per 80 milioni Kvara va venduto (sperando che poi vengano reinvestiti)
ma non a Gennaio quando sei primo in classifica cristo....
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Per me è sempre più onesto un Kvara a 80 (che dubito saranno 80 ma vabbè), rispetto ad una richiesta per Frattesi a 50.
Ora che sia un pacco Kvara mi pare un tantino esagerato.
Se lo pagano 80 sono dei fessi ovviamente, ma quelli non hanno problemi... ripeto, non li vale, ma per me è un calciatore che magari alla Roma.
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Per 80 milioni è un mezzo pacco vedendo anche cosa fanno poi al PSG.
Va venduto subito
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Per 80 milioni cash non solo De Laurentiis ma pure Conte porta in braccio Kvara al PSG. E' da due anni che è in calo, e 80 milioni sono una cifra alla quale non si dice no: ti permette di rientrare di alcune spese estive e ti permette di prendere un sostituto.
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
Scandalosa sta cosa, tra l'altro se non fosse un club di calcio avrebbero già portato i libri in tribunale...
Da qui discende una rete di protezione e di aiuto sistematici per ogni occorrenza. Ricordiamo anche gli interventi pubblici del presidente della federazione spagnola quando questo o quel club estero tentava qualche campione di quei due club, con minacce di denuncia alla Uefa e simili...cose mai viste nemmeno in Italia dove pure ne abbiamo viste di tutti i colori: questo è "fare sistema".
Possiamo anche ricordare che Real e Barcellona sono i fondatori della superlega e se mentre gli altri club sono stati costretti chi a rientrare nei ranghi per via politica (in Inghilterra), chi ricevendo continui insulti e minacce dalla Uefa (la Juventus), avendo contro anche la federazione con lo spettro della esclusione dal campionato, a Barcellona e Real (ancora oggi formalmente dentro alla superlega, anzi sono loro due la superlega superstite) nè in Spagna e nè a livello Uefa qualcuno ha detto "a".
Le proteste dei club spagnoli sono solo facciata. Sanno benissimo pure loro come funziona e gli sta anche bene, perchè il meccanismo su cui si incardina e gira tutto il calcio spagnolo è il medesimo che permette a quei club di campare, di guadagnare.
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Si gioca oggi, venerdì 10 gennaio, l’anticipo della prima giornata di ritorno di campionato. All’Olimpico va in scena Lazio-Como e Marco Baroni, tecnico dei biancocelesti, è in emergenza. Tre sono gli squalificati dopo il caos con la Roma: Castellanos, Gila e Zaccagni. A loro si aggiungono i tre infortunati Vecino, Patric e Pedro. Di questi, solo l’esterno spagnolo può andare in panchina nella sfida contro il Como.
Baroni sta pensando a vari accorgimenti tattici. Sulla linea della trequarti potrebbero esserci Isaksen, Tchaouna e Dele-Bashiru. Il centravanti, invece, sarà Dia. Senza dimenticare la variabile Noslin. Rientra dall’infortunio e va in panchina perché non ha ancora i 90’ nelle gambe. Ma può essere l’arma in più di questa Lazio, che vuole rialzarsi dopo la sconfitta nel derby contro la Roma (2-0, 5 gennaio). Un k.o. che a Formello non è ancora stato digerito. Da parte sua, il Como punta a «vendicare» il 5-1 dell’andata (31 ottobre) e dare continuità agli ultimi risultati. La squadra di Cesc Fabregas ha ottenuto otto punti nelle ultime cinque gare. Il tecnico spagnolo non avrà Goldaniga perché squalificato. Nel reparto offensivo Strefezza e Nico Paz giocheranno dietro a Cutrone. L’ex centravanti del Milan va verso la riconferma.
La gara tra Lazio e Como, che inizierà alle 20.45 si potrà vedere su Dazn.
CorSera
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioDani Olmo, Barcellona salvato dalla politica. Liga e club furiosi: cosa succede ora
La decisione del Consiglio Superiore dello Sport, che ha permesso al club blaugrana di poter contare su Dani Olmo e Pau Victor, ha scatenato polemiche a non finire. Il presidente Laporta festeggia col gesto dell’ombrello
https://www.repubblica.it/sport/calc...csd-423928807/
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Dani Olmo, Barcellona salvato dalla politica. Liga e club furiosi: cosa succede ora
La decisione del Consiglio Superiore dello Sport, che ha permesso al club blaugrana di poter contare su Dani Olmo e Pau Victor, ha scatenato polemiche a non finire. Il presidente Laporta festeggia col gesto dell’ombrello
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Kvaratskhelia al Psg: pro e contro della cessione a gennaio. Perché Conte accetta il rischio
L'allenatore del Napoli si era esposto per l'esterno georgiano, lo ha aspettato e lo ha assecondato. Non si oppone alla cessione ma Kvara va sostituito adeguatamente
Un solo gol nelle ultime 11 giornate di campionato. Kvaratskhelia, il protagonista del terzo scudetto del Napoli, non è più un intoccabile. Non è più incedibile, e l’offerta arrivata dagli sceicchi del Psg è un’occasione che il club di De Laurentiis non vuole (e non può) farsi sfuggire. Patti e condizioni li detta il venditore (80 milioni senza contropartite tecniche), ché privarsi a gennaio di un giocatore di innegabile talento, nonostante il calo di rendimento degli ultimi mesi, ha un prezzo. E forse anche un rischio per una squadra che, numeri alla mano, è legittimamente in corsa per il titolo.
Ma ci sono i momenti giusti, le condizioni propizie a rendere questa operazione la migliore possibile. Intanto, c’è una trattativa con il giocatore per il rinnovo del contratto in piedi da oltre un anno e mai arrivata a un punto di incontro. L’offerta di 5 milioni più bonus fatta dal Napoli è stata rispedita al mittente, non c’è stato accordo sull’inserimento della clausola di rescissione.
Il mal di pancia — «vado-non vado» — di Kvara dall’estate scorsa non è passato nonostante la cura Conte, che per lui si era esposto fino a porlo come condizione per accettare la panchina. Conte ci ha creduto, lo ha aspettato, ne ha anche assecondato i malumori. Lo ha incoraggiato. Poi probabilmente ha metabolizzato la volontà di Kvara di voler stare da un’altra parte. E al club ha detto la sua, ha spinto perché rinnovasse il contratto ma le cifre richieste anche a lui erano parse eccessive. Un gol in 11 gare è nulla, l’affaticamento muscolare non meglio diagnosticato delle ultime settimane induce a pensar male.
Cedere Kvara a gennaio a queste cifre significa non rischiare a giugno, dimostra di non aver ceduto alle pressioni degli agenti (la vicenda Osimhen qualcosa ha detto). Farne a meno però implica un impoverimento, e serve un investimento. Conte non vuole rimpianti: vendere per acquistare. Sostituire e migliorare. Così il rischio, se c’è, diventa calcolato.
CorSera
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Aurelio De Laurentiis ha presentato (e poi ritirato) un ricorso contro l'elezione di Ezio Simonelli come nuovo presidente della Lega Serie A. Ora il Napoli rischia una penalizzazione in classifica se si dovesse profilare la violazione della clausola compromissoria.
Il motivo risiede appunto nella possibile violazione della clausola compromissoria, che prevede che le controversie di ambito sportivo siano devolute alla Camera arbitrale e che per seguire le vie della giustizia ordinaria serva l’autorizzazione del Consiglio federale. E violarla può costare carissimo: addirittura 3 punti di penalizzazione e un anno di inibizione.
De Laurentiis, nel ricorso, ha specificato che per lui non si tratterebbe di una violazione della clausola compromissoria visto che Simonelli non è un tesserato. Ma il Codice di giustizia sportiva si applica a chiunque svolge attività «comunque rilevanti per l’ordinamento federale». Anche per questo motivo, De Laurentiis ha poi ritirato il proprio ricorso. I rischi però rimangono, perché il ritiro è avvenuto dopo che un pronunciamento c’era già stato.
(repubblica.it)
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Kvaratskhelia al Psg: il Napoli vuole 80 milioni senza contropartite. I dettagli della trattativa
L'esterno georgiano in scadenza nel 2027 ha aperto alla possibilità di andar via, De Laurentiis tratta con il Psg. Skriniar non rientra nella trattativa, il Napoli ha sondato Chiesa del Liverpool
Il Napoli ha aperto alla cessione di Kvicha Kvaratskhelia al Paris Saint-Germain, ma alle proprie condizioni. Tra le parti, infatti, ci sono stati dei contatti in queste ore per il fantasista georgiano, con il club di Aurelio De Laurentiis che chiede 80 milioni di euro senza eventuali contropartite come Milan Skriniar.
Chiesa possibile sostituto
Rispetto a quest'estate, la posizione della società sul giocatore protagonista dello scudetto con Spalletti è cambiata: in primis perché la sua idea è quella di non rinnovare, e con il contratto in scadenza nel 2027 il Napoli avrebbe più margine di guadagno vendendo già in questa sessione di mercato piuttosto che a giugno. Poi c'è David Neres, che ha sostituito alla grande il numero 77 azzurro dopo l'infortunio.
Al momento i parigini partono da una cifra più bassa rispetto agli ottanta milioni richiesti, ma la trattativa prosegue e lo stesso Kvaratskhelia ha aperto al trasferimento. In caso di partenza, il Napoli sta già sondando diverse piste: Federico Chiesa, se il Liverpool dovesse aprire al prestito a fine mercato, o Edon Zhegrova, ala destra del Lille, ma più difficile.
CorSera
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioUn pò sono storie note per chi ha letto qualcosa, qualche libro, testimonianze sul calcio di allora. Il calciomercato funzionava anche così ai tempi, che, ricordiamolo, erano i tempi sel pre svincolo, cioè quelli dove un calciatore in buona sostanza non decideva le sue destinazioni perchè era una pedina in mano ai club.
Viola fu messo alla Roma da Andreotti, questo è noto. Non è che Andreotti intervenisse sempre, anche perchè aveva cose più importanti da fare, però qualche volta interveniva
Comunque non lo so se Falcao all'Inter avrebbe poi combinato qualcosa, perchè l'Inter di Fraizzoli era una Inter di transizione negli di cui si parla...tant'è che di lì a poco Fraizzoli venderà a Pellegrini. Falcao fece bene a rimanere alla Roma.
Lo scudetto era stato vinto...poteva andarsene affancul0 come poi fece due anni dopo a suon di falsi certificati medici.
Avrebbe risparmiato pure una notte di godimento a tutta la sponda laziale quel 30 maggio 1984 demmerda.
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Un pò sono storie note per chi ha letto qualcosa, qualche libro, testimonianze sul calcio di allora. Il calciomercato funzionava anche così ai tempi, che, ricordiamolo, erano i tempi del pre svincolo, cioè quelli dove un calciatore in buona sostanza non decideva le sue destinazioni perchè era una pedina in mano ai club.
Viola fu messo alla Roma da Andreotti, questo è noto. Non è che Andreotti intervenisse sempre, anche perchè aveva cose più importanti da fare, però qualche volta interveniva
Comunque non lo so se Falcao all'Inter avrebbe poi combinato qualcosa, perchè l'Inter di Fraizzoli era una Inter di transizione negli anni di cui si parla...tant'è che di lì a poco Fraizzoli venderà a Pellegrini. Falcao fece bene a rimanere alla Roma.
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GASPORT - L'ex avvocato dell'Aic e procuratore sportivo Dario Canovi ha rilasciato un'intervista esclusiva sull'edizione odierna del quotidiano, raccontando un interessante aneddoto del passato legato alla Roma e ad uno dei suoi giocatori più rappresentativi: Paulo Roberto Falcao. Queste le sue parole: "In principio fu Cristoforo Colombo, fu lui a farcela scoprire. Non sto parlando dell'America, ma di una nuova professione: l'agente dei calciatori. Era l'avvocato di Paulo Roberto Falcao e fu protagonista di una trattativa che per settimane tenne col fiato sospeso due città, Roma e Milano, e tutto il calcio italiano. E che investì anche la politica, con l'intervento di Giulio Andreotti, e addirittura il Vaticano perché fu tirato indirettamente in ballo anche il Santo Padre, Giovanni Paolo II. I più giovani, che non erano nati nel 1983, possono pensare che io stia esagerando. Invece è tutto vero, ma prima di calarsi nei retroscena di una delle più famose e affascinanti trattative del calcio mercato, bisogna far capire chi era e cosa rappresentava Falcao a Roma dopo lo scudetto...".
Ce lo racconti lei, avvocato Dario Canovi: chi era Falcao?
"Un giocatore meraviglioso, uno dei più grandi registi della storia del calcio. Classe, personalità, mentalità vincente: con lui in campo i suoi compagni brillavano di luce riflessa. Venne nel 1980: i tifosi della Roma sognavano Zico e invece il presidente Viola su consiglio di Liedholm prese lui. Scese dalle scalette dell'aereo in un caldissimo 10 agosto e, stupendo tutti, promise lo scudetto a una piazza che non lo vinceva da 42 anni. Lo sfiorò subito nel 1981 col gol annullato a Turone contro la Juve, poi lo vinse nel 1983 dopo i Mondiali in Spagna. Falcao diede alla Roma una eleganza, uno stile, una bellezza che non aveva mai avuto prima, tanto da essere ribattezzato da Carmelo Bene "il Divino". Per i tifosi divenne l'ottavo Re di Roma. Ecco perché quando, dopo lo scudetto, anche per qualche incomprensione con Viola, si accordò con il ds nerazzurro Sandro Mazzola per passare all'Inter, Roma sprofondò in un incubo. I tifosi piangevano alla sola idea di perderlo. E si utilizzarono tutti i mezzi possibili per fermare il trasferimento e riaprire la trattativa tra due abilissimi "giocatori di poker" come Viola e Colombo. Mosse e contromosse, colpi di scena, dichiarazioni: fu uno spettacolo".
[...]
Torniamo alla telenovela...
"Mazzola aveva incontrato Colombo e Falcao in Svizzera, e stava tornando a Milano con il contratto firmato in tasca, da depositare in Lega. Nel frattempo però il presidente dell'Inter Ivanoe Fraizzoli, che era un vero signore, aveva avvertito al telefono Viola che era in trattativa con Falcao ed era pronto ad acquistarlo. Viola restò in silenzio, gelido, poi attaccò. Non c'era tempo da perdere. Fu chiesto l'intervento del più importante tifoso della Roma, Giulio Andreotti. Era in carica il governo Spadolini, nato dall'accordo della cosiddetta CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). Andreotti era potentissimo. Si dice che fu lui stesso a richiamare Fraizzoli. Il messaggio arrivò forte e chiaro, non si parlò neanche di Falcao, ma degli interessi economici dell'imprenditore, che produceva capi d'abbigliamento e divise per i ministeri, l'esercito e le guardie carcerarie: "Un affare molto importante, mi dicono...". Fraizzoli capì subito".
E il contratto nella tasca di Mazzola?
"Sandro tornando dalla Svizzera, felice per aver centrato un clamoroso colpo di mercato, si fermò in un bar per telefonare a Fraizzoli e dargli la notizia dell'accordo, perché all'epoca non c'erano i cellulari, ma fu gelato: "Blocca tutto e raggiungimi in ufficio, ti devo parlare".
E il Vaticano?
"Anche se l'Inter fece un passo indietro, l'accordo tra la Roma e Falcao per rinnovare il contratto ancora non c'era. Fu fatto sapere alla signora Azise, la mamma di Paulo Roberto, religiosissima, che anche Papa Wojtyla voleva che lui restasse a Roma. Lei telefonò al figlio: "Non vorrai mica dare un dispiacere al Santo Padre, vero?".
E nel frattempo Viola e Colombo?
"Continuavano il tira e molla, mandandosi messaggi sui giornali. La trattativa si concluse negli uffici di Andreotti, con la firma del nuovo contratto e una stretta di mano tra il Senatore e Colombo immortalata da una foto. Alle loro spalle, sullo sfondo, c'ero anch'io".
Lei due anni dopo divenne il procuratore di un altro campione brasiliano, Toninho Cerezo.
"Giocatore e uomo fantastico. Anche lui fu protagonista di una trattativa da film. Durante il terzo anno di contratto con la Roma nel 1985-86 il rinnovo promesso continuava a slittare, Toninho si innervosì e dopo una partita nello spogliatoio ebbe una violenta lite con Viola, con uno scontro fisico. Mi chiamò subito dopo al telefono: "Dario, ho fatto una cazzata...". Mi raccontò l'episodio e capii che non ci sarebbe stato più nulla da fare, nonostante le sue scuse a casa di Viola. Trovai un accordo con Galliani per portarlo al Milan: un miliardo e mezzo all'anno per tre anni. Firmammo negli uffici di Berlusconi che si riservò una clausola liberatoria, che poi fece valere. Liedholm, che allenava il Diavolo, stimava Toninho ma avrebbe dovuto cedere Wilkins e pensò che questo avrebbe rattristato l'altro inglese Hateley".
E si fece avanti la Sampdoria...
"Andammo a casa di Paolo Mantovani a Genova. Non poteva replicare l'offerta di Berlusconi e offrì circa la metà: 800 milioni. Toninho si mostrò dubbioso e chiese di telefonare alla moglie Rosa. Tornò poco dopo: "Presidente mi ha detto che se non accetto mi lascia. E io amo molto mia moglie...". Nel viaggio di ritorno gli dissi: "Meno male che Rosa ti ha dato il consiglio giusto". Mi rispose: "Dario, non c'ho parlato: ho trovato occupato...".
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