ALLEGRI, IL GIOCO DELLA JUVE, E I DIBATTITI MORETTIANI
“No, il dibattito, no”. I ragionamenti e le considerazioni sulla Juventus sono come i dibattiti morettiani dopo il cineforum. Ripetitivi e dunque evitabili, meglio fuggire.
Ho visto chiedere ad Allegri il motivo di una Juventus un po’ così che stavolta parte bene e poi annaspa come le è capitato mille altre volte. Per un momento mi sono sentito molto vicino ad Allegri che vedo come una casalinga disperata, di fronte a una serie di rapporti incompiuti e insoddisfacenti. Non vuole, né può garantire altro a una platea di spettatori che continuano a pretendere continuamente qualcosa che non c’è e che soprattutto lui non ha.
Ci fosse ancora il presidente del Catania Massimino, che chiese al suo ds di comprare al calciomercato “questo benedetto amalgama”, pensando giocasse all’attacco, si potrebbe fare acquisto del fantomatico gioco in confezione spray e donarlo all’allenatore bianconero. Così da sottrarlo poi all’angoscia di questi processi che possono pure maldisporlo, senza sapere per di più quale reazione possa avere.
Il problema di fondo è che è tutto abbastanza instabile e provvisorio, si corre a chiudere questa stagione con una qualificazione alla Champions League adesso un po’ più consolidata, spruzzandoci sopra magari la panna della Coppa Italia. Per il resto sono tutti protagonisti precari e in attesa di giudizio. Sono convinto che lo stesso Allegri abbia capito che restare sarebbe un supplizio e penso anche che per aggiustare il bilancio uno tra Vlahovic e Chiesa, o anche Bremer, sarà destinato a fare cassa. Ma potrei anche sbagliarmi..
Più o meno lo stesso discorso anche per Italiano e la Fiorentina, ormai pressoché ufficialmente separati in casa. Coppa Italia e Conference League, come vada vada, e poi ognuno per la sua strada. Dopo un po’ nel calcio non ci si sopporta più, meglio avviare le pratiche per togliersi reciprocamente dalle scatole. Gli allenatori passano, il calcio continua.
“No, il dibattito, no”. I ragionamenti e le considerazioni sulla Juventus sono come i dibattiti morettiani dopo il cineforum. Ripetitivi e dunque evitabili, meglio fuggire.
Ho visto chiedere ad Allegri il motivo di una Juventus un po’ così che stavolta parte bene e poi annaspa come le è capitato mille altre volte. Per un momento mi sono sentito molto vicino ad Allegri che vedo come una casalinga disperata, di fronte a una serie di rapporti incompiuti e insoddisfacenti. Non vuole, né può garantire altro a una platea di spettatori che continuano a pretendere continuamente qualcosa che non c’è e che soprattutto lui non ha.
Ci fosse ancora il presidente del Catania Massimino, che chiese al suo ds di comprare al calciomercato “questo benedetto amalgama”, pensando giocasse all’attacco, si potrebbe fare acquisto del fantomatico gioco in confezione spray e donarlo all’allenatore bianconero. Così da sottrarlo poi all’angoscia di questi processi che possono pure maldisporlo, senza sapere per di più quale reazione possa avere.
Il problema di fondo è che è tutto abbastanza instabile e provvisorio, si corre a chiudere questa stagione con una qualificazione alla Champions League adesso un po’ più consolidata, spruzzandoci sopra magari la panna della Coppa Italia. Per il resto sono tutti protagonisti precari e in attesa di giudizio. Sono convinto che lo stesso Allegri abbia capito che restare sarebbe un supplizio e penso anche che per aggiustare il bilancio uno tra Vlahovic e Chiesa, o anche Bremer, sarà destinato a fare cassa. Ma potrei anche sbagliarmi..
Più o meno lo stesso discorso anche per Italiano e la Fiorentina, ormai pressoché ufficialmente separati in casa. Coppa Italia e Conference League, come vada vada, e poi ognuno per la sua strada. Dopo un po’ nel calcio non ci si sopporta più, meglio avviare le pratiche per togliersi reciprocamente dalle scatole. Gli allenatori passano, il calcio continua.
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