Leao riporta il Milan agli antichi splendori e lo trascina in semifinale dopo 16 anni di attesa. Non è stata una sorpresa, nelle ultime tre partite il Milan di Pioli non ha mai subìto il Napoli e anzi ha sempre comandato la partita. In meno di un mese si sono sovvertiti i valori: il Napoli non è più irresistibile, Kvaratskhelia non è all’altezza di Leao. Che invece somiglia a Gullit o Donadoni… Non più tardi di tre giorni prima Pioli si prendeva una raffica di maledizioni per aver esagerato col turn over, pareggiato la partita col Bologna, messa a rischio la qualificazione alla prossima Champions League. Oggi è un grande comandante: il Milan aspetta l’Inter nel derby di semifinale e può addirittura sognare in grande. Spalletti lamenta un rigore evidente non dato su Lozano, e si dichiara “inconsolabile”. Lo scudetto rimarginerà una ferita che ora però dà molto dolore.
Il Milan in semifinale di Champions League dopo 16 anni – ultima volta contro il Manchester United nel 2007, nell’edizione della Champions poi vinta contro il Liverpool ad Atene – aspettando possibilmente il derby con l’Inter, e il Napoli a leccarsi la prima profonda, dolorosa ferita di questa eccezionale stagione. Ma la perfezione è stata quella del Milan, non quella del Napoli.
E’ stato, per una notte, un ritorno all’epico calcio degli anni ruggenti. Il Milan ha pescato dentro l’album dei ricordi e nel suo albo d’oro, rivivendo quelle antiche glorie. Quella discesa palla al piede di Leao, avrebbero potuto farla Gullit, Donadoni, Ronaldinho o Seedorf. E il gol di Giroud è un classico alla Pippo Inzaghi, eviterei sinceramente di mettere in mezzo Van Basten.
Il risultato è sorprendente se fermiamo il calcio a un mese e mezzo fa, non lo è se ci rendiamo conto che il calcio non si muove quasi mai in linea retta e a velocità costante. E’ una mutazione continua. A questo punto della stagione si corre una maratona olimpica. Quindi si hanno momenti di crisi, di esaltazione, si fanno i conti con gli altri, si cerca solo di resistere e scoppiare un momento dopo l’avversario. Il Napoli ha attraversato un momento di stanchezza, di turbamento, ha subìto un continuo bombardamento di emozioni. E a un certo punto ha rotto l’andatura. Spalletti colloca questo preciso momento con l’ultimo stop al campionato per le nazionali: gli sono tornati giocatori stanchi e anche infortunati. Quando il Napoli è stato praticamente sicuro dello scudetto ha inconsciamente mollato le redini, e le gambe del cavallo sono andate fuori ritmo.
Il Milan gli ultimi tre confronti col Napoli li ha tutti gestiti alla perfezione. Ha vinto 4-0 al Maradona in campionato letteralmente mandando al tappeto il Napoli, lo ha battuto ancora nell’andata di Champions League, lo ha tenuto sottocontrollo fino alla fine nella decisiva partita di ritorno. Un rigore parato per entrambi, ma da parte rossonera il jolly di un Leao straordinario,
Credo che il Napoli avesse un presentimento, che non ci credesse fino in fondo, che sapesse di non avere più quella straordinaria energia della prima parte della stagione. E’ vero che l’assenza di Osinmhen gli ha nuociuto, ma il Napoli è da un po’ che è tornato a normalizzarsi, a essere un po’ più ordinario. Aveva pensato di essere invincibile e che lo scudetto fosse solo una parte del bottino. Ma è stato proprio questo il problema, lo scudetto gli ha succhiato via tutte le energie senza che se ne rendesse conto. Prima non faceva i conti con le assenze (Osimhen soprattutto), adesso sì. Kvaratskhelia mesi fa faceva male a ogni dribbling, adesso perde vistosamente il confronto con Leao. Che del resto il suo momento no lo aveva già attraversato prima.
Non più di tre giorni fa Pioli si prendeva una scarica di maledizioni da parte dei tifosi, per aver fatto un turn over esasperato col Bologna. Oggi bisogna ammettere che la sua gestione di questo importante e storico doppio confronto col Napoli in Champions League è stata ottimale. “Proviamo a salire un piano alla volta di questa Torre Eiffel” ha detto.
Spalletti appare parecchio bastonato. Si lamenta del rigore, che c’era tutto oggettivamente, di Leao su Lozano, ma lo fa quasi con rassegnazione, senza indignarsi come può capitargli spesso in altre occasioni: “Rimorsi non ne abbiamo, come atteggiamento e come scelte. Potete farmi tutti i complimenti che volete, sono inconsolabile” ha detto con un sorriso.Il Milan e forse l’Inter possono addirittura sognare una Champions. Lui si consolerà con lo scudetto. Tutto sommato ci può stare.
Il Milan in semifinale di Champions League dopo 16 anni – ultima volta contro il Manchester United nel 2007, nell’edizione della Champions poi vinta contro il Liverpool ad Atene – aspettando possibilmente il derby con l’Inter, e il Napoli a leccarsi la prima profonda, dolorosa ferita di questa eccezionale stagione. Ma la perfezione è stata quella del Milan, non quella del Napoli.
E’ stato, per una notte, un ritorno all’epico calcio degli anni ruggenti. Il Milan ha pescato dentro l’album dei ricordi e nel suo albo d’oro, rivivendo quelle antiche glorie. Quella discesa palla al piede di Leao, avrebbero potuto farla Gullit, Donadoni, Ronaldinho o Seedorf. E il gol di Giroud è un classico alla Pippo Inzaghi, eviterei sinceramente di mettere in mezzo Van Basten.
Il risultato è sorprendente se fermiamo il calcio a un mese e mezzo fa, non lo è se ci rendiamo conto che il calcio non si muove quasi mai in linea retta e a velocità costante. E’ una mutazione continua. A questo punto della stagione si corre una maratona olimpica. Quindi si hanno momenti di crisi, di esaltazione, si fanno i conti con gli altri, si cerca solo di resistere e scoppiare un momento dopo l’avversario. Il Napoli ha attraversato un momento di stanchezza, di turbamento, ha subìto un continuo bombardamento di emozioni. E a un certo punto ha rotto l’andatura. Spalletti colloca questo preciso momento con l’ultimo stop al campionato per le nazionali: gli sono tornati giocatori stanchi e anche infortunati. Quando il Napoli è stato praticamente sicuro dello scudetto ha inconsciamente mollato le redini, e le gambe del cavallo sono andate fuori ritmo.
Il Milan gli ultimi tre confronti col Napoli li ha tutti gestiti alla perfezione. Ha vinto 4-0 al Maradona in campionato letteralmente mandando al tappeto il Napoli, lo ha battuto ancora nell’andata di Champions League, lo ha tenuto sottocontrollo fino alla fine nella decisiva partita di ritorno. Un rigore parato per entrambi, ma da parte rossonera il jolly di un Leao straordinario,
Credo che il Napoli avesse un presentimento, che non ci credesse fino in fondo, che sapesse di non avere più quella straordinaria energia della prima parte della stagione. E’ vero che l’assenza di Osinmhen gli ha nuociuto, ma il Napoli è da un po’ che è tornato a normalizzarsi, a essere un po’ più ordinario. Aveva pensato di essere invincibile e che lo scudetto fosse solo una parte del bottino. Ma è stato proprio questo il problema, lo scudetto gli ha succhiato via tutte le energie senza che se ne rendesse conto. Prima non faceva i conti con le assenze (Osimhen soprattutto), adesso sì. Kvaratskhelia mesi fa faceva male a ogni dribbling, adesso perde vistosamente il confronto con Leao. Che del resto il suo momento no lo aveva già attraversato prima.
Non più di tre giorni fa Pioli si prendeva una scarica di maledizioni da parte dei tifosi, per aver fatto un turn over esasperato col Bologna. Oggi bisogna ammettere che la sua gestione di questo importante e storico doppio confronto col Napoli in Champions League è stata ottimale. “Proviamo a salire un piano alla volta di questa Torre Eiffel” ha detto.
Spalletti appare parecchio bastonato. Si lamenta del rigore, che c’era tutto oggettivamente, di Leao su Lozano, ma lo fa quasi con rassegnazione, senza indignarsi come può capitargli spesso in altre occasioni: “Rimorsi non ne abbiamo, come atteggiamento e come scelte. Potete farmi tutti i complimenti che volete, sono inconsolabile” ha detto con un sorriso.Il Milan e forse l’Inter possono addirittura sognare una Champions. Lui si consolerà con lo scudetto. Tutto sommato ci può stare.
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