ci offrono 150 milioni per Leao? Lo faccio trovare già impacchettato. Io sono molto venale…". Paolo Scaroni fa capire che non ci sono incedibili nel Milan.
Priorità centravanti
Durante il buffet offerto ai giardini del Quirinale in occasione del tradizionale ricevimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la festa del 2 giugno, il presidente del Milan si è lasciato scappare ad alta voce la sua idea sul calciomercato mentre colloquiava con un tifoso rossonero. Una battuta raccolta al volo da un cronista dell’agenzia Dire che ha anche sentito Scaroni aggiungere: "Adesso, dopo la partenza di Giroud, la priorità è il centravanti".
La smentita del Milan
A stretto giro di posto è arrivata la replica del Milan: "In merito a una presunta affermazione fatta dal presidente Scaroni sul giocatore Leao, Ac Milan smentisce che il presidente abbia mai detto ad alcuno l'affermazione ascoltata dal redattore dell'agenzia Dire e a lui attribuita, che peraltro non rispecchia assolutamente il suo pensiero o volontà".
Il presidente del Milan, parlando con un tifoso, si lascia sfuggire una battuta durante il banchetto di ricevimento al Quirinale per il 2 giugno. E poi aggiung…
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Eh, a 150, a parte il linguaggio non consono, che dovrebbe dire.
Anzi, delle due, estrapolato il tutto dal contesto "shock" (ma de che) giornalistico io lo vedo come un apprezzamento.
Dire che lo venderesti solo a 150, equivale a renderlo quasi incedibile, visto che, se va bene, nel mercato drogato di oggi la sua valutazione sarebbe la metà.
Credo che Leao lo impacchetterebbero anche con un assegno di 100 milioni. In Italia non c'è un mezzo giocatore insostituibile in nessuna delle squadre di A...ma anche nessuno che valga i famosi 100 che tanto fanno acquolina ai presidenti: lo stesso Kvara od Osimehn...voglio vedere i 100 scritti su di un assegno, e non sui titoli dei giornali.
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