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Empoli-Lazio 0-2, Romagnoli e Luis Alberto regalano il secondo posto ai biancocelesti
La squadra di Sarri scavalca l'Inter e chiude la stagione dietro al Napoli. Decisivi lo stacco di testa del centrale azzurro e il piazzato spettacolare dello spagnolo. Pericoloso Immobile, fermato da un super Vicario
La squadra di Sarri scavalca l'Inter e chiude la stagione dietro al Napoli. Decisivi lo stacco di testa del centrale azzurro e il piazzato spettacolare del…
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Torino-Inter 0-1: ci pensa Brozovic, nerazzurri pronti per Istanbul
Buon test per la squadra di Inzaghi in vista dell'attesissima sfida di sabato prossimo contro il Manchester
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...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Spalletti-Napoli, il saluto: «Mi faccio male da solo, ma vado via»
L’allenatore del Napoli alla sua ultima partita con la tuta azzurra: «Resto un anno fermo perché non avrei mai potuto giocare contro il Napoli». Il secondo tempo di Napoli-Sampdoria trasmesso in chiaro sui maxischermi in città
La festa finisce domani, domenica contro la Sampdoria — ed è una gran festa con spettacolo e maxi schermi— e Luciano Spalletti non gioca più. È l’ultima partita del regista dello scudetto atteso 33 anni, e probabilmente per la prima volta Lucio si emoziona. Gli succede spesso in questi giorni, e lui sa perché. Lo scudetto tatuato sul braccio, i napoletani che gli implorano di restare. La sua vanità che cresce...., il dolore che aumenta. Poi, il coraggio di lasciare. «Mi faccio male da solo — ammette — lo so. E il tatuaggio sarà la mia bellissima cicatrice. Ho vissuto Napoli intensamente, scoprendola anche più bella della città che mi ero immaginato. Guarderò il Napoli dalla tribuna, sono distante venti metri a dove ero quest’anno, anche dalla televisione si vede bene lo stesso. Il cuore del calcio batte anche da casa propria se uno lo ama e chi lo ama non gioca mai in trasferta, col Napoli si gioca sempre in casa. Le cicatrici? Non sono tutte il ricordo di un dolore, ci sono alcune bellissime che uno si porta dietro come quella che ho sul braccio, me la sono fatta lì per avercela sempre sotto gli occhi e guardarla». L’uomo è forte, e come tante volte ci ha detto, il suo destino è forte. E quello che si è consumato alla vigilia della sua ultima partita con la tuta del Napoli è un autentico atto d’amore, che spiega anche la sua scelta di prendersi un anno sabbatico. «Non voglio giocare contro il Napoli, mettermi una tuta diversa da quella del Napoli. Si parte da lì, poi a fine anno si fa l’inventario di stimoli, pensieri, sentimenti e si guarda un po’ dove siamo».
Dazn: partita (secondo tempo) in chiaro sui maxishermi in città
La partita tra Napoli e Sampdoria sarà trasmessa parzialmente in chiaro da Dazn su molti dei maxischermi dislocati in città. Un evento eccezionale che Dazn ha reso possibile in accordo con la Lega Serie A. Dazn conferma «di aver accettato in via del tutto eccezionale la richiesta della Prefettura di Napoli di trasmettere in chiaro il secondo tempo della partita Napoli-Sampdoria e la premiazione per consentire maggior sicurezza nei festeggiamenti nei comuni dell’area metropolitana e nella città di Napoli». Dazn confida però che « i Comuni riescano a dotarsi di tutto il necessario per garantire a tifosi e sportivi di godere di questo importante momento, nel miglior modo possibile. Affinché la visione risulti perfetta è indispensabile che i luoghi individuati dai Comuni, attraverso le società coinvolte nell’organizzazione, siano dotati ad esempio di connessione in fibra ottica ultraveloce e mezzi tecnici adeguati».
CorSera
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Pep Guardiola (City) vince la FA Cup, ora l’Inter in Champions. Ma la squadra è stanca
Il Manchester City alza il secondo trofeo della stagione dopo la Premier e sogna la tripletta con la Champions. Da Londra buone notizie: Haaland non fa gol, De Bruyne è meno scintillante e Bernardo Silva non trova il varco giusto
Il Manchester City alza nel cielo di Wembley la FA Cup, il secondo trofeo della stagione dopo la Premier, in attesa della finale di Champions con l’Inter. A una partita dal treble, la tripletta che non riesce a nessuno dal 1999, 24 anni fa, quando l’aveva centrata l’altra squadra di Manchester, lo United di Sir Alex Ferguson. E proprio contro i Red Devils, Pep Guardiola mette un altro tassello del complicato e affascinante puzzle di una stagione che potrebbe diventare irripetibile, il 13° trofeo sulla panchina dei Citizens, il 34° della sua formidabile carriera di allenatore. E ancora si emoziona, tanto che alla fine di una partita complicatissima, dopo aver abbracciato i suoi giocatori, non riesce a trattenere qualche lacrima.
Il City vince con una doppietta del capitano Gundogan, che ha il contratto in scadenza e potrebbe andarsene a fine stagione, due reti al volo da fuori area, la prima dopo 13 secondi senza che lo United abbia praticamente toccato il pallone, la seconda al 6’ della ripresa. Nel mezzo il rigore del provvisorio 1-1 di Bruno Fernandes.
Ma non mancano le ombre. Il City è la squadra migliore del mondo ma non è inarrivabile, non adesso, almeno. Da Londra arrivano buone notizie per l’Inter. I giganti non sono invulnerabili. Inzaghi, che oggi rivedrà la partita, avrà molti appunti da prendere. A una settimana dalla finale di Istanbul, non tutto funziona nell’orchestra di Pep. Haaland si impegna e si spreme, ma è macchinoso e non segna. Il fantastico De Bruyne, al rientro dopo un infortunio, mette il piede in entrambi i gol, ma è meno scintillante del solito. Bernando Silva e Grealish, i grimaldelli dei Citizens, non trovano mai il varco giusto. Il gioco è meno incisivo. A tratti il City sembra stanco e impreciso e soffre nel momento in cui lo United riesce a evitare la prima pressione e aggredisce con veemenza.
Servirà l’Inter migliore, questo è evidente, ma con l’alta intensità, la spinta di Dumfries e Dimarco e le ripartenze chirurgiche di Barella, gli inglesi potrebbero andare in difficoltà. Nell’ultima mezz’ora lo United si gioca il tutto per tutto e i discepoli di Guardiola vanno in affanno, mostrando evidenti segni di stanchezza. Ortega, nel recupero, salva su McTominay.
Pep è già concentrato sull’Inter. La Champions, vinta solo sulla panchina del Barcellona, è la sua ossessione e dopo aver stretto la mano al principe William guarda avanti. «Abbiamo meritato la Coppa. Ma sappiamo che, per ottenere il riconoscimento che meritiamo, dobbiamo vincere in Europa. Sabato contro l’Inter giocheremo la partita più importante nella storia del Manchester City». Forse anche della storia di Guardiola.
CorSera
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Credo che sarà molto difficile che Mancini lascerà la nazionale. Il suo programma è sempre stato quello di disputare i mondiali...e non penso lascerà l'opera a metà, in specie dopo un fallimento ad una qualificazione.
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Allenatori e panchine girevoli: chi va e chi viene in serie A
Allegri vuole rimanere alla Juventus, Mourinho chiede garanzie e investimenti alla Roma. Italiano in pole per il Napoli. Se Gasperini lascia, Thiago Motta all'Atalanta
Cala il sipario sul campionato e poiché del doman non v’è certezza non sono pochi i club che ancora non hanno sciolto le riserve sulla guida tecnica del prossimo anno. Partiamo dalle sicurezze. Simone Inzaghi, dopo una primavera sui carboni ardenti, si è guadagnato con lo straordinario cammino in Champions la permanenza sulla panchina nerazzurra. Stefano Pioli non è mai stato messo in discussione dalla proprietà del Milan che ha apprezzato il lavoro del tecnico, sempre equilibrato nelle esternazioni. Sarri avrà sempre maggior voce in capitolo alla Lazio, Sottil ha rinnovato con l’Udinese e Palladino, l’allenatore rivelazione della serie A, si fermerà ancora a Monza (per un solo anno, però). Poi è nebbia fitta.
Per dire, dopo la rottura avvenuta fra Spalletti e De Laurentiis, ancora non è chiaro chi allenerà nella prossima stagione i campioni d’Italia. Il prescelto, cioè Luis Enrique sembra diretto verso Parigi dove raccoglierà l’eredità di Galtier, mentre Conceicao sembra sfumare. Diminuendo i petali della margherita, restano in piedi il ritorno dell’ex Rafa Benitez (in contatto costante con il presidente del Napoli) e Vincenzo Italiano, impegnato mercoledì nella finale di Conference League. Il patto di ferro con la Fiorentina sui temi che riguardano la politica sportiva potrebbe agevolare in tal senso il dialogo fra De Laurentiis e Commisso. «Sono lusingato per gli accostamenti ma finiamo la stagione e poi parleremo» ha dichiarato nelle scorse ore Italiano, concentrato solo sul West Ham prossimo avversario.
In attesa di comprendere se il patron viola libererà il suo allenatore, prende corpo a Firenze l’ipotesi di una promozione interna dalla Primavera alla prima squadra di Alberto Aquilani. Max Allegri nell’ultima vigilia della stagione parla con il tono di chi non ha alcuna intenzione di abdicare, rinviando a lunedì ogni valutazione sulla pianificazione del prossimo campionato. Ha ancora due anni di contratto da 7 milioni netti, cifra che alla Continassa scoraggia divorzi frettolosi. Max non dà l’idea di essere aperto a una risoluzione consensuale dell’accordo, formula che consentirebbe alla Juve di cercare un sostituto (Tudor che ha dato l’addio al Marsiglia?) senza appesantire troppo il bilancio. Peraltro prima di sciogliere il rebus sull’allenatore si dovrebbe avere un d.s. e Giuntoli, il prediletto di Calvo, ancora non ha un appuntamento con De Laurentiis per trovare il modo di dirsi addio.
Mourinho, al netto delle rivendicazioni e delle lamentele, dovrebbe rimanere a Roma. Così per lo meno aveva detto ai giocatori storditi dalla fatica dopo la notte di Budapest. «Resto di sicuro» la promessa del portoghese che ha ancora un anno di contratto da 8 milioni netti a stagione. Non dovrebbe avere sul tavolo altre proposte in grado di farlo desistere. Certo, con le dichiarazioni seguite alla sconfitta con il Siviglia ha recapitato una cartolina ai Friedkin di facile interpretazione. Il tecnico chiede maggiori investimenti sul mercato, maggior voce in capitolo nella scelta degli acquisti e per finire un dirigente che si faccia portavoce delle lamentele con il mondo arbitrale. Mica poco.
Gasperini e la crisi del settimo anno. «Del mio futuro parleremo da lunedì. Io ho un contratto eh, mi sono impegnato al massimo, ma ora voglio l’Europa League perché può aumentare il blasone della squadra». Quando sarà chiaro a quale competizione europea l’Atalanta il prossimo parteciperà — il posto in Conference League è già assicurato — il tecnico incontrerà i Percassi. Da vedere se le ambizioni coincideranno. Nel caso di una separazione, Thiago Motta, dopo l’ottima stagione a Bologna, è il prescelto.
CorSera
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Spalletti-Napoli, il saluto: «Mi faccio male da solo, ma vado via»
L’allenatore del Napoli alla sua ultima partita con la tuta azzurra: «Resto un anno fermo perché non avrei mai potuto giocare contro il Napoli». Il secondo tempo di Napoli-Sampdoria trasmesso in chiaro sui maxischermi in città
La festa finisce domani, domenica contro la Sampdoria — ed è una gran festa con spettacolo e maxi schermi— e Luciano Spalletti non gioca più. È l’ultima partita del regista dello scudetto atteso 33 anni, e probabilmente per la prima volta Lucio si emoziona. Gli succede spesso in questi giorni, e lui sa perché. Lo scudetto tatuato sul braccio, i napoletani che gli implorano di restare. La sua vanità che cresce...., il dolore che aumenta. Poi, il coraggio di lasciare. «Mi faccio male da solo — ammette — lo so. E il tatuaggio sarà la mia bellissima cicatrice. Ho vissuto Napoli intensamente, scoprendola anche più bella della città che mi ero immaginato. Guarderò il Napoli dalla tribuna, sono distante venti metri a dove ero quest’anno, anche dalla televisione si vede bene lo stesso. Il cuore del calcio batte anche da casa propria se uno lo ama e chi lo ama non gioca mai in trasferta, col Napoli si gioca sempre in casa. Le cicatrici? Non sono tutte il ricordo di un dolore, ci sono alcune bellissime che uno si porta dietro come quella che ho sul braccio, me la sono fatta lì per avercela sempre sotto gli occhi e guardarla». L’uomo è forte, e come tante volte ci ha detto, il suo destino è forte. E quello che si è consumato alla vigilia della sua ultima partita con la tuta del Napoli è un autentico atto d’amore, che spiega anche la sua scelta di prendersi un anno sabbatico. «Non voglio giocare contro il Napoli, mettermi una tuta diversa da quella del Napoli. Si parte da lì, poi a fine anno si fa l’inventario di stimoli, pensieri, sentimenti e si guarda un po’ dove siamo».
Dazn: partita (secondo tempo) in chiaro sui maxishermi in città
La partita tra Napoli e Sampdoria sarà trasmessa parzialmente in chiaro da Dazn su molti dei maxischermi dislocati in città. Un evento eccezionale che Dazn ha reso possibile in accordo con la Lega Serie A. Dazn conferma «di aver accettato in via del tutto eccezionale la richiesta della Prefettura di Napoli di trasmettere in chiaro il secondo tempo della partita Napoli-Sampdoria e la premiazione per consentire maggior sicurezza nei festeggiamenti nei comuni dell’area metropolitana e nella città di Napoli». Dazn confida però che « i Comuni riescano a dotarsi di tutto il necessario per garantire a tifosi e sportivi di godere di questo importante momento, nel miglior modo possibile. Affinché la visione risulti perfetta è indispensabile che i luoghi individuati dai Comuni, attraverso le società coinvolte nell’organizzazione, siano dotati ad esempio di connessione in fibra ottica ultraveloce e mezzi tecnici adeguati».
Pep Guardiola (City) vince la FA Cup, ora l’Inter in Champions. Ma la squadra è stanca
Il Manchester City alza il secondo trofeo della stagione dopo la Premier e sogna la tripletta con la Champions. Da Londra buone notizie: Haaland non fa gol, De Bruyne è meno scintillante e Bernardo Silva non trova il varco giusto
Il Manchester City alza nel cielo di Wembley la FA Cup, il secondo trofeo della stagione dopo la Premier, in attesa della finale di Champions con l’Inter. A una partita dal treble, la tripletta che non riesce a nessuno dal 1999, 24 anni fa, quando l’aveva centrata l’altra squadra di Manchester, lo United di Sir Alex Ferguson. E proprio contro i Red Devils, Pep Guardiola mette un altro tassello del complicato e affascinante puzzle di una stagione che potrebbe diventare irripetibile, il 13° trofeo sulla panchina dei Citizens, il 34° della sua formidabile carriera di allenatore. E ancora si emoziona, tanto che alla fine di una partita complicatissima, dopo aver abbracciato i suoi giocatori, non riesce a trattenere qualche lacrima.
Il City vince con una doppietta del capitano Gundogan, che ha il contratto in scadenza e potrebbe andarsene a fine stagione, due reti al volo da fuori area, la prima dopo 13 secondi senza che lo United abbia praticamente toccato il pallone, la seconda al 6’ della ripresa. Nel mezzo il rigore del provvisorio 1-1 di Bruno Fernandes.
Ma non mancano le ombre. Il City è la squadra migliore del mondo ma non è inarrivabile, non adesso, almeno. Da Londra arrivano buone notizie per l’Inter. I giganti non sono invulnerabili. Inzaghi, che oggi rivedrà la partita, avrà molti appunti da prendere. A una settimana dalla finale di Istanbul, non tutto funziona nell’orchestra di Pep. Haaland si impegna e si spreme, ma è macchinoso e non segna. Il fantastico De Bruyne, al rientro dopo un infortunio, mette il piede in entrambi i gol, ma è meno scintillante del solito. Bernando Silva e Grealish, i grimaldelli dei Citizens, non trovano mai il varco giusto. Il gioco è meno incisivo. A tratti il City sembra stanco e impreciso e soffre nel momento in cui lo United riesce a evitare la prima pressione e aggredisce con veemenza.
Servirà l’Inter migliore, questo è evidente, ma con l’alta intensità, la spinta di Dumfries e Dimarco e le ripartenze chirurgiche di Barella, gli inglesi potrebbero andare in difficoltà. Nell’ultima mezz’ora lo United si gioca il tutto per tutto e i discepoli di Guardiola vanno in affanno, mostrando evidenti segni di stanchezza. Ortega, nel recupero, salva su McTominay.
Pep è già concentrato sull’Inter. La Champions, vinta solo sulla panchina del Barcellona, è la sua ossessione e dopo aver stretto la mano al principe William guarda avanti. «Abbiamo meritato la Coppa. Ma sappiamo che, per ottenere il riconoscimento che meritiamo, dobbiamo vincere in Europa. Sabato contro l’Inter giocheremo la partita più importante nella storia del Manchester City». Forse anche della storia di Guardiola.
CorSera
mah....
fino a 10 giorni fa erano in formisssima
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Il discorso sul City è dovuto al fatto che hanno abituato a ritmi talmente alti che appena c'è un lieve accenno di calo si parla di squadra stanca, sono cmq esseri umani, una partita in cui non vincono 4 a zero con doppietta di Haaland ci sta
Il City e' in calo...e' vero...e Haaland e' in crisi...ha fatto solo 1 goal nelle ultime 8 partite. Da parte Inter c'e' un Lautaro che segna quasi sempre ed un Lukaku rinato.
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando Tapatalk
I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Il City e' in calo...e' vero...e Haaland e' in crisi...ha fatto solo 1 goal nelle ultime 8 partite. Da parte Inter c'e' un Lautaro che segna quasi sempre ed un Lukaku rinato.
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Rob, me l'hai fatta perdere te la finale, ora lo so...
Non hai fatto il pronostico apposta.
Maledetto.
In verità è finita benissimo, perchè nella giornata odierna verrà consegnata la coppa dello scudetto che da quelle parti si attendeva da 3 decenni...e questo certifica una stagione che per i tifosi del Napoli è stata davvero stra-ordinaria.
Lo scudetto è chiaramente anche un affaccio sul futuro. In questo senso, se Spalletti non se la sentiva più bene ha fatto a dirlo e a rinunciare, così il Napoli può programmare la prossima stagione.
Tra le squadre italiane è quella messa meglio: dal profilo del portafoglio, dal ricco parco giocatori, dall'ossatura. Anche la questione allenatore che sì ok verrà cambiato, ma se diamo un veloce sguardo a tutte le altre, in verità scopriamo che anche gli allenatori che verranno confermati avranno sulle spalle una marea di incognite:
- Inzaghi: ne abbiamo parlato, prima della finale di champions era esonerato: che stagione farà nella prossima, viste le sue insufficienze in campionato e visto che è stato confermato per cause di forza maggiore?
- Pioli: confermato sì ma è in champions perchè la Juve è stata penalizzata, altrimenti sul campo ha lasciato una marea di punti uscendo poi da tutte le coppe
- Allegri: forse resta...ma se resta è per il pesantissimo contratto e perchè, siccome si dà già per interlocutoria anche la prossima stagione, tanto vale rimanga lui con tutte le sue manchevolezze di cui abbiamo detto a iosa
- Mourinho: resta? Forse sì...ma terzo anno, sarà il suo anno più difficile, si viene da un finale di stagione che ha scontentato tutti, ci saranno tante tossine da vaporizzare e se non gli alzano il livello tecnico della squadra lo sentiremo spesso sclerare
E allora in questo quadro, un cambio di allenatore, che però arriva in una società che è quella messa meglio di tutte, non è davvero un dramma. Importante scegliere bene, certo...ma sulla valle non splende questo gran sole per nessuno dei tanti.
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