Originariamente Scritto da fede79
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I club di A, almeno i più importanti, tranne il Napoli (e credo anche il Milan) sono tutti indebitati fino al collo...e questo impedisce o rende difficile fare mercato, fare squadre all'altezza, fare sistema che possa, come movimento, creare ricchezza, attrattiva: qua si creano infatti solo debiti - e il mercato di gennaio lo vediamo, così come abbiamo visto quello estivo, dove l'unico pezzo arrivato con denaro cash è stato De Ketelaere: il resto prestiti o parametri zero.
Dunque il calcio, o almeno questo nostro calcio, ha bisogno delle plusvalenze...e difatti chi ha giudicato (e credo che lo vedremo dalle motivazioni) non è stato a scervellarsi se quel giocatore valesse davvero 10 o 20...questo aspetto non gli ha interessato, anche perchè non c'è un parametro ed è un dato ingiudicabile nel libero mercato.
La Juve è stata condannata non per aver gonfiato questa o quella valutazione ma per averlo "ammesso".
Del Napoli e di Osimehn (pagato con due sconosciuti giovani mai nemmeno approdati a Lille) non puoi dire nulla a livello di giustizia sportiva se non hai una qualche "prova" dove si sente, che so, Giuntoli dire: "allora prendo sti due, li valuto 20 ciascuno e li infilo nell'affare così pago invece di 70 milioni 40, tanto con la valutazione faccio come voglio, non preoccupatevi"...e infatti il Napoli nel processo sulle plusvalenze è stato assolto.
Non c'è un sistema alternativo ad oggi per certi club all'uso delle plusvalenze: è il più veloce, il più spiccio. La Juve, a differenza delle altre, ha diciamo offerto delle "prove" di un uso smodato del mezzo con dirigenti che andavano pure parlandone in libertà, rinfacciandoselo o ammettendolo.
Siccome la giustizia sportiva non va per il sottile, è bastato questo per arrivare alla sentenza di ieri.
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