Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    Con la vittoria di stasera l'Inter si cuce più di mezzo scudetto sulla maglia. La Juve ha fatto troppo poco, anche in svantaggio, e in partite simili devi offrire dell'altro...per cui niente, adesso ci si concentrerà sul difendere la seconda piazza e l'Inter nel navigare fino al porto.

    Comunque è da queste partite che si capisce che manca ancora del lavoro, e dei giocatori, per essere da scudetto...ma si sapeva.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
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      Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
      Grandissimo Giacomino Losi.
      Rip.
      Incredibilimente Losi è ancora terzo per presenze nella Roma, in un tempo dove si giocava molto meno rispetto ad oggi, e questo dice della sua fedeltà alla maglia...perchè è vero che si giocava meno ma spesso e volentieri si restava di più in un club.

      Non ha raggiunto i successi di capitani come Di Bartolomei e Totti, ma certamente nella memoria dei tifosi romanisti ha un posto molto rilevante.
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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
        • Jun 2005
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        • Borgo D'io
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        è stata una bella partita
        due buone squadre....estremamente solide dietro
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          Lo scudetto è un po’ più nerazzurro. L’Inter batte la Juventus 1-0 con un autogol di Gatti e va a +4 sui bianconeri. La squadra di Inzaghi merita la vittoria, anche se il gol lo fa fare agli altri. Se vincesse anche il recupero con l’Atalanta il vantaggio salirebbe a +7, e potrebbe essere la svolta decisiva. L’Inter merita la vittoria, ma Lautaro e Vlahovic non si sono visti. Allegri ha buttato talmente tanta acqua sul fuoco che adesso gli viene facile sostenere: “A inizio campionato nessuno pensava che noi potessimo stare in questa posizione di classifica”. Mentre Inzaghi fa lo spavaldo: “Con la Juve non c’è stata storia”. Ma dentro di lui, l’ansia di poter sprecare tutto, come accadde due anni fa, deve esserci…

          Gatti che se la butta dentro di petto, lui che addirittura qualche gol pesante per la Juve lo aveva pure segnato, e amen. La frittata è fatta e l’Inter se la divora.

          Inzaghiani a +4 sugli allegriani e una bella, robusta opzione sullo scudetto. Se l’Inter vincesse a Bergamo anche il recupero con l’Atalanta, sarebbe +7 e la storia comincerebbe a indirizzarsi seriamente e trionfalmente nel senso che tutti immaginiamo.

          Per il resto Inter-Juve la dimenticheremo presto, ogni volta che le due si incontrano non abbiamo mai partite memorabili, a conferma che lo scudetto mette soprattutto ansia e genera raramente calcio straordinario, come uno può aspettarsi dalle prime due in classifica.

          Direte, qualche parata c’è stata, soprattutto di Szczesny su Arnautovic e Barella, ma insomma Lautaro e Vlahovic – stop di palla a 5 metri, possibilità di gol scaricata nel water subito all’inizio – non si sono visti e dei due attacchi per i quali abbiamo fatto una testa così al mondo per almeno una settimana, praticamente zero. Un classico.

          Abbiamo invece fatto un lungo giro per arrivare, in maniera un po’ più tortuosa, lì dove sapevamo che saremmo arrivati. E cioè a stabilire che il jolly scudetto se lo prende l’Inter. Se poi per qualche motivo sprecasse o addirittura buttasse via la carta, beh saremmo in presenza di qualcosa di veramente incomprensibile e forse addirittura inaccettabile.

          A oggi l’Inter ha una superiorità tecnica maggiore anche dei punti che vanta sulla rivale. La sua differenza reti (51) è praticamente il doppio di quella della Juve (22) e del Milan (19), a dirci che l’equilibrio è il suo forte, il centrocampo (Barella- Çalhanoğlu – Mkhtaryan) il suo fiore all’occhiello, attacco e difesa super.

          E’ il motivo per cui Simone Inzaghi è condannato a questo scudetto e cerca di evitare il più possibile di essere trascinato in un trionfalismo che lo spaventa, almeno quando si parla di scudetto: “E’ solo una tappa di un lungo percorso, Juventus e Milan non molleranno”. Sono sicuro che nel fondo dell’animo di Inzaghi ci sia un velo di panico tenuta represso anche con una certa rudezza e guasconeria che nemmeno gli appartiene: “Con la Juve non c’è stata storia” ha detto. Come dire, intanto i conti con loro li ho regolati.

          Che l’Inter abbia timore del Milan è solo una questione ovviamente di forma, che lo stesso timore lo abbia la Juventus è già diverso. Basta uno scivolone di troppo e il patatrac è fatto. Ma Allegri ha talmente buttato acqua sul fuoco in questi mesi che adesso ha gioco facile ad affermare: “A giugno nessuno si sarebbe immaginato che noi fossimo in questa posizione in classifica”.

          Il problema è che quando stai lì, poi l’appetito ti viene e vorresti addentare qualcosa, non saranno certo dei ragionamenti anche di buon senso. a riempire lo stomaco.

          Certo la storia ha anche sempre possibili finali a sorpresa. Se l’Inter ricadesse negli incubi di due anni fa – il famigerato recupero perso col Bologna e lo scudetto ceduto al Milan – il campionato non sarebbe così chiuso e la partita potrebbe riaprirsi. Senza stare a scomodare Sinner e Medvedev, in questo caso si comincerebbe a invocare non tanto il soprannaturale quanto a parlare di vero e proprio scempio.


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          • Sean
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            Inzaghi e Allegri dopo Inter-Juventus: «È solo una tappa», «L’esperienza ha fatto la differenza»

            ​Le parole degli allenatori dopo il derby d’Italia. Inzaghi festeggia ma non perde la concentrazione: «Juve e Milan non molleranno». Allegri: «Da tre anni non giocavamo una partita così importante, ora bisogna ripartire»

            «Parecchio dello scudetto passa da San Siro» aveva ammesso prima della partita Beppe Marotta, lasciando fuori dallo stadio diplomazie e prudenze dialettiche. Dopo settimane a punzecchiarsi e a innervosirsi a vicenda, fra lepri e cacciatori, guardie e ladri, corto musi, duelli come fra Sinner e Djokovic, il gran giorno è arrivato. L’Inter vince lo scontro diretto portando a quattro le lunghezze di vantaggio sulla Juventus, avendo peraltro ancora la gara del 28 febbraio con l’Atalanta da recuperare. Non solo, mette fra sé e il Milan, terzo, una distanza siderale di provvisori otto punti.

            «Una vittoria con una prestazione convincente garantirebbe un plus di autostima» la riflessione ad alta voce dell’ad interista. Gonfia il petto Simone Inzaghi per aver compiuto un altro passo fondamentale verso la strada della seconda stella. «Ci siamo presi una vittoria strameritata. Siamo contenti ma manca ancora tantissimo, Milan e Juventus non molleranno di un centimetro. È una bella serata davanti ai nostri tifosi che ci hanno trascinato, ma il percorso è molto lungo».

            Il tecnico dell’Inter inquadra i meriti della propria squadra. «La partita l’ha tenuta aperta Szczesny che ha fatto due parate incredibili su Barella e Arnautovic. Sommer è stato sempre attento ma riposato. Questi ragazzi sono stati bravissimi in questi sette mesi, ma dobbiamo continuare così. Questa è solo una tappa».

            Massimiliano Allegri analizza la gara senza drammi: «Loro sono molto bravi, hanno esperienza, noi non giocavamo uno scontro diretto per il vertice da tre anni, abbiamo pagato lo scotto» sottolinea. «Ma è un passo in avanti. Ora bisogna rimettersi a posto e tornare a vincere perché il campionato è ancora lungo, ci sono tanti punti a disposizione e bisogna essere veloci a uscire dalla crisi».

            Max riconosce la superiorità dell’Inter. «Non so se si è aggiudicata un match point scudetto, del resto sapevamo che era una partita difficile. Il primo tempo è stato bloccato, loro hanno fatto questo gol, noi abbiamo sbagliato con Vlahovic. Nel secondo tempo la partita si è sbloccata, è stata anche più divertente da vedere e loro quando ripartono sono pericolosi. Noi dobbiamo migliorare ma posso solo fare i complimenti ai ragazzi per quanto hanno fatto».

            L’importante è non perdere la testa con metà campionato ancora da disputare. «In questa posizione di classifica non pensavamo di esserci a giugno — prosegue Allegri —, Inter e Juve vengono da due percorsi diversi. Siamo contenti per il percorso che stiamo facendo, siamo arrabbiati per la sconfitta ma i ragazzi sono stati bravi e possiamo crescere. L’Inter è la favorita per lo scudetto. Se saremo bravi a vincere un po’ di partite e stargli vicino tanto meglio, c’è anche il Milan, poi gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo».

            CorSera​​​​
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              Ultima gara della 23° giornata di campionato. Si gioca il Monday Night tra Roma e Cagliari. In campo alle 20.45 all’Olimpico, la partita sarà trasmessa da Dazn

              Daniele De Rossi ritrova Claudio Ranieri, suo allenatore quando indossava la maglia giallorossa e quando il tecnico, oggi al Cagliari appunto, allenava la Roma (biennio 2009-2011 e da marzo a giugno 2019). L’ex centrocampista cerca il terzo successo su tre da quando ha rimpiazzato Mourinho: «Con Ranieri ho passato i due momenti più emozionanti della mia storia: l’anno che abbiamo sfiorato lo scudetto e gli ultimi miei mesi da calciatori alla Roma. Mi ha accompagnato quando abbiamo salutato la nostra squadra del cuore. Quando questi momenti li passi con uno come lui è sempre un bel guadagno. Ha un’intelligenza acuta. Esci sempre arricchito da una chiacchierata con lui», ha detto.

              Poi sui piani tattici allo studio per Dybala: «Ci sono giocatori che hanno un talento e una lettura della giocata tale che una libertà in più gliela devi dare. L’importante è che quando lui si abbassa, qualcuno occupi il suo spazio davanti. Alcuni giocatori, come lui, negli ultimi 20 metri hanno un paio di indicazioni, poi fanno come vogliono ma è giusto così. Ho giocato 20 anni con Totti e nessuno gli diceva dove posizionarsi. Quando aveva la palla sapevamo di doverci buttare negli spazi perché poi sarebbe arrivata a noi». Così, invece, Claudio Ranieri, sempre emozionato quando torna all’Olimpico: «Mi auguro che Daniele possa fare la carriera che merita. Era già un allenatore già in campo. Il mercato? Sono soddisfatto. Mina e Gaetano hanno ottime referenze e sono pronti per giocare».

              CorSera




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                Giacomo Losi, è morto lo storico capitano della Roma

                ​Aveva 88 anni, leggenda giallorossa: giocò nella Capitale dal 1953 al 1969

                La Roma perde una leggenda. A 88 anni si è spento Giacomo Losi, storico capitano, per lungo tempo quello con più presenze in giallorosso e superato molti anni dopo solo da Francesco Totti e Daniele De Rossi. Protagonista di una Roma che non otteneva grandi risultati, ma comunque ricordata per la gagliardia di alcuni dei suoi protagonisti. E la lotta non faceva difetto a Giacomo Losi, “Core de Roma” nonostante fosse nato a Soncino, in provincia di Cremona. Infanzia come tante, non facili come tante dell’epoca: il padre faceva il facchino, la mamma la filanda. Da calciatore iniziò a mettersi in mostra nella Cremonese, lo fece in maniera talmente convincente che nella Capitale (anno 1953) si accorsero di lui: 8 milioni per quel difensore arcigno, non alto ma dotato di un grande stacco aereo.

                La Roma dei ‘poveri ma belli’ dove spesso arrivavano giocatori dal grande passato che si facevano carezzare da clima e dolce vita. Uno era Alcides Ghiggia, quello che aveva zittito il Maracanà nel mondiale del 1950 con il famoso gol dell’Uruguay al Brasile: a Roma ci stava bene visto che ci giocò più di duecento partite. L’altro era Juan Alberto Schiaffino, per molti uno dei primi dieci di ogni tempo che però il meglio lo aveva già dato al Milan. Ma era anche la Roma che aveva finito i quattrini, quella della colletta al Sistina per racimolare qualcosa. Toccò proprio a Losi raccogliere i soldi – pochi, che per fortuna almeno vennero destinati ai veri bisognosi – girando in platea. Leader sempre e comunque, anche nei momenti peggiori: per sedici anni, quasi tutti da capitano.

                Due immagini rendono l’idea di cosa sia stato Losi per la Roma. Sono entrambe del 1961. La prima è quella in cui che alza la Coppa delle Fiere all’Olimpico contro il Birmingham: è il primo trofeo internazionale alzato dai giallorossi. La seconda risale a pochi mesi prima. È uno dei suoi tanti colpi di testa: non per anticipare John Charles, o Jeppson, o Jair, o Vinicio. Ma per diventare core de Roma.

                L’anno è all’alba e all’Olimpico arriva la Sampdoria. Si fa male Guarnacci, poi Losi si lacera l’inguine: la possibilità di effettuare sostituzioni ancora non è prevista, è uno di quei casi in cui si resta in campo per onor di firma e si vivacchia nelle zone laterale del campo per non far danni. La cronache dell’epoca parlano di una montagna russa di emozioni: la Roma va avanti, poi viene ribaltata, poi pareggia. Poi Losi: uno stacco imperioso, innaturale per quelle condizioni fisiche impossibili. E’ il gol della vittoria, e quando la palla entra in rete, lui diventa per l’eternità ‘Core de Roma’.

                https://www.repubblica.it/sport/calc...oma-422054521/
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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  • In piedi tra le rovine
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                  La partita (per il vertice) se mai è stata aperta, ieri si è bella che chiusa.

                  L'Inter è avanti di 4, con una partita da recuperare sono potenziali +7...e considerando che in 22 giocate ne ha persa una, e che da qui alla fine gliene restano 16, con 7 punti da gestire si può permettere 2 sconfitte...e quindi insomma non è tutto sigillato ma ben chiuso sì.

                  D'altro canto Inzaghi da agosto non sbaglia una mossa, la squadra lo segue, non si vedono crepe. Ha l'attacco migliore (51 segnati contro i 36 della Juve), la difesa meno perforata (10 contro i 14 della Juve), la squadra meglio attrezzata.

                  Noi concentriamoci sul secondo posto, sul far crescere i giovani, sul continuare un lavoro di rinnovamento e speriamo di prospettive. C'è una coppa Italia con ancora delle chance, la nostra stagione è quella lì.
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                  • robybaggio10
                    Bodyweb Senior
                    • Dec 2011
                    • 15820
                    • 323
                    • 11
                    • Franciacorta
                    • Send PM

                    Purtroppo lo scudetto ormai l'ha vinto l'Inter. La Juve potrebbe addirittura subire un contraccolpo ed arrivare terza. Dipende da cosa vorra' fare il.Milan con l'Europa League.
                    I SUOI goals:
                    -Serie A: 189
                    -Serie B: 6
                    -Super League: 5
                    -Coppa Italia: 13
                    -Chinese FA Cup: 1
                    -Coppa UEFA: 5
                    -Champions League: 13
                    -Nazionale Under 21: 19
                    -Nazionale: 19
                    TOTALE: 270

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                    • Sean
                      Csar
                      • Sep 2007
                      • 119998
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                      • In piedi tra le rovine
                      • Send PM

                      Penso che il pareggio interno con l'Empoli in effetti abbia un pò depresso l'ambiente, più che la sconfitta di ieri sera che comunque può essere nell'ordine delle cose...c'è un momento di regressione che occorre tamponare da subito.
                      ...ma di noi
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                      • germanomosconi
                        Bodyweb Senior
                        • Jan 2007
                        • 15408
                        • 594
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                        • pordenone
                        • Send PM

                        ieri l'inter ha dimostrato di essere più forte e di aver una rosa migliore, punto e basta.
                        Giuntoli ha ancora tanto lavoro da fare per sistemare i disastri fatti dall'handicappato Paratici
                        Originariamente Scritto da Marco pl
                        i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                        Originariamente Scritto da master wallace
                        IO? Mai masturbato.
                        Originariamente Scritto da master wallace
                        Io sono drogato..

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                        • KURTANGLE
                          Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                          • Jun 2005
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                          • Borgo D'io
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                          cmq spalletti dovrebbe rinunciare al suo credo e mettersi a giocare 3-5-2
                          juve e inter giocano così.......e quando hai una nazionale non eccellente devi cercare di portarti i blocchi delle tue squadre migliori

                          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                          Originariamente Scritto da GoodBoy!
                          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                          grazie.




                          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                          • Sean
                            Csar
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                            ieri l'inter ha dimostrato di essere più forte e di aver una rosa migliore, punto e basta.
                            Giuntoli ha ancora tanto lavoro da fare per sistemare i disastri fatti dall'handicappato Paratici
                            Ha dimostrato quello che si pronosticava in estate, dunque ha confermato l'assunto e l'impianto.

                            La Juventus è in rifondazione, ci vuole del tempo. Alcuni segnali sono incoraggianti (la difesa, Bremer è molto forte), alcuni giovani...i tasti dolenti sono il centrocampo e sovente l'attacco poco proficuo...sta a Giuntoli vedere come sistemare le cose, chi cedere, come e su chi investire i soldi...
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Irrlicht
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                              Se proprio va cercato un neo va fatto la giornata prima vs Empoli, non ieri sera.
                              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                              • Sean
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                                • Send PM

                                Roma-Cagliari, il risultato 4-0: gara finita dopo 23’. A segno Pellegrini, poi doppietta di Dybala e gol di Huijsen

                                ​ Gara mai cominciata per gli uomini di Ranieri, che subivano la prima rete dopo un minuto e il raddoppio dopo poco più di 20. Nella ripresa i giallorossi non si fermavano e realizzavano la goleada

                                Dato a Ranieri quello che è di Ranieri – l’applauso dello stadio e uno striscione della Sud – la Roma di De Rossi non fa sconti. La terza vittoria in tre partite - la più convincente – è il modo migliore per avvicinarsi al momento della verità: Inter in campionato e Feyenoord in Europa League. A chi dice, preso dalla nostalgia, che Verona, Salernitana e Cagliari erano avversarie facili si può ricordare che contro di loro Mou aveva preso 4 punti e non 9. Non c’è stata partita, visto che Pellegrini – tre gol in tre gare con DDR – l’ha sbloccata al 1’. Petagna, un disastro nei ripiegamenti difensivi, gli ha fornito un assist involontario. Nella ripresa, il centravanti ha provocato il rigore del 3-0. Il saggio Bagnoli diceva: «Il terzino faccia il terzino».

                                I paragoni con il passato sono inutili, però è lampante che adesso si respira un’altra aria. Più serena e divertente, perché stiamo pur sempre parlando di calcio. E il gol del 4-0, segnato da Huijsen, un ragazzo che farà tanta strada ma non a Roma, è sembrato un simbolo del new deal. Ora, sotto con le big. Il Cagliari è stato poco o nulla, per salvarsi servirà di più.

                                CorSera​​​
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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