Ma sta notizia bomba?
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Fuffa giornalistica, Caressa ormai a furia di fare video sui social se rinkojonito, tra poko lo vedremo nel pentolone kol pendolino.Originariamente Scritto da GoodBoy!intanto suso titolare, questo perché secondo gli esperti di calcioinside honda è forteOriginariamente Scritto da GoodBoy!honda è molto forte, sottovalutato dai più
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Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza MessaggioMa sta notizia bomba?Marchetti su Giuntoli: "La pista che avrebbe dovuto portare Giuntoli alla Juve si è ridimensionata di molto? Io non sono così drastico, perchè le dinamiche di mercato ci hanno portato anche ad avere delle situazioni in cui le situazioni sembrano sfumare quando poi in realtà basta un lavoro di diplomazia per rimetterle in piedi. Però quello che sembrava certo ieri, oggi non è più certo. Quindi già questa è una notizia, la mancanza di una notizia diventa una notizia"."Si è detto infatti che Allegri non volesse Giuntoli. Ma possiamo dire con Certezza che Allegri, che è una persona anche esperta di managerialità, di come funzionano le aziende, non avrebbe mai posto un aut aut, perchè Allegri è un dipendente della Juventus, non è il capo della Juventus. Però possiamo anche dire che la scelta di Giuntoli è stata fatta senza che Allegri fosse minimamente interpellato, alle spalle, lo possiamo dire, cioè senza che Allegri non sapesse nulla.
Marchetti: molto probabilmente la Juve non rinnoverà il contratto a Di Maria:
- L'esperto di mercato di Sky Sport Luca Marchetti parla del mercato della Juventus: "Difficile se non impossibile che Di Maria resti alla Juventus? Sì. Io non niente per sicuro finchè non ci sono le firme, ma il costo di Di Maria è stato molto alto, è si è visto non con grande continuità, l'utilizzo di Di Maria non è stato continuo per gli acciacchi, e c'è il discorso della Champions. Un conto è se la Juve è in Champions, un conto se non dovesse essere in Champions. Da quello che abbiamo saputo, questo porta a ragionale la Juventus: è molto probabile che il contratto di Di Maria non lo rinnoveremo"....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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De Laurentiis vuole essere indennizzato, ovvero pretende delle rinunce economiche da Giuntoli. Visto che la Juventus è spettatrice, sarà Giuntoli che lascerà sul tavolo nella trattativa con il presidente del Napoli quel che ritiene giusto per sbloccarla sperando di riuscirci. [Di Marzio]...ma di noi
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Si sapeva che con De Laurentiis di mezzo non sarebbe stato facile portare Giuntoli alla Juve...ma se Giuntoli però col Napoli ha chiuso, non può nemmeno rimanere lì.
Di Marzio lato Napoli è affidabile, visti anche i trascorsi familiari. Probabilmente c'è un qualche tira e molla economico di mezzo che speriamo possa risolversi.
Giuntoli è una pedina fondamentale. Non voglio nemmeno pensare ad un suo mancato approdo.Last edited by Sean; 22-05-2023, 01:17:00....ma di noi
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Spalletti parole di addio a Napoli: «Tutto già deciso, non cambio idea»
L’allenatore del Napoli non lo dice esplicitamente ma fa capire le ragioni dell’addio: «Il discorso è definito, è una cosa che viene da lontano, non si ragiona in base a uno screzio»
Piove senza sosta, ma va bene così, perché alla fine di questo colossal chiamato Napoli, al momento dei titoli di coda si arrossano gli occhi e non è tutta colpa dei fumogeni. La squadra di Spalletti batte anche l’Inter, l’unica squadra che le mancava in questa stagione di grazia e lo fa nel finale con un gol immaginifico del suo uomo simbolo, il capitano Di Lorenzo: un tiro a giro sotto l’incrocio di sinistro, che non sarebbe il suo piede forte, poi una corsa verso la panchina per abbracciare e baciare il suo allenatore, come fosse un addio.
Cosa che in effetti è. E Spalletti lo conferma a mente fredda (mentre per il ds Giuntoli alla Juve c’è una frenata), nella pancia dello stadio: «Possibilità di indossare gli stivali più avanti? Il discorso è definito ormai, non si cambia idea tutti i giorni: è una cosa che viene da lontano, non si ragiona in base a uno screzio o a una situazione casuale, perché uno matura delle robe stando al lavoro. Chi si chiama Napoli deve fare roba importante per questi tifosi e se non sei tanto convinto di potergli mettere a disposizione tutto quello che meritano è giusto fare dei ragionamenti e arrivare a una conclusione: è stata ragionata, non è che si cambia idea».
Spalletti ha l’aria sfibrata, triste. E già prima della partita, premiato assieme al presidente De Laurentiis dal principe Carlo di Borbone, viene richiamato perché se ne va prima della rituale foto di gruppo. La gioia per il suo primo scudetto sembra già svaporata e si percepisce la sofferenza per una decisione non facile, che vista da fuori non è così semplice da comprendere, perché questo Napoli ha ancora tantissimo calcio di alto livello dentro di sé, ha valori forti non solo dal punto di vista tecnico e ha anche — comprensibile e confermato dal suo allenatore — il rimpianto per essere uscito dalla Champions.
«Ma l’Inter merita la finale, ha giocato delle partite splendide» chiosa il tecnico campione d’Italia, che si è goduto con orgoglio anche il terzo gol, del giovane Gaetano, il numero 101 della stagione. Perché quando le riserve mettono la loro firma, l’opera aumenta il suo valore. E chi meglio di Inzaghi può saperlo? Il tecnico dell’Inter applica il consueto turnover (dentro tre titolari più Lukaku) ma dopo 8 vittorie viene tradito da Gagliardini che prende un giallo prematuro, ne evita un altro per errore dell’arbitro e non riesce nemmeno ad arrivare all’intervallo (dove sarebbe stato sostituito) senza l’impulso di intervenire in maniera scomposta su Anguissa, lasciando i compagni in 10 per 54’ complessivi, bravi almeno a resistere e a pareggiare con Lukaku il vantaggio di Anguissa.
Certo, anche a pieno regime la squadra di Inzaghi pensa solo a non scoprirsi troppo provando qualche «pallata» (come la chiama Spalletti) su Lukaku. Ma del resto con una finale di Coppa Italia mercoledì e il chiodo fisso di quella di Champions, è necessario amministrare le energie, rischiando anche la 12ª sconfitta con una volata Champions (sabato c’è l’Atalanta a San Siro) ancora da chiudere. Ma certi giocatori vanno in campo solo per preservare i titolari, sperando che non facciano danni. Il danno è arrivato, ma non era questo il test anti City, anche perché Inzaghi sa bene che contro i mostri di Guardiola non potrà passare 90’ in area. La squalifica di Gagliardini, comunque, è grave perché toglie alternative nelle rotazioni, visto che Mkhitaryan è infortunato. Ma rispetto allo smarrimento di chi vince e si dice addio, cosa vuoi che sia?
CorSera...ma di noi
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Spalletti, Allegri, Inzaghi: allenatori con rapporti tesi con le società
Luciano si è preso la rivincita sul suo passato ma il divorzio col Napoli è vicino, Max è a rischio dopo l’eliminazione dall’Europa League, Simone è risentito: sarà un’estate calda
Sono le più forti e non si sono risparmiate. Ha vinto il Napoli, non ha demeritato l’Inter. Spalletti si è preso la rivincita sul suo passato. La sconfitta di Inzaghi, dopo una striscia di otto vittorie consecutive, è pesante nel punteggio, ma non ridimensiona la sua creatura. Il Napoli ha giocato con l’animo lieve, l’Inter con la testa alle due finali che l’attendono, mercoledì la Coppa Italia con la Fiorentina e poi la Champions contro i marziani del Manchester City.
Un test annacquato dal turnover di Simone e condizionato dalla sciocca espulsione di Gagliardini alla fine del primo tempo. La sfida del Maradona è anche l’occasione per interrogarsi sullo strano destino dei suoi allenatori. Nel calcio le certezze di oggi sono fatte per essere smentite domani, condizionate non solo dai risultati, ma anche delle emozioni forti che a volte distorcono la realtà. Sono i rapporti a condizionare le storie. Sino a un mese fa Inzaghi pareva destinato a essere esonerato. La sua Inter, discontinua e distratta, ha alzato bandiera bianca troppo in fretta dentro i confini domestici. Così i rapporti sono diventati tesi.
I dirigenti hanno preso una strada, l’allenatore un’altra e nel momento più buio, solo con se stesso e il suo staff, ha riaggiustato mirabilmente le cose. L’Inter, un attimo prima di sfasciarsi, ha trovato la perfetta quadratura del cerchio, ma anche oggi che la stagione può riservare un finale bellissimo, il comprensibile risentimento di Simone è un veleno insidioso.
Spalletti sul campo è stato perfetto, ma il suo rapporto con De Laurentiis non è mai decollato. Non c’è sintonia, non c’è feeling, non c’è unità di intenti. Il rischio è sciupare una creatura meravigliosa. Difficile, conoscendo i caratteri forti e opposti dei due personaggi in commedia, trovare un’intesa all’ultima curva. Il divorzio è apparecchiato.
Anche il futuro di Allegri è a rischio. Max, al netto del fastidio per non essere stato consultato su Giuntoli, non cambierebbe poltrona. Ma dopo l’eliminazione dall’Europa League lo scenario è cambiato. E viene da sorridere di fronte a una scelta che sarebbe umorale. Per la proprietà sembrava l’uomo da cui ripartire. Eppure, la Juve ha sempre giocato male. Può una sconfitta, seppure gravissima, come quella contro il Siviglia, ribaltare completamente i giudizi? Forse è proprio vero: il potere logora chi ce l’ha.
CorSera...ma di noi
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Roma-Salernitana
(ore 18.30 su Dazn)
Con un pensiero alla finalissima di Budapest, tra nove giorni, la Roma si appresta ad affrontare la Salernitana all’Olimpico. Una gara che i giallorossi non possono perdere, anche perché il Milan con il 5-1 rifilato alla Sampdoria (20 maggio) è a +5. Ma José Mourinho ha in testa l’Europa League, che significherebbe secondo trofeo continentale, qualificazione alla Supercoppa Europea (contro la vincente di Inter-Manchester City del 10 giugno a Istanbul) e alla prossima Champions. Per questo motivo le due gare che separano i giallorossi dalla finale saranno propedeutiche a recuperare al meglio i calciatori non al massimo. In primis, Dybala. In secondo luogo, Wijnaldum. Da parte sua, la Salernitana vuole chiudere il campionato nel migliore dei modi: «Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: la Salernitana rimane in serie A per un’altra stagione», inizia così il messaggio firmato da Paulo Sousa per festeggiare la salvezza.
Empoli-Juventus
(ore 20.45 su Dazn)
Archiviata l’eliminazione dalla semifinale di Europa League contro il Siviglia, la Juventus si rituffa in campionato con il timore penalizzazione. «Lo spirito deve quello di una squadra che dovrà avere una reazione alla sconfitta in Coppa e all’eliminazione. Perché comunque abbiamo da mantenere il secondo posto in classifica e sarebbe comunque un risultato importante visto gli ultimi due anni in cui la Juventus è arrivata due volte quarta — chiosa Massimiliano Allegri, in bilico a fine stagione — Con la proprietà ho parlato e gli ho espresso i miei pensieri come faccio sempre quando si arriva a fine stagione e poi comunque quotidianamente mi confronto con Calvo e con Scanavino. Però in questo momento parlare del futuro non ha senso perché abbiamo tre partite importanti».
L’obiettivo sportivo non è cambiato: «Noi sul campo dobbiamo portare la Juventus nelle prime quattro posizioni che sarebbero quelle che valgono la Champions che per una squadra italiana sono molto importanti. Poi per quello che succede fuori noi non possiamo decidere, ma dobbiamo solamente aspettare che ci dicano quello che decidono gli altri. Sotto questo aspetto non ha nessun senso parlare del futuro. Mancano 15 giorni alla fine della stagione e noi dobbiamo essere concentrati su quello che dobbiamo fare ora», ha detto Massimiliano Allegri. Invece, l’Empoli non avrà Marin a disposizione. Così Haas potrebbe giocare in coppia con Grassi.
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Oggi alle 10 corte di appello sulla penalizzazione Juve. Ipotesi più accreditata dai media è il -12. E' contemplato pure questa volta l'eventuale ricorso al Coni....ma di noi
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Se un allenatore non ne ha più, se sente di non poter dare oltre, è bene lasciare quella panchina...e quindi se Spalletti considera concluso il suo lavoro al Napoli (in un biennio dove evidentemente ha dato tutto) fa bene a lasciare permettendo così l'ingresso di forze fresche.
C'è anche da metterci il rapporto con un presidente come De Laurentiis, che non deve essere facile. Un carattere, quello di De Laurentiis, che per sua natura e impostazione è incline a creare tensioni, e quindi lavorare con lui 2 anni è come averne passati 4.
Chi invece non vuol mollare è Allegri. Lui da solo non se ne va, lo ha detto chiaro. Devono cacciarlo nel caso...ma il contratto pesantissimo e lunghissimo è un muro di protezione non indifferente.
L'allenatore mi pare alquanto esaurito, si preoccupa pure di un eventuale arrivo di un nuovo DS (Giuntoli?) forse perchè si è abituato ad essere il centro dell'area sportiva...quando da nessuna parte è scritto che un allenatore deve essere consultato su chi prendere o non prendere come DS: le nomine dirigenziali spettano alla proprietà.
Ci sono delle tensioni, è evidente. Vedremo se e come si scioglieranno....ma di noi
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La colpa non è di Allegri ma di quel genio che gli ha fatto quel contratto....
Te lo devi tenere almeno un altro anno punto e bastaOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Giusto che il rapporto con ADL non deve essere facile.
Credo di aver detto più volte cosa ne penso dei suoi atteggiamenti, anche in questa "querelle" che ha gestito indubbiamente male.
Ciò ha sicuramente influito
Nell'intervista Spalletti, però, quando parla di "screzio", lascia intuire neanche tanto velatamente che la decisione in sé l'aveva quantomeno un po' maturata. Sempre dica il veroSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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Quello di Spalletti è chiaramente un processo decisionale maturato nel tempo. Evidentemente in questi 2 anni deve aver spesso ingoiato e trattenuto la favella per non rompere col presidente: adesso che ha vinto il campionato penso che si senta liberato da ogni ulteriore impegno od obbligo (morale o di altro genere)....ma di noi
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Spalletti non avrà vissuto bene il rapporto con il DeLaurentis in questi due anni, in più dopo aver vinto lo scudetto pensa gli chiederebbero di più (Champions) e forse è meglio lasciare dopo l'impresa ottenuta che è già tanto.
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