Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    Milan, Pioli non è più "on fire": il gennaio nero ha cancellato la magia dello scudetto. Si ferma Bennacer: niente derby e Tottenham

    Le batoste contro Inter, Lazio e Sassuolo hanno ridimensionato i rossoneri e il loro allenatore, vicino alla conquista della Panchina d'oro per l'impresa della scorsa stagione. Ma il calcio dimentica in fretta il passato e il tecnico è ora sotto osservazione: il gioco è meno brillante di un anno fa e la squadra più stanca. Dal mercato poco aiuto

    Il 20 febbraio a Coverciano Pioli riceverà la Panchina d'oro. Gliela assegneranno i suoi colleghi. Si voterà la mattina stessa, come prevede la prassi del premio al migliore allenatore italiano, ed è dunque in teoria possibile che venga scelto un altro candidato. In realtà non è pensabile che succeda qualcosa di diverso dal plebiscito per il demiurgo del Milan dello scudetto, il simbolo della gavetta, l'artefice con Maldini e Massara di un'impresa che viene adesso catalogata come un miracolo sportivo, alla luce degli attuali stenti della squadra scivolata sul bordo della zona Champions. Però il cortocircuito di cui è frequentemente vittima il mondo del calcio, impaziente per definizione, porta al paradosso: se fosse per una consistente parte dei tifosi stessi che lo idolatravano soltanto otto mesi fa, Pioli non dovrebbe più essere sulla panchina milanista il giorno del tardivo plebiscito fiorentino. Il famoso ritornello personalizzato con la frase in inglese "is on fire", al cui ritmo lui stesso ballò il pomeriggio del 22 maggio 2022 a Reggio Emilia, diventa ora oggetto di sarcasmi amplificati dal web.

    Consumare i successi alla velocità della luce, dimenticarli per 11 giorni di insuccessi: lo sport preferito dagli italiani e prefigurato dal Manzoni, che lo utilizzò però per Napoleone, si è concretizzato dal 18 gennaio (Inter-Milan 3-0, finale di Supercoppa a Riad) al 29 gennaio (Milan-Sassuolo 2-5 a San Siro), passando attraverso la batosta del 24 gennaio (Lazio-Milan 4-0 all'Olimpico).

    Pioli, dall'altare alla polvere

    Dall'altare alla polvere il passo è stato brevissimo. Il Sassuolo (che il cinquantasettenne Stefano Pioli peraltro allenò durante la sua interminabile gavetta) ha dato e il Sassuolo toglie. Essere "on fire", in fiamme, nell'accezione resa popolare celebre dal suddetto ritornello della canzone Freed from desire dell'italiana Gala (anno 1996), diventato coro da stadio, indica lo stato di grazia di un'ascesa inarrestabile. Invece Pioli, che non ha molto di napoleonico se non la consuetudine di scendere dall'altare (gli accadde alla Lazio e all'Inter), si è fermato. Oggi le fiamme sono quelle del rogo - la pira, il supplizio degli eretici - sul quale Pioli viene collocato suo malgrado. L'esonero è impensabile, dati i recentissimi meriti. Né autorizza questo epilogo la struttura societaria del Milan, il cui vertice sportivo rappresentato da Paolo Maldini e Ricky Massara può magari dissentire da alcune scelte dell'allenatore e dalla sua gestione della crisi, ma rimane il garante della figura individuata nel novembre 2019 (anche da Zvonimir Boban, allora dirigente prima del divorzio traumatico del febbraio successivo) per sostituire Marco Giampaolo.

    Quanto al vertice governativo e finanziario, nessun segnale di esplicita censura arriva dalla proprietà straniera a due teste: RedBird Capital, la società dello sport business americano fondata da Gerry Cardinale, osserva da New York, e fa lo stesso da Londra con Gordon Singer il fondo Elliott, che ha formalmente venduto il club finanziando con un maxi-prestito l'acquisizione. La sintesi tocca al nuovo amministratore delegato Giorgio Furlani, ex manager di Elliott ora a RedBird: si è trasferito da Londra a Milano e il potere decisionale è suo.


    Pioli, tutti i capi d'accusa contro il tecnico

    Il calcio italiano resta medievale in molti dei suoi riti e il processo all'allenatore è il più praticato. L'eresia di Pioli è consistita nell'insistenza, ultimamente assai masochistica, su quell'offensivismo spinto che lo aveva eletto a felice rivoluzionario e che ormai gli sta costando il palese sbilanciamento della squadra in campo. La sua conferma per la prossima stagione è in discussione, anche se gli è stato rinnovato il contratto fino a giugno 2025 (3 milioni di euro netti l'anno l'entità ufficiosa) e la linea del club - la sostenibilità economica e il contenimento delle spese con attenzione massima al budget per stipendi e mercato - male si sposa con i cambi di panchina.

    Rimane però il processo, di cui l'imputato stesso ha anticipato i capi di imputazione. Ha ammesso che il bis dello scudetto è un'utopia, che lo scudetto ora si chiama qualificazione alla prossima Champions e che in quella in corso l'obiettivo è fare bella figura nel duello degli ottavi di finale col Tottenham di Conte. L'accusa è spietata e sciorina la sua arringa: l'allenatore ha perso il controllo della tattica e di uno spogliatoio non più coeso come prima, è confuso, ha smarrito sicurezza, ha sbagliato la preparazione atletica, è correo dei ripetuti infortuni muscolari, in assenza di Maignan in campo e di Ibrahimovic negli spogliatoi non trova più la bussola, ha svalutato e intristito l'oggetto sempre misterioso De Ketelaere, degradandolo a riserva, ha concesso pericolosa anarchia tattica a Theo Hernandez, ha accettato senza fiatare il mercato minimalista del club (De Ketelaere a parte). Quante di queste cose siano imputabili solo a lui, che provvederà (lo ha già preannunciato) a infoltire e rinforzare fisicamente il centrocampo, è tutto da dimostrare. Secondo stereotipo, Milano e il nord del calcio italiano sono solitamente meno impazienti dell'infuocato centro-sud. Ma il derby di campionato incombe e la Panchina d'oro rischia di perdere qualche bullone.

    Su ferma Bennacer: niente derby e Tottenham

    I guai del Milan sembrano proprio non finire mai. Bennacer, che aveva appena saltato la partita col Sassuolo e si preannunciava come il rientro più importante per Pioli nel derby di domenica, si è fermato per un infortunio muscolare, che si aggiunge alla consistente serie di analoghi contrattempi. Il comunicato ufficiale del club parla per ora di "un problema muscolare al bicipite femorale sinistro" e preannuncia che "nei prossimi giorni verranno effettuati nuovi esami per valutarne l’entità". Si profila, dunque, un'assenza non breve, con possibile rinuncia forzata al regista non solo contro l'Inter, ma anche nell'andare degli ottavi di finale di Champions, il 14 febbraio a San Siro contro il Tottenham.

    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • marcu9
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      • May 2009
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      Assurdo quanto facciamo schifo nei calci piazzati.
      Superiorità numerica netta e va a segnare Berardi di testa, manco fosse Van Basten.


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      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • sylvester
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        • Dec 2004
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        ma il Chelsea non deve essere sostenibile?
        e il.FpF?









        "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
        Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
        vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

        (L. Pirandello)

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        • Sean
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          • In piedi tra le rovine
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          Simeone, a Napoli solo gol importanti: il peso del Cholito nelle rotazioni di Spalletti

          L'attaccante argentino, riserva di Osimhen, prima di affossare la Roma aveva segnato reti decisive al Milan e alla Cremonese. Il tecnico si gode la panchina lunga dove siedono anche Elmas e Raspadori

          Simeone, il peso del Cholito a Napoli

          Dalla cintola in su è un Napoli extra large: 70 gol già segnati in stagione. La parte del leone la sta facendo Osimhen, che con la guida di Spalletti è diventato uno dei cannonieri più prolifici d'Europa. Il numero 9 ha segnato contro la Roma una delle reti più belle del campionato e sta dominando (a quota 14) la classifica dei cannonieri. Ma pesano tanto pure i 9 centri - Champions League e Coppa Italia comprese - di Giovanni Simeone. Non male per un centravanti di scorta, spesso utilizzato partendo dalla panchina. Il Cholito ha messo la firma su due scontri diretti (il precedente con il Milan a San Siro) e sulla vittoria sofferta di Cremona. Nel gruppo azzurro funziona così: tutti si sentono protagonisti, altro che stelle e comprimari. Per questo lo scudetto non è mai stato così vicino. Gennaio ha emesso il suo verdetto.

          Napoli, il calendario e la Champions

          Anche il calendario - dopo il tour de force di gennaio - promette adesso di essere per il Napoli un po' meno severo, visto che i prossimi avversari saranno Spezia, Cremonese e Sassuolo. Sulla carta si tratta di tre impegni gestibili, che potrebbero agevolare la marcia di Spalletti verso il primo round degli ottavi di finale della Champions League, in programma il 20 febbraio a Francoforte contro l'Eintracht. L'appetito vien mangiando e i 13 punti di vantaggio in classifica in campionato sono un trampolino di lancio perfetto per alzare l'asticella pure in Europa. Ma il vero asso nella manica della capolista - per lottare fino alla fine su entrambi i fronti - e la straordinaria profondità del suo organico. Contro la Roma è stata decisiva la staffetta tra centravanti fra Osimhen e Simeone, autori dei due gol che hanno deciso la sfida. Soprattutto in attacco le alternative abbondano e hanno già dimostrato di saper dare un contributo decisivo un po' tutti: da Elmas a Raspadori e Politano, alle spalle di Kvaratskhelia e Lozano.

          L'attaccante argentino, riserva di Osimhen, prima di affossare la Roma aveva segnato reti decisive al Milan e alla Cremonese. Il tecnico si gode la panchin…
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          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • sylvester
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            • Dec 2004
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            Bennacer salta il.derby

            Si infortunato tutti e non guariscono mai.

            Non c'è proprio nessuno da licenziare?









            "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
            Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
            vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

            (L. Pirandello)

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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              Ma Leao se non rinnova parte, di solito funziona così...e se parte, se ceduto al momento giusto (questa estate) prima che il cartellino si svaluti perchè ci si avvicina alla scadenza, se parte al momento giusto Leao porterà bei soldi per rinforzare la squadra lì dove serve...perchè il Milan mi pare che abbia urgente necessità di rinforzi.
              ...ma di noi
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              • marcu9
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                Il Milan ha urgente bisogno di una società seria.

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                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                • KURTANGLE
                  Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                  • Jun 2005
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                  • Borgo D'io
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                  Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                  Ma rischiate anche la B ?


                  seeeeeeeeeeeeee
                  seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
                  seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
                  Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                  parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                  Originariamente Scritto da GoodBoy!
                  ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                  grazie.




                  PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                  • Venkman85
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                    Temo che se la cose non cambieranno si passerà a breve da "Pioli is on fire" a "Pioli is fired"

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                    • marcu9
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                      Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                      Temo che se la cose non cambieranno si passerà a breve da "Pioli is on fire" a "Pioli is fired"
                      Ma quando mai.
                      E secondo te spenderebbero altri soldi per un altro allenatore ?
                      Ma figurati, bisogna cominciare a risparmiare per l'iscrizione al campionato 23/24!!

                      Inviato dal mio SM-G998B utilizzando Tapatalk
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                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
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                        • In piedi tra le rovine
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                        Processo Juve, l’avvocato Briamonte: «La società può avere chance per il ricorso»

                        «C’è una società che ha messo 700 milioni di euro di ri-capitalizzazione, facendo sempre fronte agli impegni. Qual è stato il vantaggio per il club dovuto alla presunta violazione?»


                        Bisogna fare una distinzione, premette l’avvocato Michele Briamonte — managing partner dello studio Grande Stevens e fino al 2012 nel cda Juve — dopo aver letto le 36 pagine di motivazione della corte d’Appello federale: «Sulle posizioni dei singoli, la sentenza mi sembra robusta e ben motivata, ma per quanto riguarda la società mi pare possa essere aggredita». S’intende, con il ricorso al Collegio di garanzia dello Sport, al Coni.

                        Avvocato Briamonte, che idea s’è fatto della sentenza?

                        «Che ha affrontato in maniera convincente l’argomento della “disparità di trattamento” diciamo, tra i dirigenti Juve e quelli delle altre squadre potenzialmente coinvolte, oltre al tema del ne bis in idem».

                        Ovvero?

                        «C’erano elementi indiziari gravi, per i primi; e poi tutti gli ordinamenti evoluti prevedono un rimedio straordinario. Se sopraggiungono delle prove in relazione a un fatto, si riapre il giudizio».

                        La convince la motivazione per il club?

                        «Sul punto, distinguerei la responsabilità oggettiva e quella diretta. E qui, occorre fare una premessa: la ratio di dover fornire bilanci corretti nacque dal caso delle false fidejussioni, per evitare che fosse falsato il campionato. Difatti, la stessa corte, a un certo punto, dice: “I bilanci non sono affidabili”».

                        E allora?

                        «In questo caso c’è una società che ha messo 700 milioni di euro di ri-capitalizzazione, facendo sempre fronte agli impegni. Qual è stato il vantaggio per il club dovuto alla presunta violazione?»

                        E sul fronte della responsabilità oggettiva?

                        «Beh, supponiamo che sia vero che ci sia una sorta di patto criminoso tra i vertici di una società, presidente, vice, direttore finanziario: in questo caso la stessa non sarebbe altro che una vittima inesorabile».

                        Non andrebbe punita?

                        «Le condotte illecite non può che averle subite, senza neppure trarre vantaggio, visto che i soldi ce li ha messi».

                        Le plusvalenze sono lecite, gridano i tifosi: quindi?

                        «Certo che sono lecite, e che per i giocatori non esiste un mercuriale o un prezzario, ma qui saremmo di fronte a un accordo artefatto, ab origine, per generare valori falsi».

                        L’ordinamento sportivo fuori dal giusto processo: che effetto le fa?

                        «Senta, prenda il circolo del golf: vogliamo processare con le garanzie e i tempi della corte d’Assise chi ha fatto cadere la pallina dai pantaloni? Il problema è un altro: regolamentare in maniera precisa come e in che tempi gli atti di una Procura entrano nel processo sportivo».

                        CorSera
                        ...ma di noi
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Irrlicht
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                          Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                          Temo che se la cose non cambieranno si passerà a breve da "Pioli is on fire" a "Pioli is fired"
                          Nuova questa.
                          Gira solo da un mese nei social

                          Pioli dopo lecce doveva cominciare a farsi qualche domanda.
                          Dopo l'Inter attuare dei cambiamenti.
                          Tipo centrocampo a 3.
                          Ecco in cosa sostanzialmente ha errato.

                          Mi ripeterò, ma del momento di crisi sono stupito in parte perché non dico che è fisiologico, ma poco ci manca.

                          Sono più colpito dalle modalità.
                          18 gol nel 2023 e mai scesi in campo.
                          Sembra quasi un interruttore on/off
                          Last edited by Irrlicht; 31-01-2023, 10:24:44.
                          Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

                          "Un acceso silenzio
                          brucerà la campagna
                          come i falò la sera."

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                            Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                            Nuova questa
                            A parte qui non leggo commenti di tifosi altrove, immaginavo di non essere stato il primo a coniarla

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                              Da completo ingnorante in materia, visto che si parla di situazioni e argomenti tremendamente tecnici (plusvalenze, bilanci, materia fiscale, diritto sportivo, che è differente da quello civile o penale ecc...) e siccome non è la prima volta che leggo quanto dice Briamonte, mi auguro che gli avvocati della Juventus tengano separate le difese degli imputati da quella della società, così da distinguere bene le responsabilità e non fare un unico calderone.

                              La stessa tesi la sosteneva l'avvocato del Pescara affermando che lei preferisce sempre nei processi sportivi staccare la società dai dirigenti imputati di questo o quel reato sportivo.

                              Però non spetta certo a noi dire come strutturare una difesa a degli avvocati di studi legali tra l'altro molto importanti...per cui vedremo che accadrà...ma insomma a me di difendere o discolpare Paratici presso i giudici, per dire, non me ne frega niente.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                A parte qui non leggo commenti di tifosi altrove, immaginavo di non essere stato il primo a coniarla
                                Si, era pour parler
                                Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

                                "Un acceso silenzio
                                brucerà la campagna
                                come i falò la sera."

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