Originariamente Scritto da Sean
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La Federcalcio - secondo quanto appreso dall'agenzia di stampa - ha appena trasmesso ai legali dei dirigenti Federico Cherubini e Fabio Paratici, coinvolti nell'inchiesta plusvalenze-Juventus, la cosiddetta 'seconda carta' degli aggiornamenti tra Covisoc e Procura Federale richiesta dagli avvocati dei due. (ANSA)
Come riporta il sito del quotidiano, neanche in questo documento la Juventus è citata poiché si parla di "situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio" in vista di "potenziali iniziative istituzionali".
(gazzetta.it)
La Federcalcio ha inviato questa mattina ai legali di Cherubini e Paratici la seconda carta Covisoc (la prima in ordine di tempo), cioè la richiesta di chiarimenti alla procura da parte della commissione di vigilanza, datata 31 marzo, dalla quale poi è originata la famosa “nota 10940” firmata da Chinè e che la difesa bianconera ha chiesto nei vari processi (citandola come uno dei 9 punti nel ricorso al Collegio di Garanzia), con la speranza di trovarci dentro la prova di un vizio procedurale. In entrambi i documenti (richiesta Covisoc e risposta procura) non viene però mai citata la Juventus né i suoi dirigenti o le sue operazioni, che a ottobre 2021 avrebbero fatto scattare l’allarme ufficiale facendo partire il primo filone plusvalenze che ha portato - in sede di revocazione - al -15 in classifica inflitto dalla Corte d’Appello lo scorso 20 gennaio. Insomma, non sembra esserci la “notitia criminis”. Se in questo scambio di mail fosse stata nominata la Juve, come auspicavano di fatto gli avvocati, il procuratore federale avrebbe avuto 30 giorni di tempo per iscrivere la notizia nell’apposito registro (secondo l’articolo 119 del codice di giustizia sportiva) e sarebbe dunque inciampato in un vizio che avrebbe annullato l’intero processo.
Nella sua comunicazione del 31 marzo, la Covisoc fa sapere alla procura di essere preoccupata circa alcune operazioni, richiamando la necessità di un intervento istituzionale senza però mai citare reati (o ipotesi di reato) specifici. Boccardelli scrive: "Nello svolgimento delle proprie attività istituzionali la Covisoc ha da ultimo individuato situazioni gestionali che, a proprio avviso, meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell’adozione di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc. Si tratta, infatti, di situazioni che presentano tratti concettuali ed operativi idonei ad incidere sui fondamentali dei bilanci delle società sportive professionistiche (e quindi mediatamente sull’equilibrio economico e finanziario delle stesse) e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile ed in maniera sufficientemente generalizzata. Faccio riferimento, in particolare, alle operazioni di compravendita di calciatori le quali, pur concluse per prezzi significativi, comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli) in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione. Non è di certo il ricorso ex se all’istituto disciplinato dall’art. 1241 e ss. del codice civile a destare l’attenzione della Covisoc: al contrario, è la possibilità di ricorrere alla compensazione allo scopo di minimizzare (se non elidere) i flussi pecuniari reciproci fissando, al tempo stesso, prezzi di compravendita dei singoli assets su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese ed intelligibile. Il che, ovviamente, determina una certa (non auspicabile) opacità informativa che rischia di risultare viepiù significativa in presenza di eventuali operazioni fra parti correlate". La procura risponderà 14 giorni dopo citando la giurisprudenza sul tema “plusvalenze fittizie”, parlando dei casi Chievo-Cesena e dello scambio tra Perugia e Atalanta, evidenziando pure la difficoltà nel determinare l’irregolarità di alcune operazioni essendo le operazioni frutto di una libera contrattazione tra le parti. Questa seconda nota è stata oggetto di diverse polemiche: il TAR ha obbligato la federazione a metterla a disposizione delle difese e la Figc ha fatto ricorso al consiglio di stato contestando la forma e rivendicando la pregiudiziale sportiva. Ma nel merito del processo, al pari della procura, ha sempre considerato “irrilevante” il documento. Che infatti non contiene alcun riferimento al club bianconero. Nonostante Il contenuto di questo scambio di e-mail tra procura e Covisoc la Juventus al collegio di Garanzia ha depositato un ricorso nel quale viene contestata anche la sostanza e non solo la forma della sentenza della Corte d’Appello. Quindi ci sarebbero altre strade sulla quale punta la difesa bianconera.
Corriere dello Sport
La Uefa ha chiesto e ricevuto i nuovi atti della Procura di Torino relativi all’inchiesta Prisma e continua a monitorare la situazione della Juventus. Come annunciato lo scorso 1°dicembre, il massimo organismo europeo ha ufficialmente aperto una sua indagine sul club bianconero "in stretta cooperazione con le autorità italiane", come scritto nel comunicato diramato dalla prima camera del Cfcb (Organo di controllo finanziario dei club). Al centro dell’attenzione ci sono gli ultimi bilanci della Juventus, gli stessi che hanno portato, il 23 agosto scorso, al settlement agreement tra le due parti.
La Uefa è da tempo in contatto con la Procura di Torino, che ha chiesto il rinvio a giudizio per 12 indagati (tra cui Agnelli, Paratici, Nedved e Arrivabene) più la Juve, e ora ha voluto prendere visione delle nuove carte, quelle relative alle indagini suppletive svolte in attesa dell’udienza preliminare davanti al Gup (fissata per il 27 marzo), che comprendono anche gli accordi segreti per il riacquisto di alcuni giocatori. Documenti già in possesso della Figc e che possono inguaiare altri club (Udinese, Sassuolo, Bologna, Atalanta, Samp e Cagliari).
Gazzetta
Stavolta non sono serviti ricorsi. La Figc ha assecondato subito le richieste arrivate ieri sera dai legali di Fabio Paratici e Federico Cherubini, entrambi deferiti nel processo sportivo contro la Juve che ha portato in secondo grado a 15 punti di penalizzazione, consegnando questa mattina la cosiddetta "seconda carta Covisoc" del 31 marzo 2021. Si tratta della comunicazione dal presidente della Covisoc Paolo Boccardelli al procuratore federale Giuseppe Chiné che precedeva quella che aveva portato al ricorso al Tar e che secondo gli avvocati bianconeri avrebbe potuto anticipare i tempi procedurali con il rischio di far cadere l'intero iter processuale con annessa sentenza nell'udienza davanti al Collegio di garanzia del Coni. Anche in questo caso, come per la carta consegnata sabato, la Juventus non è mai nominata e ci si limita a parlare di "situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio" in vista di "potenziali iniziative istituzionali". Non sembra dunque esserci la notitia criminis che la Juve cerca, anche se non era l'elemento centrale delle cento pagine di ricorso bianconero.
Nelle queste due pagine inviate a Chiné e per conoscenza al presidente federale Gravina, Boccardelli scrive: "Nello svolgimento delle proprie attività istituzionali la Covisoc ha da ultimo individuato situazioni gestionali che, a proprio avviso, meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell’adozione di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc. Si tratta, infatti, di situazioni che presentano tratti concettuali ed operativi idonei ad incidere sui fondamentali dei bilanci delle società sportive professionistiche (e quindi mediatamente sull’equilibrio economico e finanziario delle stesse) e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile ed in maniera sufficientemente generalizzata. Faccio riferimento, in particolare, alle operazioni di compravendita di calciatori le quali, pur concluse per prezzi significativi, comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli) in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione. Non è di certo il ricorso ex se all’istituto disciplinato dall’art. 1241 e ss. del codice civile a destare l’attenzione della Covisoc: al contrario, è la possibilità di ricorrere alla compensazione allo scopo di minimizzare (se non elidere) i flussi pecuniari reciproci fissando, al tempo stesso, prezzi di compravendita dei singoli assets su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese ed intelligibile. Il che, ovviamente, determina una certa (non auspicabile) opacità informativa che rischia di risultare viepiù significativa in presenza di eventuali operazioni fra parti correlate".
E ancora: "In tale ottica la Covisoc ha effettuato un’analisi (riferita agli ultimi due esercizi) circa gli effetti sui bilanci di periodo delle società di talune operazioni di compravendita di calciatori. L’analisi mostra quindi (in termini generali) come il cosiddetto trading dei calciatori realizzato dalle società sportive professionistiche - pur avendo garantito copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali - abbia generato pochissima liquidità. Tale fenomeno, ad avviso della Commissione, non può che destare attenzione perché rende difficile apprezzare la reale corrispondenza fra i prezzi convenuti per le singole operazioni, da un lato, ed il reale valore di mercato degli atleti, dall’altro lato".
La Covisoc chiede anche di analizzare "la rivalutazione del cosiddetto parco calciatori che costituiscono le immobilizzazioni tipiche delle società sportive professionistiche" e conclude auspicando "che si possa rapidamente pianificare un tavolo di lavoro comune al fine di condividere i termini delle analisi sinora condotte e di valutare l’adozione di opportune iniziative strategiche circa i menzionati fenomeni". I legali dei due dirigenti avevano chiesto anche il verbale di questo tavolo di lavoro, che si è tenuto il 7 aprile 2021, verbale che non esiste perché l'incontro aveva carattere informale.
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