Italia qualificata, si va in Germania a difendere gli Europei vinti a Wembley e anche a riparare i guasti del fallimento dei due Mondiali mancati. Ma che sofferenza anche per strappare uno 0-0 con l’Ucraina…
Evviva, siamo agli Europei. Eviterei toni trionfalistici ma capisco. Due Mondiali mancati ti pesano addosso e dunque anche il solo tornare agli Europei del prossimo anno in Germania a difendere il titolo vinto a Wembley nel 2021 diventa un’impresa quando a rigor di logica dovrebbe essere invece la normalità, per non dire un fatto scontato.
Ma tant’è, sappiamo qual’è stata l’evoluzione della storia azzurra, ne conosciamo anche il percorso accidentato. Non ultimo un ct come Mancini, il generale dell’ Europeo vinto, che le mette le corna in pieno ferragosto, la tradisce ignominiosamente, la pianta su due piedi per andarsene a far soldi con l’ Arabia Saudita. Insomma sedotti e abbandonati. Mettiamoci anche
Dopo un sofferto 0-0 con l‘Ucraina a Leverkusen in Germania i giocatori azzurri, Spalletti e tutti i dirigenti della Nazionale si sono abbracciati fortemente provati sia psicologicamente che fisicamente: la rappresentativa di una Nazione in guerra e costretta a giocare all’estero, in stadi dove non rischi che arrivi un missile russo ad ammazzare innocenti, ci ha messo anche alle corde e costretto a una buona mezzora di fifa intensa.
Nel conto del dare e avere stavolta abbiamo anche un bel credito con fortuna, arbitro, var, moviola e connessi vari visto che un rigore di Cristante su Mudryk non ce l’hanno fischiato contro e dunque bisognerà accendere un cero votivo a San Manzano (alias il fischietto spagnolo Jesul Jil Manzano).
Sullo sfondo c’era ancora l’incubo dei play off con cui abbiamo perso la qualificazione a due mondiali consecutivi (contro Svezia e Macedonia del Nord). Luciano Spalletti (6 gare, 3 vittorie, 2 pareggi, una sconfitta) si gode giustamente il superamento del primo livello del suo personale videogioco, ma essendo un uomo di calcio di ormai antico pelo sa benissimo che nessuno ti renderà mai merito di una qualificazione agli Europei. Che non è un traguardo, ma una banale vittoria di tappa.
Tanto da dire: “Ci diciamo anche bravi, ma il lavoro vero comincia adesso, nell’accettare questo ruolo era dovuto qualificarsi agli Europei: adesso viene il bello”. Sarà come ripartire da zero e il giudizio sull’attuale gestione azzurra di fatto comincia da oggi.
Ripartiamo con un Chiesa in più, anche se Chiesa c’era anche nella Nazionale che ha vinto l’Europeo a Wembley ma l’abbiamo anche perso per lunghissimo tempo per un gravissimo infortunio. In compenso ci manca un centravanti, o almeno un grande attaccante che possa trascinare la Nazionale. Non è solo questione di numero dei gol, che anzi sono arrivati anche in abbondanza per via dei 5 fatti alla Macedonia del Nord, è proprio questione di potenza della trazione anteriore. E non è un problema da poco, anzi oggi è IL problema. Spalletti è un mago del calcio alternativo e dell’invenzione tattica. Qualcuno parla già di rivincerli questi Europei e a me pare una colossale sciocchezza anche il solo domandarselo.
Per adesso ci godiamo questo ritorno alla luce dopo l’uscita dal tunnel, la prossima estate avremo bisogno di tutta la fantasia possibile.
Evviva, siamo agli Europei. Eviterei toni trionfalistici ma capisco. Due Mondiali mancati ti pesano addosso e dunque anche il solo tornare agli Europei del prossimo anno in Germania a difendere il titolo vinto a Wembley nel 2021 diventa un’impresa quando a rigor di logica dovrebbe essere invece la normalità, per non dire un fatto scontato.
Ma tant’è, sappiamo qual’è stata l’evoluzione della storia azzurra, ne conosciamo anche il percorso accidentato. Non ultimo un ct come Mancini, il generale dell’ Europeo vinto, che le mette le corna in pieno ferragosto, la tradisce ignominiosamente, la pianta su due piedi per andarsene a far soldi con l’ Arabia Saudita. Insomma sedotti e abbandonati. Mettiamoci anche
Dopo un sofferto 0-0 con l‘Ucraina a Leverkusen in Germania i giocatori azzurri, Spalletti e tutti i dirigenti della Nazionale si sono abbracciati fortemente provati sia psicologicamente che fisicamente: la rappresentativa di una Nazione in guerra e costretta a giocare all’estero, in stadi dove non rischi che arrivi un missile russo ad ammazzare innocenti, ci ha messo anche alle corde e costretto a una buona mezzora di fifa intensa.
Nel conto del dare e avere stavolta abbiamo anche un bel credito con fortuna, arbitro, var, moviola e connessi vari visto che un rigore di Cristante su Mudryk non ce l’hanno fischiato contro e dunque bisognerà accendere un cero votivo a San Manzano (alias il fischietto spagnolo Jesul Jil Manzano).
Sullo sfondo c’era ancora l’incubo dei play off con cui abbiamo perso la qualificazione a due mondiali consecutivi (contro Svezia e Macedonia del Nord). Luciano Spalletti (6 gare, 3 vittorie, 2 pareggi, una sconfitta) si gode giustamente il superamento del primo livello del suo personale videogioco, ma essendo un uomo di calcio di ormai antico pelo sa benissimo che nessuno ti renderà mai merito di una qualificazione agli Europei. Che non è un traguardo, ma una banale vittoria di tappa.
Tanto da dire: “Ci diciamo anche bravi, ma il lavoro vero comincia adesso, nell’accettare questo ruolo era dovuto qualificarsi agli Europei: adesso viene il bello”. Sarà come ripartire da zero e il giudizio sull’attuale gestione azzurra di fatto comincia da oggi.
Ripartiamo con un Chiesa in più, anche se Chiesa c’era anche nella Nazionale che ha vinto l’Europeo a Wembley ma l’abbiamo anche perso per lunghissimo tempo per un gravissimo infortunio. In compenso ci manca un centravanti, o almeno un grande attaccante che possa trascinare la Nazionale. Non è solo questione di numero dei gol, che anzi sono arrivati anche in abbondanza per via dei 5 fatti alla Macedonia del Nord, è proprio questione di potenza della trazione anteriore. E non è un problema da poco, anzi oggi è IL problema. Spalletti è un mago del calcio alternativo e dell’invenzione tattica. Qualcuno parla già di rivincerli questi Europei e a me pare una colossale sciocchezza anche il solo domandarselo.
Per adesso ci godiamo questo ritorno alla luce dopo l’uscita dal tunnel, la prossima estate avremo bisogno di tutta la fantasia possibile.
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