Originariamente Scritto da Sean
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Tonali, le scommesse su Milan e Brescia, la pena (in Inghilterra): cosa rischia e cosa sappiamo finora
L’app data a Fagioli, il certificato di ludopatia, le foto in gioielleria e il patteggiamento: tutto quello che finora sappiamo sull’inchiesta e sulla posizione dell’ex centrocampista del Milan
Il caso di Tonali è il più complesso tra quelli emersi finora nel caso scommesse. La posizione del centrocampista del Newcastle è diversa rispetto a quella di Fagioli (che non ha scommesso sulla sua squadra) e Zaniolo (che deve ancora essere ascoltato ma ha sempre negato di aver puntato su partite di calcio), e la sua dipendenza forse più «antica» almeno rispetto a quella del collega juventino, grazie al quale gli investigatori sono arrivati proprio al nome di Tonali.
La app passata a Fagioli
«Fu lui a farmi registrare tramite un account al sito — ha dichiarato Fagioli agli inquirenti —. Non ricordo se fu Tonali a darmi le credenziali per scommettere o se fui io a farlo direttamente contattando un referente, via Whatsapp». Succede tutto in un ritiro dell’Under21 a Tirrenia nel 2021: Sandro già scommette, Nicolò inizia a farlo. Poi nel dedalo delle scommesse illegali ognuno va per la sua strada e Tonali arriva a giocare sulla propria squadra.
Cosa ha detto negli interrogatori: le scommesse su Milan e Brescia
E cosa rischia chi scommette sulla squadra in cui gioca? Il rischio è di essere accusato di frode sportiva sul piano penale, anche se al momento in procura a Torino non ci sono riscontri in questo senso: nessuna combine è stata accertata. Sul piano sportivo l’illecito è punito con almeno 4 anni di stop: viene riscontrato con «il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica». Ma bisogna puntualizzare: un conto è scommettere sulla vittoria della propria squadra, altra cosa è puntare su un risultato negativo. Tonali — pur ammettendo di aver scommesso su Milan e Brescia (club in cui ha giocato fino al giugno 2020) — nel corso degli interrogatori avvenuti in Figc e in procura a Torino ha assicurato di non aver mai influito sull’andamento della partita. Avrebbe quindi scommesso quando non era in campo o, comunque, sempre a vincere.
Il certificato di ludopatia
Tonali si è presentato in Procura federale con un certificato medico che attestava la «ludopatia»: insieme lo specchio del disagio di un 23enne e l’anticamera dell’uscita — attraverso un percorso di recupero con specialisti — dal tunnel di questa dipendenza. In attesa di conoscere la propria squalifica, intanto Tonali ora può contare sull’appoggio della famiglia, del suo agente Riso («Sandro è scosso ma ha già iniziato a combattere») e del Newcastle che con un comunicato ufficiale ha ribadito il suo pieno supporto al giocatore.
Il patteggiamento
Sandro Tonali vuole seguire la stessa strada di Nicolò Fagioli davanti alla giustizia sportiva: l’audizione davanti al procuratore federale Giuseppe Chiné si è tenuta la scorsa settimana ancora prima di quella in procura a Torino. Tonali ha ammesso e collaborato, l’idea dei suoi legali è arrivare anche in questo caso a un patteggiamento prima del deferimento che comporta lo sconto di metà della pena. Come per Fagioli, deve essere quindi approvato dal presidente Figc Gravina e dal procuratore generale del Coni Taucer. Nel caso di Tonali che ha ammesso di avere scommesso sulle proprie squadre si parte però, rispetto a Fagioli, da una pena più alta che potrebbe essere di quattro anni. Che appunto diventano 24 per il patteggiamento: considerato un altro sconto di 6 mesi per aver collaborato, ecco che non è improbabile che la squalifica alla fine si attesti attorno ai 18 mesi complessivi, con la stessa formula usata per Fagioli: 12 (ma è un’ipotesi) di vero e proprio stop lontano dai campi e magari altri sei di percorso rieducativo, con la cura terapeutica e le lezioni da testimonial contro il gioco (per Fagioli si è trattato di «un ciclo di almeno 10 incontri, da svolgersi nell’arco di 5 mesi, presso Associazioni sportive, Centri federali, Centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, e comunque secondo le indicazioni e il programma proposti dalla Figc»).
Le foto in gioielleria
Lo ha raccontato nel dettaglio nell’interrogatorio davanti alla procura federale Nicolò Fagioli. Per rimborsare le agenzie di scommesse illegali, il metodo era fare dei bonifici per acquistare dei Rolex in una gioielleria di Milano. «Ogni tanto, per restituire almeno in parte queste somme provvedevo ad acquistare a Milano degli orologi Rolex. Pagavo con bonifico. Gli orologi alcune volte li ho consegnati io, altre volte passavano i titolari delle piattaforme e li ritiravano presso la gioielleria». È quello che Fagioli ha fatto con i soldi che ha chiesto in prestito ai compagni Gatti e Dragusin. Non è chiaro se Tonali abbia usato gli stessi metodi, quello che è certo è che nelle foto postate sui social della gioielleria si trovano foto di Fagioli e di Tonali.
Niente debiti
A differenza di Fagioli però Tonali ha affermato di non avere debiti ingenti con le agenzie di scommesse e non avere mai ricevuto le minacce che hanno invece angosciato Fagioli («Ti spezzo le gambe») arrivato ad accumulare perdite per tre milioni.
Pena esecutiva in Inghilterra
La pena sul piano sportivo sarà comunque resa esecutiva anche in Inghilterra e nelle Coppe: un po’ quello che è successo all’ex dt della Juventus Fabio Paratici quando è stato squalificato per l’inchieste delle plusvalenze.
CorSera
L’app data a Fagioli, il certificato di ludopatia, le foto in gioielleria e il patteggiamento: tutto quello che finora sappiamo sull’inchiesta e sulla posizione dell’ex centrocampista del Milan
Il caso di Tonali è il più complesso tra quelli emersi finora nel caso scommesse. La posizione del centrocampista del Newcastle è diversa rispetto a quella di Fagioli (che non ha scommesso sulla sua squadra) e Zaniolo (che deve ancora essere ascoltato ma ha sempre negato di aver puntato su partite di calcio), e la sua dipendenza forse più «antica» almeno rispetto a quella del collega juventino, grazie al quale gli investigatori sono arrivati proprio al nome di Tonali.
La app passata a Fagioli
«Fu lui a farmi registrare tramite un account al sito — ha dichiarato Fagioli agli inquirenti —. Non ricordo se fu Tonali a darmi le credenziali per scommettere o se fui io a farlo direttamente contattando un referente, via Whatsapp». Succede tutto in un ritiro dell’Under21 a Tirrenia nel 2021: Sandro già scommette, Nicolò inizia a farlo. Poi nel dedalo delle scommesse illegali ognuno va per la sua strada e Tonali arriva a giocare sulla propria squadra.
Cosa ha detto negli interrogatori: le scommesse su Milan e Brescia
E cosa rischia chi scommette sulla squadra in cui gioca? Il rischio è di essere accusato di frode sportiva sul piano penale, anche se al momento in procura a Torino non ci sono riscontri in questo senso: nessuna combine è stata accertata. Sul piano sportivo l’illecito è punito con almeno 4 anni di stop: viene riscontrato con «il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica». Ma bisogna puntualizzare: un conto è scommettere sulla vittoria della propria squadra, altra cosa è puntare su un risultato negativo. Tonali — pur ammettendo di aver scommesso su Milan e Brescia (club in cui ha giocato fino al giugno 2020) — nel corso degli interrogatori avvenuti in Figc e in procura a Torino ha assicurato di non aver mai influito sull’andamento della partita. Avrebbe quindi scommesso quando non era in campo o, comunque, sempre a vincere.
Il certificato di ludopatia
Tonali si è presentato in Procura federale con un certificato medico che attestava la «ludopatia»: insieme lo specchio del disagio di un 23enne e l’anticamera dell’uscita — attraverso un percorso di recupero con specialisti — dal tunnel di questa dipendenza. In attesa di conoscere la propria squalifica, intanto Tonali ora può contare sull’appoggio della famiglia, del suo agente Riso («Sandro è scosso ma ha già iniziato a combattere») e del Newcastle che con un comunicato ufficiale ha ribadito il suo pieno supporto al giocatore.
Il patteggiamento
Sandro Tonali vuole seguire la stessa strada di Nicolò Fagioli davanti alla giustizia sportiva: l’audizione davanti al procuratore federale Giuseppe Chiné si è tenuta la scorsa settimana ancora prima di quella in procura a Torino. Tonali ha ammesso e collaborato, l’idea dei suoi legali è arrivare anche in questo caso a un patteggiamento prima del deferimento che comporta lo sconto di metà della pena. Come per Fagioli, deve essere quindi approvato dal presidente Figc Gravina e dal procuratore generale del Coni Taucer. Nel caso di Tonali che ha ammesso di avere scommesso sulle proprie squadre si parte però, rispetto a Fagioli, da una pena più alta che potrebbe essere di quattro anni. Che appunto diventano 24 per il patteggiamento: considerato un altro sconto di 6 mesi per aver collaborato, ecco che non è improbabile che la squalifica alla fine si attesti attorno ai 18 mesi complessivi, con la stessa formula usata per Fagioli: 12 (ma è un’ipotesi) di vero e proprio stop lontano dai campi e magari altri sei di percorso rieducativo, con la cura terapeutica e le lezioni da testimonial contro il gioco (per Fagioli si è trattato di «un ciclo di almeno 10 incontri, da svolgersi nell’arco di 5 mesi, presso Associazioni sportive, Centri federali, Centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, e comunque secondo le indicazioni e il programma proposti dalla Figc»).
Le foto in gioielleria
Lo ha raccontato nel dettaglio nell’interrogatorio davanti alla procura federale Nicolò Fagioli. Per rimborsare le agenzie di scommesse illegali, il metodo era fare dei bonifici per acquistare dei Rolex in una gioielleria di Milano. «Ogni tanto, per restituire almeno in parte queste somme provvedevo ad acquistare a Milano degli orologi Rolex. Pagavo con bonifico. Gli orologi alcune volte li ho consegnati io, altre volte passavano i titolari delle piattaforme e li ritiravano presso la gioielleria». È quello che Fagioli ha fatto con i soldi che ha chiesto in prestito ai compagni Gatti e Dragusin. Non è chiaro se Tonali abbia usato gli stessi metodi, quello che è certo è che nelle foto postate sui social della gioielleria si trovano foto di Fagioli e di Tonali.
Niente debiti
A differenza di Fagioli però Tonali ha affermato di non avere debiti ingenti con le agenzie di scommesse e non avere mai ricevuto le minacce che hanno invece angosciato Fagioli («Ti spezzo le gambe») arrivato ad accumulare perdite per tre milioni.
Pena esecutiva in Inghilterra
La pena sul piano sportivo sarà comunque resa esecutiva anche in Inghilterra e nelle Coppe: un po’ quello che è successo all’ex dt della Juventus Fabio Paratici quando è stato squalificato per l’inchieste delle plusvalenze.
CorSera
Poi i procuratori che dicono "sta lottando", "ne uscirà più forte", "è distrutto ma ha capito l'errore", ma andassero a zappare sti mentecatti.
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