Mourihno chiama i Friedkin: basta silenzi, lui ora va ascoltato
Josè Mourinho cerca e pretende fedeltà dai suoi. Resterà o fuggira? I tifosi lo amano, i suoi capitani Pellegrini e Mancini sanno tutto di lui. La proprietà della Roma, padre e figlio, diventi più ciarliera e soprattutto ascolti il loro allenatore.
Giudicare e decidere in base a delusione, rabbia, non è mai intelligente. Questa vittoria che sfugge sul più bello, colpa del destino che contempla anche un maledetto autogol di Mancini, non può essere fonte di riflessioni illuminate. È arrivato il momento del dialogo, tra Mourinho e i Friedkin, è da questo incontro, e anche da una sconfitta, che si può e deve ripartire. L’era del silenzio e dell’incompatibilità deve finire qui. Mou ha dichiarato il suo amore per la Roma, per i tifosi, per la squadra, chi non lo ha seguito e capito è stato o cacciato o accantonato, la dimensione sentimentale a volte prevale su quella tecnica con José Mourinho.
Una strana percezione, lui cerca e pretende fedeltà dai suoi, ma è il primo, non tanto a tradire, no è un uomo leale, ma non si fa problemi se deve rompere, rapporti, legami, contratti. Conquistata la Champions, il triplete, con l’Inter, salì sulla macchina di Florentino Perez, mischiando lacrime e sorrisi, saluti e abbracci, come se fosse tutto uguale: andò al Real Madrid. Ora resterà o fuggirà da Roma? Dove tutti, ma proprio tutti, sono innamorati del tecnico portoghese. Vorrà pur dire qualcosa, perché il tifoso sa, conosce, non è di bocca buona, capisce prima di altri se il primo attore recita seguendo un copione tutto suo.
Il tifoso ha capito che oltre a tecnica e pezzi di teatro c’è il cuore, il sentimento, in grado di contagiare chi gioca, da Dybala a Cristante, passando per Pellegrini, Smalling e Abraham, pronti a dare tutto per il loro vate. Mourinho ha rivelato che i suoi capitani, Pellegrini e Mancini, conoscono verità e futuro. Una delle sue tante stranezze di una vita da Mou, perché quelli informati dovrebbero essere i Friedkin, padre e figlio, la proprietà della Roma. Chissà che adesso diventino un po’ più ciarlieri e soprattutto ascoltino il loro allenatore.
CorSera
Josè Mourinho cerca e pretende fedeltà dai suoi. Resterà o fuggira? I tifosi lo amano, i suoi capitani Pellegrini e Mancini sanno tutto di lui. La proprietà della Roma, padre e figlio, diventi più ciarliera e soprattutto ascolti il loro allenatore.
Giudicare e decidere in base a delusione, rabbia, non è mai intelligente. Questa vittoria che sfugge sul più bello, colpa del destino che contempla anche un maledetto autogol di Mancini, non può essere fonte di riflessioni illuminate. È arrivato il momento del dialogo, tra Mourinho e i Friedkin, è da questo incontro, e anche da una sconfitta, che si può e deve ripartire. L’era del silenzio e dell’incompatibilità deve finire qui. Mou ha dichiarato il suo amore per la Roma, per i tifosi, per la squadra, chi non lo ha seguito e capito è stato o cacciato o accantonato, la dimensione sentimentale a volte prevale su quella tecnica con José Mourinho.
Una strana percezione, lui cerca e pretende fedeltà dai suoi, ma è il primo, non tanto a tradire, no è un uomo leale, ma non si fa problemi se deve rompere, rapporti, legami, contratti. Conquistata la Champions, il triplete, con l’Inter, salì sulla macchina di Florentino Perez, mischiando lacrime e sorrisi, saluti e abbracci, come se fosse tutto uguale: andò al Real Madrid. Ora resterà o fuggirà da Roma? Dove tutti, ma proprio tutti, sono innamorati del tecnico portoghese. Vorrà pur dire qualcosa, perché il tifoso sa, conosce, non è di bocca buona, capisce prima di altri se il primo attore recita seguendo un copione tutto suo.
Il tifoso ha capito che oltre a tecnica e pezzi di teatro c’è il cuore, il sentimento, in grado di contagiare chi gioca, da Dybala a Cristante, passando per Pellegrini, Smalling e Abraham, pronti a dare tutto per il loro vate. Mourinho ha rivelato che i suoi capitani, Pellegrini e Mancini, conoscono verità e futuro. Una delle sue tante stranezze di una vita da Mou, perché quelli informati dovrebbero essere i Friedkin, padre e figlio, la proprietà della Roma. Chissà che adesso diventino un po’ più ciarlieri e soprattutto ascoltino il loro allenatore.
CorSera
Commenta