Milan avanti con Pioli: vertice con Cardinale. Arriva Ibrahimovic
Sotto accusa il mercato e il caso infortuni: Thiaw fuori due mesi e mezzo, a gennaio bisognerà correre ai ripari in difesa e in attacco. A giorni sarà annunciato Ibrahimovic
La notizia principale, all’indomani della notte horror col Dortmund che rischia di costare al Milan una bruciante eliminazione dalla Champions già ai gironi, con annessi venti milioni di euro di introiti che andrebbero in fumo, è che Pioli resta al suo posto. E ci resterà fino a giugno, a meno di tracolli clamorosi. Verrebbe da eccepire che due vittorie in cinquanta giorni sono già qualcosa di molto simile a un tracollo, allora mettiamola così: visto che l’obiettivo minimo societario è la qualificazione alla prossima Champions, possiamo dire che la linea di galleggiamento, l’orizzonte da mantenere, è il quarto posto. La visione della proprietà quindi non cambia: nessuno dentro a Casa Milan nasconde la preoccupazione per la crisi tecnica e di risultati, ma al momento cambiare allenatore non viene considerata una soluzione. Anche perché sul mercato non ci sono alternative convincenti. Avanti quindi con chi c’è, nella speranza di una svolta netta e rapida.
Ieri Cardinale ha pranzato a Milanello proprio con Pioli. Un incontro già programmato da giorni, durato circa un’ora, durante il quale il numero uno di RedBird ha voluto approfondire la situazione: niente processi, niente ultimatum, ma un confronto costruttivo, che lo stesso allenatore ha definito positivo e di forte stimolo per il suo lavoro. Un segnale anche di vicinanza della proprietà. Fra qualche giorno questo ruolo spetterà con ogni probabilità a Ibrahimovic, sempre più vicino all’accordo finale: la sua presenza accanto a Cardinale l’altra sera in tribuna è stata l’ennesima conferma della sintonia fra i due. Resta da capire quali saranno le competenze nel dettaglio, come e quanto potrà incidere, ma una cosa è certa: la sua leadership sarà senz’altro d’aiuto in un momento di buio collettivo, ma difficilmente basterà a risolvere tutti i guai del Milan.
Il piano anti-crisi deve partire dalla soluzione dell’emergenza infortuni: siamo già alla quota choc di 25 in tre mesi, 18 di natura muscolare. Nel mirino ci sono i carichi di lavoro sia in allenamento (sul campo e in palestra) sia in partita, dove vanno gestiti meglio i minutaggi. Fin qui l’impressione è che sia mancata anche una comunicazione efficace fra i vari settori. L’ultimo infortunio è quello di Thiaw, che ha subìto «una severa lesione miotendinea del bicipite femorale della coscia sinistra». Purtroppo è coinvolto il tendine, quindi nella speranza che non sia necessario un intervento chirurgico si può ipotizzare un lungo stop di due mesi e mezzo. Sarà quindi disponibile non prima di metà febbraio.
Servirà tornare sul mercato a gennaio per sistemare la difesa, un reparto a pezzi, visto che il tedesco si aggiunge a Kalulu (lesione del tendine), Kjaer (affaticamento), Pellegrino (frattura dell’osso del piede) e anche Caldara (caviglia). Sabato, nella gara crocevia col Frosinone che il Diavolo non può fallire per conservare il piazzamento Champions, al centro accanto al sopravvissuto Tomori potrebbe toccare di nuovo al jolly Krunic, che però martedì ha vissuto un incubo. Infatti è stato pre allertato il Primavera Simic, 18 anni. Un altro ragazzo dopo il 15enne Camarda.
Sul taccuino degli uomini mercato ci sono Kelly del Bournemouth e Kiwior dell’Arsenal. Ma anche all’attacco occorre un deciso restyling, col 37enne Giroud che aveva bisogno già dall’estate di un sostituito all’altezza. Il sogno è David del Lille, nel mirino da tempo, mentre un altro identikit che intriga è quello di Adams del Montpellier. Sabato, senza lo squalificato Giroud e gli infortunati Leao e Okafor, toccherà ancora all’oggetto misterioso Jovic.
In chiusura, una notizia positiva: Bennacer, assente da maggio per l’intervento al ginocchio dopo l’infortunio nel derby di Champions, è a un passo dal rientro. Forse già sabato. Quanto è mancato.
CorSera
Sotto accusa il mercato e il caso infortuni: Thiaw fuori due mesi e mezzo, a gennaio bisognerà correre ai ripari in difesa e in attacco. A giorni sarà annunciato Ibrahimovic
La notizia principale, all’indomani della notte horror col Dortmund che rischia di costare al Milan una bruciante eliminazione dalla Champions già ai gironi, con annessi venti milioni di euro di introiti che andrebbero in fumo, è che Pioli resta al suo posto. E ci resterà fino a giugno, a meno di tracolli clamorosi. Verrebbe da eccepire che due vittorie in cinquanta giorni sono già qualcosa di molto simile a un tracollo, allora mettiamola così: visto che l’obiettivo minimo societario è la qualificazione alla prossima Champions, possiamo dire che la linea di galleggiamento, l’orizzonte da mantenere, è il quarto posto. La visione della proprietà quindi non cambia: nessuno dentro a Casa Milan nasconde la preoccupazione per la crisi tecnica e di risultati, ma al momento cambiare allenatore non viene considerata una soluzione. Anche perché sul mercato non ci sono alternative convincenti. Avanti quindi con chi c’è, nella speranza di una svolta netta e rapida.
Ieri Cardinale ha pranzato a Milanello proprio con Pioli. Un incontro già programmato da giorni, durato circa un’ora, durante il quale il numero uno di RedBird ha voluto approfondire la situazione: niente processi, niente ultimatum, ma un confronto costruttivo, che lo stesso allenatore ha definito positivo e di forte stimolo per il suo lavoro. Un segnale anche di vicinanza della proprietà. Fra qualche giorno questo ruolo spetterà con ogni probabilità a Ibrahimovic, sempre più vicino all’accordo finale: la sua presenza accanto a Cardinale l’altra sera in tribuna è stata l’ennesima conferma della sintonia fra i due. Resta da capire quali saranno le competenze nel dettaglio, come e quanto potrà incidere, ma una cosa è certa: la sua leadership sarà senz’altro d’aiuto in un momento di buio collettivo, ma difficilmente basterà a risolvere tutti i guai del Milan.
Il piano anti-crisi deve partire dalla soluzione dell’emergenza infortuni: siamo già alla quota choc di 25 in tre mesi, 18 di natura muscolare. Nel mirino ci sono i carichi di lavoro sia in allenamento (sul campo e in palestra) sia in partita, dove vanno gestiti meglio i minutaggi. Fin qui l’impressione è che sia mancata anche una comunicazione efficace fra i vari settori. L’ultimo infortunio è quello di Thiaw, che ha subìto «una severa lesione miotendinea del bicipite femorale della coscia sinistra». Purtroppo è coinvolto il tendine, quindi nella speranza che non sia necessario un intervento chirurgico si può ipotizzare un lungo stop di due mesi e mezzo. Sarà quindi disponibile non prima di metà febbraio.
Servirà tornare sul mercato a gennaio per sistemare la difesa, un reparto a pezzi, visto che il tedesco si aggiunge a Kalulu (lesione del tendine), Kjaer (affaticamento), Pellegrino (frattura dell’osso del piede) e anche Caldara (caviglia). Sabato, nella gara crocevia col Frosinone che il Diavolo non può fallire per conservare il piazzamento Champions, al centro accanto al sopravvissuto Tomori potrebbe toccare di nuovo al jolly Krunic, che però martedì ha vissuto un incubo. Infatti è stato pre allertato il Primavera Simic, 18 anni. Un altro ragazzo dopo il 15enne Camarda.
Sul taccuino degli uomini mercato ci sono Kelly del Bournemouth e Kiwior dell’Arsenal. Ma anche all’attacco occorre un deciso restyling, col 37enne Giroud che aveva bisogno già dall’estate di un sostituito all’altezza. Il sogno è David del Lille, nel mirino da tempo, mentre un altro identikit che intriga è quello di Adams del Montpellier. Sabato, senza lo squalificato Giroud e gli infortunati Leao e Okafor, toccherà ancora all’oggetto misterioso Jovic.
In chiusura, una notizia positiva: Bennacer, assente da maggio per l’intervento al ginocchio dopo l’infortunio nel derby di Champions, è a un passo dal rientro. Forse già sabato. Quanto è mancato.
CorSera
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