Ora il Napoli non avrà nemmeno la coppa italia di mezzo. Lo scudetto è sempre più sicuro!
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da marco83 Visualizza MessaggioEddaje, grande felix, grande carnesecchi, bravi tuttisigpic
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They could not take your PRIDE
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+++ Clamoroso in Coppa Italia, il Napoli eliminato dalla Cremonese +++
L’ovvio. Tra il Napoli e la Cremonese ci sono 40 punti di differenza in classifica. Ed è stato questo probabilmente il problema della clamorosa eliminazione ai rigori della squadra di Spalletti dalla Coppa Italia. Pensare che fosse una semplice pratica burocratica, eseguibile con l’applicazione del semplice differenziale di classifica. Davanti addirittura un club in crisi, che ha appena cambiato allenatore, da Alvini a Ballardini. Evidente la trappola: il club che ha inflitto cinque gol alla Juventus, può per caso perdere dalla Cremonese (addirittura in dieci negli ultimi 20 minuti dei supplementari)? No, tanto è vero che Spalletti – come tutti – ha lavorato di cambi e di turn over, inventandosi un Napoli bis.
Il meno ovvio. Il calcio non ha un interruttore che accendi o spegni, basta mettere on e la macchina va al massimo, la maggior parte dello svolgimento del calcio è di fatto incontrollabile, il calcio non è, e soprattutto non ha, una regola matematica, l’aspetto mentale e psicologico è spesso prevalente e alla fine fa la differenza. E se vogliamo andare oltre ha addirittura aspetti fortemente irrazionali per non dire paranormali: non bastasse il paradiso dello scudetto, non appena si è cominciata a vagheggiare addirittura la Champions League, ecco che arriva la mazzata punitrice per aver peccato anche solo col pensiero.
Le conseguenze. L’eliminazione dalla Coppa Italia è dura da digerire, certe squadre non hanno tutte queste occasioni per vincere ciò che vogliono e possono, ma fa da consolazione il fatto che anche altri siano caduti nello stesso inconveniente (vedi il Milan). L’eliminazione, nel più classico degli schemi di ragionamento tipici dei rituali del pallone, richiamerà adesso l’intera squadra, da Meret a Osimhen, alla massima applicazione delle virtù monacali e all’obbedienza assoluta a Luciano Spalletti.
Che, intendiamoci, è caduto lui per primo nei peccati di presunzione e superbia. Solitamente fumantino e irascibile come Popeye, è apparso dopo con la coda tra le gambe a farfugliare il nulla, senza sapere pure lui come spiegarsi l’imbarazzante incidente. Sarà ancora più duro, feroce e martellante: ci potete scommettere.
PS: non mi sembra che Ballardini lo abbia inseguito platealmente a mano tesa per stringere la sua.
L’ovvio. Tra il Napoli e la Cremonese ci sono 40 punti di differenza in classifica. Ed è stato questo probabilmente il problema della clamorosa eliminazione ai rigori della squadra di Spalletti dalla Coppa Italia. Pensare che fosse una banale pratica burocratica, eseguibile con l’applicazione del semplice differenziale di classifica. Davanti addirittura un club in crisi,...ma di noi
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Inter, Inzaghi: "E' un derby speciale, ultimi ko con Milan ci danno più voglia"
A Riad i nerazzurri si giocano la Supercoppa contro i cugini. Il tecnico vuole il trofeo per vendicare le sconfitte in campionato contro Pioli
Quattro partite, fra Serie A e Coppa Italia: tre vinte e una pareggiata, a Monza. Così l'Inter si presenta alla sfida di Supercoppa contro il Milan. "Sappiamo dell'importanza della partita di domani, che è un derby. Solo due volte nella storia Inter e Milan si sono giocate la Supercoppa. È il primo trofeo stagionale e ci teniamo molto", ha detto Simone Inzaghi alla vigilia dell'incontro, rispondendo alle domande dei cronisti.
L'allenatore nerazzurro la Supercoppa l'ha già vinta tre volte, due con la Lazio e con l'Inter lo scorso anno. Della sfida che lo aspetta, ha detto: "Da giocatore e allenatore ho avuto la fortuna di giocare tante finali. Fortunatamente ne ho vinte più di quante ne ho perse. Il mio augurio è che la mia squadra sia sempre in partita. Il Milan è una squadra evoluta, che sta facendo un percorso simile all'Inter in campionato e Champions. L'eliminazione dalla Coppa Italia può starci, quando giochi così tanto e incontri avversari preparati". Superando il Milan, raggiungerebbe Lippi e Capello a quota quattro vittorie in Supercoppa.
Inzaghi: "Ko in campionato ci ha lasciato voglia in più"
Tornando allo scorso campionato, vinto dal Milan, Inzaghi ha assicurato che per lui e per i suoi giocatori questo sarà uno stimolo in più: "La sconfitta col Milan dello scorso anno in campionato ci ha lasciato voglia in più. Il derby è sempre deciso dagli episodi. Quest'anno nel primo tempo meritava il Milan ma nella ripresa avremmo meritato noi". Quanto al fatto che la partita di domani, nel bene e nel male, possa avere conseguenze sul resto della stagione, il tecnico interista taglia corto: "Se ne parlerà per qualche giorno, poi si passerà oltre. Lo scorso anno della vittoria contro la Juventus si è parlato per due giorni e mezzo, poi si parlava dello 0-0 che abbiamo fatto a Bergamo. Il calcio è così".
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Pioli: "Il Milan ha ancora fame, ma serve qualità"
Il tecnico rossonero alla vigilia della Supercoppa contro l'Inter: "Il calcio a volte vive di luoghi comuni. Come fa ad avere la pancia piena una squadra così giovane in cui la maggior parte dei componenti, io compreso, ha vinto un solo trofeo? Giocando bene si vince. Se abbassiamo la qualità soffriamo"
Quello visto contro il Lecce non è stato il vero Milan, e con l'Inter in Supercoppa vedremo una squadra diversa. Parola di Stefano Pioli, che nella sala conferenze del King Fahd Stadium ha risposto alle domande dei cronisti, alla vigilia della partita che potrebbe portargli il secondo trofeo da quando è arrivato a Milanello. "Col Lecce non è stato il vero Milan. Abbiamo preparato una partita diversa. Stiamo segnando con continuità ma stiamo subendo troppi gol. Dobbiamo difendere meglio", ha detto il tecnico. E ha aggiunto: "Abbiamo cominciato a vincere solo lo scorso anno. Una sola competizione, per quanto importantissima. Vincere significherebbe aumentare il nostro livello e dare continuità. Per questo la mia squadra deve comportarsi bene. Ci aspetta una partita importante. Giochiamo contro i nostri rivali, che abbiamo battuto lo scorso anno e che abbiamo battuto nelle ultime due partite".
Pioli: "Abbiamo ancora fame"
Pioli ha negato con forza che il suo Milan dopo la vittoria dello scudetto si possa sentire in qualche modo appagato e possa avere meno fame: "Il calcio a volte vive di luoghi comuni. Come fa ad avere la pancia piena una squadra così giovane in cui la maggior parte dei componenti, io compreso, ha vinto un solo trofeo? Giocando bene si vince. Se abbassiamo la qualità soffriamo. D'altra parte, giocare ogni tre giorni può essere impegnativo. Solo il Napoli nel nostro campionato non ha avuto flessioni. La partita di domani sarà importante, ma non è giusto parlare di spartiacque. Conosco questo ambiente e so che non c'è mai equilibrio, sia in negativo che in positivo. Si va avanti con lucidità, cercando di risolvere i problemi con il mio miglior equilibrio possibile". Parlando degli avversari di domani, il tecnico rossonero è tornato con la mente alla sua esperienza da allenatore dell'Inter: "Da allora sono cresciuto. Le esperienze positive o negative migliorano il tuo modo di porti e comportarti. Ma posso ancora migliorarmi. Imparo più dai momenti duri che dalle vittorie. Ma per il Milan questo non è un tempo duro. Sono tanti anni che non gioca una finale così".
Le scelte di formazione
A un giornalista arabo che gli chiedeva se fosse possibile immaginare l'arrivo di Buffon in porta al Milan, il tecnico ha risposto ribadendo che il club rossonero non farà mercato in questo gennaio: "Questa di Buffon è una bomba. Quando avremo recuperato i nostri giocatori, saremo a posto". Intanto, in attesa del rientro degli infortunati, prepara la partita con i calciatori che ha. La formazione più probabile è quella con Tatarusanu in porta, capitan Calabria terzino destro, Kjaer che dovrebbe essere preferito a Kalulu al fianco di Tomori in mezzo alla difesa, e Theo a sinistra. In mediana, intoccabili, Tonali e Bennacer. Sulla trequarti, partendo da destra, Saelemaekers ha più probabilità di essere scelto rispetto a Messias. In mezzo, spazio per Diaz e a sinistra giocherà Leao. Unica punta: Giroud.
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Vialli celebrati i funerali a Londra
La cerimonia si è svolta in forma privata come desideravano il campione e la famiglia. Presenti anche Roberto Mancini, Massimo Mauro, Ciro Ferrara e il presidente della Figc Gravina
Si sono celebrati questo pomeriggio, alle 17 a Londra, i funerali di Gianluca Vialli, in forma privata come desideravano il campione — scomparso il 6 gennaio per un tumore al pancreas —, e la sua famiglia, che ha scelto di mantenere un’estrema riservatezza sulla cerimonia, senza comunicare luogo o data. Luca voleva che fosse un giorno «allegro, non grigio», un’occasione per scambiarsi ricordi, ma sarà stato difficile mantenere la promessa.
Presenti, oltre alla moglie Cathryn White Cooper e le figlie Olivia, 18 anni, e Sofia, 16, i familiari provenienti da Cremona, i fratelli Mina, Nino, Marco e Maffo, più alcuni amici intimi della sua città natale. Del mondo del calcio c’erano il presidente della Figc Gabriele Gravina (che aveva affidato a Vialli il ruolo di capo delegazione della Nazionale, ruolo che il campione aveva dovuto lasciare a novembre, quando la malattia era tornata aggressiva) e gli amici più stretti di Luca, come il ct della Nazionale Roberto Mancini, Ciro Ferrara e Massimo Mauro. Questi ultimi, assieme ai fratelli, hanno portato la bara. Sembra non fossero presenti i due anziani genitori, la mamma Maria Teresa, 87 anni, e il padre Gianfranco, 92, molto provati.
La scorsa settimana la mamma aveva voluto far celebrare una Messa a Cremona, nella parrocchia di Cristo Re, dove Gianluca aveva cominciato, bambino, a giocare a pallone. Si erano presentati in tantissimi: gli ex compagni di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Nazionale, oltre agli amici storici. Adesso l’ultimo addio, in forma più ristretta.
CorSera...ma di noi
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Per il Napoli tra i pericoli e le insidie sulla strada per lo scudetto avevamo prefigurato gli scivoloni inaspettati, ovvero, più che negli scontri diretti (che, dato il vantaggio, puoi in una certa maniera "gestire") in quelle partite dove sulla carta devi prendere i 3 punti, tipo con le Cremonese.
Buon per il Napoli dunque che la sconfitta interna con la Cremonese sia arrivata in coppa Italia: la classifica resta intonsa e credo sia questo l'aspetto che più interessa ai napoletani.
Se si sanno tradurre i segnali che arrivano dal calcio in lezioni che ti dispensa una guida antica e saggia, la sconfitta con la Cremonese può anzi diventare un ammonimento: attenzione alla superbia, alla faciloneria, alla supponenza e ai cali di concentrazione, perchè la strada per il successo finale ha nascosti di questi pericoli...e ce ne saranno da qui a maggio, dovendosi giocare un intero girone di ritorno.
Il più grosso pericolo per il Napoli è difatti rimirarsi nella classifica, vedersi lassù nella beata pace delle vette, mentre sotto una bolgia di squadre si sgomita per mettere il collo oltre il traguardo della zona champions: è una visione ingannatrice, perchè ti fa sentire arrivato mentre non lo sei, e in un campionato dove tutto è in mano al Napoli sarà solo grazie ad una erosione psicologica del Napoli che le altre potranno tornare in gioco.
La lezione di ieri sera è quindi un avvertimento per il Napoli. Se ne sapranno fare tesoro si tratterà di quelle sconfitte importanti, per la lezione che infondono, come delle vittorie....ma di noi
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Difatti noi giovedì abbiamo il Monza e suggerirei ad Allegri di non stravolgere troppo la squadra, anche se è vero che poi domenica hai l'Atalanta.
Mettere anche la Juve al martedì e dare a tutte gli stessi giorni di riposo no eh.Last edited by Sean; 18-01-2023, 09:50:55....ma di noi
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Vedendo come siano state eliminati Milan e Napoli da squadre sulla carta ben inferiori, l'Inter che è passata di culo contro una squadra di B, la Roma che supera solo di misura un'altra squadra di B, direi che Allegri e company abbiano avuto abbastanza segnali per non prendere sottogamba l'impegno
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Agnelli lascia tutte le società quotate di famiglia: "Per affrontare il futuro in maniera libera"
L'annuncio alla sua ultima assemblea da presidente della Juve: "Passo indietro anche da Exor e Stellantis per aprire un nuovo capitolo della mia vita con la libertà di pensiero che altrimenti non avrei"
Andrea Agnelli si congeda da presidente della Juventus e non solo. In apertura dell’assemblea dei soci, chiamata a eleggere il nuovo cda bianconero, il dimissionario n.1 annuncia “un passo indietro” da tutte le società quotate della Famiglia, quindi Exor e Stellantis, in cui è membro dei rispettivi consigli d’amministrazione. Resterà, in qualità di azionista rilevante, nella Giovanni Agnelli BV, la holding della Casa. “Avendo chiuso una parte cosi importante della mia vita, la mia volontà è quella di voltare pagina. Farò quindi un passo indietro con le assemblee delle società quotate, d’accordo con John Elkann con cui il rapporto resta solidissimo. È stata una mia richiesta, in modo da poter affrontare il futuro in maniera libera e forte, con la libertà di pensiero che altrimenti non avrei”.
INDUSTRIA
—Nel suo lungo discorso di commiato Agnelli ha ringraziato uno a uno, citando per nome, tutti i dirigenti, collaboratori, tecnici, capitani con cui ha lavorato in quasi 13 anni. “Oggi si chiude un capitolo della storia della Juventus, mio e di Pavel (Nedved, ndr) che facciamo fatica a leggere e rileggere. Il mio lavoro è sempre stato quello di cercare di comprendere il contesto per indirizzare le operazioni della società”. Ecco, quindi, una lunga disamina del contesto, di un calcio che “non è semplicemente un gol non dato ma un settore che fa parte dell’industria dell’intrattenimento, che vale 750 miliardi e comprende gaming, sport, musica, musei, teatri. Basti pensare all’interesse degli investitori istituzionali e delle transazioni che stanno riguardando diversi top club. Abbiamo contenuti che sono strategici, fan base globali ma non c’è la giusta risposta dei nostri regolatori che non si sono evoluti e non colgono la differenza tra gioco e industria”.
SUPERLEGA
— Il pensiero corre a quando Agnelli era anche presidente dell’Eca e sedeva nell’esecutivo Uefa. “Di fronte all’insostenibilità del sistema, alla polarizzazione tra club e leghe, alla disaffezione dei tifosi, la nostra proposta congiunta Uefa-Eca della primavera 2019 era la creazione di un ecosistema europeo aperto a tutti che creasse promozioni e retrocessioni, aumentasse la stabilità”. Proposta bocciata dal sistema, da qui la decisione di sganciarsi dal sistema stesso e creare la Superlega. Oggi Agnelli rivendica: “Se io personalmente avessi voluto mantenere una posizione privilegiata, non avrei preso le decisioni prese nell’aprile 2021. Credo tuttora che il calcio europeo abbia bisogno di riforme strutturali, altrimenti ci sarà una decrescita a favore di una sola lega dominante, la Premier League”. Agnelli spera ancora in un favorevole pronunciamento della Corte di giustizia europea, chiamata a valutare l’eventuale monopolio dell’Uefa nella doppia veste di regolatore e gestore delle risorse. “I regolatori attuali non hanno alcuna voglia di affrontare i problemi, vogliono mantenere le loro posizioni di privilegio. Spero che la Corte riconosca lo sport professionistico come un’industria. Si invoca la specificità dello sport, ma all’interno della Ue il fatturato del calcio è di 55 miliardi con 700 mila persone occupate”.
TRAGUARDI
— Quanto alla Juventus stessa, Agnelli ha ricordato, oltre ai successi sportivi, i “trofei” di cui va più fiero: “Lo sviluppo immobiliare, con investimenti diretti e indiretti per 400 milioni; la creazione del nostro logo che ci pone in una nuova dimensione; la Next Gen che sta dando i suoi frutti. Possiamo avere il 50-60% di giocatori del vivaio in prima squadra nell’arco di 5-8 anni, con evidente risparmio sui costi mantenendo alta la competitività”. Solo un veloce passaggio alle inchieste sui bilanci, parlando di “gestione di situazioni complesse” e di una società che si è sviluppata su diversi ambiti: “È evidente che non potessimo avere una competenza profondissima su ciascuna linea di business. Abbiamo cercato di dare il meglio sempre e in ogni ambito”.
Agnelli lascia tutte le società quotate di famiglia: "Per affrontare il futuro con mente più libera"L'annuncio alla sua ultima assemblea da presidente della Juve: "Passo indietro anche da Exor e Stellantis per aprire un nuovo capitolo della mia vita con la libertà di pensiero che altrimenti non avrei"...ma di noi
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Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza MessaggioIeri cmq la super arbitra migliore di tanti uomini cit. Ha fatto ridere.
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-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza MessaggioIl prossimo (triste) passo e' un allenatore donna in serie A...magari pure colorata (perche' che sia lesbica e' scontato).
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Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza MessaggioChe griderà "fuori le palle" ai propri calciatori.
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-Serie A: 189
-Serie B: 6
-Super League: 5
-Coppa Italia: 13
-Chinese FA Cup: 1
-Coppa UEFA: 5
-Champions League: 13
-Nazionale Under 21: 19
-Nazionale: 19
TOTALE: 270
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