Simone Inzaghi, il calcio italiano si aggrappa a lui e alla finale Manchester City Inter
Dopo le dolorose sconfitte di Roma e Fiorentina, il calcio italiano si aggrappa all'Inter di Simone Inzaghi per alzare almeno un trofeo europeo
Siamo appesi al tanto bistrattato Simone Inzaghi, che ha rischiato di perdere l’Inter e ora può trascinarla dove in estate neppure il più inguaribile degli ottimisti avrebbe immaginato. La Champions è la nostra ultima occasione per sollevare al cielo una Coppa. La Roma ha perso l’Europa League ai rigori, la Fiorentina ha visto svanire la Conference al 90’ ed entrambe sono tornate a casa tra rimpianti e lacrime. Il successo di Inzaghi, nel Paese delle rivalità spiccate e delle beghe di quartiere, non lenirebbe il dolore di giallorossi e viola, ma darebbe un senso compiuto al nostro calcio martoriato, che dopo anni bui sta provando a rialzare la testa. Tre squadre in finale e 5 in semifinale sono la base da cui ripartire, inseguendo una nuova primavera.
Ci attende però la montagna più dura da scalare e non solo perché Inzaghi, il re delle partite senza ritorno, si dovrà misurare con il visionario Pep, il migliore del mondo che può contare su Haaland, a sua volta il miglior centravanti del mondo. Il Manchester City è una squadra stellare, apparentemente senza difetti, che ha vinto la Premier e la FA Cup e punta alla Champions e di conseguenza al Treble, la tripletta. Tanto per rendere l’idea, Guardiola ha chiuso il campionato con 49 punti più del West Ham, che ha appena beffato la Fiorentina. E i viola contro l’Inter hanno giocato alla pari sia in Coppa Italia sia in campionato. Ci sarà da penare, soffrire, stringere i denti, non perdere lucidità nei tanti momenti duri della notte di Istanbul.
Ma neppure la fiducia va persa. Le finali sono uno sport a parte, le differenze tecniche si assottigliano e la testa conta più delle gambe. Il City la Coppa con le grandi orecchie non l’ha mai vinta e Guardiola c’è riuscito solo a Barcellona grazie a Messi. A caccia della definitiva consacrazione gli inglesi potrebbero incartarsi, come è successo due anni fa con il Chelsea. E l’Inter, quella feroce e convinta dell’ultimo tratto di strada, può sorprenderli. Vincere la finale più difficile sarebbe un bel colpo. E cancellerebbe la scocciatura di un triplete al contrario.
CorSera
Dopo le dolorose sconfitte di Roma e Fiorentina, il calcio italiano si aggrappa all'Inter di Simone Inzaghi per alzare almeno un trofeo europeo
Siamo appesi al tanto bistrattato Simone Inzaghi, che ha rischiato di perdere l’Inter e ora può trascinarla dove in estate neppure il più inguaribile degli ottimisti avrebbe immaginato. La Champions è la nostra ultima occasione per sollevare al cielo una Coppa. La Roma ha perso l’Europa League ai rigori, la Fiorentina ha visto svanire la Conference al 90’ ed entrambe sono tornate a casa tra rimpianti e lacrime. Il successo di Inzaghi, nel Paese delle rivalità spiccate e delle beghe di quartiere, non lenirebbe il dolore di giallorossi e viola, ma darebbe un senso compiuto al nostro calcio martoriato, che dopo anni bui sta provando a rialzare la testa. Tre squadre in finale e 5 in semifinale sono la base da cui ripartire, inseguendo una nuova primavera.
Ci attende però la montagna più dura da scalare e non solo perché Inzaghi, il re delle partite senza ritorno, si dovrà misurare con il visionario Pep, il migliore del mondo che può contare su Haaland, a sua volta il miglior centravanti del mondo. Il Manchester City è una squadra stellare, apparentemente senza difetti, che ha vinto la Premier e la FA Cup e punta alla Champions e di conseguenza al Treble, la tripletta. Tanto per rendere l’idea, Guardiola ha chiuso il campionato con 49 punti più del West Ham, che ha appena beffato la Fiorentina. E i viola contro l’Inter hanno giocato alla pari sia in Coppa Italia sia in campionato. Ci sarà da penare, soffrire, stringere i denti, non perdere lucidità nei tanti momenti duri della notte di Istanbul.
Ma neppure la fiducia va persa. Le finali sono uno sport a parte, le differenze tecniche si assottigliano e la testa conta più delle gambe. Il City la Coppa con le grandi orecchie non l’ha mai vinta e Guardiola c’è riuscito solo a Barcellona grazie a Messi. A caccia della definitiva consacrazione gli inglesi potrebbero incartarsi, come è successo due anni fa con il Chelsea. E l’Inter, quella feroce e convinta dell’ultimo tratto di strada, può sorprenderli. Vincere la finale più difficile sarebbe un bel colpo. E cancellerebbe la scocciatura di un triplete al contrario.
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