Sampdoria, rischio penalizzazione: servono 11 milioni. Oggi assemblea dei soci
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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La Samp è in cattivissime acque. Se non retrocede rischia comunque il fallimento e la ripartenza da categorie inferiori.
Poi mi devo sentire Cassano che afferma che la Premier è una "bolla"...quando un Bournemouth, la Samp inglese, può venire qua e sbattere sul tavolo 30 milioni cash e 5 ad un giocatore, cioè operazioni "minori" che in A nessuno può permettersi se non cedendo qualche pezzo principale di una rosa.
L'unica bolla è quella della serie A, seduta sopra un ordigno esplosivo che tutti fanno finta di non vedere. Club indebitati fino al collo, giocatori che, quelli bravi, sono di passaggio, qualità dello spettacolo in picchiata, "programmazione" che si riassume nel cercare di non annegare per questo giorno e di restare a galla domani.
L'unica eccezione è rappresentata dall'ammirevole Napoli. Rosa che stupisce, gestione accorta nonostante il cinema che fa De Laurentiis, guida tecnica perfettamente calata nel contesto e che si deve occupare solo del campo.Last edited by Sean; 02-02-2023, 12:19:00....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza MessaggioChe vergogna...
Ora certo, Mourinho a 60 anni fa fare la formazione allo staff medico, certo certo...
Ha molti pregi a livello carismatico, ma quando si mette in testa che comanda lui, poi diventa deleterio.
Ieri ha palesemente voluto dimostrare che se non mi compri i calciatori, la Roma è questa.
Peccato che nel cul0 la prendono sempre e solo i tifosi.
Chiedesse scusa sto deficiente, invece de fasse e foto da duri dopo Napoli.
Ma magari morono.
Una buona strategia sarebbe stata mettere i titolari all'inizio, garantirsi il risultato, fare i cambi dopo...cioè in pratica il contrario di quello che è accaduto.
Mourinho nelle sue lamentele può anche avere ragione ma ormai la squadra è questo fino a giugno...e allora il latte versato non serve a niente. Piuttosto occorre prendere atto che la rosa è questa e cavarci qualcosa, perchè fino a giugno i giocatori che hai quelli sono....ma di noi
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Michele Padovano assolto dall’accusa di traffico di droga: «Ho vinto la partita più importante della mia vita»
Padovano venne arrestato nel 2006. Il pm Antonio Rinaudo lo accusava di essere il finanziatore di un’associazione che trafficava droga dal Marocco attraverso la Spagna. A farlo finire nei guai era stata l’amicizia con Luca Mosole, il quale è stato condannato a sei anni e otto mesi: «Ci conoscevano dall’infanzia e quando mi ha chiesto dei soldi in prestito l’ho aiutato. Non ho fatto domande, avrei potuto essere più attento. Ma a parlare è il senno di poi, non rinnego nulla». «Il giorno dell’arresto — continua — pensai di essere su “Scherzi a parte”. All’improvviso mi sono ritrovato in carcere a Cuneo: mi lasciarono in isolamento per dieci giorni senza neanche consentirmi di fare una doccia. Poi mi trasferirono a Bergamo e lì incontrai una grande umanità. All’inizio pensavo fossero gentili perché ero Padovano, un calciatore famoso che ha vinto molto nella vita. Invece lo erano con tutti».
La sentenza di primo grado arrivò nel 2011. Lui e Mosole (difeso dagli avvocati Enrico Grosso e Gianni Caneva) furono gli unici a scegliere il rito ordinario, gli altri arrestati optarono per l’abbreviato. La Procura chiese per Padovano una condanna a 24 anni e per l’amico a 44. Il verdetto dei giudici fu più mite: 8 anni e 8 mesi per il primo, 15 anni per il secondo. «Sentivo di vivere una profonda ingiustizia. Per strada e al lavoro le persone mi guardavano e leggevo nei loro occhi il pregiudizio: del resto, l’accusa era infamante».
Le pene vennero poi ricalcolate nel processo d’Appello e successivamente il verdetto venne annullato dalla Cassazione: «È assurdo tenere in sospeso per così tanto tempo la vita delle persone. Ma adesso riparto, senza la spada di Damocle che fino a oggi mi impediva di guardare con serenità al futuro. La mia vita è racchiusa in un pallone, certe passioni sono stampate nel Dna. Rinunciare è stato difficile e vorrei avere la possibilità di riscattarmi. Ci sono ancora molte cose che voglio fare e il calcio è il mio mondo. Ho provato anche a fare altro, ma con scarsi risultati».
CorSera
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Vale più di un gol. Anche di quello segnato nel ‘96 contro il Real Madrid, che alla Juventus aprì la strada verso il trionfo in Champions League. Michele Padovano, 55 anni, non ha dubbi su quale sia la vittoria più importante della sua vita. Il verdetto della Corte d’Appello di Torino, che lo ha assolto dall’accusa di aver finanziato un traffico di droga dal Marocco, è un trofeo dal valore inestimabile. Ha atteso 17 anni — l’arresto risale al 2006 — perché la verità venisse a galla. «Diciassette anni sono una vita. La giustizia è stata lenta, ma non ho mai smesso di crederci. E oggi voglio dedicare questo risultato a mia moglie e a mio figlio, che mi hanno accompagnato in questa battaglia. Devo tutto a loro e ai miei avvocati, Michele Galasso e Giacomo Francini».
Possiamo dire che è la fine di un incubo?
«Altroché! Sono stati anni difficilissimi e in alcuni momenti ho avuto il timore di non farcela. In cuor mio sapevo di non aver fatto ciò di cui ero accusato, ma ho anche dubitato di poterlo dimostrare. La prima volta i giudici non mi hanno creduto e quella condanna a 8 anni è stata un colpo al cuore».
Cosa le ha portato via questa storia?
«Tutto. Quando sono venuti ad arrestarmi ho pensato che fosse uno scherzo. Non riuscivo a crederci. La mia famiglia è stata distrutta, ma insieme abbiamo trovato la forza di reagire. Ho perso il lavoro e ho dovuto dire addio al calcio, la mia vita».
In molti le hanno voltato le spalle?
«Sì, e tante porte si sono chiuse. Ho perso tutto quello che avevo: proprietà, soldi, fama. Cercavo lavoro e a parole erano tutti gentili e collaborativi, ma nei loro occhi leggevo il pregiudizio. Molti si spacciavano per amici, ma non lo erano».
Lei è stato in carcere?
«Tre mesi. I primi dieci giorni a Cuneo: non potevo parlare con nessuno e nemmeno farmi una doccia. Sembrava avessero arrestato Pablo Escobar. Poi mi trasferirono a Bergamo e lì incontrai una grande umanità. All’inizio pensavo fossero gentili perché ero Padovano. Invece lo erano con tutti. Gli altri detenuti hanno capito subito che quello non era il mio posto. Ero spaesato e il mio compagno di cella mi ha aiutato molto. Ancora oggi ci scambiamo qualche messaggio».
Lei ha dovuto dire addio al calcio, ma qualcuno di quel mondo le è stato vicino?
«Solo due persone hanno continuato a credere in me: Gianluca Vialli e Gianluca Presicci. Quando mi hanno arrestato, Vialli chiamava tutti i giorni mia moglie. Era una persona e un amico, so che oggi sarebbe felice per me. Mi manca molto».
Adesso può togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
«Non mi interessa. Questa storia mi ha insegnato i veri valori della vita: stare in famiglia, prendersi cura delle persone a cui vuoi bene, coltivare rapporti sinceri. Voglio tornare a vivere, senza recriminare sul passato. Adesso è il momento del riscatto. La mia vita è racchiusa in un pallone, certe passioni sono stampate nel Dna. Rinunciare è stato difficile: ci sono ancora molte cose che voglio fare e il calcio è il mio mondo. Sto lavorando a un progetto legato alla gestione dei rapporti tra squadre e calciatori».
Ha affrontato il calvario giudiziario per colpa di un prestito a un amico d’infanzia. Sono cambiati i vostri rapporti?
«Ci conosciamo da quando eravamo bambini. E non rinnego la nostra amicizia: l’ho detto anche in Tribunale. Lui con me si è sempre comportato bene ha sempre detto che non c’entravo nulla. Ma non hanno creduto a me e neanche a lui».
Cosa le restituisce questa sentenza?
«Dignità, fiducia, speranza per il futuro. Non ho mai mollato, non l’ho mai fatto sul campo e nella vita. E non ho mollato neanche in Tribunale: non bisogna mai arrendersi».
CorSera...ma di noi
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17 anni per avere giustizia. Una vita. Una vita e una carriera distrutte e che nessuno potrà mai ridarti indietro.
Si vive in un paese civile se ci vogliono 17 anni per una sentenza definitiva che decida della tua vita e se sei o no colpevole? E non fa correre in tutti noi un brivido di orrore sapere che il PM aveva chiesto per un innocente 24 anni per "traffico di droga", col solo elemento di aver dato dei soldi ad un amico? Amico che in tutti i gradi di giudizio lo aveva sempre scagionato raccontando che Padovano non c'entrava niente.
In Italia si possono rischiare 24 anni per una amicizia...e 17 anni di attesa di avere giustizia, con la vita sospesa, anzi rovinata.
Il caso Tortora evidentemente alla magistratura non ha insegnato niente.
Quando una procura, pur di portare avanti le sue tesi, ignora tutti i segnali contrari a quella tesi, non è più un organo inquirente ma fanatico, accecato e sviato dal giustizialismo degno di un regime.
Nessuno dei tanti pagherà, nemmeno quel PM. Una riforma della giustizia non potrà non partire dalla responsabilità civile dei giudici e delle procure, perchè non puoi farla franca dopo che hai rovinato delle vite, non puoi continuare a fare il tuo lavoro come se niente fosse accaduto.Last edited by Sean; 02-02-2023, 12:40:38....ma di noi
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLa Samp è in cattivissime acque. Se non retrocede rischia comunque il fallimento e la ripartenza da categorie inferiori.
Poi mi devo sentire Cassano che afferma che la Premier è una "bolla"...quando un Bournemouth, la Samp inglese, può venire qua e sbattere sul tavolo 30 milioni cash e 5 ad un giocatore, cioè operazioni "minori" che in A nessuno può permettersi se non cedendo qualche pezzo principale di una rosa.
L'unica bolla è quella della serie A, seduta sopra un ordigno esplosivo che tutti fanno finta di non vedere. Club indebitati fino al collo, giocatori che, quelli bravi, sono di passaggio, qualità dello spettacolo in picchiata, "programmazione" che si riassume nel cercare di non annegare per questo giorno e di restare a galla domani.
L'unica eccezione è rappresentata dall'ammirevole Napoli. Rosa che stupisce, gestione accorta nonostante il cinema che fa De Laurentiis, guida tecnica perfettamente calata nel contesto e che si deve occupare solo del campo.
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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E questi? Avevano nascosto alle difese le prove della innocenza degli imputati pur di portare avanti l'accusa: https://www.ilsole24ore.com/art/eni-...padaro-AEnI5TP
Chiudo parentesi ma mi chiedo come fai in questo paese a non essere garantista....ma di noi
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioNo dai...non c'e' solo il napoli...anche mazembe, lazio e atalanta hanno conti abbastanza in ordine e si mantengono a livelli "alti" in serie a.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLazio e Milan. L'Atalanta dovrebbe essere con la Juve sul banco degli imputati. Ha, per stessa ammissione di Percassi, i "bilanci falsificati se esce una certa carta".
Inviato dal mio SM-A202F utilizzando TapatalkI SUOI goals:
-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio17 anni per avere giustizia. Una vita. Una vita e una carriera distrutte e che nessuno potrà mai ridarti indietro.
Si vive in un paese civile se ci vogliono 17 anni per una sentenza definitiva che decida della tua vita e se sei o no colpevole? E non fa correre in tutti noi un brivido di orrore sapere che il PM aveva chiesto per un innocente 24 anni per "traffico di droga", col solo elemento di aver dato dei soldi ad un amico? Amico che in tutti i gradi di giudizio lo aveva sempre scagionato raccontando che Padovano non c'entrava niente.
In Italia si possono rischiare 24 anni per una amicizia...e 17 anni di attesa di avere giustizia, con la vita sospesa, anzi rovinata.
Il caso Tortora evidentemente alla magistratura non ha insegnato niente.
Quando una procura, pur di portare avanti le sue tesi, ignora tutti i segnali contrari a quella tesi, non è più un organo inquirente ma fanatico, accecato e sviato dal giustizialismo degno di un regime.
Nessuno dei tanti pagherà, nemmeno quel PM. Una riforma della giustizia non potrà non partire dalla responsabilità civile dei giudici e delle procure, perchè non puoi farla franca dopo che hai rovinato delle vite, non puoi continuare a fare il tuo lavoro come se niente fosse accaduto.
17 anni sono TANTI
Basta solo l'ombra del dubbio e un titolo fuori posto a "macchiare" la vita di una persona, figurarsi cosa dev'essere passare tutto quel tempo nel limbo.
Inconcepibile, al di là del grave erroreSpesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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FinalmenteOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.
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