Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • marcu9
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    • May 2009
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    Stefano Tacconi dimesso dall’ospedale: ”È un uomo tenace, miglioramenti sorprendenti”






    L’ex portierone di Juventus e Nazionale proseguirà le cure in una struttura vicino casa. Il commento di Walter Zenga: “Le notizie, quelle belle”. L'eroe della spedizione Mondiale dell'82 era stato portato all'ospedale Civile proprio 11 mesi fa esatti. Era il 22 aprile del 2022 quando, a seguito di un'emorragia cerebrale dovuta alla...

    “Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss” – ha spiegato Luca Perrero, Direttore di Neuroriabilitazione dell’ospedale di Alessandria, dal quale il campione della spedizione Mondiale dell’82 è stato dimesso oggi.
    L’ex numero uno di Juventus e Nazionale ha lasciato l’ospedale per terminare la fase riabilitativa in una struttura più vicina a casa. I medici si dicono sorpresi dal recupero così rapido da parte di Tacconi. “Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina”, ha dichiarato il dottor Perrero.
    Fondamentale è stato anche il continuo supporto della famiglia, in particolare della moglie Laura e del figlio Andrea, che sono stati sempre vicini all’ex portiere della Juventus.
    “La famiglia ci ha aiutati a capire chi era Stefano e come andava preso in carico per un corretto trattamento personalizzato” – ha continuato il Direttore di Neuroriabilitazione.

    Vedi anche: Vita e carriera di Sinisa Mihajlovic, morto di leucemia a 53 anni

    La più bella parata di Tacconi: dall’emorragia cerebrale al recupero, sempre con il sorriso

    Stefano Tacconi dimesso dall’ospedale: il percorso del campione.

    Tacconi era stato portato all’Ospedale Civile il 22 aprile 2022 a seguito di una emorragia cerebrale da rottura di un aneurisma: operato d’urgenza dal dottor Andrea Barbanera e ricoverato a lungo prima in rianimazione e poi nel reparto di degenza, era entrato al Borsalino a luglio.
    L’ex portierone respirava tramite tracheotomia e con il supporto ventilatorio e veniva nutrito e idratato in maniera enterale. Dopo aver riacquisito tutte queste funzioni, Tacconi è uscito proprio qualche giorno fa, grazie al suo lavoro di riabilitazione. Ma anche grazie al suo carattere forte e tenace e alla sua ironia e autoironia.
    “Si è dimostrato perseverante non solo dal punto di vista fisico, che lo vede oggi camminare con il supporto del deambulatore e alle volte della sedia a rotelle – ha affermato il dottor Perrero – ma anche nel riacquistare l’ironia e l’autoironia, ricordando molti aneddoti legati alla carriera”.


    La famiglia di Tacconi ringrazia il Borsalino: “Ci siete entrati nel cuore e nell’anima”

    “Siamo venuti qui da un’altra regione e ora possiamo dire che il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima” – ha affermato la famiglia.
    “Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria. A quello del Borsalino, in particolare a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno. Ora, in pieno accordo con i professionisti del presidio, proseguiremo il percorso riabilitativo in una struttura più vicina a casa. Ma non dimenticheremo mai Alessandria e le splendide persone che ci hanno accompagnato in questo anno”, si legge sul Corriere di Torino.
    La bella notizia è stata accolta con grande entusiasmo anche da un altro ex grande portiere della Nazionale, Walter Zenga. Lo sportivo ha commentato sul suo profilo Instagram: “Le notizie, quelle belle. Forza Stefano!”


    https://chronist.it/attualita/2023/03/22/stefano-tacconi-dimesso-dallospedale-e-un-uomo-tenace-miglioramenti-sorprendenti/?fbclid=IwAR3LPxPj1XAQ9sS60uDGEaypKLmsakConhU02jR3IAovtW3oNsEM598P5dU
    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
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      • In piedi tra le rovine
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      Tempra forte, e anche spirito forte. Sulle prime pensavo non ce l'avrebbe fatta.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • Irrlicht
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        • Aug 2021
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        Molto bene
        Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

        "Un acceso silenzio
        brucerà la campagna
        come i falò la sera."

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        • robybaggio10
          Bodyweb Senior
          • Dec 2011
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          • Franciacorta
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          Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
          Lazio: tre tifosi esclusi a vita dall'Olimpico
          https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie...91548300.shtml
          Esclusi a vita da uno stadio per aver fatto il saluto romano. Avessero ammazzato qualcuno (italiano) gli avrebbero dato solo un paio di anni.
          I SUOI goals:
          -Serie A: 189
          -Serie B: 6
          -Super League: 5
          -Coppa Italia: 13
          -Chinese FA Cup: 1
          -Coppa UEFA: 5
          -Champions League: 13
          -Nazionale Under 21: 19
          -Nazionale: 19
          TOTALE: 270

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          • Virulogo.88
            Bodyweb Advanced
            • Nov 2008
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            • Big City
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            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
            Esclusi a vita da uno stadio per aver fatto il saluto romano. Avessero ammazzato qualcuno (italiano) gli avrebbero dato solo un paio di anni.
            Che pagliacciata, ormai comandano LORO in ogni ambito.

            Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
            Originariamente Scritto da Pesca
            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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            • Sean
              Csar
              • Sep 2007
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              La domanda sorge spontanea: ma chi è Mateo Retegui? Al di là delle sorprese nelle convocazioni azzurre di Mancini, si può rispondere banalmente: beh, meno male che almeno Retegui, oriundo proveniente dall’Argentina, c’è. La Nazionale ha una crisi di vocazioni, non trova abbastanza calciatori di qualità da chiamare, per cui Mancini deve fare i salti mortali per trovare i giocatori. Ma dire che la colpa è di Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio etc che non fanno giocare gli italiani è solo voler nascondere la realtà. La percentuale di stranieri che giocano nel nostro campionato (62,7%) non è molto superiore agli altri campionati europei. Il problema di fondo è la mancanza in assoluto di talenti e di campioni, che poi giochino in Italia o altrove non fa differenza. L’importante è che facciano esperienza in grandi club internazionali. E purtroppo, in assoluto, ci sono troppi pochi calciatori italiani bravi all’estero. Nella Nazionale di Mancini ci sono solo 7 calciatori italiani che giocano in club esteri: Donnarumma, Jorginho, Verratti, Scamacca, Gnonto, Scamacca e Retegui. L’Argentina campione del mondo in Qatar ha solo un nazionale che gioca in patria: il terzo portiere. Forse i nostri ragazzi ormai guardano agli altri sport, e forse i nostri giovani calciatori sono troppo mammoni e non vanno a cercare fortuna all’estero… Resta la strada già percorsa dalla Francia, della Nazionale multiculturale: bisogna aspettare gli italiani figli e nipoti di immigrati, i nuovi azzurri di seconda e terza generazione

              Va bene, partiamo almeno da un punto fermo e acclarato. Mateo Retegui non lo conosce nessuno, a parte gli addetti i lavori e chi magari ha letto un po’ più approfonditamente le notizie di calciomercato. Detto questo gli auguro di essere uno dei tanti oriundi che hanno fatto fortuna in Italia e ci hanno regalato pure belle soddisfazioni con la Nazionale. Roberto Mancini ha il pregio di non guardare provenienze, cittadinanze, carte d’identità finché è possibile e consentito, età e minuti di gioco.

              Altrimenti il 17enne Simone Pafundi la nazionale l’avrebbe vista col cannocchiale. Auguro al ct, all’inizio di questo nuovo percorso di qualificazione europea contro Inghilterra e Malta, di avere ancora molte intuizioni di questo tipo e magari meno scivoloni tipo Macedonia del Nord

              Detto questo veniamo al punto, calciatori per la Nazionale oggi ce ne sono troppo pochi, si rinnovano faticosamente. Ma dire che è colpa di Napoli, Juve, Milan, Inter, Roma e Lazio è ormai una lamentela vecchia e inutile. I manager che costruiscono le squadre e gli allenatori che le fanno giocare (compreso Mancini quando non faceva il ct, ma l’allenatore di club) non guardano la nazionalità dei giocatori. I manager la considerano solo in chiave del business che possono realizzarci sopra, gli allenatori perché pensano al risultato e a salvare la panchina, non interessa loro certo la sorte della nazionale, che vinca o che fallisca.

              Certo in Italia si supera ormai abbondantemente in Serie A il 60% di calciatori stranieri rispetto al totale (62,7% al momento). Ma non c’è una differenza poi così abissale con gli altri paese europei, tipo Spagna, Inghilterra, Germania e via dicendo, che sempre ben oltre il 50% stanno.

              Cioè dire che non ci sono giocatori italiani perché non giocano nelle grandi squadre italiane è una visione assolutamente parziale e distorta del problema. Il problema è la mancanza in assoluto di buoni giocatori italiani da nazionale. Che poi giochino nella Juventus o nel Grasshopper, nel Milan o nel Manchester United, nella Lazio o nel Lille non importa assolutamente nulla. Questa visione del calcio di club come espressione patriottica e nazionalista è ormai superata da decenni. Molti club italiani addirittura già nascono nel secolo precedente con forti radici internazionali. Penso al Genoa o all’ Inter stessa.

              Dell’ Argentina campione del mondo giocano in patria il terzo portiere Armani al River Plate, fine. Tutti gli altri, da Messi a Di Maria, all’estero. Della Francia finalista sempre al Mondiale, giocano in Ligue 1 Mbappé e Mandanda al Rennes, Kimpembé al Psg, Guendouzi e Veretout al Marsiglia, Quindi continuare a cercare giocatori nel giardino di casa è un’errore o almeno un’utopia. Non ne troverete mai più così tanti come in passato, o almeno abbastanza per fare una grande nazionale,

              Il problema in assoluto è la crescita di nuovi calciatori, possibilmente talenti, possibilmente campioni. E dunque vivai e via dicendo, anche se la menomazione è proprio nelle vocazioni, nel cambio dei modelli educativi, del calcio che non è più lo sport unico e assoluto per i bambini che cominciano a muoversi. Del calcio in strada che è sparito, perché i bambini oggi hanno assai più opportunità, di quante non potessero averne le generazioni precedenti. Perché molti di più oggi scelgono sport di base come atletica e nuoto, perché probabilmente siamo andati come paese oltre il calcio.

              Jorginho (Arsenal), Donnarumma e Verratti (Psg), Grifo (Friburgo), Retegui (Tigre), Gnonto (Leeds) e Scamacca (West Ham), I calciatori convocati in azzurro che giocano in grandi club esteri sono in progressivo aumento ma ancora molto pochi e comunque pochissimi a livello di titolari reperiti in grandi club stranieri. Resta dunque il problema di fondo, abbastanza insormontabile al momento: i nostri nuovi calciatori sono troppo mammoni, sono distratti da un’educazione migliore e più alta, non hanno fame e non vanno a tentare la fortuna all’estero. Dunque bisogna andarli a cercare altrove, e forse la strada più giusta è quella intrapresa già da molti anni dalla Francia, e cioè la nazionale multiculturale, fatta di italiani di seconda e terza generazione.

              La domanda sorge spontanea: ma chi è Mateo Retegui? Al di là delle sorprese nelle convocazioni azzurre di Mancini, si può rispondere banalmente: beh, meno male che almeno Retegui, oriundo proveniente dall’Argentina, c’è. La Nazionale ha una crisi di vocazioni, non trova abbastanza calciatori di qualità da chiamare, per cui Mancini deve fare i salti mortali per trovare i giocatori. Ma dire che la colpa è di Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio etc che non fanno giocare gli italiani è solo voler nascondere la realtà. La percentuale di stranieri che giocano nel nostro campionato (62,7%) non è molto superiore agli altri campionati europei. Il problema di fondo è la mancanza in assoluto di talenti e di campioni, che poi giochino in Italia o altrove non fa differenza. L’importante è che facciano esperienza in grandi club internazionali. E purtroppo, in assoluto, ci sono troppi pochi calciatori italiani bravi all’estero. Nella Nazionale di Mancini ci sono solo 7 calciatori italiani che giocano in club esteri: Donnarumma, Jorginho, Verratti, Scamacca, Gnonto, Grifo e Retegui. L’Argentina campione del mondo in Qatar ha solo un nazionale che gioca in patria: il terzo portiere. Forse i nostri ragazzi ormai guardano agli altri sport, e forse i nostri giovani calciatori sono troppo mammoni e non vanno a cercare fortuna all’estero… Resta la strada già percorsa dalla Francia, della Nazionale multiculturale: bisogna aspettare gli italiani figli e nipoti di immigrati, i nuovi azzurri di seconda e terza generazione - Il Bar Sport di Fabrizio Bocca
              Va bene, partiamo almeno da un punto fermo e acclarato. Mateo Retegui non lo conosce nessuno, a parte gli addetti i lavori e chi magari ha letto un po’ più approfonditamente le notizie di calciomercato. Detto questo gli auguro di essere uno dei tanti oriundi che hanno fatto fortuna in Italia e ci hanno regalato
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                L’Italia di Roberto Mancini affronta a Napoli l’Inghilterra nella prima giornata di qualificazioni a Euro 2024. In attacco giocherà Retegui

                Debutto dell’Italia nelle qualificazioni a Euro 2024. A Napoli gli azzurri di Roberto Mancini sfidano l’Inghilterra. Fischio di inizio alle 20.45: la partita sarà trasmessa da Rai Uno e in streaming da Rai Play. È la prima gara del girone C. Un gruppo che comprende anche la Macedonia del Nord (che nel marzo 2022 ci ha battuto nella semifinale playoff, impedendoci di qualificarci per i Mondiali in Qatar), Malta e Ucraina. Tra Italia e Inghilterra sarà la quarta sfida in meno di due anni, che farà seguito a quella nella finale di Euro 2021 a Wembley vinta ai rigori dagli azzurri e al doppio incrocio nella Nations League 2022 che ha visto la nostra Nazionale pareggiare 0-0 in terra britannica e battere gli inglesi a San Siro 1-0, nel settembre scorso, con un gol di Raspadori.

                Italia-Inghilterra, la probabile formazione di Mancini

                Pronto al debutto in Nazionale l’oriundo Mateo Retegui, che gioca con i messicani del Tigre (è in prestito dal Boca Juniors). Il giocatore ha scelto l’Italia senza remore e ora potrebbe anche sbarcare nella nostra serie A (è seguito dall’Inter). A completare il reparto nel 4-3-3 ci sarebbero Berardi e Pellegrini. In difesa ballottaggio Toloi-Romagnoli. Da parte sua, il c.t. dell’Inghilterra, Gareth Southgate, perde Rashford. Out anche Mount del Chelsea e Pope del Newcastle, tutti k.o. per infortunio. Mount era già diventato una sorta di caso. Il Chelsea aveva informato la FA che il giocatore non sarebbe stato disponibile per una forma di pubalgia da cui non riesce a guarire. È lo stesso percorso che i Blues hanno seguito per Sterling, k.o. e non incluso nell’elenco di Southgate in cui invece era presente Mount. Salvatore Riggio

                CorSera
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

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                • Ponno
                  Socialista col Rolex
                  • Feb 2013
                  • 12965
                  • 608
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                  • Holy See (Vatican City State) [VA]
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  La domanda sorge spontanea: ma chi è Mateo Retegui? Al di là delle sorprese nelle convocazioni azzurre di Mancini, si può rispondere banalmente: beh, meno male che almeno Retegui, oriundo proveniente dall’Argentina, c’è. La Nazionale ha una crisi di vocazioni, non trova abbastanza calciatori di qualità da chiamare, per cui Mancini deve fare i salti mortali per trovare i giocatori. Ma dire che la colpa è di Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio etc che non fanno giocare gli italiani è solo voler nascondere la realtà. La percentuale di stranieri che giocano nel nostro campionato (62,7%) non è molto superiore agli altri campionati europei. Il problema di fondo è la mancanza in assoluto di talenti e di campioni, che poi giochino in Italia o altrove non fa differenza. L’importante è che facciano esperienza in grandi club internazionali. E purtroppo, in assoluto, ci sono troppi pochi calciatori italiani bravi all’estero. Nella Nazionale di Mancini ci sono solo 7 calciatori italiani che giocano in club esteri: Donnarumma, Jorginho, Verratti, Scamacca, Gnonto, Scamacca e Retegui. L’Argentina campione del mondo in Qatar ha solo un nazionale che gioca in patria: il terzo portiere. Forse i nostri ragazzi ormai guardano agli altri sport, e forse i nostri giovani calciatori sono troppo mammoni e non vanno a cercare fortuna all’estero… Resta la strada già percorsa dalla Francia, della Nazionale multiculturale: bisogna aspettare gli italiani figli e nipoti di immigrati, i nuovi azzurri di seconda e terza generazione

                  Va bene, partiamo almeno da un punto fermo e acclarato. Mateo Retegui non lo conosce nessuno, a parte gli addetti i lavori e chi magari ha letto un po’ più approfonditamente le notizie di calciomercato. Detto questo gli auguro di essere uno dei tanti oriundi che hanno fatto fortuna in Italia e ci hanno regalato pure belle soddisfazioni con la Nazionale. Roberto Mancini ha il pregio di non guardare provenienze, cittadinanze, carte d’identità finché è possibile e consentito, età e minuti di gioco.

                  Altrimenti il 17enne Simone Pafundi la nazionale l’avrebbe vista col cannocchiale. Auguro al ct, all’inizio di questo nuovo percorso di qualificazione europea contro Inghilterra e Malta, di avere ancora molte intuizioni di questo tipo e magari meno scivoloni tipo Macedonia del Nord

                  Detto questo veniamo al punto, calciatori per la Nazionale oggi ce ne sono troppo pochi, si rinnovano faticosamente. Ma dire che è colpa di Napoli, Juve, Milan, Inter, Roma e Lazio è ormai una lamentela vecchia e inutile. I manager che costruiscono le squadre e gli allenatori che le fanno giocare (compreso Mancini quando non faceva il ct, ma l’allenatore di club) non guardano la nazionalità dei giocatori. I manager la considerano solo in chiave del business che possono realizzarci sopra, gli allenatori perché pensano al risultato e a salvare la panchina, non interessa loro certo la sorte della nazionale, che vinca o che fallisca.

                  Certo in Italia si supera ormai abbondantemente in Serie A il 60% di calciatori stranieri rispetto al totale (62,7% al momento). Ma non c’è una differenza poi così abissale con gli altri paese europei, tipo Spagna, Inghilterra, Germania e via dicendo, che sempre ben oltre il 50% stanno.

                  Cioè dire che non ci sono giocatori italiani perché non giocano nelle grandi squadre italiane è una visione assolutamente parziale e distorta del problema. Il problema è la mancanza in assoluto di buoni giocatori italiani da nazionale. Che poi giochino nella Juventus o nel Grasshopper, nel Milan o nel Manchester United, nella Lazio o nel Lille non importa assolutamente nulla. Questa visione del calcio di club come espressione patriottica e nazionalista è ormai superata da decenni. Molti club italiani addirittura già nascono nel secolo precedente con forti radici internazionali. Penso al Genoa o all’ Inter stessa.

                  Dell’ Argentina campione del mondo giocano in patria il terzo portiere Armani al River Plate, fine. Tutti gli altri, da Messi a Di Maria, all’estero. Della Francia finalista sempre al Mondiale, giocano in Ligue 1 Mbappé e Mandanda al Rennes, Kimpembé al Psg, Guendouzi e Veretout al Marsiglia, Quindi continuare a cercare giocatori nel giardino di casa è un’errore o almeno un’utopia. Non ne troverete mai più così tanti come in passato, o almeno abbastanza per fare una grande nazionale,

                  Il problema in assoluto è la crescita di nuovi calciatori, possibilmente talenti, possibilmente campioni. E dunque vivai e via dicendo, anche se la menomazione è proprio nelle vocazioni, nel cambio dei modelli educativi, del calcio che non è più lo sport unico e assoluto per i bambini che cominciano a muoversi. Del calcio in strada che è sparito, perché i bambini oggi hanno assai più opportunità, di quante non potessero averne le generazioni precedenti. Perché molti di più oggi scelgono sport di base come atletica e nuoto, perché probabilmente siamo andati come paese oltre il calcio.

                  Jorginho (Arsenal), Donnarumma e Verratti (Psg), Grifo (Friburgo), Retegui (Tigre), Gnonto (Leeds) e Scamacca (West Ham), I calciatori convocati in azzurro che giocano in grandi club esteri sono in progressivo aumento ma ancora molto pochi e comunque pochissimi a livello di titolari reperiti in grandi club stranieri. Resta dunque il problema di fondo, abbastanza insormontabile al momento: i nostri nuovi calciatori sono troppo mammoni, sono distratti da un’educazione migliore e più alta, non hanno fame e non vanno a tentare la fortuna all’estero. Dunque bisogna andarli a cercare altrove, e forse la strada più giusta è quella intrapresa già da molti anni dalla Francia, e cioè la nazionale multiculturale, fatta di italiani di seconda e terza generazione.

                  https://www.bloooog.it/2023/03/22/la...o-proveniente/
                  Ci sono due Scamacca o i giornalai sono ormai anche incapaci a contare?

                  Sent from my Pixel 7 Pro using Tapatalk
                  Originariamente Scritto da claudio96

                  sigpic
                  più o meno il triplo

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                  • germanomosconi
                    Bodyweb Senior
                    • Jan 2007
                    • 15534
                    • 623
                    • 1,028
                    • pordenone
                    • Send PM

                    Scamacca se non sbaglio ormai è panchinaro
                    Originariamente Scritto da Marco pl
                    i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                    Originariamente Scritto da master wallace
                    IO? Mai masturbato.
                    Originariamente Scritto da master wallace
                    Io sono drogato..

                    Commenta

                    • Fabi Stone
                      Bodyweb Senior
                      • Jan 2015
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                      Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                      Scamacca se non sbaglio ormai è panchinaro
                      Ortre che n poro stronzo

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                      • robybaggio10
                        Bodyweb Senior
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                        • Franciacorta
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                        Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
                        Ci sono due Scamacca o i giornalai sono ormai anche incapaci a contare?

                        Sent from my Pixel 7 Pro using Tapatalk
                        Mancini ha convocato anche il padre per distruggere a sprangate le auto degli inglesi.

                        Inviato dal mio SM-A202F utilizzando Tapatalk
                        I SUOI goals:
                        -Serie A: 189
                        -Serie B: 6
                        -Super League: 5
                        -Coppa Italia: 13
                        -Chinese FA Cup: 1
                        -Coppa UEFA: 5
                        -Champions League: 13
                        -Nazionale Under 21: 19
                        -Nazionale: 19
                        TOTALE: 270

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                        • Sean
                          Csar
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                          • In piedi tra le rovine
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                          La miglior cartina di tornasole per dimostrare quanto stiamo messi male a livello di movimento calcistico sono i giornali che stamane tessono le lodi questo di Retegui. Quando all'unisono si muovono gli spazzini a buttare la polvere sotto all'ormai rigonfio tappeto è perchè le cose vanno malissimo.

                          A Mancini Retegui ricorda Batistuta: https://www.repubblica.it/sport/calc...ini-393307975/ capito? Allora tutto a posto.
                          Last edited by Sean; 23-03-2023, 14:08:55.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • marcu9
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                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
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                              • In piedi tra le rovine
                              • Send PM

                              Senza Bonucci, Pogba e Paredes sarebbe già un bel risparmio. Pure Sceszni è un altro che se lo tagli non muore nessuno.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Venkman85
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                                Non dimentichiamo Alex Sandro. Riguardo Szczesny dipende se si ha un sostituito all'altezza, perché a me come portiere piace

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