Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    Si puo' anche pensare di perdere soldi per 4-5 anni...per poi andare in pari entro i 10 anni e poi iniziare a guadagnare. E' un investimento sul futuro.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
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    • Sean
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      Sentenza Superlega, cosa significa e cosa può succedere ora?

      ​ La sentenza non autorizza la Superlega ma vieta all'Uefa di impedirla. I broadcaster hanno contratti con la nuova Champions League per altri cinque anni, servirà tempo per competizioni alternative

      «La sentenza della Corte di giustizia Ue non legittima la Superlega», sottolinea l'Uefa prendendo un punto della decisione a lei favorevole. Vero. La Corte Ue non entra nel merito del progetto, non lo autorizza né lo boccia, non era su quello che si doveva pronunciare, ma in un certo senso fa molto di più: scardina potenzialmente l'impianto su cui si è poggiato tutto il calcio mondiale fino a qui. L'Uefa oggi organizza le competizioni, stila i regolamenti, decide le sanzioni attraverso tribunali, e poi incassa e divide i proventi commerciali.

      I modelli possibili

      Quale modello sembra delineare questa sentenza? Quello della F1, con un ente che fa i regolamenti (Fia) e uno che si occupa di diritti commerciali (Liberty Media)? O piuttosto quello della boxe , con una proliferazione di titoli e competizioni fino allo svilimento? O ancora il modello americano con i club che si organizzano e gestiscono in proprio la Lega, tipo Nba? È presto per dire le conseguenze di questa decisione. Un passo alla volta.

      Il tema dell'autorizzazione

      L'Uefa sostiene di avere già corretto il punto che riguarda l'autorizzazione a organizzare altri campionati, in linea con i suggerimenti della Corte di giustizia, che comunque si esprime piuttosto chiaramente: «Le norme della Fifa e della Uefa sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche per club, come la Superlega, violano il diritto dell’Unione. Impedire ai club e ai giocatori di giocare in competizioni come la Superlega, è illegale». D'ora in poi i club sono liberi di pensare, studiare, organizzare leghe o campionati alternativi, senza incorrere in sanzioni. La società A22, che è la trasformazione dell'originario progetto Superlega aperto solo ai club d'elite, lo ha già fatto e ha presentato il suo piano di 64 squadre divise in tre League (blu, gold e star, dal basso verso l'alto) e un progetto di trasmissione delle partite gratis su una piattaforma streaming.

      La Corte è chiara sul fatto che ci sia la libertà di aderire ad altre competizioni e mette in allarme sui potenziali conflitti di interessi dell'Uefa, che a sua volta organizza competizioni, in caso di sanzioni o divieti: «Quando un’impresa in posizione dominante ha il potere di determinare le condizioni alle quali imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve, tenuto conto del rischio di conflitto di interessi che ne deriva, essere soggetto a criteri idonei a garantire che siano trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati. Tuttavia, i poteri della Fifa e dell’Uefa non sono soggetti ad alcun criterio di questo tipo. La Fifa e l’Uefa stanno quindi abusando di una posizione dominante». Ma l'Uefa ha risposto dicendo: noi non impediamo a nessuno di partecipare ad altre competizioni, solo che non si può contemporaneamente stare dentro l'Uefa. E, secondo le parole del presidente Figc Gabriele Gravina, neanche dentro il sistema federale attuale. Resta da capire però se sarà possibile farlo dopo questa sentenza.

      Ecco le parole di Ceferin: «Lo abbiamo detto più volte e lo vogliamo ribadire: il calcio non è in vendita. Oggi abbiamo avuto l’ulteriore conferma che quello della Superlega è un progetto chiuso, e non aperto. Noi non proveremo a fermarli, non lo abbiamo mai fatto. Loro possono creare quello che vogliono, e io spero che inizino presto questa competizione con due club. Spero che sappiano ciò che stanno facendo, ma non ne sono sicuro».

      Chi aderirà alla Superlega?

      Quindi il punto è: chi aderirà alla nuova competizione? Davvero i club riterranno questo modello più vantaggioso della Champions? E quanto saranno messi a rischio i campionati nazionali? Secondo A22, il loro sistema prevede l'integrazione con i campionati, non è un progetto in alternativa. Le partite non aumenteranno, saranno solo — è il giudizio della Superlega — più belle di quelle della prima fase di Champions. I club di alcuni Paesi più piccoli possono sentirsi più tutelati dentro un meccanismo a 64 che non dentro la nuova Champions già comunque estesa a 36 squadre. Ma gli altri? I top club della Premier? In Inghilterra il governo ha già ribadito la sua contrarietà e annunciato che a breve presenterà «un nuovo progetto legislativo per attuare questa riforma e impedire così ai club di partecipare a competizioni alternative in futuro».

      Chi avrà il coraggio di fare il salto? A 22 promette che distribuirà più soldi. «I ricavi durante i primi tre anni della nuova competizione saranno garantiti per un importo superiore a quello attualmente previsto nel prossimo ciclo. I pagamenti di solidarietà saranno pari all'8% dei ricavi della Lega, con una somma minima di 400 milioni di euro, più del doppio dell'importo distribuito dall'attuale competizione paneuropea. Bisogna considerare che i broadcaster hanno firmato contratti per trasmettere la nuova Champions fino al 2029 quindi sembra difficile che qualunque cosa possa accadere prima di tale data: in cinque anni però ci sarebbe il tempo di organizzare una Lega alternativa. Tenendo però conto di un fattore che va oltre i numeri: i tifosi sono romantici e tradizionalisti, quanti saranno disposti a cambiare le loro abitudini? Con l’Eurolega, il torneo di basket voluto dai club — prima osteggiato dalle Federazioni — si è trovato un nuovo equilibrio e i tifosi hanno risposto favorevolmente.

      CorSera​​
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        L’Unione Europea abbatte il monopolio Uefa: la Corte di Giustizia apre la strada alla Superlega. E’ la rivoluzione del calcio europeo e mondiale… In sintesi oggi le regole le fa il denaro, amen

        “Abuso di posizione dominante”. Non voglio fare un saggio sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea che rovescia il monopolio Uefa e spiana la strada alla Superlega. Sarà indubbiamente giusta e corretta nel principio. Come si potrebbe dubitarne dopo così lunga gestazione (il golpe dei 12 club separatisti risale all’aprile 2021 e da lì il via a tutta la sequela di ricorsi) e soprattutto l’altissimo livello dei giudici che hanno emesso il verdetto?

        Le conseguenze sappiamo tutti quali siano o meglio, possano essere perché non è detto che il castello venga giù domani. Formalmente ora i club europei potranno organizzare un loro ricchissimo torneo e l’Uefa non potrà sanzionarli o escluderli solo per questo dalla sua organizzazione. Il principio è sempre quello della liberalizzazione e dell’Europa quanto più possibile aperta in fatto di movimento dei lavoratori, affari e così via. Insomma l’Uefa non può essere l’unico organizzatore di calcio a livello europeo.

        Quello che mi preme sottolineare è come da decenni ormai lo sport e il calcio in particolare si sia trasferito dalle banali e semplici regole del campo e dell’organizzazione dei suoi tornei – come giochiamo? in quanti giochiamo? dove giochiamo? e l’incasso come ce lo dividiamo? – alle regole del diritto commerciale, e soprattutto delle leggi economiche dell’industria, delle multinazionali, della finanza, della borsa, della concorrenza. Che poi sono le stesse regole e principi per cui viaggi, lavori e fai affari in giro per l’Europa un po’ come ti pare. Questo addirittura la sentenza della Corte di Giustizia lo dice espressamente (“The Court observes that the organisation of interclub football competitions and the exploitation of the media rights are, quite evidently, economic activities” ndr) e parla proprio di calcio come marketing e industria, le regole di riferimento sono dunque quelle del mercato.

        Dell’ Uefa e della Fifa possiamo pensare tutto il male che vogliamo. Ceferin e Infantino, e non sono nemmeno i primi – pensiamo a quel gran fattucchiere di Blatter che ha regnato sul football mondiale fino al 2015 – oggi sono i grandi sultani del calcio internazionale e gestiscono uno sport che globalmente può valere anche 80-100 miliardi di dollari. Una ricchezza sconfinata in cui tutti vogliono affondare le mani senza limiti. Le stesse Uefa e Fifa sono ormai colossali lobbies affaristiche. Ne abbiamo dimostrazione a ogni Champions e a ogni Mondiale.

        Uefa e Fifa però hanno garantito per un secolo un calcio più o meno democratico, non certo perfetto o idilliaco, ma in cui ogni bambino, dalla Nigeria al Brasile, poteva aspirare di diventare un grande campione. Ogni piccolo, infinitesimale club, di scalare la grande piramide e vincere una Coppa o un campionato. La grande montagna di denaro da governare – chi vincerà la prossima Champions League si metterà in tasca 85 milioni di euro, e la prossima rinnovata della nuova epoca, addirittura 120 – ha ovviamente cambiato tutto, stravolto la scala dei valori. E dalla democrazia del football siamo passati effettivamente a una torbida democratura. Ma qui il discorso sarebbe lungo e non voglio tediarvi.

        Il problema fondamentale della Superlega, il cui diritto di esistere e fare come gli pare, è stato comunque riconosciuto dalla Corte di Giustizia è che nasce come casta del football. Un gruppo di club eletti che si elegge a rango superiore e non mette più in gioco, sul campo, il suo potere, la sua forza, il suo denaro. Anzi si attrezza per aumentare, senza i rischi di una classifica o di una retrocessione, quel potere, quella forza, e soprattutto la già grande quantità di denaro di cui dispone nel suo portafoglio. E’ questa l’aberrazione della Superlega, che infatti, sopravvissuta nell’unico nucleo bicellulare di Real Madrid e Barcellona, con tutti gli altri club che hanno abbandonato il progetto, da ultimo la Juventus che pure era stata con Andrea Agnelli tra i fondatori, si sono blindati dentro la società A22 che com’è noto detiene oggi il marchio della Super Lega.

        Di quella Super Lega non è rimasto praticamente nulla, anche se il progetto è andato avanti, è stato rinnovato, c’è un Ceo (il tedesco Berndt Reichart) di A22 che ha formulato un nuovo format, più ampio, ma in cui di base resta l’anomalia rispetto alla situazione di oggi di determinati club che si qualificano indipendentemente dai risultati nel proprio campionato nazionale.

        In compenso l’Uefa, nel frattempo, si è portata avanti con una Champions League ancora più grande, complessa, riformata, che suddivide ancora più soldi. Per cui nella pratica, magari a breve, non ci saranno conseguenze – oggi l’Eca, che è di fatto la Lega Calcio dei club europei e la maggior parte delle società stanno dalla parte dell’ Uefa – ma nel tempo ovviamente la situazione cambierà.

        La liberalizzazione totale apre anche, indirettamente, la strada alla politica aggressiva e spudoratamente capitalistica di quei paesi che col calcio si vogliono lavare la coscienza (“sportwashing”) e comprarsi così nuovo credito internazionale. Se un giorno l’Arabia Saudita che non ha alcuna remora o limite economico in questo senso decidesse di farsi un clone della Champions League tutto suo con Manchester United, Manchester City, Paris Saint Germain, magari Inter, Milan e Juventus e così via nessuno potrebbe dire nulla. Perché appunto la concorrenza è sacra e il calcio sta al di sotto delle leggi del dio denaro. Anzi le accoglie ben volentieri a braccia aperte.

        L’Arabia Saudita ha già marciato spedita in questa direzione, ingaggiato tantissimi campioni e ha già disgregato, con questo principio, altri sport. Vedi il golf, costituendo una sua lega (LIV GOLF) indipendente e assolutamente privata e concorrente del PGA TOUR. Ha ingaggiato il basco Rham, star della Ryder Cup di Roma, e lo ha letteralmente coperto d’oro: 550 milioni di dollari.

        Anche la famosa sentenza Bosman (1995) tirò giù il calciomercato così come lo conoscevamo, partendo dal sacrosanto, giustissimo principio che un calciatore è padrone del proprio destino e del proprio futuro. Di fatto però poi la gran massa di interessi e di denaro ha ricreato quelle condizioni di calciomercato vincolante e aberrante per cui sempre nella solita situazione anomala ci troviamo. Un calciatore sotto contratto è di fatto sotto “vincolo” e deve venire a patti con la società che lo paga. Ed è dunque un’altra volta il denaro che piega a suo piacere il diritto. Ma ci vorrebbe un capitolo a parte solo per questo e forse addirittura una Sentenza Bosman 2 che butti a mare la Sentenza Bosman 1.

        Insomma lì dove c’è denaro, non c’è regola che il denaro non voglia. Uefa e Fifa hanno la colpa di perpetrare il principio del calcio per tutti da una parte, ma anche di aver distorto il business e assunto una posizione di controllo che non permette cambiamenti. Se ne lamenta chi ritiene di non guadagnarci abbastanza. Se questo poi travolge anche il principio che sta in testa, pazienza.

        La famosa Super League di due anni fa, pur con un grosso nucleo di club inglesi, abortì nel giro di una notte sia per il pugno di ferro dell’ Uefa stessa e anche di quello del governo britannico, ma soprattutto per la rivolta popolare dei tifosi. Il grido di quella protesta fu un cartello innalzato dai tifosi del Chelsea: “We want our cold nights in Stoke”. E cioè, vogliamo le nostre gelide notti contro lo Stoke. Che simboleggia appunto la passione del tifoso che non vuole essere casta, vuole misurarsi con tutti, in tutte le competizioni, su tutti i campi e in tutte le condizioni possibili. Anche il gelo di una “notte a Stoke” che misura proprio quella passione. Il denaro è importante, ma viene dopo.

        Ascolta "SuperLeague, l'alta finanza si è presa il calcio (ep 44. 22 dic 2023)" su Spreaker. “Abuso di posizione dominante”. Non voglio fare un saggio sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea che rovescia il monopolio Uefa e spiana la strada alla Superlega. Sarà indubbiamente giusta e corretta nel principio. Come si potrebbe dubitarne dopo
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          Superlega, il progetto, come sarà dopo la sentenza della Corte Ue: partite gratis in tv e 64 squadre partecipanti

          ​ Parla Bernd Reichart, amministratore delegato di A22 Sports, la società che intende organizzare la Superlega: «Ai club diciamo: le entrate e le spese di solidarietà saranno garantite»​

          E adesso cosa succede? La Superlega ha vinto la battaglia giudiziaria contro Uefa e Fifa e si appresta a tornare alla carica con un nuovo progetto che dovrebbe però essere molto diverso dal precedente. «Abbiamo ottenuto il diritto di competere. Il monopolio Uefa è finito. Il calcio è libero. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro» spiega Bernd Reichart, amministratore delegato di A22 Sports, la società che intende organizzare la Superlega, a commento della sentenza odierna della Corte di Giustizia Ue.

          Partite gratis in tv

          Naturalmente però la sentenza stabilisce soltanto una possibilità teorica, visto che al momento all’interno dell’originario progetto Superlega sono rimaste solo Real Madrid e Barcellona, visto che anche la nuova Juventus (post Andrea Agnelli) si è sfilata. E l’obiettivo sarà quello di convincere gli altri big club europei a partecipare. Per questo Reichart rilancia subito il suo progetto scagliando quella che è una vera e propria bomba «Per i tifosi: proponiamo la visione gratuita di tutte le partite della Superlega. Per i club: le entrate e le spese di solidarietà saranno garantite. A22 propone di creare la principale piattaforma di streaming sportivo direct-to-fan al mondo, Unify, dove miliardi di fan avranno l’opportunità di vedere gratuitamente le partite della Super League». Un progetto che si dovrebbe mantenere quindi con la vendita diretta della pubblicità customizzando il prodotto (pensiamo alle telecronache) in base alla lingua.

          La sfida, è chiaro, si sposta a questo punto dal piano giuridico a quello economico. Con l’obiettivo di convincere i «clienti» più difficili, vale a dire i club inglesi della Premier League che hanno appena firmato una cessione di diritti tv per 7,8 miliardi per 4 anni (dal 2025 al 2029) oltre il doppio di quanto riceveranno le squadre della nostra serie A. Senza contare che la Champions League nel nuovo formato ha un fatturato previsto per il periodo 2024-2027 di circa 5 miliardi di euro l’anno (di cui il 78% diventa montepremi). A cui dovremmo aggiungere anche i 2,5 miliardi di premi del nuovo Mondiale per club della Fifa (per ora quadriennale) che vedrà protagoniste almeno 12 big europee a partire dalla prima edizione prevista nel 2025.

          Il nuovo progetto

          Per riuscirci quindi era necessario fare un’offerta alle future protagoniste che fosse più vantaggiosa. Premesso che sul fronte dei campionati nazionali dovrebbe in teoria cambiare poco almeno sul fronte regolamentare (ma c’è chi teme in realtà la svalutazione sul piano economico dei tornei nazionali), l’offerta economica della Superlega punta su due vantaggi: avere un numero di partecipanti superiore alla futura Champions League a 36 squadre da un lato e compensi più alti in proporzione per ogni singola squadra.

          Nessun membro permanente, retrocessioni e promozioni

          A22 Sports ha illustrato il progetto spiegando che «la nuova Superlega maschile proposta è una struttura di campionato infrasettimanale composta da 64 club partecipanti su tre livelli. Gli elementi chiave della proposta prevedono che i primi due livelli, la Star League e la Gold League, siano composti da 16 club ciascuno, mentre il terzo livello, la Blue League, sia costituito da 32 club. La partecipazione sarà basata sul merito sportivo, senza membri permanenti. Sono previste promozioni e retrocessioni annuali tra le leghe. La promozione alla Blue League si baserà sui risultati ottenuti nel campionato nazionale. I club giocheranno le partite in casa e fuori casa in gruppi di 8, con un minimo di 14 partite all’anno.

          A fine stagione, la fase ad eliminazione diretta determinerà i campioni di ogni lega e i club da promuovere». Alla fase a eliminazione diretta della nuova Superlega, che inizierà dai quarti di finale, prenderanno parte 16 squadre: le prime 4 classificate di ciascun girone della Star League, le prime 4 classificate di ciascun girone della Gold League e le prime 2 classificate di ciascun girone della Blue League. Quarti di finale e semifinali di ciascuna lega si disputeranno con partite di andata e ritorno, mentre la finale sarà in partita unica su campo neutro: al termine della fase a eliminazione diretta verranno quindi decretate le squadre campioni della Star League, della Gold League e della Blue League.

          Retrocederanno dalla Star League alla Gold League 2 squadre, ovvero le ultime 2 classificate di ciascun girone. Le 2 squadre finaliste di Gold League saranno promosse in Star League. Retrocederanno dalla Gold League alla Blue League 2 squadre, ovvero le ultime 2 classificate di ciascun girone. Le 2 squadre finaliste di Blue League saranno promosse in Gold League. Le 20 peggiori squadre di Blue League, infine, saranno estromesse dalla Superlega e nella stagione successiva il loro posto sarà occupato da 20 squadre selezionate in base ai risultati ottenuti nei rispettivi campionati nazionali.

          Il calendario

          Sempre secondo A22 sports: «Non ci sarà un incremento dei giorni di calendario delle partite rispetto a quelli previsti dalle competizioni attuali e le partite infrasettimanali non interferiranno con i calendari dei campionati nazionali. Nel primo anno della competizione, i club saranno selezionati in base a un indice con criteri trasparenti e basati sulle prestazioni. Saranno introdotte efficaci regole di sostenibilità finanziaria e processi di applicazione trasparenti per garantire condizioni di parità tra i club partecipanti».
          È prevista inoltre anche una Superlega femminile (a 32 squadre suddivise in due leghe) che funzionerà con gli stessi criteri.

          I ricavi per i club

          Sul fronte economico poi «per garantire la stabilità nella fase iniziale delle competizioni, i ricavi durante i primi tre anni della nuova competizione saranno garantiti per un importo superiore a quello attualmente previsto nel prossimo ciclo. I pagamenti di solidarietà saranno pari all’8% dei ricavi della Lega, con una somma minima di 400 milioni di euro, più del doppio dell’importo distribuito dall’attuale competizione paneuropea». In pratica ciò significa che almeno inizialmente la nuova Superlega avrebbe un fatturato di almeno 5 miliardi garantiti e prometterebbe meno spese di funzionamento rispetto a quelle dell’Uefa e quindi premi più ricchi per i partecipanti. Non vi sarebbe poi per il momento concorrenza con il progetto Fifa del Mondiale per club anche se poi bisogna capire quali sarebbero nel caso i criteri con cui la Fifa sceglierebbe le squadre europee partecipanti. A questo punto resta da capire solo se e quando tutto questo partirà. «Il prima possibile» è la risposta di A22. Bisogna capire però, anche e soprattutto in base alle nuove mosse di Fifa e Uefa, se si tratterà di mesi o di anni.

          La risposta

          Intanto in risposta alla sentenza, Uefa, Fifa, Liga spagnola ed Eca condividono un messaggio comune: «Tifosi, giocatori, allenatori, federazioni, club, leghe e tutti quelli che amano questo bellissimo gioco dicono a voce alta: non c’è spazio per ogni tipo di Superlega in Europa. Il merito sportivo è quello che conta. Il calcio è di tutti, teniamolo aperto a tutti. Conquistalo sul campo».
          In un successivo commento Aleksander Ceferin, presidente Uefa sottolinea: «Mi sento triste nel dover parlare della decisione di oggi ma la vediamo come una possibilità per migliorare. Un aspetto chiave però è che il calcio rimane unito, proteggeremo il nostro mondo da qualsiasi progetto che voglia danneggiarlo. Non abbiamo mai detto che non si può andare fuori dal sistema. Non è però possibile essere fuori dal sistema e poi volerne giocare le competizioni».

          CorSera
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            Repubblica sulla Supercoppa: "Senza Milan e Juve, ai sauditi non interessa"

            La Lega di Serie A e i club partecipanti non sarebbero soddisfatti dell'andamento della vendita degli biglietti per la final four di Supercoppa italiana, che si giocherà a gennaio in Arabia Saudita. Come riporta "La Repubblica", il torneo rischia di rivelarsi un flop dal punto di vista economico e del tifo, dal momento che gli sportivi arabi non sarebbero particolarmente attratti dalla possibilità di seguire da vicino squadre come Lazio, Inter, Napoli e Fiorentina. L'assenza di club storici come Juventus e Milan, insomma, si fa particolarmente sentire, visto che si tratta dei 2 club italiani più seguiti in Arabia Saudita.


            La Repubblica



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            • Irrlicht
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              Che il format attuale sia oggettivamente una minchiata è palese.
              Ipotesi:
              Real Madrid stagione del piffero 10 posto, star league per diritto divino
              Exploit del "Celta Vigo" che vince la Liga, Blue league
              È vero che potrebbe concorrere alla vittoria finale, volendo
              Ma dai, è chiaro che sia uno specchietto
              Last edited by Irrlicht; 22-12-2023, 09:04:54.
              Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                La superlega prende a modello lo sport americano, che è quello che genera più soldi...quindi, per coniugarlo col calcio (sport di origine e sentimento europeo e americano latino) hanno pensato di rendere in una certa maniera "blindato" il vertice (le squadre della star league) e "aperta" la base (la blue league, da dove si pescherà dai campionati): il modello delle leghe americane prevede infatti il numero chiuso: le franchigie sono quelle e amen.

                In buona sostanza si snuda da ogni ipocrisia il calcio per come è oggi: i cosiddetti "grandi eventi" sportivi, per essere seguiti e dunque generare denaro e interesse devono avere i grandi nomi, così da poter intercettare la più larga platea possibile.

                In America non si pongono il problema della apertura verso tutti delle loro leghe o del senso "sportivo": ci sono tot squadre e giocano quelle, sempre e tutti gli anni.

                Il calcio oggi non si regge più sugli introiti da stadio, cioè sul legame col territorio, ma sui soldi che vengono dagli sponsor, dalle tv, dal seguito mediatico e televisivo. Il tifo è diventato fluido, nel senso che i giovani ormai seguono una squadra di riferimento ma anche altre, dove magari c'è questo o quel campione (è uno dei motivi del successo della Premier), esattamente come negli sport americani, dove un tifoso di una squadra X potrebbe comunque tifare anche i Lakers perchè ci gioca LeBron.

                Questo è oggi lo sport nel mondo, e il calcio non fa eccezione e tutti i sussulti a cui si assiste in questi anni (continui cambi di formule e di regolamenti; espansione e moltiplicazione delle competizioni ecc...) sono il disperato tentativo di cercare di tenere assieme le esigenze dello spettacolo col (sacrosanto) diritto sportivo di far partecipare tutti.

                La superlega prende atto della realtà e delle sue dinamiche e vara un disegno di competizione che sposa i tempi presenti. Non ci piace perchè ammazzerebbe i campionati (se vinci lo scudetto vai nella terza fascia della superlega, cioè in pratica i campionati nazionali non varrebbero più niente) ma risolve le contraddizioni in cui tarantola il calcio tagliandone di netto il nodo gordiano.

                In fondo con la Uefa cosa c'è di diverso? Le grandi e ricche squadre che concorrono per vincere la champions sono sempre quelle; il FPF esiste solo per i poveracci; c'è un sistema tripartito dove l'eccellenza sta in champions, il resto in EL e in conference (la futura blue league): l'unica reale differenza è che puoi accedere alla champions sul campo, facendo bene o benissimo in campionato, ultima vestigia di un calcio che fu, cioè inteso alla europea e non all'americana...ma le famose "Atalanta" che vanno in champions, e che magari vanno pure avanti, al pubblico mondiale e televisivo piacciono un volta, perchè rappresentano una "favola"...ma un secondo dopo vogliono tornarsi a vedere il Real o Mbappè o il City di Guardiola, perchè se trasmetti l'Atalanta te la guardano quattro gatti.

                D'altra parte la coppa Italia non è tarata sulle squadre dai grandi bacini di utenza? In Premier vince un Leicester ogni morte di Papa...in Italia il Napoli dopo 33 anni, lo scudetto non uscendo quasi mai dall'ambo Torino-Milano: il calcio Uefa è già un circolo "chiuso", anche se tenta di salvare ancora delle apparenze: la superlega le apparenze non le vuol salvare.

                Io sto coi campionati, è il calcio che ho conosciuto...ma non oggi e magari nemmeno domani, ma anche il calcio arriverà al modello americano del puro business: le convulsioni in cui si dibatte il calcio e l'organizzazione dello stesso sono i sussulti agonici di chi cerca di salvare capre e cavoli, e, questo fa capire che la direzione all'americana è inevitabile.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Superlega: Figc 'difenderemo sempre i campionati nazionali'

                  'Tutela del merito sportivo in ogni sede'
                  Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                  • Irrlicht
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    La superlega prende a modello lo sport americano, che è quello che genera più soldi...quindi, per coniugarlo col calcio (sport di origine e sentimento europeo e americano latino) hanno pensato di rendere in una certa maniera "blindato" il vertice (le squadre della star league) e "aperta" la base (la blue league, da dove si pescherà dai campionati): il modello delle leghe americane prevede infatti il numero chiuso: le franchigie sono quelle e amen.

                    In buona sostanza si snuda da ogni ipocrisia il calcio per come è oggi: i cosiddetti "grandi eventi" sportivi, per essere seguiti e dunque generare denaro e interesse devono avere i grandi nomi, così da poter intercettare la più larga platea possibile.

                    In America non si pongono il problema della apertura verso tutti delle loro leghe o del senso "sportivo": ci sono tot squadre e giocano quelle, sempre e tutti gli anni.

                    Il calcio oggi non si regge più sugli introiti da stadio, cioè sul legame col territorio, ma sui soldi che vengono dagli sponsor, dalle tv, dal seguito mediatico e televisivo. Il tifo è diventato fluido, nel senso che i giovani ormai seguono una squadra di riferimento ma anche altre, dove magari c'è questo o quel campione (è uno dei motivi del successo della Premier), esattamente come negli sport americani, dove un tifoso di una squadra X potrebbe comunque tifare anche i Lakers perchè ci gioca LeBron.

                    Questo è oggi lo sport nel mondo, e il calcio non fa eccezione e tutti i sussulti a cui si assiste in questi anni (continui cambi di formule e di regolamenti; espansione e moltiplicazione delle competizioni ecc...) sono il disperato tentativo di cercare di tenere assieme le esigenze dello spettacolo col (sacrosanto) diritto sportivo di far partecipare tutti.

                    La superlega prende atto della realtà e delle sue dinamiche e vara un disegno di competizione che sposa i tempi presenti. Non ci piace perchè ammazzerebbe i campionati (se vinci lo scudetto vai nella terza fascia della superlega, cioè in pratica i campionati nazionali non varrebbero più niente) ma risolve le contraddizioni in cui tarantola il calcio tagliandone di netto il nodo gordiano.

                    In fondo con la Uefa cosa c'è di diverso? Le grandi e ricche squadre che concorrono per vincere la champions sono sempre quelle; il FPF esiste solo per i poveracci; c'è un sistema tripartito dove l'eccellenza sta in champions, il resto in EL e in conference (la futura blue league): l'unica reale differenza è che puoi accedere alla champions sul campo, facendo bene o benissimo in campionato, ultima vestigia di un calcio che fu, cioè inteso alla europea e non all'americana...ma le famose "Atalanta" che vanno in champions, e che magari vanno pure avanti, al pubblico mondiale e televisivo piacciono un volta, perchè rappresentano una "favola"...ma un secondo dopo vogliono tornarsi a vedere il Real o Mbappè o il City di Guardiola, perchè se trasmetti l'Atalanta te la guardano quattro gatti.

                    D'altra parte la coppa Italia non è tarata sulle squadre dai grandi bacini di utenza? In Premier vince un Leicester ogni morte di Papa...in Italia il Napoli dopo 33 anni, lo scudetto non uscendo quasi mai dall'ambo Torino-Milano: il calcio Uefa è già un circolo "chiuso", anche se tenta di salvare ancora delle apparenze: la superlega le apparenze non le vuol salvare.

                    Io sto coi campionati, è il calcio che ho conosciuto...ma non oggi e magari nemmeno domani, ma anche il calcio arriverà al modello americano del puro business: le convulsioni in cui si dibatte il calcio e l'organizzazione dello stesso sono i sussulti agonici di chi cerca di salvare capre e cavoli, e, questo fa capire che la direzione all'americana è inevitabile.
                    Credo di essere più giovane di te, ma sono cresciuto praticamente con la tua stessa visione.

                    Quello che dici è assolutamente coerente coi tempi attuali.
                    Non dico che nell'ipotetico caso smetterò di guardare il calcio, perché la mia fede calcistica rimarrá imperitura ed è impossibile che me ne scosti.

                    Ma se si andasse verso quella direzione, seguirò molto meno.
                    Probabilmente il mio e poco altro.

                    PS io sono appassionato anche di basket, questa cosa è preponderante
                    Se da giovane seguivo e ci facevo meno caso, negli ultimi anni questa piega in NBA ha preso sempre più campo. Praticamente di una partita ti puoi guardare 2 tempi ed è già parecchio. Seguo molto meno ora, preferisco 3000 volte il basket europeo, anche se pure qui in Eurolega si sta cominciando a respirare aria simile (in fondo è una mini-superlega, solo che sono riusciti a conciliarla bene, specie con le tifoserie. Ancora è assolutamente un buono spettacolo anche sportivo). Spero davvero non diventi una roba del genere, perché lo vedrei mortifero
                    Last edited by Irrlicht; 22-12-2023, 10:13:03.
                    Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                      Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                      Superlega: Figc 'difenderemo sempre i campionati nazionali'

                      'Tutela del merito sportivo in ogni sede'
                      https://www.ansa.it/sito/notizie/top...84c0ce919.html
                      E che vuol dire "tutela del merito sportivo in ogni sede"? Niente, ormai Gravina è costretto all'aria fritta.

                      C'è una sentenza definitiva della UE che apre il calcio a plurime competizioni, dando il diritto a chiunque voglia di mettere in piedi una lega, affermando che il regime della Uefa è monopolistico e dunque contro le leggi comunitarie: già solo per questo fatto Ceferin e i Gravina dovrebbero dimettersi.

                      Se domani mattina Juventus e Milan decidessero di aderire alla superlega, permanendo nel campionato, nessuno potrebbe fare niente.

                      Sta al calcio Uefa e nazionale adesso trovare la via giusta per "assorbire" la rivoluzionaria sentenza e coniugarla con la salvaguardia dei campionati e del "merito sportivo" (sul quale la sentenza ha però detto che i criteri della Uefa non sono "trasparenti", dunque bastonando pure sul quel punto).
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
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                        La Uefa dei Ceferin ha in questi anni accolto gli arabi, che hanno vieppiù stravolto il calcio creando dal nulla squadre multimiliardarie che hanno frodato bellamente il FPF, ipocritamente messo lì a "tutela" della equità e pluralità delle competizioni sportive: ora francamente trovarmi le belle facce dei Ceferin e degli Al Khelaifi che si ergono a "difensori" del calcio "di tutti" lo trovo ridicolo e ributtante, un insulto all'intelligenza.

                        Idem la Premier, altra superlega già in atto, che monopolizza e si prende tutto a suon di miliardi e miliardi...e sentirli pontificare sul "calcio di tutti" è parimenti carnevalesco...di tutti chi? Quello loro.

                        Di superleghe mascherate ce ne sono già tante in giro, sono sotto agli occhi di tutti. Quando poi un sistema mette continuamente mano a delle riforme, stravolgendo ad ogni giro il quadro normativo e competitivo, è segno preclaro di un sistema in crisi (la champions ad esempio non trova pace; idem il moltiplicarsi delle competizioni Uefa).

                        La soluzione, sulla scorta di questo evento della sentenza, è mettersi a tavolino e varare una riforma complessiva del sistema salvaguardando i campionati nazionali, il diritto sportivo e le esigenze dei grandi club (e dunque degli sponsor, delle tv, del tifo e della platea per come è oggi).
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          [Dei 12 club firmatari del primo progetto, si schierano con l’Uefa in 8: City, United, Tottenham, Chelsea, Arsenal, Liverpool, Inter, Atletico. Non parlano ancora Milan e Juve. Gli altri, Napoli escluso, non ci pensano proprio ad andarsene.]
                          (Gazzetta)
                          Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                            Decreto Crescita, la Lega Serie A: "Abolirlo avrà conseguenze nefaste su tutto il nostro calcio"
                            In una lunga nota la lega del nostro massimo campionato ha evidenziato gli effetti positivi dei benefici fiscali avuti finora e i rischi che si corrono abolendoli: "Squadre meno competitive, introiti ridotti anche per lo Stato. E per i vivai..."
                            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                              Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                              [Dei 12 club firmatari del primo progetto, si schierano con l’Uefa in 8: City, United, Tottenham, Chelsea, Arsenal, Liverpool, Inter, Atletico. Non parlano ancora Milan e Juve. Gli altri, Napoli escluso, non ci pensano proprio ad andarsene.]
                              (Gazzetta)
                              ripeto per la millesima volta che alle inglesi la superlega non serve...
                              infatti...
                              Originariamente Scritto da Marco pl
                              i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                              Originariamente Scritto da master wallace
                              IO? Mai masturbato.
                              Originariamente Scritto da master wallace
                              Io sono drogato..

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                              • Irrlicht
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                                ripeto per la millesima volta che alle inglesi la superlega non serve...
                                infatti...
                                Io l'ho messo per il "voltafaccia"
                                È chiaro che non gli serva
                                Ci sono già dentro ad una superlega
                                Ma non è neanche giusto che certe squadre di vertice passino per paladini del calcio pulito "merito sportivo, fango e trasferte al freddo", quando se ne fottono bellamente spandendo liquidità a iosa, anche contro il FPF.
                                Sicuramente ci hanno lavorato, hanno fatto passi da gigante in avanti in tutto ed in parte se lo sono meritato, specie realtà più piccole
                                Quindi reiterati piagnistei degli altri non ci stanno.
                                Critiche alle grandi squadre e a come vengono "trattate" si

                                Ma non facciano troppo "i candidi"

                                Diverso il discorso per i tifosi, loro difendono una posizione assolutamente sentita
                                Last edited by Irrlicht; 22-12-2023, 11:37:20.
                                Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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