Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    Leggo che nel '19 la Juve lo vinse ad aprile ma non credo con quel vantaggio abnorme.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
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      Invece il secondo scudetto del Napoli fu vinto un 29 aprile. Stavolta faranno prima credo.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
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      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • Virulogo.88
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        • Big City
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        A sto punto il Napoli può giocare per la Champions e mandare letteralmente i primavera in campionato

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        Originariamente Scritto da Pesca
        lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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        • fede79
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          • Roma
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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Ma infatti Serra è stato deferito e magari di giornate se ne prenderà il doppio di Mourinho...ma Mourinho ha reagito, le sue parole le hanno raccolte anche l'arbitro e i guardalinee, perchè negli spogliatoi arbitrali ha sclerato ad esempio...e ha pure fatto insinuazioni sulla provenienza cittadina di Serra...non hanno un rilievo disciplinare queste cose?
          Serra non ha svolto le sue funzioni di arbitro, ha provocato la reazione di Mourinho, e tu me lo fai passare come normalità: ma stiamo scherzando?

          Gli audio li ha voluti proprio la Roma, altrimenti Serra l’avrebbe fatta franca e il fatto che verrà deferito (vediamo quanto) dovrebbe scagionare immediatamente Mourinho.

          Siccome la casta arbitrale è intoccabile, hanno fatto il pastrocchio e Mourinho salterà comunque due giornate.
          sigpic
          Free at last, they took your life
          They could not take your PRIDE

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          • robybaggio10
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            • Dec 2011
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            • Franciacorta
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            Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
            A sto punto il Napoli può giocare per la Champions e mandare letteralmente i primavera in campionato

            Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
            Sbaglierebbero...sarebbero soggetti ad un calo di tensione. Meglio giocare all'80% le partite di serie A...ed in caso di fastidi...allora sì...non rischiare niente e lasciare qualcuno in panchina!
            I SUOI goals:
            -Serie A: 189
            -Serie B: 6
            -Super League: 5
            -Coppa Italia: 13
            -Chinese FA Cup: 1
            -Coppa UEFA: 5
            -Champions League: 13
            -Nazionale Under 21: 19
            -Nazionale: 19
            TOTALE: 270

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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
              Serra non ha svolto le sue funzioni di arbitro, ha provocato la reazione di Mourinho, e tu me lo fai passare come normalità: ma stiamo scherzando?

              Gli audio li ha voluti proprio la Roma, altrimenti Serra l’avrebbe fatta franca e il fatto che verrà deferito (vediamo quanto) dovrebbe scagionare immediatamente Mourinho.

              Siccome la casta arbitrale è intoccabile, hanno fatto il pastrocchio e Mourinho salterà comunque due giornate.
              Dove l'ho fatto passare come normalità? Ho scritto che Serra ha provocato e Mourinho ha reagito...ma la reazione è anch'essa passibile di punizione, perchè Mourinho si sarebbe dovuto limitare a denunciare la provocazione di Serra e non sclerare anch'egli.
              ...ma di noi
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              • Sean
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                Kvaratskhelia è irresistibile e il suo dribbling spettacolare. Il Napoli deve solo gestire l’esuberante energia dei suoi giocatori in vista di scudetto e Champions League. E comunque quando si distrae, gli altri gli restitituiscono tutto subito con gli interessi. Insomma un trionfo industurbato

                Spalletti e l’esuberanza del Napoli
                Il Napoli riprende il suo cammino tranquillamente, nei rari casi in cui manca l’occasione o si distrae gli altri collaborano distraendosi a loro volta, e lasciando che possa gestire il suo delicato finale di stagione. Kvaratskhelia fa uno straordinario gol in slalom lasciando imbambolati i difensori dell’ Atalanta, Osimhen esce protestando dal campo perché vuol fare gol a tutti i costi. A Spalletti non resta che convogliare tante energie verso lo scudetto e verso anche la Champions League, per altro messa già discretamente bene. Pubblico dello Stadio Maradona in visibilio. Insomma un trionfo indisturbato, la favola continua

                SERIE A, 26a GIORNATA – ⚽ -Allegri ha stabilito un traguardo virtuale per la JSERIE A, 26a GIORNATA – ⚽ – Il Milan ha due facce, in Champions League riscopre i suoi geni di grandissimo storico club, in Italia si è già dimenticato di aver vinto lo scudetto ed è di fatto un Milan dimezzato. Pioli ammette: “Se soffriamo i contraccolpi della Champions vuol dire che c’è molto da lavorare”. – ⚽ – Allegri ha stabilito un traguardo virtuale per la Juventus e ignora la penalizzazione di 15 punti. Dunque oggi la Juve è seconda in solitario a 53 punti. Cosa volete di più? Ecco dunque il fine: se criticate e attaccate la Juventus, cosa dovreste dire di tutte le altre (tranne il Napoli, ovviamente)? La Juve ha perso per strada Vlahovic e Pogba, ma in compenso ci ha fatto capire che Rabiot non è il bidone che credevamo. – ⚽ – Nervi a fior di pelle e cartellini rossi: la Roma ha proprio l’imprinting di Mourinho. E così dopo gli schiaffi di Cremona, e l’intermezzo trionfale della vittoria sulla Juve, ecco l’incredibile bis col ko contro il Sassuolo. Una pentola in ebollizione. – ⚽ – Kvaratskhelia ormai fa spettacolari gol alla Maradona. Il Napoli deve solo gestire l’esuberante energia dei suoi giocatori in vista di scudetto e Champions League. E comunque quando si distrae, gli altri gli restituiscono tutto subito con gli interessi. Insomma un trionfo indisturbato. – ⚽ – Che cosa sta succedendo all’Inter? La squadra di Inzaghi ha inanellato la sua ottava sconfitta in campionato, Lautaro, Lukaku e Dzeko non riescono a fare abbastanza gol allo Spezia e Inzaghi continua a perdere colpi. La squadra è sospesa sulla qualificazione Champions League e sulla semifinale di Coppa Italia, e intanto dalle ambizioni scudetto dell’estate scorsa si è passati al rischio di non centrare nemmeno il quarto posto se la squadra continua a perdere colpi così. Morale: penso che Inzaghi la panchina ormai se la sia già giocata e non gli resti che tentare disperatamente di recuperarla. Ma in TV questo progressivo spegnimento nerazzurro non passa e si fa a gare a offrire giustificazioni a buon mercato. - Il Bar Sport di Fabrizio Bocca
                SERIE A 2022-2023 GIORNATA N. 26 Venerdì 10 marzo 2023 Spezia - Inter 2-1 (55' D. Maldini S, 83' Lukaku rig. I, 87' Nzola rig. S) Sabato 11 marzo 2023 Empoli - Udinese 0-1 (54' Becão U) Napoli - Atalanta 2-0 (60' Kvaratskhelia N, 77' Rrahmani N) Bologna - Lazio 0-0 Domenica 12 marzo 2023
                ...ma di noi
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                  Che cosa sta succedendo all’Inter? La squadra di Inzaghi ha inanellato la sua ottava sconfitta in campionato, Lautaro, Lukaku e Dzeko non riescono a fare abbastanza gol allo Spezia e Inzaghi continua a perdere colpi. La squadra è sospesa sulla qualificazione Champions League e sulla semifinale di Coppa Italia, e intanto dalle ambizioni scudetto dell’estate scorsa si è passati al rischio di non centrare nemmeno il quarto posto se la squadra continua a perdere colpi così. Morale: penso che Inzaghi la panchina ormai se la sia già giocata e non gli resti che tentare disperatamente di recuperarla. Ma in TV questo progressivo spegnimento nerazzurro non passa e si fa a gare a offrire giustificazioni a buon mercato

                  La crisi dell’Inter nascosta dai telecommentatori del pallone

                  La cosa che mi colpisce di più? I commentatori televisivi, da Stramaccioni a Borja Valero: non ce ne è uno che maltratti l’Inter come potrebbe benissimo starci, fanno tutti a gara a offrire spiegazioni, alibi, giustificazioni. E quel che serve ad addolcire il doloroso schiaffo inferto dallo Spezia. Non certo una big, anzi una big dovrebbe essere l’Inter. Dovrebbe… Partono persino elogi incontrollati, clamorosamente inadeguati ed esagerati. Ma non credo che agli addetti ai lavori chiamati ad esprimere commenti interessi il giudizio e lo sbigottimento di chi è davanti alla tv, l’importante è non offendere chi conta. Il mondo si chiude tutto dalla stessa parte dello schermo. Autoreferenzialità pura.

                  E dunque l’Inter ha giocato bene, ha avuto tante occasioni – secondo Simone Inzaghi addirittura 30! – e ha perso perché banalmente gli ha detto male. Nessuno vuole essere coinvolto in un intericidio, cui per altro ha già provveduto spietatamente lo Spezia.

                  Rivendico la brutale legge del risultato, unica cosa certa in un calcio dove tutto è ormai opinabile, se non addirittura deformabile. L’Inter a un certo punto aveva in campo tutto l’arsenale disponibile – Lautaro, Lukaku e pure Dzeko – e nonostante questo ha sparacchiato malamente dei tiri e sbagliato addirittura dei rigori. L’Inter ha perso perché Dragowski ha fatto i miracoli o molto più semplicemente perché non è stata all’altezza del compito? Se le cose già erano messe male per Inzaghi prima – la Gazzetta ha già tolto la fiducia all’allenatore da tempo – figuriamoci adesso che si registra l’ottava sconfitta nerazzurra in campionato.

                  Per il resto siamo alle solite, gli eventi sono in corso: la Champions League e la Coppa Italia fanno da scudo, ma se dai progetti scudetto dell’estate dovessimo passare anche a fallire il quarto posto, saremmo addirittura ben oltre la crisi. Diciamo che Inzaghi la panchina se l’è già giocata e adesso non gli resta solo che recuperarla disperatamente in qualche modo.

                  Nel frattempo non si può toccare oggettivamente nulla. Si può solo osservare l’Inter smarrirsi progressivamente. Basta riconoscerlo e non nasconderlo. Non è certo un dramma.

                  SERIE A, 26a GIORNATA – ⚽ -Allegri ha stabilito un traguardo virtuale per la JSERIE A, 26a GIORNATA – ⚽ – Il Milan ha due facce, in Champions League riscopre i suoi geni di grandissimo storico club, in Italia si è già dimenticato di aver vinto lo scudetto ed è di fatto un Milan dimezzato. Pioli ammette: “Se soffriamo i contraccolpi della Champions vuol dire che c’è molto da lavorare”. – ⚽ – Allegri ha stabilito un traguardo virtuale per la Juventus e ignora la penalizzazione di 15 punti. Dunque oggi la Juve è seconda in solitario a 53 punti. Cosa volete di più? Ecco dunque il fine: se criticate e attaccate la Juventus, cosa dovreste dire di tutte le altre (tranne il Napoli, ovviamente)? La Juve ha perso per strada Vlahovic e Pogba, ma in compenso ci ha fatto capire che Rabiot non è il bidone che credevamo. – ⚽ – Nervi a fior di pelle e cartellini rossi: la Roma ha proprio l’imprinting di Mourinho. E così dopo gli schiaffi di Cremona, e l’intermezzo trionfale della vittoria sulla Juve, ecco l’incredibile bis col ko contro il Sassuolo. Una pentola in ebollizione. – ⚽ – Kvaratskhelia ormai fa spettacolari gol alla Maradona. Il Napoli deve solo gestire l’esuberante energia dei suoi giocatori in vista di scudetto e Champions League. E comunque quando si distrae, gli altri gli restituiscono tutto subito con gli interessi. Insomma un trionfo indisturbato. – ⚽ – Che cosa sta succedendo all’Inter? La squadra di Inzaghi ha inanellato la sua ottava sconfitta in campionato, Lautaro, Lukaku e Dzeko non riescono a fare abbastanza gol allo Spezia e Inzaghi continua a perdere colpi. La squadra è sospesa sulla qualificazione Champions League e sulla semifinale di Coppa Italia, e intanto dalle ambizioni scudetto dell’estate scorsa si è passati al rischio di non centrare nemmeno il quarto posto se la squadra continua a perdere colpi così. Morale: penso che Inzaghi la panchina ormai se la sia già giocata e non gli resti che tentare disperatamente di recuperarla. Ma in TV questo progressivo spegnimento nerazzurro non passa e si fa a gare a offrire giustificazioni a buon mercato. - Il Bar Sport di Fabrizio Bocca
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                    Il Bologna ieri ha fermato sullo 0-0 la Lazio al Dall'Ara e Sarri perde due punti importanti nella corsa champions, anche perchè l'Inter aveva appunto perso.
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                      Roma-Sassuolo

                      (ore 18 su Dazn)
                      José Mourinho è stato squalificato due giornate e i tifosi della Roma vogliono manifestare il proprio sostegno allo Speciale One e protestare contro la giustizia sportiva dopo la decisione di confermare la squalifica. Sui social sta prendendo piede un’iniziativa. Si tratta della cosiddetta «panolada», uno dei gesti tipici di protesta all’interno degli stadi. Invece, Alessio Dionisi cerca un risultato importante: «Quella con la Cremonese è stata una partita anomala per come era iniziata e per come era finito il primo tempo, l’averla vinta alla fine ha permesso a chi è entrato di sentirsi partecipe, alla panchina di andare ad abbracciare tutti quelli in campo, è stata una bella dimostrazione dello spirito di squadra. Sappiamo che non basta. I ragazzi hanno fatto tanto per arrivare a questo punto e non era scontato», la sua analisi.

                      Juventus-Sampdoria

                      (ore 20.45 su Dazn)
                      In casa Juventus tiene banco la questione Vlahovic, in notevole difficoltà: «Dusan è completamente guarito. Giovedì l’ho tolto, Di Maria stava facendo bene e Chiesa poteva essere un’arma. Dusan sarebbe stata l’unica punta. Contento della prestazione fatta. Fisicamente sta molto meglio. I giocatori passano momenti così, soprattutto gli attaccanti che vengono giudicati per i gol. Io credo che tecnicamente abbia fatto delle buone partite», ha detto Massimiliano Allegri. Da parte sua, la Sampdoria cerca punti salvezza: «Dobbiamo tenere il morale alto per la maglia che indossiamo. Nelle mille difficoltà dobbiamo essere fieri di lottare ogni partita per questi colori — ha detto Stankovic —. Sicuramente non ero contento dopo il pareggio con la Salernitana: dovevamo fare di più, essere un po’ più coraggiosi e creare di più prendendoci qualche rischio. È un anno difficile per noi, sotto tutti i punti di vista: faccio i complimenti allo Spezia e a mister Semplici che hanno battuto una squadra top ma così vanno le cose. Noi dobbiamo guardare a noi stessi, continuando a lavorare duro e sodo».


                      Domenica 12 marzo 2023
                      Lecce – Torino 12.30
                      Cremonese – Fiorentina 15.00
                      Verona – Monza 15.00
                      Roma – Sassuolo 18.00
                      Juventus – Sampdoria 20.45
                      Lunedì 13 marzo 2023
                      Milan – Salernitana 20.45
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                        Cos’è che unisce il “caso Juventus” e il “caso Mourinho”. Quello di essere descritti e raccontati come clamorose vittime di ingiustizia, oggetto di persecuzione da parte di una giustizia sportiva cieca e brutale. Va bene, ma il punto è: cosa vogliamo dalla giustizia sportiva? Ci interessa lo sport o che siano salvati gli interessi di un mondo che sullo spettacolo del calcio è esploso incontrollatamente dal punto di vista economico e finanziario? Oggi un pool di avvocati e legali in genere serve ai club, tanto quanto una grande difesa in campo, perché gli interessi vanno protetti con forza, anche ben oltre lo sport. La famigerata “carta Covisoc” su cui la Juventus ha scatenato un duello legale con la Federcalcio, non serve a dare una luce diversa all’inchiesta sulle plusvalenze, serve solo a mandare a monte il processo che le ha inflitto il -15 per manovre scorrette sul calciomercato. E perché due giornate a Mourinho sarebbero un’ingiustizia? Non ne ha forse dette quattro al “quarto uomo” di Cremonese-Roma? Se poi l’arbitro è andato oltre ne pagherà le conseguenze. Ma evitiamo il vittimismo ed evitiamo di gridare allo scandalo degli scandali. Chi ha memoria ricorderà che Agnolin a Bettega & C, disse: “Se non la smettete vi faccio un culo così”. E prese quattro mesi…

                        C’è un filo che unisce il caso Mourinho e il caso Juventus, ed è quello che passa per il telaio della giustizia sportiva. Oggi il calcio si fa con i grandi campioni, i migliori allenatori e un bel pool di avvocati, i migliori possibili. I primi pensano al campo i secondi pensano a tutti gli inevitabili risvolti disciplinari connessi agli interventi della giustizia sportiva. I primi fanno gol e punti, gli altri rintuzzano penalizzazioni, squalifiche, espulsioni, radiazioni e via dicendo. Avere un buon avvocato, o meglio un pool di avvocati, equivale ad avere una bella difesa, tosta, che non prende gol. Gli avvocati sono i difensori e gli stopper (esistono ancora?) dei tribunali dove si discutono le magagne delle squadre di calcio.

                        Il problema è sostanzialmente di dimensioni, di strutture, di rilevanza sociale. Il calcio – è una banalità dirlo ma è così ed è bene ricordarlo – è diventato qualcosa che va molto oltre la semplice partita. E’ un’industria di grandi dimensioni economiche, con società per azioni, talvolta addirittura quotate in borsa, con interessi e precisi riferimenti nell’economia, nella politica e nell’alta finanza. I manager del calcio sono sempre più aggressivi, arroganti, onnipotenti e smaliziati, talvolta veri e propri squali. La giustizia sportiva, per quanto strutturata e di alto livello, con codici scritti appositamente, commissioni e magistrati che si occupano dell’applicazione della stessa, non è una giustizia penale o civile, non protegge gli stessi diritti fondamentali, è sostanzialmente una “giustizia” pratica e di gestione, insomma quasi di servizio, che deve soprattutto garantire velocemente ed efficacemente la continuità dello sport stesso, delle gare, dei campionati. Io lo ripeto spesso: la giustizia sportiva non manda in carcere nessuno, di fatto permette o impedisce di giocare una partita o più partite, che sia un giocatore o un club. O infligge sanzioni economiche. Il problema è l’enorme sovrastruttura che abbiamo messo addosso al calcio, con interessi milionari, un’intera economia di settore, per cui poi su una giustizia piccola, di settore e con mezzi limitati (per questo spesso giudica con carte in arrivo dalle Procure) si riversano le stesse esigenze che si hanno quando entrano in ballo il diritto penale, il diritto commerciale, l’economia politica e finanziaria, il diritto civile. Lo sport e il calcio sono solo un dettaglio del mondo che la legge protegge. Ma se ne pretende il funzionamento giudiziario per tutto quello che c’è sopra e intorno, non per lo sport stesso.

                        Tutto questo per dire che al momento stiamo dibattendo con grande ferocia e scontro di eserciti legali, su una cart
                        a che nel processo Juve – la cosiddetta carta Covisoc, “nota 10940” – non introduce alcunché di nuovo o vecchio. L’ho letta e riletta ed è un documento pure poco comprensibile, scritto in avvocatese, che non essendo stato allegato fin da subito all’incartamento serve alla Juve a far buttare tutto il processo a monte. Un cavillo che esprime un vizio legale, che potrebbe spostare anche i termini di avvio e di chiusura dell’inchiesta, e dunque potrebbe far annullare il famigerato -15 in classifica, inflitto alla Juve per scorrette manovre sulla compravendita dei calciatori. Si tutela maggiormente lo sport in questa maniera? Forse sì, ma anche assai più probabilmente no. La penalizzazione della Juve è arrivata per la riapertura di un processo sportivo di assoluzione già chiuso, a causa dell’arrivo sul tavolo della giustizia sportiva di carte fino ad allora sconosciute prodotte dall’inchiesta penale (Inchiesta Prisma). E qui ci stiamo strappando i capelli su un pezzo di carta assai più antico, che riguarda quella parte di inchiesta sportiva finita nel cestino della carta straccia.

                        Lo stesso per le due giornate inflitte a Mourinho per aver insultato il “quarto arbitro” durante Cremonese-Roma. Che il “quarto arbitro” Serra abbia detto qualcosa a Mourinho è sicuro, cosa non si sa bene. Di sicuro si sa che davanti a testimoni e anche nello spogliatoio dell’arbitro Mourinho è andato giù pesante. E si è beccato due giornate di squalifica. Da lì una campagna anti “giustizia sportiva”, barbara, medioevale, autoreferenziale, che protegge esclusivamente l’apparato stesso del calcio e in particolare quella setta massonica degli arbitri italiani. Manco avessero costretto quello stinco di santo di Mourinho ai ceppi in una incivile reclusione, tipo Cavaradossi nelle segrete di Castel Sant’Angelo.

                        Mourinho ha preso due giornate com’è capitato a migliaia di allenatori prima di lui in situazioni analoghe: da Allegri a Sarri, non mi sembra di aver assistito ad analoghe campagne di indignazione. Se il quarto uomo Serra ha detto qualcosa di troppo pagherà anche lui il suo conto. Non essendo, tra l’altro, nemmeno il primo, Abbiamo visto abbastanza partite di pallone per ricordare tanti di questi casi, uno su tutti il famosissimo Gigi Agnolin, allargare pollice e indice di entrambe le mani e dire, durante un derby di Torino, a Bettega e compagni: “Se non la smettete di protestare vi faccio un culo così!”. (Ndr- 26 ottobre 1980, Juve-Torino 1-2, doppietta di Ciccio Graziani). Chi adesso vuole la radiazione di Serra, sappia che Agnolin prese allora quattro mesi. Intanto, tra i due, l’arbitro Serra mi pare linciato assai più di Mourinho. Che invece nelle vesti della vittima predestinata – vedi ancora il famigerato gesto delle manette riproposto ad arte via Instagram – sta meravigliosamente a suo agio.

                        Purtroppo la giustizia nel calcio è un fatto di parte, quindi per piacere evitate false guerre di principio. Dello sport non interessa quasi niente a nessuno. E almeno su questo abbiate il pudore di non prenderci in giro.

                        C’è un filo che unisce il caso Mourinho e il caso Juventus, ed è quello che passa per il telaio della giustizia sportiva. Oggi il calcio si fa con i grandi campioni, i migliori allenatori e un bel pool di avvocati, i migliori possibili. I primi pensano al campo i secondi pensano a tutti gli
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
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                          Inter, Inzaghi rischia la conferma. Le sconfitte minano il rapporto con il gruppo

                          I flop con le piccole danno l’idea che l’allenatore non abbia presa sulla squadra, ormai in una sorta di autogestione, almeno a livello di motivazioni. Ma forse il peccato originale è ancora il mancato scudetto. Barella nervoso, Lukaku si lamenta del rigore di Lautaro


                          Nessuno sa più qual è la vera Inter, nemmeno il suo allenatore Simone Inzaghi, quasi sotto choc dopo la sconfitta di venerdì a La Spezia. E questo è il problema principale, almeno a livello tecnico, dal quale discendono gli altri guai di una squadra che nel 2023 ha perso 13 punti su 15 contro Empoli, Bologna, Spezia, Sampdoria e Monza, tutti in trasferta a parte la sconfitta con i toscani arrivata subito dopo il trionfo di Riad in Supercoppa.

                          Questo scenario nell’immediato porta a due considerazioni pratiche: la prima è che il calendario dell’Inter dopo il derby vinto a inizio febbraio era agevole per staccare le avversarie alla corsa Champions, e quindi su dodici partite che restano, quattro saranno scontri diretti, perché tale va ancora considerato, come ricorda sempre Allegri, quello con la Juve di domenica sera; la seconda è che l’Inter sa come vivere serate perfette, anche lontano da San Siro, come nel 3-3 del Camp Nou a ottobre contro il Barcellona.

                          Inzaghi non si nasconde più («È colpa mia») ma a questo punto, con la società delusa e arrabbiata in egual misura, rischia di giocarsi anche la conferma immediata. Il tecnico si aggrapperà a imprese come quella di Barcellona quando domani salirà sulla scaletta dell’aereo che lo condurrà a Oporto per il ritorno degli ottavi di Champions, dopo la vittoria striminzita dell’andata con gol di Lukaku. Al Dragao (dove il manto erboso si presenta malandato perché è stato colpito da un fungo) tornerà dall’inizio Dimarco, mentre sulla disponibilità di Skriniar, alle prese dall’andata con una lombosciatalgia, c’è pessimismo, anche se oggi lo slovacco proverà ancora.

                          Ricominciare ogni volta da capo dopo l’ennesima sconfitta (in campionato 8 su 26 gare, non accadeva dal 1948) però non è così facile e non solo perché la squadra di Sergio Conceiçao è tostissima, anche se venerdì ha faticato per battere (3-2) l’Estoril quartultimo. Ogni flop nerazzurro ha le sue storie e le sue scorie che si sedimentano sul morale, sulla autostima e anche sulla compattezza della truppa a caccia di certezze che si azzerano in fretta, dopo vittorie in cui la squadra riesce a esprimere tutte le sue potenzialità.


                          Se servono così tante bacchettate per apprendere una lezione, vuol dire che i confronti post-partita — l’ennesimo ieri ad Appiano — lasciano le cose intatte: si potrebbe così cristallizzare l’idea che l’allenatore non abbia presa sulla squadra, ormai in una sorta di autogestione, almeno a livello di motivazioni. Eppure a La Spezia l’Inter non è scesa molle e distratta come a Bologna e poteva (doveva) chiudere la pratica già nel primo tempo. Appena però Inzaghi deroga, per ovvi motivi di turnover, ai titolarissimi, allora le crepe si moltiplicano.

                          Per non parlare delle costanti negative che si ripetono, a cominciare dai gol nati da ripartenze subite. E anche un anno fa il periodo febbraio-marzo a cavallo degli ottavi di Champions ha fatto gravi danni, che hanno condizionato la marcia scudetto: se c’è un peccato originario, che ha minato il rapporto di fiducia fra allenatore e gruppo, forse mai del tutto ricomposto, allora va cercato lì. Altrimenti come si può spiegare l’ennesima espressione perplessa di Barella al cambio o il fatto che Lukaku si sia arrabbiato con la panchina perché Lautaro ha calciato il primo rigore? Una guida più autorevole è necessaria. O con Inzaghi o senza di lui. Anche se c’è ancora un anno di contratto da 5,5 milioni.

                          Certo con il ritorno di Brozovic e dello stesso Lukaku l’Inter pensava di aver fatto due nuovi acquisti, decisivi per cambiare passo, ma almeno per ora così non è stato. Lukaku qualche colpo lo ha battuto, ma pare evidente che l’intesa con Lautaro è lontanissima da quella dei giorni di Antonio Conte: l’argentino sembra meno a suo agio con il vecchio partner d’attacco, anche perché nel frattempo il suo modo di giocare e il suo status sono cambiati notevolmente. Brozovic invece non ha ancora ritrovato il passo, guarda più indietro che in avanti e ha capito che nelle partite che pesano di più il posto in regia è di Calhanoglu e anche l’Inter del futuro non girerà più attorno a lui. Capire davvero attorno a chi gira, almeno per due partite di fila, questo è il problema.


                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Irrlicht
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                            8 sconfitte come non succedeva da 75 anni ed è lì seconda.
                            L'appeal della serie A è ormai ancor di più un mero contorno europeo
                            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                            • Sean
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                              Fabrizio Bocca nel suo Blog sembra quasi lagnarsi che in uno stato di diritto esistano gli avvocati e dunque un diritto alla difesa. Secondo lui esiste forse un altro concetto di giustizia? Magari quello di sbattere in galera il primo che passa senza fargli dire "a".

                              La giustizia sportiva è una giustizia privatistica che però opera all'interno di uno stato di diritto, questa è l'assunzione fondamentale...e quindi deve garantire (pur nella approssimazione e nella velocità dei procedimenti) il minimo che si può garantire ad una difesa...e tra questo minimo c'è senz'altro l'accesso a tutti gli atti, perchè altrimenti come si fa a mettere su una difesa se alcuni pezzi sono occultati ai difensori?

                              Il giudice del Tar lo scrive a chiare lettere nel dispositivo dove obbliga la Figc a far avere agli imputati le carte richieste: scrive che il diritto al "giusto processo" è sancito dalla costituzione ed è scritto nell'ordinamento del Coni, e che negare le carte è un esercizio del potere "in negativo" (cioè un abuso di potere).

                              Basterebbe questo per mandare all'aria tutto il processo, anche se sulla carta ci fosse scritta la ricetta per fare una torta.

                              E' proprio perchè il calcio è una industria che muove tanti soldi che non può più avere una giustizia sportiva così approssimativa e "creativa", visto che i club, le società di calcio (cuore del sistema e dell'industria calcio) non possono rischiare di perdere milioni (di quei pochi che ancora trovano il coraggio di investire nel calcio in Italia) perchè la giustizia sportiva pensa di poter fare come gli pare e pure "di fretta".

                              E' una questione di funzionalità e credibilità del sistema, oltre che di "giustizia", cioè equità.

                              Il caso Mourinho è completamente diverso e semmai lì si è assistito ad un minimo di garanzia, visto che la pena è stata "sospesa" in attesa di approfondimenti...mentre la Juventus è stata condannata in 4 ore per un processo in cui era già stata assolta, e con pena aumentata rispetto alle richieste della procura e con un diritto alla difesa violato, come scrive a chiare lettere il giudice del Tar (che è un giudice vero di una giustizia vera).

                              In attesa del giudizio al Coni andava "sospesa" anche la condanna inflitta alla Juve, perchè è dal 20 gennaio che si sta giocando con macigno psicologico dettato dal -15 in classifica, di fatto falsando la competizione. Questo Bocca se lo dimentica, tra le tante altre cose. Se il Coni dovesse annullare la penalità, i due mesi giocati in queste condizioni come verrebbero "risarciti"?
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • Sean
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                                Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                                8 sconfitte come non succedeva da 75 anni ed è lì seconda.
                                L'appeal della serie A è ormai ancor di più un mero contorno europeo
                                Infatti è incredibile come le squadre che si battono per la champions abbiano tutte un passo da lumaca, per cui se anche alterni, a sparute vittorie, delle sconfitte e dei pareggi questi non pregiudichino la classifica, che non si sgrana.

                                Con 8 sconfitte, in un campionato normale, saresti settimo e lotteresti per la conference/EL, altro che secondo.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
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                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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