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Buona probabilità che il nigeriano se ne vada.
Sintomi già ad inizio stagione, il compromesso trovato sulla clausola lo comprova.
All'estero è sicuramente alla portata, tipo Premier.
Il Napoli ormai è diventata davvero poca cosa, più guardo le partite e più mi viene il voltastomaco per come giocano tutti...quest'anno solo Politano si salva un pò il resto è veramente da buttare
Garcia, Mazzarri...due pensionati, mentalmente avevano staccato entrambi, erano "fuori"...e De Laurentiis li ha riportati "dentro"...per quale ragione lo sa solo lui.
I giocatori ci mettono poi la voglia che avevo io quando c'era l'interrogazione di matematica e il quadro pastrocchiato è completo. De Laurentiis primo colpevole, parte tutto da lui.
Il 2023 è stato per il Napoli un anno di "testacoda". Da un inizio anno in cui ha praticamente ucciso la corsa per il campionato ed era in lotta per la Champions, a una seconda parte del 2023 in cui è come un albero di banane (non ne fa una di dritta).
E la responsabilità più grande di questo harakiri è del suo presidente.
Stefano Pioli e il Milan in crisi: ora la fiducia è a tempo
Riflessioni in casa Milan dopo il pareggio con la Salernitana e la prestazione non all’altezza: Stefano Pioli è spalle al muro. Saranno fondamentali le prossime due gare. Il ruolo di Ibrahimovic e l’aiuto dal mercato
Il Diavolo è di nuovo spalle al muro. E lo è soprattutto Stefano Pioli, mai come oggi. Per adesso il tecnico rossonero resta al suo posto, così si è deciso dopo una doverosa riflessione, ma qualcosa è cambiato, perché rispetto a prima la fiducia è con riserva: la proprietà è (giustamente) furiosa e pretende una reazione netta già nella prossima partita, sabato 30 a San Siro contro il Sassuolo, storica bestia nera del Milan. L’ottavo di Coppa Italia col Cagliari il 2 e la trasferta di Empoli del 7 saranno altri due controesami delicatissimi.
Un altro rovinoso passo falso potrebbe a quel punto costare carissimo all’allenatore, che ieri ha diretto la seduta di scarico a Milanello in solitudine, prima del rompete le righe di oggi e domani. Anche se poi, in caso di esonero, il problema resta sempre lo stesso: chi prendere al suo posto? Individuare un sostituto adeguato alla situazione emergenziale e al progetto non è affatto semplice: sul mercato un profilo non c’è.
La riflessione (lucida) che viene fatta ai piani alti di Casa Milan è la seguente: quali garanzie può dare, oggi come oggi, un nuovo allenatore? Di certo non basta per far guarire d’un colpo tutti gli infortunati. Per quello, le soluzioni sono solo due: il tempo e il mercato di gennaio, che sarà decisivo per rimpolpare una difesa a pezzi. Si fa il nome di Abate, promettente coach della Primavera, amico di Zlatan Ibrahimovic. Ma avrebbe senso scaricargli addosso tutta questa responsabilità, ora come ora, senza esperienza? E col rischio di bruciarlo?
E le giustificazioni pubbliche di Pioli dopo ogni partita non bastano più: se qualche testa deve saltare, fra preparatori e fisioterapisti, che salti subito. Anche se la verità è che ormai è troppo tardi: gli errori nella preparazione, nei carichi di lavoro e nella prevenzione inefficace portano ormai a questi effetti e perciò, realisticamente, da qui in poi ciò che conta è contenere al massimo i danni.
Un altro problema poi è il rimpallo interno di responsabilità. In questo senso un ruolo fondamentale lo avrà Ibrahimovic, che con la sua esperienza e la sua conoscenza della complessa galassia rossonera potrà dare una mano. Anche se, va ricordato, il suo è un ruolo di consulenza, quindi non ha incarichi decisionali diretti. Ma una mano la potrà dare. Anzi la deve dare. La sua parola, questo è certo, peserà.
Il suo debutto da senior advisor, venerdì in tribuna all’Arechi, dove si è beccato anche qualche insulto dai tifosi salernitani ai quali ha risposto con un paio di occhiatacce delle sue, non è stato memorabile. Ma sarà per lo meno servito per iniziare a farsi un’idea dei mali di questo Diavolo incostante. Anche i big stanno deludendo: Hernandez e Leao sono stati fra i peggiori a Salerno. Anche per l’atteggiamento, quasi che la partita, il contesto, non li riguardasse. Lì, il caro vecchio Ibra spaccatutto può lasciare il segno. Siamo a Natale ed è inaccettabile che Rafa, 7 milioni di stipendio, abbia segnato tre gol. Come Jovic.
L’attaccante serbo è l’unica buona notizia: il suo risveglio consentirà alla dirigenza di concentrare il budget sulla difesa, che è la vera priorità. Nel mirino Lenglet dell’Aston Villa e Mukiele del Psg. Il mercato sarà decisivo e non bisognerà sbagliarlo. Ma da solo non basterà. Né per il Milan né per Pioli.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Articolo "riempitivo", dove si adombra una tesi ma nel corpo del brogliaccio si dice chiaro e tondo che cambiare allenatore non si sa quali vantaggi potrebbe portare, visto che in giro adesso c'è poco: i meglio sono tutti piazzati ovviamente.
Si parla molto di Pioli e quasi per niente, in questi giorni/settimane, dei giocatori...ma in campo chi ci va? Leao, per esempio, perchè è abulico? Theo? Gli altri?
E' sulla questione dei giocatori che Ibrahimovic, a mio giudizio, potrà intervenire con cognizione di causa, dare una mano, parlare a tu per tu con i diretti interessati e dare una scossa.
Comunque, più si ridurrà la forbice di sicurezza che separa il Milan dal quarto posto e più usciranno articoli simili; più il Milan sarà certo del posto champions e più Pioli sarà tranquillo (almeno fino a fine stagione, perchè poi si cambierà).
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Inter e Juventus, duello solitario. Il Bologna va preso sul serio, il Milan è un’incognita
Con il Milan perso nei suoi guai, la questione scudetto è sempre più una corsa a due tra l’Inter di Inzaghi e la Juventus di Allegri. Stupisce il Bologna di Motta: se le rivali non si svegliano per la Champions...
Inzaghi aggiunge un altro titolare (Bisseck, un gol e una traversa), non trova ancora l’Arnautovic che sta aspettando ma lo ringrazia per l’assist di tacco che chiude la questione col Lecce. Soffre più del previsto l’Inter. In un primo tempo di possesso (non solo della palla) costruisce molto, come le capita spesso, ma non raccoglie e non può dare nulla per scontato perché il Lecce, una volta sotto, sguinzaglia i suoi incursori e crea più di un problema alla prima della classe. Solo dopo 78 minuti l’Inter si toglie il problema, appunto grazie al colpo di tacco con il quale Arnautovic mette Barella davanti al portiere. Un gioiello che però non cambia quello che già si sapeva: un conto è avere Lautaro, un altro non averlo.
Novità, infatti, il turno numero 17 non ne dà. Inter e Juve sembrano sempre più destinate a un lungo duello. L’Inter ha 44 punti, la Juve 40, il Milan, terzo, 33. Difficile al momento pensare che qualcuno possa intromettersi.
Va preso sul serio il Bologna di Thiago Motta. È quarto a -2 dal Milan, nelle ultime 5 giornate ha raccolto 13 punti più il trionfo in Coppa Italia a San Siro con l’Inter. E nelle ultime due di campionato ha messo sotto Roma e Atalanta, avversarie dirette nella corsa all’Europa. È solido come la roccia, ha Zirkzee, 193 cm con piedi da 10, che è un giocatore fuori norma e un capitano di giornata scozzese (Ferguson) che ieri ha segnato il gol della vittoria. Se le altre candidate a un posto in Champions (il Napoli sopra tutte) non si daranno una mossa in fretta, riprenderlo non sarà semplice.
CorSera
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Napoli, il confronto tra Garcia e Mazzarri: numeri della crisi
Il dialogo del toscano che è scivolato al settimo posto in classifica, i silenzi del francese che si gode le vacanze con la famiglia: in mezzo un Napoli irriconoscibile che a questo punto del campionato ha 17 punti in meno rispetto all’anno scorso
Che fine ha fatto il Napoli campione d’Italia? Se lo chiedono i tifosi e tutti gli appassionati del gioco e dei risultati della squadra che sette mesi fa festeggiava lo scudetto. Se lo sarà domandato anche Aurelio De Laurentiis che, cercando una risposta adeguata, a stagione in corso ha realizzato che il nuovo allenatore scelto per il post Spalletti non era più la guida giusta a cui affidarsi per non sfigurare dopo un anno in cui gli azzurri hanno brillato come non accadeva da tempo. Così Rudi Garcia in panchina è durato per 16 partite in totale e, dopo il ko al Maradona contro l’Empoli, è stato mandato via, sostituito dopo nemmeno tre mesi dall’inizio del campionato da Walter Mazzarri.
Un altro toscano al posto del francese che il presidente De Laurentiis avrebbe cacciato dopo la sua presentazione perché «mi disse di non aver visto nemmeno una partita della passata stagione». Parole, queste, arrivate prima dell’ottava gara di Mazzarri sulla panchina del Napoli che ha coinciso con la quinta sconfitta di questo nuovo corso. Con le sole tre vittorie collezionate nell’ultimo mese (più la dolorosa uscita agli ottavi di Coppa Italia), il confronto con Garcia non sorride all’attuale allenatore. Il francese aveva una media punti di 1,75 a partita, Mazzarri 1,13. Questo dicono i numeri, mentre la classifica recita: settimo posto dopo 17 giornate. Non solo, rispetto all’anno scorso dopo lo stesso numero di giornate il Napoli ha 17 punti in meno. Nessuno così male nei cinque top campionati in cui comunque i campioni in carica non sono ovunque al primo posto in classifica al momento (a parte il solo Psg). Statistiche alla mano, quindi, il cambio di allenatore non ha sortito gli effetti sperati. Almeno per il momento.
Troppo presto per trarre conclusioni? Mazzarri ha tenuto a precisare: «Ricordatevi che sono arrivato dopo la sconfitta con l’Empoli...». Per rimarcare la situazione negativa che si è trovato a gestire. Una crisi di risultati, gioco e fiducia che il tecnico toscano(che per gennaio ha chiesto un difensore centrale e un centrocampista) sta provando a contenere con il dialogo, nonostante sia arrabbiato e deluso. E probabilmente lui ora si starà chiedendo dove sia finito quel gruppo di giocatori che fino a pochi mesi fa sapeva solo vincere.
La logica di gruppo smarrita è un altro fattore. Ma è anche la somma di più situazioni individuali a tratti spinose e complesse: dai malumori di Elmas che ora va a Lipsia, alla situazione contrattuale di Zielinski (tra il rinnovo e le avances dell’Inter) fino al crollo del rendimento di Kvaratskhelia che ha assistito al rinnovo con adeguamento di Osimhen mentre lui ancora non ha trovato l’intesa e continua a guadagnare poco più di 1 milione a stagione. Distrazioni contrattuali, punti di riferimento saltati e risultati che latitano sono parte del mix che ha portato a questo crollo del Napoli. Le macerie ora sono competenza di un Mazzarri che trascorrerà inevitabilmente il Natale in città e non senza pensieri.
Il dialogo è il suo rimedio, il tempo può diventare alleato. Mentre l’esonerato Garcia il suo tempo libero lo sta trascorrendo in silenzio (sui social l’ultimo post è quello con cui ha salutato i tifosi) e in vacanza. Una gita in Costiera Amalfitana è stata l’ultima recente occasione in cui il francese è stato intercettato: «Sono qui con la mia famiglia e ne approfitto per visitare questi posti incantevoli» ha commentato a chi l’ha fermato lì. Con la certezza che l’ex stia ancora guardando la realtà che ha da poco lasciato. Convincendosi magari ancora di più, in silenzio dentro di sé, che il problema non fosse lui. I numeri parlano e Garcia osserva. Mazzarri dialoga e i tifosi aspettano.
CorSera
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nella necropoli deserta»
Nell'articolo dove si confrontano Garcia e Mazzarri, il giornalista fa intendere che Garcia in fondo non era così male visto che Mazzarri sta facendo peggio...ma lo scribacchino (non è per avercela con questo o quello, ma è che i giornalisti oggi sono tutti scribacchini) di stamattina tralascia una seconda possibilità, ovvero che entrambi facciano schifo.
Garcia non è perchè vede che Mazzarri va peggio, può allora stappare e godere: ha solo trovato un asino più asino di lui, oppure un asino come lui che non sa da che parte raccapezzarsi, visto che Garcia ha lasciato una truppa confusa e scontenta - e anche svogliata, perchè qui a forza di parlare di allenatori ci si dimentica che a giocare sono i calciatori...e se Garcia e Mazzarri stanno facendo pena, pure chi va in campo non sta facendo meglio di quelli.
Peggio di tutti ha fatto De Laurentiis chiamando due ex allenatori che in pochi mesi hanno distrutto 2 anni di lavoro di Spalletti.
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Premesso che Garcia è stato oggettivamente come buttare un mattone su una vetrina extrafine per il Napoli, le ultime parole di ADL ("Dovevo mandarlo via dopo la presentazione" o qualcosa di simile. Mi scusino gli astanti e l'interessato se non sono letterale) sfiorano il "cialtronismo".
Ma abbi la buona creanza di tacere, cosa aggiungi alla vicenda.
Poi chi lo ha scelto?
La Divina Provvidenza?
Poi, può essere stato pure il peggior allenatore del globo terracqueo, ma certe cose te le tieni per te e non le metti in mezzo ai media.
Non servono ad un piffero.
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
Nell'articolo dove si confrontano Garcia e Mazzarri, il giornalista fa intendere che Garcia in fondo non era così male visto che Mazzarri sta facendo peggio...ma lo scribacchino (non è per avercela con questo o quello, ma è che i giornalisti oggi sono tutti scribacchini) di stamattina tralascia una seconda possibilità, ovvero che entrambi facciano schifo.
Garcia non è perchè vede che Mazzarri va peggio, può allora stappare e godere: ha solo trovato un asino più asino di lui, oppure un asino come lui che non sa da che parte raccapezzarsi, visto che Garcia ha lasciato una truppa confusa e scontenta - e anche svogliata, perchè qui a forza di parlare di allenatori ci si dimentica che a giocare sono i calciatori...e se Garcia e Mazzarri stanno facendo pena, pure chi va in campo non sta facendo meglio di quelli.
Peggio di tutti ha fatto De Laurentiis chiamando due ex allenatori che in pochi mesi hanno distrutto 2 anni di lavoro di Spalletti.
esattamente, sono 2 bolliti il risultato sarà più o meno simile, tra l'altro mazzarri ha dovuto affrontare squadre più forti va detto anche questo
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
AAAHHHHHHHHHHHHHH
come giocva il Milan di Giampaolo....
aaaahhhhh
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
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