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Però fino a due settimane fa dicevi che senza Allegri chissà che fine avrebbe fatto questa squadra, considerando le vicende extracampo. Senza il - 15 sarebbe terza a 59 punti
Lo so, sono nell'incertezza più totale forse andrebbe distinto il lavoro che sta facendo Allegri come (ormai quasi unico) colletore e parafulmine per cercare di trascinare avanti una stagione tremendamente gravata da fatto extracalcisticim a lui (e alla squadra) non imputabili, dall'Allegri tecnico, che purtroppo non riesce a trovare ancora un gioco, delle soluzioni, una condizione atletica, un modo calcistico.
Una parte di me sta arrivando a convincersi che calcisticamente ci sia bisogno di aria nuova, di una scossa.
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Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Al 90% vi qualificate in champions. Sieta a +5 sull'Inter con scontro diretto in casa (pure contro il mazembe).
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Napoli e le romane, Madonna che dramma.
Milan e Inter si giocheranno l'ultimo posto con Milan favorito lato calendaring e dato che non avrà la Champions
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Originariamente Scritto da Pesca
lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt
Napoli e le romane, Madonna che dramma.
Milan e Inter si giocheranno l'ultimo posto con Milan favorito lato calendaring e dato che non avrà la Champions
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L'atalanta e' li...e non ha le coppe.
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I SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
Troppi i 20 milioni investiti nel 2022-23 tra prestito al Chelsea e ingaggio al calciatore: la dirigenza valuta i parametri zero Firmino e Thuram o l'acquisto di Retegui
Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
Juve in perfetto equilibrio: perde prima e dopo la Coppa
Visto la fatica che ha fatto e il gol che Defrel le ha rifilato, anche la Juventus porta buoni argomenti ai sostenitori che campionato e Coppe si pestano i piedi. In particolare quelli di Vlahovic e Milik. E soprattutto quelli del povero Fagioli un cui intervento del tutto sbilenco ha permesso a Defrel di spedire la Juve al tappeto. Il giovanotto bianconero, ancora ingenuo e molto naif, alla sostituzione se ne è tornato in panchina scoppiando a piangere e prendendosi tutte le colpe che invece sarebbero legittimamente da condividere con allenatore e squadra. La Juventus tutta maltratta il pallone, forse non ha proprio un gioco offensivo che possa dirsi tale, si avvicina raramente alla porta. Ergo comanda la noia.
Insomma dopo Inter, Milan e Napoli che hanno fatto cilecca ecco che in buon ordine anche la Juve si unisce alla grande fiacca. Morale i sostenitori dell’incompatibilità campionato/Coppe adesso vedono raddoppiati i loro argomenti, visto che la Juve prima della partita vinta con lo Sporting Lisbona ha perso con la Lazio e dopo ha perso col Sassuolo.
Era una buon occasione per giocarsi la carta di qualificazione in Champions League a prescindere dalla speranza (non altissima) di vedersi restituire il -15 di penalizzazione, ed è stata sprecata come molte altre occasioni in questa stagione.
Napoli primo, Lazio seconda, Roma terza: il campionato del centrosud
I tre gol della squadra di Mourinho sull’ Udinese invece significano che oggi c’è assai più Roma di Milano. Lazio e Roma hanno vinto, Milan e Inter no. Lazio e Roma sono outsider rispetto alle squadre di Pioli e Inzaghi che hanno vinto gli ultimi due scudetti. La Roma è l’esatto opposto della Juventus: ha perso in casa del Feyenoord, ma ha vinto le partite di campionato prima e dopo, senza subire i contraccolpi psico-fisici del doppio impegno. I vantaggi in classifica cominciano a farsi sensibili e anche la Roma va incrementando il margine di sicurezza (+3 sul Milan e +5 sull’ Inter). Più per demerito delle avversarie, soprattutto. Tra l’altro è una Roma oggi meno Dybala dipendente (tornerà in Europa League), più stretta intorno a Mourinho. Napoli primo, Lazio seconda, Roma terza: si conferma il campionato del centrosud.
SERIE A 2022-2023 GIORNATA N. 30 Venerdì 14 aprile 2023 Cremonese - Empoli 1-0 (4' Dessers C) Spezia - Lazio 0-3 (36' Immobile rig. L, 52' Felipe Anderson L, 89' Marcos Antonio L) Sabato 15 aprile 2023 Bologna - Milan 1-1 (1' Sansone B, 40' Pobega M) Napoli - Verona 0-0 Inter - Monza 0-1
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Inzaghi, l’Inter e il gioco delle colpe: in campionato ognuno cerca di salvare sé stesso
L’Inter ogni giorno meno grande e meno squadra. La sfida col Benfica diventa un’ancora di salvezza. Ma se i portoghesi dovessero fare l’impresa mandar via Inzaghi non risolverebbe tutti i problemi
Ma ve lo ricordate Skriniar, quello che a ottobre aveva preso la fascia da capitano dell’Inter, in vista del rinnovo dopo la telenovela di agosto? Da quando ha firmato con il Psg ha perso la fascia, ha giocato poco e male e da due mesi è fuori per il mal di schiena. L’ex capitano dolorante forse presto tornerà utile, ma non è questo il punto. La sua presenza ricorda a tutti gli altri chi comanda davvero, soprattutto quando una grande squadra vive in una situazione di autogestione finanziaria che, volente e nolente, la rende ogni giorno meno grande e meno squadra. In questo contesto, ognuno cerca di salvare sé stesso, ancora prima degli altri: quando le due finalità coincidono, come in Champions, allora le cose vanno bene. Altrimenti, si salvi chi può.
Simone Inzaghi mercoledì può portare l’Inter in semifinale di Champions dopo 12 anni e non vuole sentir parlare di motivazioni differenti tra coppe e campionato. Ma l’assurda statistica di 1 punto in 5 gare e di 1 gol su azione con 112 tiri verso la porta, non si può spiegare ogni volta con un alibi diverso, dai portieri imbattibili, agli errori imbarazzanti in attacco, fino al destino cinico e baro. Anche perché prima o poi si metterà a piovere.
Inzaghi dopo il successo al Da Luz ha sottolineato che «lui ha sempre lavorato per il bene dell’Inter»: un concetto che può lasciare sottintendere che altri non abbiano fatto lo stesso. Nel gioco delle colpe, è giusto che il tecnico si prenda il 34%, ma calciatori e società si prendono il 33% a testa. Se il Benfica (in crisi a sua volta) dovesse fare l’impresa a San Siro, allora è giusto che Inzaghi sia cacciato. Ma pensare che i problemi si risolvano così, è un po’ troppo. Nel dubbio, non resta che arrivare in semifinale. E magari dare la colpa a chi critica questo andazzo, fino alla prossima puntata.
CorSera
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Osimhen e Leao, in Champions la sfida Napoli-Milan da 200 milioni
Rafa Leao e Victor Osimhen sono i protagonisti più attesi della sfida Champions tra Napoli e Milan: un valore complessivo da 200 milioni di euro, divisi fra i 120 del nigeriano e gli 80 del portoghese
Giovani, forti e con un futuro ancora tutto da scrivere. Victor e Rafa, l’oro di Napoli e Milan. Un valore complessivo da 200 milioni di euro, divisi fra i 120 del nigeriano e gli 80 del portoghese. Domani sera saranno uno di fronte all’altro nel duello da dentro o fuori che mette in palio la semifinale di Champions. Osimhen è stato il grande assente nella gara d’andata. E ora vuole la sua rivincita. «Aspettiamo di poter festeggiare lo scudetto» ha detto al Tg5, ma la voglia è tanta per stupire con il Napoli anche in Champions, anzi forse soprattutto su questo palcoscenico, dove i partenopei hanno poca storia e meno esperienza. Osi ha fatto capire che sta bene nei venti minuti in cui ha giocato contro il Verona dopo lo stop per l’infortunio muscolare. Grinta, rabbia e voglia di riaccendere la macchina da gol che senza di lui si è inceppata.
Oltre al talento e alla giovane età, Victor e Rafa hanno un’altra cosa in comune: il Lille. Entrambi si sono fatti le ossa in Francia. Osi ha preso il posto di Leao nel 2019, quando quest’ultimo è passato al Milan. Poi in serie A hanno trovato la loro America. Osimhen è l’oggetto del desiderio di club della Premier ma anche del Bayern Monaco. Lui strizza l’occhio al Napoli («è il posto migliore dove stare») ma subisce il fascino dei campionati top. De Laurentiis si tiene stretto il suo uomo mercato (acquistato a 70 milioni) a meno di proposte indecenti: il valore attuale è di 120 milioni e c’è chi assicura che neanche a questa cifra sarebbe disposto a cederlo. Intanto la vetrina delle stelle di domani è la più importante. Osimhen è carico, come Leao.
Rafa è l’oro del Milan. Se riluce lui, splende anche il Diavolo. Lo si è visto all’andata, se n’è avuta la conferma sabato a Bologna: quando è entrato, l’indice di pericolosità è schizzato alle stelle. Dopo mesi bui, nei quali aveva smarrito il suo iconico sorriso, è tornato quello dell’anno dello scudetto. Il tormentone del rinnovo contrattuale lo ha condizionato: troppi pensieri, troppe voci da ascoltare. Non è un caso che col riavvio delle negoziazioni abbia recuperato la serenità perduta. «Cresce la fiducia» ha ammesso Maldini. Leao ha ribadito al dt e anche ad alcuni compagni l’intenzione di restare.
Il rinnovo dell’accordo in scadenza a giugno 2024 però è fondamentale: si potrebbe chiudere a 7 milioni netti l’anno, oltre il quadruplo degli 1,5 attuali. Si lavora sulla durata, la chiave potrebbe essere un prolungamento ponte fino al 2025 o al ’26, in modo da evitare sia al giocatore sia al Milan un ansioso countdown. In questo senso la Champions è però decisiva: i 50 milioni della qualificazione alla prossima edizione così come i 20 che arriverebbero dal passaggio in semifinale di questa servono al Milan per sedersi al tavolo delle trattative con più forza. Per trattenere una stella, anzi due, un grande palcoscenico è fondamentale. Ecco perché la notte di domani vale molto più di una partita. Ma un pezzo di futuro.
CorSera
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Sembrava che la classifica per la champions non dovesse sgranarsi mai e invece si inizia ad apprezzare un sensibile strutturarsi delle posizioni. Ne esce un quadro dove Lazio e Roma stanno prendendo margine e dove Milan e Inter dovranno forse vedersela tra di loro per chi riuscirà a strappare l'ultimo biglietto disponibile.
La Roma ha addirittura 5 punti sull'Inter quinta...per cui ad Inzaghi non resta che fare la corsa sul Milan (a due punti).
Se ne conclude che per Pioli e Inzaghi sarà obbligatorio curare alla stessa maniera champions e campionato, perchè, comunque andrà in champions, in finale ne arriverà una delle due, per cui qualcuno rischia di restare col cerino in mano in entrambi i tavoli (campionato e champions).
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