Lukaku-Juventus: contatti a marzo, ecco com’è andata
Allegri lo ha suggerito mesi fa, dopo la Champions la stretta di mano. La distanza con il Chelsea è di 10 milioni, il belga fa risparmiare con il Decreto crescita
La pazza idea, Lukaku alla Juve, nasce a marzo. Quando Allegri pianifica l’assalto ad un attaccante più funzionale al suo gioco e di grande impatto come carisma (nel gruppo) e pericolosità (per gli avversari), così da tornare a competere per il titolo. Subito. La dirigenza condivide la strategia, preparandosi contestualmente ad un’eventuale offerta in arrivo per Vlahovic, il sacrificabile. I contatti partono tra Manna, oggi primo collaboratore di Giuntoli, e l’avvocato Ledure, l’uomo più vicino a Romelu. Che ascolta, prende atto, non chiude la porta e chiede però di riparlarne a Champions conclusa. Già il lunedì post Istanbul, la Juve e Lukaku si stringono la mano, senza ovviamente che l’Inter (società e compagni) sappiano nulla. La delusione per la panchina in finale contro il City e il corteggiamento datato dei bianconeri fanno breccia definitivamente nella testa del gigante dalle mille maschere, deciso così a tradire l’amore professato pubblicamente e i rifiuti sbandierati in passato verso la maglia che invece accetta di indossare.
Lukaku e la Juve promessi sposi, in attesa di una soluzione che fatica però ad arrivare per il più giovane Dusan. Il Psg gioca a nascondino, il Bayern vuole Kane, da Madrid si fa sentire sporadicamente solo Ancelotti, mentre il Chelsea si ritrova presto con un problema in casa da risolvere: l’Inter infuriata con l’ex figliol prodigo si è dileguata, mentre l’offerta araba è stata messa in un angolo.
A Lukaku resta solo la Juve , che rimette in piedi lo scambio con Vlahovic per motivi non solo tecnici, ma anche e soprattutto economici. Eccoli: 1) grazie ai vantaggi del Decreto crescita, l’ingaggio lordo del belga nei tre anni di contratto previsti avrebbe un impatto di circa trenta milioni in meno rispetto al salario del serbo, che sempre nello stesso periodo — se rimarrà — ne dovrà percepire una settantina, sempre lordi, grazie a un contratto che prevede una base molto alta dal 2023 al 2026; 2) vendere Vlahovic a 75/80 milioni permetterebbe di far respirare le casse del club, in sofferenza per i mancati introiti europei e il supplemento di costi, con una cessione importante per recuperare la cifra investita dieci mesi fa e realizzando anche una plusvalenza da stimare ad affare concluso che può aggirarsi sui 15 milioni, considerati gli ammortamenti. Il nodo, forse l’ultimo, è proprio questo
Per chiudere questo scambio, la Juve pretende almeno un delta cash di 35/40 milioni, così da far sorridere il bilancio e accontentare le esigenze da instant team di Allegri, smanioso di tornare a vincere. Da Londra ne offrono una decina in meno, ma hanno aperto nei giorni scorsi a questa trattativa con piena convinzione perché Vlahovic ha sette anni in meno, può esplodere (definitivamente) da un momento all’altro ed è ancora uno dei 2000 più intriganti come potenzialità per il futuro. Ed è così che vogliono guadagnarci, togliendosi il peso finanziario e tecnico di un giocatore fuori dai piani come Lukaku, puntando allo stesso tempo su un attaccante che ha più o meno lo stesso salario ma il domani dalla sua.
A lunga scadenza, è chiaro che la Juve ci perda e lo hanno capito anche tutti quei tifosi che ancora vorrebbero la permanenza dell’attuale nove e sperano che i due club la settimana prossima non riescano a trovare la quadratura finale. Legata adesso alle nuove proposte allo studio delle parti, per ridurre l’attuale distanza di 10 milioni ed arrivare al traguardo. L’ultima idea potrebbe considerare l’inserimento di altri bonus che la Juve riconoscerebbe al Chelsea se, grazie alle prestazioni del suo nuovo centravanti, venissero conquistati successi prima in Italia e successivamente in Europa.
Della serie: tu (Chelsea) mi dai subito gli ottanta che voglio e io (Juve) te ne garantisco poi cinquanta, invece dei quaranta già pattuiti, se Lukaku mi aiuterà a essere di nuovo competitivo per lo scudetto e poi in Champions nei tre anni di contratto siglati. Le carte sono ormai scoperte, saranno i giorni del giudizio e delle verità non più nascoste: abbiamo tutti visto ormai la Juventus che bacia Lukaku, che bacia la Juve, che bacia il Chelsea, che bacia Vlahovic… ma chi bacerà davvero alla fine questa pazza idea? Annalisa non si offenda.
CorSera - Di Marzio
Allegri lo ha suggerito mesi fa, dopo la Champions la stretta di mano. La distanza con il Chelsea è di 10 milioni, il belga fa risparmiare con il Decreto crescita
La pazza idea, Lukaku alla Juve, nasce a marzo. Quando Allegri pianifica l’assalto ad un attaccante più funzionale al suo gioco e di grande impatto come carisma (nel gruppo) e pericolosità (per gli avversari), così da tornare a competere per il titolo. Subito. La dirigenza condivide la strategia, preparandosi contestualmente ad un’eventuale offerta in arrivo per Vlahovic, il sacrificabile. I contatti partono tra Manna, oggi primo collaboratore di Giuntoli, e l’avvocato Ledure, l’uomo più vicino a Romelu. Che ascolta, prende atto, non chiude la porta e chiede però di riparlarne a Champions conclusa. Già il lunedì post Istanbul, la Juve e Lukaku si stringono la mano, senza ovviamente che l’Inter (società e compagni) sappiano nulla. La delusione per la panchina in finale contro il City e il corteggiamento datato dei bianconeri fanno breccia definitivamente nella testa del gigante dalle mille maschere, deciso così a tradire l’amore professato pubblicamente e i rifiuti sbandierati in passato verso la maglia che invece accetta di indossare.
Lukaku e la Juve promessi sposi, in attesa di una soluzione che fatica però ad arrivare per il più giovane Dusan. Il Psg gioca a nascondino, il Bayern vuole Kane, da Madrid si fa sentire sporadicamente solo Ancelotti, mentre il Chelsea si ritrova presto con un problema in casa da risolvere: l’Inter infuriata con l’ex figliol prodigo si è dileguata, mentre l’offerta araba è stata messa in un angolo.
A Lukaku resta solo la Juve , che rimette in piedi lo scambio con Vlahovic per motivi non solo tecnici, ma anche e soprattutto economici. Eccoli: 1) grazie ai vantaggi del Decreto crescita, l’ingaggio lordo del belga nei tre anni di contratto previsti avrebbe un impatto di circa trenta milioni in meno rispetto al salario del serbo, che sempre nello stesso periodo — se rimarrà — ne dovrà percepire una settantina, sempre lordi, grazie a un contratto che prevede una base molto alta dal 2023 al 2026; 2) vendere Vlahovic a 75/80 milioni permetterebbe di far respirare le casse del club, in sofferenza per i mancati introiti europei e il supplemento di costi, con una cessione importante per recuperare la cifra investita dieci mesi fa e realizzando anche una plusvalenza da stimare ad affare concluso che può aggirarsi sui 15 milioni, considerati gli ammortamenti. Il nodo, forse l’ultimo, è proprio questo
Per chiudere questo scambio, la Juve pretende almeno un delta cash di 35/40 milioni, così da far sorridere il bilancio e accontentare le esigenze da instant team di Allegri, smanioso di tornare a vincere. Da Londra ne offrono una decina in meno, ma hanno aperto nei giorni scorsi a questa trattativa con piena convinzione perché Vlahovic ha sette anni in meno, può esplodere (definitivamente) da un momento all’altro ed è ancora uno dei 2000 più intriganti come potenzialità per il futuro. Ed è così che vogliono guadagnarci, togliendosi il peso finanziario e tecnico di un giocatore fuori dai piani come Lukaku, puntando allo stesso tempo su un attaccante che ha più o meno lo stesso salario ma il domani dalla sua.
A lunga scadenza, è chiaro che la Juve ci perda e lo hanno capito anche tutti quei tifosi che ancora vorrebbero la permanenza dell’attuale nove e sperano che i due club la settimana prossima non riescano a trovare la quadratura finale. Legata adesso alle nuove proposte allo studio delle parti, per ridurre l’attuale distanza di 10 milioni ed arrivare al traguardo. L’ultima idea potrebbe considerare l’inserimento di altri bonus che la Juve riconoscerebbe al Chelsea se, grazie alle prestazioni del suo nuovo centravanti, venissero conquistati successi prima in Italia e successivamente in Europa.
Della serie: tu (Chelsea) mi dai subito gli ottanta che voglio e io (Juve) te ne garantisco poi cinquanta, invece dei quaranta già pattuiti, se Lukaku mi aiuterà a essere di nuovo competitivo per lo scudetto e poi in Champions nei tre anni di contratto siglati. Le carte sono ormai scoperte, saranno i giorni del giudizio e delle verità non più nascoste: abbiamo tutti visto ormai la Juventus che bacia Lukaku, che bacia la Juve, che bacia il Chelsea, che bacia Vlahovic… ma chi bacerà davvero alla fine questa pazza idea? Annalisa non si offenda.
CorSera - Di Marzio
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