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Non commento mai il mercato prima della sua fine, ma qui penso che abbiamo elementi abbastanza validi per dire che la società o è in vendita, o è in attesa del via libera per lo stadio.
Fossi in Pinto, dopo 2 anni di mercato fatto di parametri zero (per carità onestissimo, anzi praticamente perfetto con affari quali Dybala, Matic, Aouar e Ndicka) o prestiti secchi (Llorente e Kristensen), o ad andare in giro col cappellino in mano ad elemosinare un attaccante in prestito o a condizioni assurde, al 31 di Agosto mi dimetterei.
In questi 2 anni la Roma ha speso 9 milioni, 6 per Celik e 2,5 per Paredes, ed ha incassato qualcosa come 100 milioni.
Inoltre la Roma parte quest'anno con allenatore e DS in scadenza, un'anomalia.
Staremo a vedere cosa accadrà entro e dopo il 31.
A Fe...nun me sottovalutà l'ipotesi Moscardelli eh...
Sarebbe un'operazione alla "giorni del condor" de Gallianiana memoria.
I bei rapporti distesi di una volta...
"Cassano merita una cucchiaiata di cemento a presa rapida in bocca per non fargli dire idiozie. Le sue dichiarazioni sono prive di contenuti tecnici"
Pietro Lo Monaco
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
Moscardelli, al di là dell'età, ha un canale youtube di successo (oltre 3 mil di iscritti) in cui finge di essere inglese e dove va in giro a fare le food challenges.
Non credo sia il profilo adatto alla Roma.
Originariamente Scritto da Sean
mò sono cazzi questo è sicuro.
Originariamente Scritto da bertinho7
ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
Ci sono almeno 2 motivi per fare questo "scambio". Uno e' che Kean e' una testa di ***** e Morata un tipo serio. L'altro te lo lascio immaginare.
Che Kean sia nero e Morata bianco?
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
I bei rapporti distesi di una volta...
"Cassano merita una cucchiaiata di cemento a presa rapida in bocca per non fargli dire idiozie. Le sue dichiarazioni sono prive di contenuti tecnici"
Pietro Lo Monaco
Se quella di Lo Monaco è recente credo si riferisca a quanto detto da Cassano ieri mi pare, cioè che per lui il Napoli non arriverà nemmeno in champions. Io adesso non lo so se Cassano fa il provocatore di professione o è proprio menomato fino a quel punto.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Non commento mai il mercato prima della sua fine, ma qui penso che abbiamo elementi abbastanza validi per dire che la società o è in vendita, o è in attesa del via libera per lo stadio.
Fossi in Pinto, dopo 2 anni di mercato fatto di parametri zero (per carità onestissimo, anzi praticamente perfetto con affari quali Dybala, Matic, Aouar e Ndicka) o prestiti secchi (Llorente e Kristensen), o ad andare in giro col cappellino in mano ad elemosinare un attaccante in prestito o a condizioni assurde, al 31 di Agosto mi dimetterei.
In questi 2 anni la Roma ha speso 9 milioni, 6 per Celik e 2,5 per Paredes, ed ha incassato qualcosa come 100 milioni.
Inoltre la Roma parte quest'anno con allenatore e DS in scadenza, un'anomalia.
Staremo a vedere cosa accadrà entro e dopo il 31.
Il discorso è molto complesso e noi abbiamo pochi elementi e tra l'altro desunti da una stampa ancor meno affidabile...poi abbiamo le sensazioni...
In base a quanto sopra si possono elaborare due tesi:
La prima è che la proprietà ha chiuso i rubinetti per tutto ciò che è al di fuori della gestione corrente, avendo in testa di far andare la Roma con le sue gambe e dunque risanando i conti, chiudendo con il FPF, insomma se ci sono 2 cent devi fare con 2 cent...quando ce ne saranno 20 farai con 20 e via discorrendo.
La seconda è che i Friedkin si sono votati al business puro (con gli americani non è da escludere) cioè puntano allo stadio, vogliono lo stadio, il club col suo lato calcistico è secondario...per cui non si si svenano nè ci si sbattono più di tanto, di fatto lasciando sola la parte sportiva che deve fare appunto da sola.
Ci sarebbe la terza tesi del club in vendita ma a quel punto farebbe strano non attendere gli esisti sullo stadio, perchè vendere la società e tenersi le pratiche dello stadio è una ipotesi non praticabile, visto che senza la Roma per lo stadio le istituzioni direbbero tutte no (perchè dovrebbero far arricchire un privato?).
Posto che comunque il mercato potrebbe riservare miracolose sorprese (Lukaku in presti agli sgoccioli del mercato) è chiaro che la gestione complessiva degli ultimi due anni (non del primo, perchè nel primo Pinto ebbe 100 milioni per fare mercato) apre a tutta una serie di interrogativi...perchè se fai iniziare la stagione ad un allenatore a scadenza e ad un manager a scadenza, vuol dire che sei occupato in pensieri tuoi che vedremo quali.
...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Juventus, Kean al Fulham può sbloccare Lukaku
La Juventus non molla Romelu Lukaku: il centravanti, chiesto con insistenza da Allegri, vuole i bianconeri e lo ha ribadito anche al Chelsea. I bianconeri, per far posto all’ex Inter, devono però cedere un attaccante e nelle ultime ore l’indiziato principale è diventato Moise Kean, a cui si è interessato il Fulham. I londinesi sono disposti a mettere sul tavolo 30 milioni di euro, la Juve ne chiede 35-40. Se l’attaccante italiano andrà in Premier, Giuntoli cercherà di portare a Torino Lukaku.
Napoli, ultimatum al Celta Vigo per Veiga
Il Napoli ha confermato al Celta Vigo di voler chiudere l’operazione Gabri Veiga. Il club azzurro aspetta nelle prossime ore il via libero definitivo agli accordi presi cinque giorni fa. Gli spagnoli, al momento della firma, avevano cambiato le carte in tavola sulla percentuale di rivendita: il Napoli si è mosso per risolvere la situazione, ma non aspetterà ancora a lungo.
CorSera-Repubblica
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Credo che la logica possa soccorrere anche in quel gran gioco che è il calciomercato (che ha ragione Sarri, dura troppo...dovrebbe finire per l'inizio del campionato).
Secondo Repubblica se parte Kean ci si (ri)prova per Lukaku...ma a quel punto a me risulta che avresti 3 prime punte: Vlahovic, Milik e Lukaku (per il solo campionato poi)...oltre a questo, si smentirebbe Giuntoli e le sue chiare dichiarazioni (che forse i media si sono dimenticati), cioè riduzione dei costi, "sistematina ai conti", perchè cosa ti accolli due superstipendi come quello di Vlahovic e poi di Lukaku? Tra l'altro se li facessi giocare assieme Chiesa dove lo metteresti?
Si capisce che siamo di fronte ad una enorme cacchiata.
Lukaku aveva un senso solo all'interno di uno scambio con Vlahovic, per cui vendi la punta, prendi una punta e incassi pure 40 milioni...c'è una logica, bella o brutta...ma prendere Lukaku tenendo Vlahovic non sta in piedi.
I soldi di Kean serviranno (mia opinione) per Berardi. Fai contento Carnevale e pure il giocatore...e Berardi sostituirebbe un Di Maria per dire, avrebbe un senso nella rosa.
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Se quella di Lo Monaco è recente credo si riferisca a quanto detto da Cassano ieri mi pare, cioè che per lui il Napoli non arriverà nemmeno in champions. Io adesso non lo so se Cassano fa il provocatore di professione o è proprio menomato fino a quel punto.
Si, a questo.
La prima sicuro.
Sulla seconda che non ci arrivi è chiaro, ma del tutto stupido non è
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
Gravina: «Offeso da Mancini, lui sa qual è la verità. Spalletti c.t. è l’uomo giusto»
Il presidente della Federazione: «La clausola di Spalletti non è stata un freno, sapevo che De Laurentiis avrebbe reagito così. Per Mancini ho sempre messo la faccia» «Le vacanze? Forse a Natale…». Gabriele Gravina comincia con una battuta l’intervista al Corriere, dura e appassionata dopo lunghi giorni di silenzio e riflessioni.
Presidente perché ha scelto Spalletti?
«Perché ha vinto lo scudetto facendo emozionare Napoli e tutti quelli che amano il calcio, è una guida forte e sicura, ha esperienza e un gioco brillante. Ma soprattutto perché, già alla prima telefonata, ha mostrato un entusiasmo contagioso».
Quando vi siete conosciuti?
«Nella notte dei tempi, lui da allenatore dell’Empoli ha affrontato per due volte il mio Castel di Sangro. Luciano mi piace sin da allora. È un tecnico all’avanguardia, che lavora sempre per migliorarsi. L’uomo giusto al posto giusto. Il primo nome a cui ho pensato. Una scelta romantica e ponderata, perfetto per ciò che abbiamo in testa: portare avanti il rinnovamento puntando sui giovani».
La clausola che lega il nuovo c.t. al Napoli non è stato un freno?
«All’inizio neppure sapevo dell’esistenza di questo documento, l’ho scoperto dai giornali. I nostri avvocati mi hanno rassicurato: potevamo parlare con lui, il resto è una questione tra Luciano e il suo vecchio club».
Si aspettava un atteggiamento diverso da parte di De Laurentiis?
«Con Aurelio ci siamo sentiti. Ma non mi aspettavo niente di diverso da quanto è successo. Altre cose, invece, non mi aspettavo».
Ce le racconti, presidente…
«Tanto odio e ipocrisia da parte di alcuni detrattori, ma fa parte del gioco. Ho letto anche nomi di allenatori che non rientravano nei piani. Ho chiamato subito Spalletti, l’altro candidato era Conte che non può essere considerato una seconda scelta. Stop: finita qui».
Cosa altro non si aspettava?
«Che De Laurentiis parlasse del contratto di Mancini. Un contratto che non conosce. Mi è sembrata una invasione di campo. Certe dichiarazioni mi sono sembrate inopportune come quando ha detto che se volevamo Spalletti avremmo dovuto pagare…».
Ci spieghi meglio.
«La situazione è stata chiara sin dall’inizio. Luciano stesso mi ha subito detto che la clausola è un problema tra lui e il Napoli. E la Figc non ha mai pensato di subentrare».
Magari non si aspettava neppure certe dichiarazioni da parte di Mancini…
«Abbiamo lavorato insieme cinque anni, impegnandoci reciprocamente per un progetto straordinario. Ho aspettato a parlare di questa storia, volevo sedimentare e riflettere. Volevo soprattutto risolvere la questione allenatore: ho dato priorità alla maglia azzurra e all’interesse nazionale e non ai personalismi. Però, adesso, posso dirlo con sincerità: sono amareggiato. Ci sono rimasto male. Non porto rancore, ma i tempi di questo divorzio mi lasciano perplesso».
Ci racconti come è andata.
«Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. È stato un fulmine a ciel sereno. Ho sentito parlare di dimissioni per la prima volta dalla moglie, Silvia Fortini, che è il suo avvocato, il giorno prima che arrivasse negli uffici della Federcalcio una pec formale. Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini mi avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi».
Ma davvero non c’erano avvisaglie?
«Ho ricevuto un messaggio l’8 agosto, sempre dal suo avvocato, in cui manifestava il disagio sulla clausola di uscita nel caso non ci fossimo qualificati per l’Europeo. Niente altro».
E adesso?
«Adesso continuo a chiedermi perché Mancini abbia detto certe cose. E mi chiedo se le ha dette per davvero, perché sa benissimo che le cose sono esattamente contrarie a quanto lui sostiene. Tutti e tre, io, Roberto e Silvia, sappiamo come sono andate».
Mancini sostiene che non avvertiva più fiducia…
«La mia era totale e l’ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell’Under 21 e Under 20?».
Però gli ha rivoluzionato lo staff?
«Questa poi è grossa. Solo Evani, che non ha accettato un altro ruolo, era uscito. Peraltro, stiamo parlando di un allenatore che faceva parte degli organici federali ed è entrato prima di Roberto. Gli altri sono rimasti. Lombardo e Nuciari, che avevano altri incarichi, sarebbero tornati a Coverciano nei giorni di Nazionale. E abbiamo rafforzato il gruppo con Barzagli e Gagliardi indicati da lui».
Restano le parole di Mancini…
«Non voglio alimentare ulteriori polemiche. Ma sono state dichiarazioni sconfortanti, inappropriate e offensive nei miei confronti. Non rinnego il rapporto di amicizia con Roberto, che ha sempre dimostrato stile. Spero riveda la sua posizione. Anzi, vado oltre e vi dico: chiamatelo perché non posso credere che si sia espresso così».
Come era il vostro rapporto?
«Amicizia e professionalità. Non ho mai invaso il campo, mai suggerito un giocatore, mai ho chiesto la formazione. Non meritavo parole così».
Mancini ha detto anche che lei avrebbe potuto fermarlo non accettando le dimissioni.
«Eliminando la clausola? Stendiamo un velo pietoso. Più facciamo certi discorsi e più l’amarezza cresce. Le motivazioni di Mancini sono deboli e superficiali».
Lei pensa che andrà a allenare la Nazionale dell’Arabia Saudita?
«Leggo, come tutti. A me non ha detto niente. Se fosse così avrebbe potuto parlarmene. Ciascuno di noi vive alcune fragilità, le sue le avrei comprese. Se andasse in Arabia sarà lui a spiegare le ragioni della sua scelta».
È stato il momento più difficile da quando è presidente federale?
«Non ci sono giorni facili in via Allegri. Però questi li ho sofferti e mi sono serviti per capire tante cose».
Come si ricomincia? Crede che la qualificazione all’Europeo sia davvero in pericolo?
«Si ricomincia ragionando di sistema. Il calcio italiano deve crescere: stadi, vivai, sostenibilità. Sono tante le battaglie da vincere. Quanto all’Europeo, ho fiducia perché Spalletti è un grande tecnico e la squadra è forte».
Cosa le lasciano questi giorni neri?
«Una energia nuova, straordinaria. Abbiamo risolto la questione in 5 giorni. Chi ha voglia di seguirmi è bene accetto, gli altri resteranno indietro».
Politica e sport, la questione è sempre delicata…
«Il legame è stretto. È assurdo pensare alla politica fuori dallo sport. La politica merita rispetto, chi invece la usa per i propri interessi non le fa un bel servizio. Il dialogo è fondamentale anche se non sempre è facile perché i governi cambiano spesso e i progetti si interrompono».
Gravina tra un anno e mezzo ci saranno le elezioni: si ricandiderà?
«Manca molto tempo, preferisco concentrarmi sul lavoro che è tanto. Di cose buone ne abbiamo fatte parecchie. Il mio obiettivo per il futuro è contribuire a un calcio migliore. Come e dove non è importante».
CorSera
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Su Mancini ha ragione di sicuro in un punto: Mancini avrebbe dovuto guardare Gravina negli occhi e non mandare avanti la moglie prima e la pec poi.
Sulla clausola da eliminare poi...lasciamo perdere...cioè, dopo i mondiali, se non ti fossi qualificato nemmeno per gli europei saresti voluto restare? E' più che naturale che il datore di lavoro si cauteli con una clausola per licenziarti in caso di ulteriore fallimento. Sono tutte scuse puerili, i veri motivi delle sue dimissioni sono altri (soldi arabi, stanchezza, giramento di balle ecc...).
Gravina ha però fallito anche lui, non se lo dimentichi. Non cerchi di passare dalla parte della completa ragione perchè il calcio italiano che lui guida fa pena, pietà, è ridotto ai minimi termini.
Basta con le parole, i progetti su carta e tutte queste balle. Stia zitto e inizi a farli vedere questi progetti.
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