Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

    I malumori della piazza alle voci del possibile arrivo di Bonucci sono tra le cause che hanno portato allo stop della trattativa. Lo riferisce l'edizione online del quotidiano sportivo. La trattativa procedeva spedita e mancavano gli ultimi accordi da formalizzare sullo stipendio, ma a quel punto è arrivato lo stop, in particolare da José Mourinho: nonostante fosse un estimatore del difensore, una volta colti gli umori della piazza ha guidato la retromarcia. In lista rimangono i nomi di Soyuncu (il preferito di Pinto), Kiwior e Kehrer. Da escludere Solet, che non partirà in prestito.

    (iltempo.it)
    Il Tempo la mette tutto all'opposto di quanto riporta il CorSport (dove sarebbero stati i Friedkin a dare lo stop). Vedremo nei prossimi giorni.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      La proroga del Decreto Crescita, richiesta dai club di Serie A, non è stata approvata dal Governo. Stop alle agevolazioni dal 31 dicembre.

      Una doccia gelata per il calcio italiano. La tanto invocata proroga del Decreto Crescita sarebbe saltata.

      Lo riporta l'ANSA, secondo cui dopo un'accesa discussione in Consiglio dei Ministri, il Governo ha deciso di stralciare la misura contenuta nelle prime bozze del decreto Milleproroghe.

      Una norma che permetteva alle società di calcio di ottenere importanti agevolazioni fiscali per l'ingaggio di giocatori in arrivo dall'estero.



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        Comunque o Mourinho o i Friedkin hanno fatto saltare l'affare, non Pinto. Pinto l'accordo con l'agente di Bonucci ce l'aveva ed era pronto a chiuderlo...quindi Pinto era disposto a portare in rosa un attuale catorcio (perchè Bonucci è stato senz'altro un bravissimo difensore ma è da ormai almeno 3 stagioni che è in precipitoso declino) che la Roma ha schivato all'ultimo.

        E' l'ennesima riprova dell'inadeguatezza al ruolo di quel dirigente, perchè toccava a lui chiedersi 1) tecnicamente conviene prenderlo? e 2) nel caso convenisse, non è che poi crea una turbativa nell'ambiente e coi tifosi? Domande che non si è posto, riflessioni che non ha fatto.
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          Decreto crescita nel calcio: salta la proroga per le agevolazioni per gli sportivi in arrivo dall’estero

          ​ La misura, contenuta nelle prime bozze del Milleproroghe, è quindi rimasta fuori dal decreto dopo «una accesa discussione» in CdM. Salvini: «Provvedimento immorale»

          È saltata la proroga del cosiddetto «Decreto crescita» che avrebbe prolungato le agevolazioni e gli sconti fiscali per gli sportivi, a partire dai calciatori, in arrivo dall’estero. La misura, contenuta nelle prime bozze del Milleproroghe, è quindi rimasta fuori dal decreto dopo «una accesa discussione» in Consiglio dei Ministri. In sostanza, in questo modo resterà la stretta che scatterà da gennaio, introdotta con uno dei decreti legislativi attuativi della delega fiscale.

          «Non è stata fatta una deroga. Se ne è parlato ma poi si è deciso di non fare nulla», ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine del Cdm a Palazzo Chigi. Mentre Matteo Salvini, a quanto si apprende da fonti di governo, si sarebbe «imposto» in Consiglio dei ministri per evitare gli sconti ai calciatori stranieri: «Sarebbe un provvedimento immorale» avrebbe detto ai colleghi, sostenendo di essere pronto a non partecipare al voto per non mettere in imbarazzo l’esecutivo. Ma a quel punto il Cdm, presieduto da Antonio Tajani, avrebbe preferito accantonare il provvedimento anche perché si erano levate altre voci critiche a partire da quelle dei ministri Giancarlo Giorgetti e Daniela Santanchè.

          La reazione della Lega serie A

          «Stupore e preoccupazione per le indiscrezioni relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi» sono espresse, in una nota, dalla Lega serie A. «Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito — prosegue la nota —. La mancata proroga produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l'erario».

          Corsera​​
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            Calciomercato stop al Decreto Crescita: ora i calciatori le tasse devono pagarle tutte. Com’è giusto…

            ​A me la notizia che il famigerato Decreto Crescita abbia sbattuto finalmente le porte in faccia al calcio e bruciato il prossimo calciomercato, negando la possibilità che si possano tagliare vergognosamente le tasse a Lukaku e compagnia, sembra una gran bella, speranzosa notizia.

            E invece vedo un grande stracciar di vesti, leggo e sento di guaìti di dolore e gridare al tradimento al calcio, che così si trova più scoperto alla concorrenza e meno in grado di attrarre campioni in Serie A. Dove non siamo in condizione di offrire le stesse paghe della Premier League e pertanto ci vuole l’aiuto di stato. Un bonus che salvi il calcio, favorendo spudoratamente giocatori e club stessi con un cospicuo taglio di tasse. Un privilegio tra i tanti privilegi di cui i calciatori già godono….

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              Botta tra capo e collo a Gravina, alla Lega A, a tutto il fatiscente carrozzone del calcio italiano. Gravina sta guidando un calcio in via fallimentare e l'unica sua preoccupazione è fare da scendiletto a Ceferin invece, che so, di dimettersi e lasciare il posto ad un commissario straordinario.

              E' non più rinviabile infatti l'ora delle riforme profonde, a partire dalla riduzione dei campionati fino ai vivai.

              Se il calcio è una industria che non riesce ad essere concorrenziale, dunque ad attrarre giocatori, se non usufruendo di aiuti ad hoc del governo (il che sarebbe iniquo, perchè le fabbriche in crisi, l'artigianato in crisi, le famiglie in crisi chi le aiuta?) è giusto che venga ripensata: ricevere stampelle non porta da nessuna parte.

              Aumenta la qualità del prodotto e i soldi arriveranno e con quelli i calciatori di fama. D'altra parte quali "grandi star" sarebbero arrivate con sto decreto crescita? Dove stanno questi "campioni" nel calcio italiano? Ma chi ci si fila...
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              • Irrlicht
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Bonucci, la Roma dice no: affare saltato

                ​Secondo le informazioni del sito del quotidiano sportivo, è saltato il trasferimento di Leonardo Bonucci alla Roma. I Friedkin, infatti, hanno deciso di non formalizzare l'accordo raggiunto da Tiago Pinto con Alessandro Lucci, procuratore del difensore. La scelta non sarebbe legata a fattori ambientali, quanto all'investimento economico: la proprietà non vuole spendere circa 2 milioni di euro lordi per un calciatore che compirà 37 anni nel 2024.

                (corrieredellosport.it)
                Meglio così sia per la Roma che per il giocatore.
                Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                  Fiorentina-Torino

                  (ore 18.30 su Dazn)
                  Per sfidare il Torino la Fiorentina potrebbe ritrovare Bonaventura. La sicurezza per Vincenzo Italiano è, invece, il rientro in difesa di Martinez Quarta. Invece, la squadra di Ivan Juric vuole centrare il quinto risultato utile di fila (due vittorie e due pareggi): «La Fiorentina è una grande squadra con tanti giocatori di ottimo livello. Sarà difficile, è una partita dalle mille difficoltà. Sarà una sfida aggressiva, a volte è andata meglio a loro e altre a noi. Anche a gara in corso possono aggiungere qualità, speriamo di rispondere bene a loro», le parole dell’allenatore granata.

                  Napoli-Monza

                  (ore 18.30 su Dazn)
                  Due sconfitte di fila tra Coppa Italia e campionato, rispettivamente contro Frosinone (4-0, 19 dicembre) e Roma (2-0, 23 dicembre), spingono il Napoli a dover conquistare punti contro il Monza al Diego Armando Maradona. «Le rivoluzioni non si fanno a gennaio, non c’è il materiale per poterlo fare, credo. Io del mercato preferisco ne parli la società, io voglio dare una mano ai giocatori a riprendere quella fiducia che avevano l’anno scorso, giocando bene e cercando di essere equilibrati e non fare leggerezze ed errori da evitare. Sarà una partita difficile, il Monza è una squadra che ha messo in difficoltà la Lazio», ha detto Walter Mazzarri. Da parte sua, Raffaele Palladino punta su 3-4-2-1. Alle spalle della punta Colombo ci saranno Colpani e Dany Mota.

                  Genoa-Inter

                  (ore 20.45 su Dazn)
                  Alberto Gilardino contro Simone Inzaghi. Il Genoa dopo aver frenato la corsa scudetto della Juventus (1-1, 15 dicembre), proverà a fare la stessa cosa contro l’Inter: «Retegui e Messias? Li vedo sorridenti e presenti. Sono felice per loro perché sono giocatori importanti anche se non dovessero giocare dal primo minuto della partita. È bello avere la rosa al completo, è stimolante nelle scelte per me ma lo deve essere anche per i giocatori», ha detto l’allenatore dei rossoblù. Da parte sua, Simone Inzaghi non avrà a disposizione né Dimarco né Lautaro Martinez. Il tecnico nerazzurro si affida ad Arnautovic, uomo assist per Barella contro il Lecce (2-0, 23 dicembre), e Thuram.

                  Lazio-Frosinone

                  (ore 20.45 su Dazn, Sky Sport, Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K e in streaming su Sky Go e Now)
                  La Lazio è nei guai. Maurizio Sarri rischia di perdere Immobile e Luis Alberto, due pilastri, per un mese. Ciro conta di riassorbire il trauma distrattivo ai flessori della coscia destra con 15-20 giorni di stop, ma è una previsione ottimistica, fanno sapere da Formello. Invece, per Eusebio Di Francesco è profumo di derby. Per lui è una gara particolare e punta a restituire slancio al percorso del Frosinone che non vince da quattro turni e in trasferta è reduce da sei sconfitte di fila. «Non si parte mai battuti affrontando una grande squadra in uno stadio importante. La Lazio ha delle assenze e noi siamo senza terzini», le sue parole.

                  CorSera







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                    Decreto crescita e calciomercato: cosa cambia senza proroga

                    Non proseguono gli sconti fiscali per gli sportivi professionisti provenienti dall’estero: le conseguenze in ambito di calciomercato, sottoscrizione di nuovi contratti e rinnovi di quelli in essere

                    «Qualora cessassero i benefici fiscali garantiti dal decreto Crescita avverrebbe la distruzione del calcio italiano». L’affermazione dai toni definitivi è di Giorgio Furlani, ad del Milan ed è datata novembre scorso. Sembra trascorso un secolo e invece è passato solo un mese da quando l’eventualità di affrontare una sessione di mercato senza più le agevolazioni pareva uno spauracchio, ma tutto sommato remoto.

                    Ora invece con lo stralcio della proroga al 29 febbraio degli sconti fiscali per gli sportivi professionisti provenienti dall’estero, i timori si sono trasformati in realtà. Chissà se si è rivelata decisiva la telefonata avvenuta ieri mattina fra il presidente dell’Aic Umberto Calcagno a Matteo Salvini. Mossa che ha fatto seguito alla lettera già inviata dallo stesso presidente del sindacato calciatori al ministro dello Sport Andrea Abodi e a quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La Lega di A con una nota ha espresso «stupore e preoccupazione». Spiega infatti che la decisione «avrà quale unico risultato un esito opposto a quello perseguito». E cioè, «la mancata proroga produrrà minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e minor gettito per l’erario». La Lega solleva il sospetto che abbia prevalso «una visione distorta del calcio, che non tiene conto del ruolo economico, sociale e culturale». Perciò la serie A «auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano ma tutto lo sport».

                    A questo punto vien da chiedersi quali saranno le ripercussioni nell’imminente finestra di mercato, considerando la già scarsa inclinazione dei club a effettuare operazioni finanziariamente importanti a gennaio. Per dire, il Milan è la squadra che più di ogni altra big guarda oltrefrontiera invece che in Italia: per irrobustire il reparto offensivo, segue Guirassy dello Stoccarda che chiede 5 milioni di euro netti. È evidente che uno stipendio del genere, senza i benefici fiscali del Decreto, graverebbe e non poco sul bilancio (senza contare che ci sono almeno due squadre di Premier disposte a offrire un ingaggio più ricco). Il rinforzo immediato per la difesa è Matteo Gabbia, ieri in Spagna a definire la conclusione del prestito al Villarreal. Ci sarà spazio per un nuovo innesto? Lenglet, in prestito dal Barcellona all’Aston Villa sarà una pista percorribile? Il centrocampista ex Sassuolo Junior Traorè, seguito anche da Napoli e Fiorentina, ora al Bournemouth, sarà un’alternativa al partente Krunic? Senza Decreto come procederanno i rinnovi di Giroud e Maignan?

                    Il centrocampista del Tottenham, Pierre Emile Hojbjerg potrà sbarcare a Torino, accontentando Allegri se guadagna 6 milioni di sterline e i londinesi per lasciarlo partire ne chiedono 30 di cartellino? Peraltro il giocatore è nel mirino anche del Napoli.

                    L’Inter non si fa trovare impreparata: ha già definito e prima di fine anno annuncerà i rinnovi di Mkhitaryan e Darmian, mosse necessarie per continuare a beneficiare degli sgravi fiscali. Poi si segue il canadese Tajon Buchanan ma per lui che guadagna al Bruges 400 mila euro e in nerazzurro percepirebbe 1,5 milioni lo scoglio non è certo la busta paga. Meglio cautelarsi con i parametri zero: in questo Marotta è un maestro. Ha già prenotato per giugno Zielinski in scadenza con il Napoli e tratta Djalò del Lille, su cui è vigile anche la Juve.


                    CorSera










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                      Botta tra capo e collo a Gravina, alla Lega A, a tutto il fatiscente carrozzone del calcio italiano. Gravina sta guidando un calcio in via fallimentare e l'unica sua preoccupazione è fare da scendiletto a Ceferin invece, che so, di dimettersi e lasciare il posto ad un commissario straordinario.

                      E' non più rinviabile infatti l'ora delle riforme profonde, a partire dalla riduzione dei campionati fino ai vivai.

                      Se il calcio è una industria che non riesce ad essere concorrenziale, dunque ad attrarre giocatori, se non usufruendo di aiuti ad hoc del governo (il che sarebbe iniquo, perchè le fabbriche in crisi, l'artigianato in crisi, le famiglie in crisi chi le aiuta?) è giusto che venga ripensata: ricevere stampelle non porta da nessuna parte.

                      Aumenta la qualità del prodotto e i soldi arriveranno e con quelli i calciatori di fama. D'altra parte quali "grandi star" sarebbero arrivate con sto decreto crescita? Dove stanno questi "campioni" nel calcio italiano? Ma chi ci si fila...
                      NOTIZIE.COM - Claudio Lotito ha commentato la notizia del 'no' del governo alla proroga del Decreto Crescita con parole nette: "Bella e grande fesseria che è stata fatta, vedranno che cavolo di errore è stato fatto, non va bene così anche perché lo Stato non incassa i soldi, se tu hai uno s...
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                        Per Lotito sulla Lazio splende sempre il sole, i ca@@i amari sono sempre e tutti e solo per gli altri...ma allora perchè si è speso tanto in queste settimane per far passare il decreto crescita? Sarà stata una battaglia fatta per beneficenza, puro spirito altruista, per il "bene altrui"...

                        L'AD del Milan Furlani invece la mette giù per come è: senza decreto crescita, un disastro per il già disastrato calcio italiano...epperò ripeto, un calcio che vive sempre di toppe e di aiuti (che tamponano ma non risolvono strutturalmente la crisi, che difatti è diventata congenita) è una industria "fallita"...e la via del risanamento non risiede nell'ennesimo aiuto della politica (che poi il calcio deve decidersi: non può volere l'autonomia a giorni alterni) ma nell'iniziare finalmente ad affrontare di petto i tantissimi ed ormai incancreniti problemi.

                        Lo stato deve aiutare le famiglie ed il mondo del lavoro. Basta coi soldi ai miliardari.
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                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • fede79
                          Stratocaster Addicted
                          • Oct 2002
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                          • Roma
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                          Non sono simpatici, non sono innovativi, non sono piacioni. Max e Mou, nomi da cartoon americani anni Cinquanta, praticano il calcio della realtà e diffidano del mondo delle idee. Garbano quando vincono, ma se perdono è un precipizio medievale. Tornano vecchissimi, difensivisti, conducenti di autobus in area di rigore. Non parlare al manovratore, neppure se è un maestro di dialettica. Perché - scrive Maurizio Crosetti su 'La Repubblica' - Max e Mou si assomigliano anche quando aprono e chiudono virgolette. Si piacciono, scherzano, si sono sempre mandati attestati di stima, continuano a scambiarsi messaggini, dicono, con una certa frequenza, molto spesso quando a uno dei due scappa una battuta.

                          L’incrocio di questi due personaggi a loro modo simmetrici è un parallelismo di Juve/Roma. Mai come quest’anno, Mourinho ha teorizzato la Roma dei nervi tesi. Mai come quest’anno, Allegri ha costruito una Juve del mordi e fuggi. Quando il calcio sembra dirigersi altrove, verso le magiche terre della modernizzazione, loro due si piegano su loro stessi per difendere l’unica verità che conoscono: il calcio è un meccanismo semplice e sorride solo ai vincitori, meglio se attraverso racconti epici. Per divertirsi: il circo, il cinema, un buon libro, una compagnia spiritosa, una tavolata, una barzelletta, un’apericena.

                          Sempre in primissima persona singolare, anche nel momento della lite che li esalta, Allegri e Mourinho sono i frontman più o meno involontari di club che in questo momento hanno scelto il profilo basso e un parziale nascondimento mediatico. Ed è così che Max e Mou, maestri di comunicazione, vanno avanti mettendoci la faccia e le parole. Questo li rende parafulmini dei giocatori, che perciò li apprezzano parecchio. Ora cercano entrambi un futuro di conferme, Max e Mou, il primo riconsegnando la Champions alla Juventus, il secondo ottenendo un altro contratto difficile a Roma. Sanno che sulle loro teste svolazzano gli avvoltoi del bel gioco, chissà poi cos’è, ma giustamente rifiutano di non saper guardare ai giovani: tanti ne hanno lanciati. Rari, perché unici. Non saranno simpatici, Max e Mou, però sono divertenti. Forse non entreranno mai nella Treccani, dove esiste il sarrismo ma non c’è traccia di allegrismo o mourinhismo, però certi modi di dire, e non soltanto di fare, sono ormai lessico familiare: tra zero tituli e corto muso. E comunque, molti tituli per quei due, anche di larghissimo muso.
                          sigpic
                          Free at last, they took your life
                          They could not take your PRIDE

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                          • Danielish
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                            • Mar 2011
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                            Speriamo per il napoli oggi almeno che ne vinca una

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                            • Irrlicht
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                              • Aug 2021
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                              Ancelotti-Real fino al 2026.
                              No Brasile.
                              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                              • marcu9
                                Bodyweb Advanced
                                • May 2009
                                • 42089
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                                LA GAZZETTA DELLO SPORT.


                                Cosa comporta il “no” al prolungamento del Decreto Crescita ⚽️📈❌

                                Ci sono tanti modi per farsi del male. Il Consiglio dei Ministri ha scelto anche quello più facile, più semplice. Abrogando con un colpo di spugna, e non certo con una bacchetta magica, la misura contenuta nelle prime bozze del decreto che prorogava per due mesi gli sconti fiscali per gli sportivi in arrivo dall’estero, cominciando dai calciatori. Sembrava già tutto fatto per un’uscita graduale e ponderata dal provvedimento. E invece è arrivato un secco no, di carattere ideologico, che alla fine è stato accettato a malincuore per non arrivare a una spaccatura.

                                Una forzatura che produrrà un risultato già scritto: minore competitività dei nostri club, minori possibilità di farci valere e confermarci a livello internazionale, e di conseguenza anche minori introiti a livello di Paese. Abrogare in fretta e furia questa norma cambierà moltissimo per i nostri club, per la loro possibilità di confrontarsi degnamente a livello internazionale, ma non cambierà nulla per gli sportivi, in questo caso i migliori calciatori, che sono abituati a trattare al netto i loro ingaggi. Qualcuno, ragionevolmente, può pensare che Lukaku non troverà da un’altra parte, in Premier o figuriamoci in Arabia, chi gli permetterà di guadagnare gli stessi soldi o anche molti di più? Di conseguenza un movimento senza i Lukaku o i Mourinho si consegnerà ad un ruolo sempre meno competitivo e centrale.​
                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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