Inter e Milan, da Inzaghi a Pioli: errori di priorità e di scelte
Le tre squadre ai quarti di Champions League (Napoli, Milan e Inter), faticano con avversari modesti. La capolista vince comunque, le milanesi sbagliano le scelte. Ma Inzaghi più di tutti
Evidentemente il pensiero della Champions ne ottenebra altri. Vale per tutte, con qualche differenza. Il Napoli comunque vince; il Milan no confermando di avere problemi quando deve attaccare avversari che pensano a non prenderle; l’Inter non riesce più a giocare una partita normale. Non c’è infatti più nulla di logico e razionale nella stagione dell’Inter.
Un gruppo come quello nerazzurro non può fare 4 punti in campionato sugli ultimi 18 contro avversari che stanno — per ora — tutti dietro in classifica (Juventus esclusa se non si tiene conto del -15). C’è sempre qualcosa che fa saltare il banco. Ieri gli errori di Lukaku e Lautaro (una volta letali), le parate del vecchio Ochoa e un cross sbagliato di Candreva al 90’.
L’impressione però è che l’Inter i guai se li vada a cercare con insistenza. Inzaghi con le sue scelte e i cambi (tutti i subentrati hanno fatto peggio di chi aveva iniziato la partita), i giocatori con un atteggiamento per lo meno svagato. Se il problema che toglie energie e concentrazione è l’imminente quarto di finale con il Benfica, l’errore è però doppio.
Qualsiasi dirigente di qualsiasi club afferma che la cosa più importante è finire il campionato tra le prime 4 per garantirsi i 50 milioni dell’Uefa. L’Inter, di quei 50 milioni, è quella che ha più bisogno, ma a vederla non si direbbe. L’impressione è che allenatore e squadra non abbiano ben chiare le priorità. A meno che non si siano convinti di poter vincere la Champions.
Se ci riuscissero, oltre alla clamorosa botta di vita, risolverebbero anche i problemi di chi in società deve far di conto. Ma in quella (eventuale) convinzione non c’è nulla di logico e razionale come, appunto, in tutta la stagione dei nerazzurri. Il Napoli ha riannodato a Lecce i fili della sua. Lo 0-4 con il Milan non è stato evidentemente facile da superare e infatti gli uomini di Spalletti hanno mostrato poco di quello che sono e l’assenza di Osimhen non basta a giustificare l’opacità della prestazione. Il gol di Di Lorenzo faceva pensare a una gara di piccolo cabotaggio. Poi le cose si sono complicate e ci è voluta un’autorete per risolvere i problemi. Un segno, se si vuole, che è davvero l’anno giusto. Detto questo: il Napoli deve fare molta attenzione al Milan, che ha accusato pure lui il peso dell’impegno prossimo e ribadito di soffrire senza gli attaccanti titolari. I rossoneri, però, all’Empoli hanno concesso nulla. E nelle grandi sfide, quando partono con Leao, Giroud e gli altri, riescono regolarmente ad alzare il livello
CorSera
Le tre squadre ai quarti di Champions League (Napoli, Milan e Inter), faticano con avversari modesti. La capolista vince comunque, le milanesi sbagliano le scelte. Ma Inzaghi più di tutti
Evidentemente il pensiero della Champions ne ottenebra altri. Vale per tutte, con qualche differenza. Il Napoli comunque vince; il Milan no confermando di avere problemi quando deve attaccare avversari che pensano a non prenderle; l’Inter non riesce più a giocare una partita normale. Non c’è infatti più nulla di logico e razionale nella stagione dell’Inter.
Un gruppo come quello nerazzurro non può fare 4 punti in campionato sugli ultimi 18 contro avversari che stanno — per ora — tutti dietro in classifica (Juventus esclusa se non si tiene conto del -15). C’è sempre qualcosa che fa saltare il banco. Ieri gli errori di Lukaku e Lautaro (una volta letali), le parate del vecchio Ochoa e un cross sbagliato di Candreva al 90’.
L’impressione però è che l’Inter i guai se li vada a cercare con insistenza. Inzaghi con le sue scelte e i cambi (tutti i subentrati hanno fatto peggio di chi aveva iniziato la partita), i giocatori con un atteggiamento per lo meno svagato. Se il problema che toglie energie e concentrazione è l’imminente quarto di finale con il Benfica, l’errore è però doppio.
Qualsiasi dirigente di qualsiasi club afferma che la cosa più importante è finire il campionato tra le prime 4 per garantirsi i 50 milioni dell’Uefa. L’Inter, di quei 50 milioni, è quella che ha più bisogno, ma a vederla non si direbbe. L’impressione è che allenatore e squadra non abbiano ben chiare le priorità. A meno che non si siano convinti di poter vincere la Champions.
Se ci riuscissero, oltre alla clamorosa botta di vita, risolverebbero anche i problemi di chi in società deve far di conto. Ma in quella (eventuale) convinzione non c’è nulla di logico e razionale come, appunto, in tutta la stagione dei nerazzurri. Il Napoli ha riannodato a Lecce i fili della sua. Lo 0-4 con il Milan non è stato evidentemente facile da superare e infatti gli uomini di Spalletti hanno mostrato poco di quello che sono e l’assenza di Osimhen non basta a giustificare l’opacità della prestazione. Il gol di Di Lorenzo faceva pensare a una gara di piccolo cabotaggio. Poi le cose si sono complicate e ci è voluta un’autorete per risolvere i problemi. Un segno, se si vuole, che è davvero l’anno giusto. Detto questo: il Napoli deve fare molta attenzione al Milan, che ha accusato pure lui il peso dell’impegno prossimo e ribadito di soffrire senza gli attaccanti titolari. I rossoneri, però, all’Empoli hanno concesso nulla. E nelle grandi sfide, quando partono con Leao, Giroud e gli altri, riescono regolarmente ad alzare il livello
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