Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Buonasera nasserOgni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.Originariamente Scritto da Bob TerwilligerDi solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.
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Originariamente Scritto da M K K Visualizza MessaggioBuonasera nasser
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Pareggio che va stretto alla roma. Adesso per passare il turno servono due vittorie che sono alla portata se realmente c'è la volontà di andare avanti.
Europa league molto difficile e competitiva quest'anno con arsenal, man utd, atletico, barcellona, juventus ecc...
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Bravi ragazzi, con tutto quello che significa per noi aver fuori Dybala e Zaniolo, abbiam preso un goal demmerda e ri agguantato una partita in trasferta
Quella che non andava persa all'ultimo era ovviamente la gara d'andata, mannaggiaiddio
Detto questo, non passare il girone sarebbe un grosso fallimento, quello sicuro
epilogo: Spinazzola Re del MondoOriginariamente Scritto da GoodBoy!modroc - yy
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Betis-Roma 1-1: Belotti rimonta ma non basta, addio al primo posto
Il centravanti ex Torino segna il 2° gol stagionale ma la squadra fatica a trovare la rete: il pari esclude i giallorossi dalla possibilità di vincere il girone
Il centravanti ex Torino segna il 2° gol stagionale ma la squadra fatica a trovare la rete: il pari esclude i giallorossi dalla possibilità di vince…
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Lazio-Sturm Graz 2-2: Immobile supera Inzaghi, è il miglior marcatore della storia biancoceleste in Europa
Al rigore del centravanti italiano e al gol di Pedro risponde Boving, autore di una doppietta. Sarri con l'uomo in meno dalla fine del primo tempo per il rosso contestato a Lazzari. A due giornate dal termine del girone quattro squadre a 5 punti
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Fiorentina-Hearts 5-1: in Conference Italiano ritrova Nico Gonzalez
Doppietta dell'argentino, a segno anche Jovic, Biraghi e Barak. Contro gli scozzesi tutto facile per i viola. Che al Franchi si giocheranno il primo posto nel girone in casa contro il Basaksehir
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«nessun vincolo univa questi morti
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L’analisi di Sconcerti: perché il Napoli di Raspadori e Kvaratskhelia ha sorpreso l’Europa
Ha vinto tutte le partite e segnato più di quattro gol in media, 17. Delle 32 squadre di Champions, 28 non hanno superato i 10 gol. Da Politano a Raspadori, da Simeone ai dimenticati Rrahmani e Juan Jesus: tutti giocano meglio di come hanno sempre fatto
di Mario Sconcerti
Il calcio europeo sta di nuovo cambiando direzione. In questa corsa le italiane non sono travolgenti, ma sono in buona posizione. Tra i grandi campionati abbiamo una media punti superiore sia a Germania che Spagna, cose molto inusuali. Il conto ottimista è che ne passino tre come quasi sempre, la parte negativa è che a uscire toccherà alla squadra più importante, la Juventus. I cambiamenti nascono nei campionati. È sceso improvvisamente di livello quello spagnolo abbastanza travolto dai debiti. Come in Italia, i suoi risultati hanno poche corrispondenze in Europa. Solo il Real tiene, Barcellona, Siviglia e Atletico sono a un passo da un’esclusione assolutamente imprevista. Gli stessi tedeschi hanno quattro squadre su cinque in difficoltà. La crisi economica si è allargata anche ai Paesi ricchi. Il mercato è raro e costoso, poco sostenibile, il 70 per cento dei giocatori si muove a costo zero. Solo gli inglesi riescono a muoversi liberamente, ma stanno cambiando le loro gerarchie. È scomparso il Liverpool, decimo, è crollato il Chelsea, è cresciuto il Tottenham di Conte, in testa c’è l’Arsenal davanti al City. Cambiano i riferimenti, come cominciasse quasi per intero una generazione nuova. È una Europa che rischia di perdere al primo turno Ajax, Barcellona, Juventus, Atletico, Siviglia, Marsiglia o Lisbona. È questa la vera differenza con la Superlega: la validità del merito sportivo. Con l’altra formula le grandi squadre verrebbero ripescate solo perché ospiti fisse del torneo, qualunque sia il risultato della stagione.
La sorpresa, quella di cui tutti parlano oggi in Europa, è il Napoli. Nessuno lo vuole incontrare, non lo conoscono, non lo capiscono. Ha cambiato quasi tutti, ha ricomprato in una settimana. Non ha una sua struttura. Niente stadio, centro sportivo in affitto, perfino sede sociale in affitto. Ma sta lì da quindici anni e ogni anno spaventa. Stavolta ha vinto tutte le partite e segnato più di quattro gol in media, 17. Delle 32 squadre di Champions, ben 28 non hanno superato i 10 gol. Napoli in sostanza ha doppiato tutta l’Europa. Pochi dei suoi giocatori sono i migliori nel loro ruolo, ma stanno bene insieme, fanno squadra. Sono giovani e già intelligenti. Questo è il merito vero del Napoli, sa capire la partita, i bisogni degli individui in quella partita, e li aiuta, li colma. È una squadra che gioca in modo universale. Ama lo spazio che gli offre il contropiede, ma conosce il palleggio per andare oltre le difese molto chiuse. Tutti i suoi giocatori giocano meglio di come hanno sempre giocato, da Politano a Raspadori, Simeone, i dimenticati Rrahmani e Juan Jesus.
È una squadra ordinata, molto italiana, con una forte considerazione di sé. E sa che il primo gol deve essere propedeutico per il secondo, non va difeso. Ha molti riferimenti. Oggi si parla di Lobotka perché il suo ordine ha preso tutti quasi alle spalle. Ma se guardate bene, quando ha la palla, i compagni si muovono tutti per offrirgli tre-quattro soluzioni di passaggio non banali. È la squadra che gioca e non ha fretta, sa di costruire bene, qualcosa nascerà sempre. Kvaratskhelia non è Leao, non lo diventerà, ma è molto più dentro le partite. Gioca anche sporco, fa falli, rincorre, riparte dalla sua area. E provoca un disordine doppio rispetto a Leao, perché certo, garantito. Un Napoli così lineare e animato è una vera squadra europea con cultura italiana. Cioè quasi la perfezione. Per questo il difficile comincia adesso. Ma nel cuore d’Europa.
CorSera...ma di noi
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Saputo, Mihajlovic e il divorzio: «L’ho protetto, poi non potevo tenerlo più». Cosa è successo
Il presidente del Bologna: «Posso dormire tranquillo la sera. Io e la società abbiamo fatto di tutto per aiutare l’uomo e l’allenatore. Non mi interessano le critiche di chi non conosce i fatti»
Non è il loro gioco, ma sono sempre di più. L’invasione degli americani in serie A è cominciata con Di Benedetto e Pallotta alla Roma, ma tra i primi a entrare nel nostro calcio c’è stato il canadese Joey Saputo. Un 58enne discreto, a capo di una multinazionale fondata da papà Lino, emigrato dopo la Seconda Guerra Mondiale, da Montelepre in Sicilia a Montreal, dove ha tirato su dal nulla un impero caseario, poi allargato a trasporti e materie prime. Nel 2105 la famiglia Saputo era al 289º posto della classifica dei più ricchi al mondo, patrimonio di oltre 5 miliardi di dollari. La crisi globale non ha fiaccato la crescita, «sono stato fortunato, le mie aziende sono andate meglio durante il Covid». Otto anni fa ha preso un Bologna in serie B, quasi fallito. Da lì una promozione, tanti campionati tranquilli, troppo per la piazza, e l’ambizione di riportare prima o poi i rossoblù in Europa.
Il nome di Saputo però è legato in modo indelebile a Sinisa Mihajlovic. Il tecnico, scelto, amato, curato, esonerato a settembre dopo tre anni intensi, dentro e fuori dal campo. Decisione capita a Bologna ma, con una certa faciloneria, giudicata «senza cuore» da chi vive fuori città.
Come ha vissuto le critiche per l’esonero di Mihajlovic?
«Posso dormire tranquillo la sera. Io e la società abbiamo fatto di tutto per aiutare l’uomo e l’allenatore. Non mi interessano le critiche di chi non conosce i fatti».
Qual era la situazione?
«Abbiamo dato fiducia a Sinisa perché aveva ancora la squadra in mano. Stava meglio, pensavamo che la situazione sarebbe migliorata per lui, per noi prima di tutto c’era il suo benessere. Poi abbiamo iniziato male la stagione, i risultati non venivano e il bene del Bologna viene prima del resto».
Era meglio cambiare alla fine dell’ultimo campionato?
«Forse sì, ma non è la decisione che abbiamo preso, inutile guardarsi indietro».
Quando ha saputo della prima malattia di Mihajlovic?
«Ero a Montreal con l’ad del Bologna, Claudio Fenucci. Stavamo pianificando la stagione e un progetto triennale con Sinisa allenatore. Ci hanno chiamato per dirci che non stava bene. È stato terribile quando ci hanno detto della gravità, per me è stata la cosa più difficile, la peggiore da vivere a livello umano».
Come avete reagito?
«Decidemmo subito di continuare con lui, a fine stagione gli abbiamo allungato il contratto pur conoscendo la situazione. Ma lì ci è franato un po’ il progetto».
Si poteva chiudere meglio?
«Non sono un concorrente di una gara di popolarità, faccio quel che serve al Bologna e occorreva cambiare».
Vi siete più parlati?
«Dopo l’esonero no. Sinisa ha chiamato Fenucci, spiegando di essere a disposizione per parlare con il nuovo allenatore Thiago Motta se poteva essergli utile per inquadrare i giocatori».
Pensa di sentirlo?
«Con Sinisa non è stata una rottura brutta. Sono partito subito dopo l’esonero, quando tornerò vorrei incontrarlo. Come persona non ho niente contro di lui, come allenatore ha dato tanto, ha tirato fuori il massimo: voglio ringraziarlo personalmente, non via telefono, ma davanti a un caffè».
Il nuovo allenatore Motta non sta andando bene. Fiducia a tempo?
«No, la fiducia è totale. Non abbiamo mai parlato di cambiare allenatore: siamo tutti con lui e siamo convinti che farà bene».
Lei è stato uno dei primi americani a sbarcare in serie A. L’hanno spinta le sue origini italiane?
«Anche, ma non solo. Negli ultimi anni il calcio italiano ha perso tantissimo, le proprietà americane sono diventate così tante perché ci vedono una grande opportunità di riportarlo in alto».
In Lega c’era la chance dei fondi d’investimento, ma è saltata. Un’occasione persa?
«Erano una grande opportunità anche per gli stadi. Gli impianti fanno la differenza insieme ai diritti tv. In Canada la Premier League la vedono tutti. La serie A in tv non si sa mai dove cercarla. Quando la trovi vedi immagini di stadi vuoti: non invogliano i tifosi. Qui il livello non è alto come in Europa, ma gli stadi sono pieni, la gente li vive e ci si diverte: la partita non è tutto. Il nostro progetto di ristrutturazione del Dall’Ara è molto avanti, conto che a marzo avremo il via libera».
Questa situazione può disincentivarla a investire?
«Non me ne vado. Quando sono arrivato avevo un progetto in testa: riportare il Bologna in alto, in Europa. Finché non raggiungo l’obiettivo non lascio la società».
Però voi in America avete un campionato chiuso, in stile Superlega. Le sarebbe piaciuto vederlo in Europa?
«Non poteva essere applicato. Sarebbe stato un male per il calcio italiano e per tutti gli altri campionati europei».
Qual è il suo modello?
«Per il Bologna sogno un percorso in stile Atalanta. Per questo ho preso da loro il ds Sartori. L’orizzonte è l’Europa: ci vuole tempo, ci arriverò».
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Originariamente Scritto da marco83 Visualizza MessaggioPareggio che va stretto alla roma. Adesso per passare il turno servono due vittorie che sono alla portata se realmente c'è la volontà di andare avanti.
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Originariamente Scritto da marco83 Visualizza MessaggioPareggio che va stretto alla roma. Adesso per passare il turno servono due vittorie che sono alla portata se realmente c'è la volontà di andare avanti.
Europa league molto difficile e competitiva quest'anno con arsenal, man utd, atletico, barcellona, juventus ecc...
Comunque Belotti ha avuto 3 occasioni: gol buono, uno annullato per 20cm e l'altro salvataggio di un giocatore a portiere battuto, mica male.
Originariamente Scritto da Sidius Visualizza MessaggioBravi ragazzi, con tutto quello che significa per noi aver fuori Dybala e Zaniolo, abbiam preso un goal demmerda e ri agguantato una partita in trasferta
Quella che non andava persa all'ultimo era ovviamente la gara d'andata, mannaggiaiddio
Detto questo, non passare il girone sarebbe un grosso fallimento, quello sicuro
epilogo: Spinazzola Re del MondoLast edited by fede79; 14-10-2022, 11:53:54.sigpic
Free at last, they took your life
They could not take your PRIDE
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Eh, peró i passaggi/cross dei goal li fa sempre solo lui
Il traversone su mi pare il primo goal annullato a Belotti è un arcobaleno, se l’avesse fatto Kostic staremmo già parlando di Beckham
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Allegri, un mese di verifiche [emoji51][emoji91]
Andrea Agnelli è stato chiaro: “Massimiliano Allegri è e resta l’allenatore della Juventus, che non è abituata a cambiare in corsa”. I bilanci dunque si faranno a fine stagione anche se la sconfitta contro il Maccabi fornisce già abbastanza spunti di riflessione. Ed è lecito domandarsi fino a quando reggerà questa fiducia incondizionata nell’allenatore, se davvero se ne riparlerà solo a fine anno o un ulteriore tracollo potrebbe spingere la società a intervenire in anticipo. La scelta di riportare il tecnico toscano a Torino è stata una decisione tutta di Agnelli, così come legarlo con un contratto lungo (4 anni) e oneroso (7 milioni + bonus) per aprire un nuovo ciclo. Logico che lo difenda a oltranza, inevitabilmente anche per motivazioni economiche: dopo il rosso record in bilancio di 250 milioni un cambio al timone significherebbe spendere altri soldi a stagione in corso.
Ecco perché il vero punto di snodo sarà la lunga sosta per il Mondiale, ovvero tra 8 partite, quando si potrà già fare un primo bilancio sulla stagione 2022/23: al momento la classifica in campionato recita 8º posto e 7 punti dal 4º. Uscire ai gironi e ritrovarsi a novembre già con poche chance di agganciare il treno Champions sarebbe un fallimento sportivo oltre che economico. Il tempo quindi stringe e a gennaio, se la svolta non sarà immediata, potrebbe già essere troppo tardi. Ecco perché Agnelli e la dirigenza s’aspettano un’inversione di tendenza fin dal derby di oggi. Tutti sono convinti che ci sarà e che il futuro della panchina bianconera si deciderà solo a giugno, ma se non accadrà verranno fatte nuove valutazioni. Allegri ha meno di un mese per dimostrare che la squadra è con lui e che la Juventus non ha bisogno di una scossa esterna per ricominciare a fare la Juventus.
#gazzetta #allegri #juventus
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza MessaggioAllegri, un mese di verifiche [emoji51][emoji91]
Andrea Agnelli è stato chiaro: “Massimiliano Allegri è e resta l’allenatore della Juventus, che non è abituata a cambiare in corsa”. I bilanci dunque si faranno a fine stagione anche se la sconfitta contro il Maccabi fornisce già abbastanza spunti di riflessione. Ed è lecito domandarsi fino a quando reggerà questa fiducia incondizionata nell’allenatore, se davvero se ne riparlerà solo a fine anno o un ulteriore tracollo potrebbe spingere la società a intervenire in anticipo. La scelta di riportare il tecnico toscano a Torino è stata una decisione tutta di Agnelli, così come legarlo con un contratto lungo (4 anni) e oneroso (7 milioni + bonus) per aprire un nuovo ciclo. Logico che lo difenda a oltranza, inevitabilmente anche per motivazioni economiche: dopo il rosso record in bilancio di 250 milioni un cambio al timone significherebbe spendere altri soldi a stagione in corso.
Ecco perché il vero punto di snodo sarà la lunga sosta per il Mondiale, ovvero tra 8 partite, quando si potrà già fare un primo bilancio sulla stagione 2022/23: al momento la classifica in campionato recita 8º posto e 7 punti dal 4º. Uscire ai gironi e ritrovarsi a novembre già con poche chance di agganciare il treno Champions sarebbe un fallimento sportivo oltre che economico. Il tempo quindi stringe e a gennaio, se la svolta non sarà immediata, potrebbe già essere troppo tardi. Ecco perché Agnelli e la dirigenza s’aspettano un’inversione di tendenza fin dal derby di oggi. Tutti sono convinti che ci sarà e che il futuro della panchina bianconera si deciderà solo a giugno, ma se non accadrà verranno fatte nuove valutazioni. Allegri ha meno di un mese per dimostrare che la squadra è con lui e che la Juventus non ha bisogno di una scossa esterna per ricominciare a fare la Juventus.
#gazzetta #allegri #juventus
Inviato dal mio SM-G998B utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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