Juve, la “finale” di Nantes e l’assurdo dibattito sulla dipendenza da Di Maria
Uno dei problemi della Juve, forse il principale, è/è stato lo scarso contributo dei suoi principali giocatori nel corso della stagione. Angel Di Maria, campione del mondo, è arrivato a gettone proprio per garantire risultati e successi immediati. Il suo apporto alla causa bianconera è stato molto limitato, se non vicino allo zero. Sprazzi di luce a parte, come quello di La Spezia, certamente importante.
Il fatto che Allegri lo butti dentro, lui faccia gol e la partita svolti ed esca dal solito grigiore, mi sembra più una casualità che una mossa strategica astutamente vincente. Ma tant’è, la qualità del giocatore è altissima, su questo non si discute e a questo servono i campioni. Che però non esista una bella Juve senza Di Maria, mi sembra una considerazione azzardata e comunque abbastanza inquietante.
In ogni caso c’era da buttarsi alle spalle i veleni di Juve-Nantes e lo scontro tutto umorale tra Allegri e la critica, che gli rimprovera una Juve sempre problematica. Stavolta la vittoria non è stata di “corto muso” bensì un po’ più ampia, ma è anche vero che un gol di Di Maria non fa primavera. Vincere in casa dello Spezia è assolutamente ordinario, imprese non ne esistono e non è possibile soffermarsi troppo sul risultato. Mi pare che le questioni restino tutte aperte, anche se ormai ci si è fatto il callo.
Sulla frase di Allegri – “A Nantes ci giochiamo una finale” – potrei aprire un dibattito, ma evidentemente non è, come credevo, un playoff per entrare agli ottavi di Europa League. Con questi calendari non ci capisco più nulla.
Immobile, l’ultimo degli attaccanti italiani
L’Atalanta che perde in casa contro il Lecce, la Lazio di Sarri che ritrova i gol di Immobile, la Roma di Mourinho che vince col minimo e si preoccupa per Abraham nel solito Olimpico tutto esaurito, la Fiorentina che annaspa in una dimensione abbastanza mediocre. Se dovessi scegliere tra quello che oggi ci offre il campionato, sceglierei senz’altro Immobile, ormai l’unico attaccante italiano che tiene alta la bandiera di questo mestiere. Gli altri tutti spariti o quasi. Ed è un aspetto veramente inquietante.
Uno dei problemi della Juve, forse il principale, è/è stato lo scarso contributo dei suoi principali giocatori nel corso della stagione. Angel Di Maria, campione del mondo, è arrivato a gettone proprio per garantire risultati e successi immediati. Il suo apporto alla causa bianconera è stato molto limitato, se non vicino allo zero. Sprazzi di luce a parte, come quello di La Spezia, certamente importante.
Il fatto che Allegri lo butti dentro, lui faccia gol e la partita svolti ed esca dal solito grigiore, mi sembra più una casualità che una mossa strategica astutamente vincente. Ma tant’è, la qualità del giocatore è altissima, su questo non si discute e a questo servono i campioni. Che però non esista una bella Juve senza Di Maria, mi sembra una considerazione azzardata e comunque abbastanza inquietante.
In ogni caso c’era da buttarsi alle spalle i veleni di Juve-Nantes e lo scontro tutto umorale tra Allegri e la critica, che gli rimprovera una Juve sempre problematica. Stavolta la vittoria non è stata di “corto muso” bensì un po’ più ampia, ma è anche vero che un gol di Di Maria non fa primavera. Vincere in casa dello Spezia è assolutamente ordinario, imprese non ne esistono e non è possibile soffermarsi troppo sul risultato. Mi pare che le questioni restino tutte aperte, anche se ormai ci si è fatto il callo.
Sulla frase di Allegri – “A Nantes ci giochiamo una finale” – potrei aprire un dibattito, ma evidentemente non è, come credevo, un playoff per entrare agli ottavi di Europa League. Con questi calendari non ci capisco più nulla.
Immobile, l’ultimo degli attaccanti italiani
L’Atalanta che perde in casa contro il Lecce, la Lazio di Sarri che ritrova i gol di Immobile, la Roma di Mourinho che vince col minimo e si preoccupa per Abraham nel solito Olimpico tutto esaurito, la Fiorentina che annaspa in una dimensione abbastanza mediocre. Se dovessi scegliere tra quello che oggi ci offre il campionato, sceglierei senz’altro Immobile, ormai l’unico attaccante italiano che tiene alta la bandiera di questo mestiere. Gli altri tutti spariti o quasi. Ed è un aspetto veramente inquietante.
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