Originariamente Scritto da Sean
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La superlega prende a modello lo sport americano, che è quello che genera più soldi...quindi, per coniugarlo col calcio (sport di origine e sentimento europeo e americano latino) hanno pensato di rendere in una certa maniera "blindato" il vertice (le squadre della star league) e "aperta" la base (la blue league, da dove si pescherà dai campionati): il modello delle leghe americane prevede infatti il numero chiuso: le franchigie sono quelle e amen.
In buona sostanza si snuda da ogni ipocrisia il calcio per come è oggi: i cosiddetti "grandi eventi" sportivi, per essere seguiti e dunque generare denaro e interesse devono avere i grandi nomi, così da poter intercettare la più larga platea possibile.
In America non si pongono il problema della apertura verso tutti delle loro leghe o del senso "sportivo": ci sono tot squadre e giocano quelle, sempre e tutti gli anni.
Il calcio oggi non si regge più sugli introiti da stadio, cioè sul legame col territorio, ma sui soldi che vengono dagli sponsor, dalle tv, dal seguito mediatico e televisivo. Il tifo è diventato fluido, nel senso che i giovani ormai seguono una squadra di riferimento ma anche altre, dove magari c'è questo o quel campione (è uno dei motivi del successo della Premier), esattamente come negli sport americani, dove un tifoso di una squadra X potrebbe comunque tifare anche i Lakers perchè ci gioca LeBron.
Questo è oggi lo sport nel mondo, e il calcio non fa eccezione e tutti i sussulti a cui si assiste in questi anni (continui cambi di formule e di regolamenti; espansione e moltiplicazione delle competizioni ecc...) sono il disperato tentativo di cercare di tenere assieme le esigenze dello spettacolo col (sacrosanto) diritto sportivo di far partecipare tutti.
La superlega prende atto della realtà e delle sue dinamiche e vara un disegno di competizione che sposa i tempi presenti. Non ci piace perchè ammazzerebbe i campionati (se vinci lo scudetto vai nella terza fascia della superlega, cioè in pratica i campionati nazionali non varrebbero più niente) ma risolve le contraddizioni in cui tarantola il calcio tagliandone di netto il nodo gordiano.
In fondo con la Uefa cosa c'è di diverso? Le grandi e ricche squadre che concorrono per vincere la champions sono sempre quelle; il FPF esiste solo per i poveracci; c'è un sistema tripartito dove l'eccellenza sta in champions, il resto in EL e in conference (la futura blue league): l'unica reale differenza è che puoi accedere alla champions sul campo, facendo bene o benissimo in campionato, ultima vestigia di un calcio che fu, cioè inteso alla europea e non all'americana...ma le famose "Atalanta" che vanno in champions, e che magari vanno pure avanti, al pubblico mondiale e televisivo piacciono un volta, perchè rappresentano una "favola"...ma un secondo dopo vogliono tornarsi a vedere il Real o Mbappè o il City di Guardiola, perchè se trasmetti l'Atalanta te la guardano quattro gatti.
D'altra parte la coppa Italia non è tarata sulle squadre dai grandi bacini di utenza? In Premier vince un Leicester ogni morte di Papa...in Italia il Napoli dopo 33 anni, lo scudetto non uscendo quasi mai dall'ambo Torino-Milano: il calcio Uefa è già un circolo "chiuso", anche se tenta di salvare ancora delle apparenze: la superlega le apparenze non le vuol salvare.
Io sto coi campionati, è il calcio che ho conosciuto...ma non oggi e magari nemmeno domani, ma anche il calcio arriverà al modello americano del puro business: le convulsioni in cui si dibatte il calcio e l'organizzazione dello stesso sono i sussulti agonici di chi cerca di salvare capre e cavoli, e, questo fa capire che la direzione all'americana è inevitabile.
In buona sostanza si snuda da ogni ipocrisia il calcio per come è oggi: i cosiddetti "grandi eventi" sportivi, per essere seguiti e dunque generare denaro e interesse devono avere i grandi nomi, così da poter intercettare la più larga platea possibile.
In America non si pongono il problema della apertura verso tutti delle loro leghe o del senso "sportivo": ci sono tot squadre e giocano quelle, sempre e tutti gli anni.
Il calcio oggi non si regge più sugli introiti da stadio, cioè sul legame col territorio, ma sui soldi che vengono dagli sponsor, dalle tv, dal seguito mediatico e televisivo. Il tifo è diventato fluido, nel senso che i giovani ormai seguono una squadra di riferimento ma anche altre, dove magari c'è questo o quel campione (è uno dei motivi del successo della Premier), esattamente come negli sport americani, dove un tifoso di una squadra X potrebbe comunque tifare anche i Lakers perchè ci gioca LeBron.
Questo è oggi lo sport nel mondo, e il calcio non fa eccezione e tutti i sussulti a cui si assiste in questi anni (continui cambi di formule e di regolamenti; espansione e moltiplicazione delle competizioni ecc...) sono il disperato tentativo di cercare di tenere assieme le esigenze dello spettacolo col (sacrosanto) diritto sportivo di far partecipare tutti.
La superlega prende atto della realtà e delle sue dinamiche e vara un disegno di competizione che sposa i tempi presenti. Non ci piace perchè ammazzerebbe i campionati (se vinci lo scudetto vai nella terza fascia della superlega, cioè in pratica i campionati nazionali non varrebbero più niente) ma risolve le contraddizioni in cui tarantola il calcio tagliandone di netto il nodo gordiano.
In fondo con la Uefa cosa c'è di diverso? Le grandi e ricche squadre che concorrono per vincere la champions sono sempre quelle; il FPF esiste solo per i poveracci; c'è un sistema tripartito dove l'eccellenza sta in champions, il resto in EL e in conference (la futura blue league): l'unica reale differenza è che puoi accedere alla champions sul campo, facendo bene o benissimo in campionato, ultima vestigia di un calcio che fu, cioè inteso alla europea e non all'americana...ma le famose "Atalanta" che vanno in champions, e che magari vanno pure avanti, al pubblico mondiale e televisivo piacciono un volta, perchè rappresentano una "favola"...ma un secondo dopo vogliono tornarsi a vedere il Real o Mbappè o il City di Guardiola, perchè se trasmetti l'Atalanta te la guardano quattro gatti.
D'altra parte la coppa Italia non è tarata sulle squadre dai grandi bacini di utenza? In Premier vince un Leicester ogni morte di Papa...in Italia il Napoli dopo 33 anni, lo scudetto non uscendo quasi mai dall'ambo Torino-Milano: il calcio Uefa è già un circolo "chiuso", anche se tenta di salvare ancora delle apparenze: la superlega le apparenze non le vuol salvare.
Io sto coi campionati, è il calcio che ho conosciuto...ma non oggi e magari nemmeno domani, ma anche il calcio arriverà al modello americano del puro business: le convulsioni in cui si dibatte il calcio e l'organizzazione dello stesso sono i sussulti agonici di chi cerca di salvare capre e cavoli, e, questo fa capire che la direzione all'americana è inevitabile.
bella merda sean
veramente bella merda
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