Mourinho e il suo futuro dopo la sconfitta della Roma contro il Siviglia: i Friedkin devono scegliere
Dan e Ryan Friedkin dovranno a breve decidere: tenere lo Special One alle condizioni che il portoghese ha imposto o dirsi addio e ricominciare da un progetto completamente nuovo?
Dan e Ryan Friedkin sono uomini di cinema — con un ricco palmares di premi anche a Cannes — e di sicuro capiranno il collegamento. Li aspetta, da qui a lunedì, data della partenza di José Mourinho per le vacanze, una vera e propria «scelta di Sophie». Tenere lo Special One alle condizioni che il portoghese ha imposto o dirsi addio e ricominciare da un progetto completamente nuovo? Mou, dopo aver perso ai rigori contro il Siviglia la finale di Europa League, la sua prima sconfitta dopo 5 vittorie su 5 negli atti decisivi di una Coppa europea, ha buttato tutto sul tavolo: «Lunedì andrò in vacanza ma fino a quel giorno abbiamo tempo per vederci e parlare con la proprietà. Ho lasciato tutte le mie cose nell’armadietto di Trigoria e lì tornerò di sicuro, però è arrivato il momento di parlare». Un colloquio che Mou, che ha il contratto in scadenza a giugno 2024, chiede da settimane ma che i Friedkin, in modo molto pragmatico, hanno rinviato anche in attesa di capire il risultato finale della stagione. Se non vincerà contro lo Spezia, domenica sera, con i resti dell’armata ferita e lacerata dalla finale di Budapest, la Roma rischia addirittura di finire settima in campionato e giocare la prossima stagione in Conference League.
Cosa chiede Mourinho
Cosa chiede Mou? Più giocatori forti, più soldi da spendere, più potere nelle decisioni sul mercato – i rapporti con l’a.d. Tiago Pinto sono ai minimi termini – e più sostegno da parte del club nelle apparizioni pubbliche e nella sua battaglia contro gli arbitri: «Ora non posso dire oggettivamente che resterò. Però vorrei farlo. Voglio rimanere alla Roma. I miei giocatori meritano di più e anche io merito di più. Sembra paradossale, ma è meglio nella prossima stagione non giocare la Champions perché non siamo ancora pronti per quel livello. Sono stanco di fare tutto io e di metterci sempre la faccia». Mourinho si riferisce soprattutto alla sua battaglia – in Italia e in Europa – contro una classe arbitrale dalla quale si sente bullizzato. L’arbitraggio dell’inglese Taylor, ieri sera, è stato pessimo. Mou si è scagliato contro di lui nell’immediato dopo partita: «Un’ingiustizia. L’arbitro sembrava spagnolo e ammoniva solo noi. Speriamo che l’anno prossimo lo promuovano a fare solo la Champions League così noi, che non ci saremo, non subiremo le sue cagate». Secondo round nella mixed zone, dove i pullman di squadre e arbitri erano parcheggiati. Prima che Taylor si mettesse al riparo, Mou se l’è presa con lui e poi con il quarto uomo, Oliver: «What a disgrace! (che disastro!)». Poi, a voce più alta: «What a fucking disgrace! (che fottuto disastro!)». Roberto Rosetti, presidente della commissione arbitrale Uefa, ha provato a placare Mou, con scarsi risultati. Nuova squalifica in arrivo?
Quanto al futuro, lo Special One chiede campioni. Più volte ha detto di essere stato costretto a far giocare «ragazzini», come Bove e Zalewski. I punti fermi sono Smalling, Mancini, Cristante, Matic, Pellegrini e Dybala, che però ha una clausola, bassa, di rescissione. Come minimo, per lui, servono: due esterni di difesa/centrocampo, un centrale difensivo, un leader a centrocampo, un centravanti, un attaccante contropiedista che la Roma non ha in rosa e che mercoledì sera, in vantaggio 1-0, sarebbe servito come il pane. La Roma, però, è sotto Financial Fair Play e Tiago Pinto ha fatto un mercato – soprattutto di parametri zero – in linea con le direttive dei suoi capi. Il club dovrà finanziare il mercato principalmente con le cessioni e non avrà accesso ai proventi della Champions.
In più i Friedkin hanno da poco assunto come ceo la greca Lina Souloukou, con un passato importante nell’Eca, pedina per entrare sempre di più nel giro dei club che contano anche dentro il Palazzo. Lo stesso Palazzo che, a partire dalla questione arbitrale, Mou prende a picconate ogni volta. La stragrande maggioranza dei tifosi romanisti sta con l’allenatore, ma quale sarà la scelta di Sophie? Anzi, di Dan e Ryan?
CorSera
Dan e Ryan Friedkin dovranno a breve decidere: tenere lo Special One alle condizioni che il portoghese ha imposto o dirsi addio e ricominciare da un progetto completamente nuovo?
Dan e Ryan Friedkin sono uomini di cinema — con un ricco palmares di premi anche a Cannes — e di sicuro capiranno il collegamento. Li aspetta, da qui a lunedì, data della partenza di José Mourinho per le vacanze, una vera e propria «scelta di Sophie». Tenere lo Special One alle condizioni che il portoghese ha imposto o dirsi addio e ricominciare da un progetto completamente nuovo? Mou, dopo aver perso ai rigori contro il Siviglia la finale di Europa League, la sua prima sconfitta dopo 5 vittorie su 5 negli atti decisivi di una Coppa europea, ha buttato tutto sul tavolo: «Lunedì andrò in vacanza ma fino a quel giorno abbiamo tempo per vederci e parlare con la proprietà. Ho lasciato tutte le mie cose nell’armadietto di Trigoria e lì tornerò di sicuro, però è arrivato il momento di parlare». Un colloquio che Mou, che ha il contratto in scadenza a giugno 2024, chiede da settimane ma che i Friedkin, in modo molto pragmatico, hanno rinviato anche in attesa di capire il risultato finale della stagione. Se non vincerà contro lo Spezia, domenica sera, con i resti dell’armata ferita e lacerata dalla finale di Budapest, la Roma rischia addirittura di finire settima in campionato e giocare la prossima stagione in Conference League.
Cosa chiede Mourinho
Cosa chiede Mou? Più giocatori forti, più soldi da spendere, più potere nelle decisioni sul mercato – i rapporti con l’a.d. Tiago Pinto sono ai minimi termini – e più sostegno da parte del club nelle apparizioni pubbliche e nella sua battaglia contro gli arbitri: «Ora non posso dire oggettivamente che resterò. Però vorrei farlo. Voglio rimanere alla Roma. I miei giocatori meritano di più e anche io merito di più. Sembra paradossale, ma è meglio nella prossima stagione non giocare la Champions perché non siamo ancora pronti per quel livello. Sono stanco di fare tutto io e di metterci sempre la faccia». Mourinho si riferisce soprattutto alla sua battaglia – in Italia e in Europa – contro una classe arbitrale dalla quale si sente bullizzato. L’arbitraggio dell’inglese Taylor, ieri sera, è stato pessimo. Mou si è scagliato contro di lui nell’immediato dopo partita: «Un’ingiustizia. L’arbitro sembrava spagnolo e ammoniva solo noi. Speriamo che l’anno prossimo lo promuovano a fare solo la Champions League così noi, che non ci saremo, non subiremo le sue cagate». Secondo round nella mixed zone, dove i pullman di squadre e arbitri erano parcheggiati. Prima che Taylor si mettesse al riparo, Mou se l’è presa con lui e poi con il quarto uomo, Oliver: «What a disgrace! (che disastro!)». Poi, a voce più alta: «What a fucking disgrace! (che fottuto disastro!)». Roberto Rosetti, presidente della commissione arbitrale Uefa, ha provato a placare Mou, con scarsi risultati. Nuova squalifica in arrivo?
Quanto al futuro, lo Special One chiede campioni. Più volte ha detto di essere stato costretto a far giocare «ragazzini», come Bove e Zalewski. I punti fermi sono Smalling, Mancini, Cristante, Matic, Pellegrini e Dybala, che però ha una clausola, bassa, di rescissione. Come minimo, per lui, servono: due esterni di difesa/centrocampo, un centrale difensivo, un leader a centrocampo, un centravanti, un attaccante contropiedista che la Roma non ha in rosa e che mercoledì sera, in vantaggio 1-0, sarebbe servito come il pane. La Roma, però, è sotto Financial Fair Play e Tiago Pinto ha fatto un mercato – soprattutto di parametri zero – in linea con le direttive dei suoi capi. Il club dovrà finanziare il mercato principalmente con le cessioni e non avrà accesso ai proventi della Champions.
In più i Friedkin hanno da poco assunto come ceo la greca Lina Souloukou, con un passato importante nell’Eca, pedina per entrare sempre di più nel giro dei club che contano anche dentro il Palazzo. Lo stesso Palazzo che, a partire dalla questione arbitrale, Mou prende a picconate ogni volta. La stragrande maggioranza dei tifosi romanisti sta con l’allenatore, ma quale sarà la scelta di Sophie? Anzi, di Dan e Ryan?
CorSera
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