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L’Inter fa sul serio per Piotr Zielinski: il centrocampista del Napoli difficilmente resterà nel club di De Laurentiis. Il contratto del polacco è in scadenza a giugno, ma la distanza tra la richiesta del giocatore – al Napoli dal 2016 - e l’offerta del club è ampia. Nelle scorse settimane anche la Roma ha fatto un sondaggio per Zielinski, ma il calciatore ha scelto l’Inter.
La Lazio vince 2-0 ad Empoli e continua la sua risalita. Da vedere gli infortuni di Immobile e Luis Alberto.
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"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Il Milan continua a perdere colpi, persino contro la Salernitana rischia di perdere e alla fine lo salva un gol di Jovic, un pareggio è sempre meglio di una sconfitta. Pioli ha alti e bassi, oggi sente di poter vincere lo scudetto, domani si dice deluso da tutto. Theo Hernandez e Leao non combinano niente sotto gli occhi di Ibrahimovic, e mentre il Milan si intristisce da sotto arrivano un sacco di squadre nuove e molto più allegre. Vedi la Fiorentina di Italiano. Insomma che sta succedendo?
A Stefano Pioli riconosco sincerità, ma in questo momento sente il peso della esternazione come slogan e come sistema di governo. Oggi dice che sente che il Milan può vincere lo scudetto, domani che il Milan non gli è proprio piaciuto e anzi lo ha profondamente deluso. Basta guardare del resto la classifica che sta peggiorando, soprattutto nei confronti dell’ Inter, competitor principale su piazza. E nel frattempo lui, Stefano Pioli, ci comunica i suoi sbalzi di umore. Più che in un campionato forse siamo in una comedy, direi “Perfetti Sconosciuti”.
Tornando al metodo però, Pioli guida il Milan col “voice control”, Scoprendo che l’attrezzo non se lo fila per niente. Tipo lui dice “Milan vinci” e invece quello pareggia a stento con la Salernitana. Oppure “mi raccomando la catena di sinistra” per come parlano gli allenatori oggi, e Teo Hernandez e Leao scompaiono contro l’ultima della classifica di serie A. Quella Salernitana, che mentre il Milan ha chiesto aiuto a Ibrahimovic, si è affidata invece al vecchio stregone Walter Sabatini richiamato precipitosamente dopo essere stato licenziato per ripetere un’altra volta lo straordinario numero da circo dell’acquisto di sei o sette giocatori e non sbagliarne possibilmente nessuno. Visto che Ibrahimovic per ora si limita a dare uno sguardo distaccato, diciamo che in questo momento un Sabatini avrebbe fatto abbastanza comodo anche al Milan, lui che è l’anti algoritmo per eccellenza. Anzi direi proprio l’antiCristo.
Quando gli allenatori dicono abbiamo tirato un sacco di volte ma non siamo riusciti a concretizzare, danno di fatto la colpa alla sfiga. Che non è mai, in fin dei conti, una spiegazione tecnico-tattica ma fatalismo puro e semplice. Insomma sarà come si vuole, ma intanto al di sotto del Milan triste e un po’ depresso avanzano forze nuove e sconosciute, tipo la Fiorentina che all’allegria unisce soprattutto la fortuna, per non dirla in maniera più colorita, di andare a imbattersi contro uno di quei poveri portieri schiavizzati dagli allenatori (vedi lo scienziato Raffaele Palladino) e costretti a fare la foca ammaestrata e a giocare di piede con i passaggi nell’area piccola, se hai un attaccante rapace è fatta.
E poi ci sono ancora il Bologna di Zirkzee o l’Atalanta di Muriel, che penso proprio si divertano un sacco e abbiano molte meno angosce, ma per quello bisogna aspettare ancora un po’.
Nel frattempo magari diamo un’aggiustatina al “voice control” di PIoli. Altrimenti lui dice a destra e il Milan svolta a sinistra…
Serie A: Salernitana-Milan 2-2, Monza-Fiorentina 0-1, Empoli-Lazio, Sassuolo - Genoa 1-2. Continua la crisi del Milan, Fiorentina in zona Champions League
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Manchester City-Fluminense 4-0. Guardiola vince il Mondiale per club, è il suo 37° trofeo
Primo successo per il club inglese. L’Europa vince ininterrottamente il torneo dal 2013. Doppietta per Julian Alvarez, Felipe Melo protagonista di una rissa dopo il fischio finale
E sono 37, per Pep Guardiola. Trentasette come i suoi trofei. L’ultimo in ordine di tempo è il Mondiale per club, che il suo City ha vinto per la prima volta nella sua storia battendo nettamente (4-0) il Fluminense nella finale di Gedda. Pep diventa anche l’allenatore più vincente nella storia del torneo (4 i successi, staccato Carlo Ancelotti) e l’ultimo, a questo punto, ad alzare il trofeo prima della riforma del format e l’avvento del torneo a 32 squadre. Record anche per Mateo Kovacic, al 5° successo con tre diverse squadre. Per il City si tratta del quinto titolo nel 2023 dopo Premier League, Champions League, FA Cup e Supercoppa Europea.
Il trofeo torna a Manchester dopo 15 anni (lo United lo vinse nel 2008 contro l’Ldu Quito) e resta ancora una volta in Europa. L’ultima squadra sudamericana a far sua l’ex Intercontinentale è stato il Corinthians nel 2012.
Da allora solo successi per il Vecchio Continente. Nella finale per il 3° posto successo per gli egiziani dell’Al Ahly sui giapponesi dell’Urawa Reds: 4-2.
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Una squadra appassita.
La sensazione che ho avuto.
Mai con la faccia giusta, in ogni piega della partita.
Boh, attualmente non so cosa dire.
Theo, da tempo, un parente del giocatore che era.
Zero continuità, sia come risultati, sia all'interno delle partite.
Considerazioni fatte umoralmente, esaltazioni per mezzo risultato, quando la squadra è chiaramente disomogenea. Ci salva qualche guizzo.
A Pioli in conferenza stampa, se precedentemente era stato sempre lucido, da tempo gli andrebbe abbassato il microfono, in molti passaggi.
"Potevamo fare 4 gol"... Te possino.
La classifica si sta accorciando molto sotto.
Io ho detto dall'inizio che ci sarà pure da "combattere" per il 4 posto.
Spero di sbagliarmi e che mezzo timone venga ripreso in mano.
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
"Un acceso silenziobrucerà la campagna come i falò la sera."
Più Pioli parla, quasi fosse astruso dalla realtà presente, e meno appare convincente, anzi, se il suo scopo è infondere sicurezza (in primis a se stesso?) ottiene l'effetto contrario, perchè i "fiumi di parole" nel calcio sono indice di difficoltà sottaciuta, mancanza o inapplicazione delle idee e di conseguenza dei fatti.
Il Milan è troppo altalenante e alcuni suoi giocatori non stanno rendendo per quello che dovrebbero (manca il Leao dei tempi belli ad esempio). Le parole stanno a zero quando sul campo si fanno un passo avanti ed uno e mezzo indietro.
In questo tempo speso a parole, alle spalle si sta avvicinando un gruppone di squadre che potrebbero risucchiare il Milan se Pioli non dovesse trovare una continuità di risultati per rimettere ordine e distanza.
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Il Ceo di A22 ha poi aggiunto a Radio 24: “Molte squadre in passato sono entrate in Champions League, penso ai campioni di Belgio, Scozia, Serbia o Austria, e poi sono uscite in dicembre. Questa non significa avere un’opportunità di crescita, ma partecipare a una lotteria. Con il nostro sistema, se hai disputato una buona stagione nel tuo campionato accedi alla Blue League, hai un minimo di 14 partite garantite tra agosto e aprile per consolidare il tuo percorso a livello europeo, giocando con i tuoi pari e provare a essere promosso alla lega superiore: questa è realmente un’opportunità di diventare un club diverso, investendo i ricavi che ottieni nella squadra, nelle infrastrutture, nelle academy e nel calcio femminile. L’attuale Champions League è una botta e via, non un’opportunità di crescita”.
Superlega, Reichart a Radio 24: “Non parleremo con club extra europei”
“Se in futuro parleremo con club extra europei come ad esempio gli arabi? No”. Questa la risposta secca del Ceo di A22 Bernd Reichart intervenuto a Tutti convocati su Radio 24 che poi ha motivato: “Questo è un progetto europeo, da club europei e per club europei perché siano in grado di controllare la propria competizione europea transnazionale”
Radio 24
Finchè si parla di campionati minori, per cui chi li vince poi va in blue league, sono anche d'accordo...ma quando si parla di campionati importanti, i primi d'Europa, e chi li vince va in blue league, allora questo certificherebbe lo svilimento fattuale dei campionati.
La formula è da rivedere...e d'altro canto tutto il progetto per ora è solo su carta e sulle parole. Se vogliono davvero rappresentare una alternativa alla CL e attirare le simpatie della opinione pubblica, devi esaltare semmai i campionati domestici, cioè lasciare aperta la speranza ad ogni club di poter concorrere nella "Formula 1" e non partire dalla Formula 3 dopo che magari il club X od Y è arrivato primo o secondo nel suo (importante) campionato.
E' questo il punto debole della superlega...a meno che non si dica che si voglia fare come la NBA dove ci sono solo grosse squadre di grossi bacini ed amen...ma il calcio è uno sport europeo, è storicamente attaccato alla competizione sportiva "aperto", è da qui che nasce la sua diffusione e la sua passione popolare, che sia di città o di paesello.
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Il concetto di "posto garantito" nel calcio non è mai esistito. L'Italia, che pure conta 4 mondiali vinti, manca da due mondiali consecutivi perchè sul campo non li ha conquistati...eppure se ci fosse una superlega delle nazionali sarebbe dentro, secondo quel progetto, sarebbe (almeno all'inizio, in partenza) nella "star league"...senza averlo meritato però.
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